Sardegna, il ritorno. Sfruttando il “momento” meteo favorevole e sull’onda di quanto realizzato ad aprile, ci siamo lasciati spensieratamente trasportare ancora verso le coste della Sardegna, questa volta destinazione nord-est. Nel giro di poche ore ci siamo ritrovati, carta d’imbarco sul cellulare, all’aeroporto di Olbia Costa Smeralda e sembrava quasi non fosse terminato il viaggio di un mese fa. Cambio d’auto come fosse un cambio d’abito; la bianca BWM automatica ha lasciato il posto a una Panda ibrida di un colore scuro indefinito metallizzato ma elegante. Dieci minuti di auto per coprire gli otto chilometri sulla strada che porta al Golfo degli Aranci e siamo sulla spiaggia di Pittulongu, splendida mezzaluna di sabbia candida con vista sull’imponente isola di Tavolara. Vito non perde tempo e si immerge nelle acque gelide mentre io contemporaneamente prenoto un tavolo per tre, vista mare, nel ristorante sulla spiaggia. In quel preciso istante abbiamo capito che l’impatto con questa parte della grande isola sarebbe stato emotivamente forte. Il pranzo con l’impagabile veduta sarebbe stata la classica ciliegina sulla torta ed invece era solo l’inizio, la prima fetta. Una bottiglia di fresco bianco Vermentino, del pane carasau, dell’ottimo pesce da condividere tra frittura di calamari, tagliata di tonno e gamberoni, un piatto di piccoli bocconi di pecorino e il nettare del mirto a fine pasto. Non si può chiedere di meglio. Nonostante l’ebbrezza del mix Vermentino-Mirto mi rimetto alla guida e ci dirigiamo verso l’hotel che avevamo adocchiato nelle ricerche sul web. Prendiamo due stanze, ci vestiamo da spiaggia e proseguiamo a nord in direzione Costa Smeralda dove incontreremo tante “perle” di sabbia bianca e mare cristallino. Ci fermeremo su quella della Marinella per una piccola dose di meraviglioso sole mitigato dal leggero venticello seguita dall’altrettanta razione ridotta di bagno nelle fredde acque. Ogni tratto di strada a seguire avrà una visione incredibile e i panorami che si presenteranno ai nostri occhi saranno di bellezza rara. Decidiamo di fare una sosta aperitivo a Porto Rotondo in attesa di un tramonto che si rivelerà spettacolare. Chiuderemo questa intensa giornata con un’ottima pizza a Olbia e con la musica della festa di San Simplicio patrono della città. Olbia è la porta d’ingresso del nord-est della Sardegna e il suo significato dal greco è “felice”. Saranno proprio dei giorni felici quelli a seguire. Il tempo meteo si manterrà bellissimo, nessuna nuvola all’orizzonte, clima invidiabile per questa parte dell’anno. E così si riparte con la fresca bellezza del mattino verso il regno delle vacanze di lusso nell’esclusivo borgo di Porto Cervo gioiello architettonico incastonato tra le bellezze naturali. Il piccolo porto vecchio risente l’influenza agli anni sessanta del secolo scorso e il centro di Poltu Celvu (in gallurese) è costruito su un piano rialzato rispetto al porto. Il principe Karim Aga Khan IV, affascinato dalla bellezza del tratto di costa gli diede vita creando un’architettura che mantenesse il più possibile la continuità con quella tipica locale, inserendola perfettamente nell’ambiente con un intreccio di arcate, piccoli balconi e boutique dalle firme prestigiose. Dopo Porto Cervo a pochissimi chilometri, vedremo Baia Sardinia, un’altra delle più famose località balneari dell’Isola. Il tempo di bere un buon caffè e proseguiremo sempre a nord verso il paradiso naturalistico dell’Isuledda o Isola dei Gabbiani. In realtà, è una penisola, unita da un istmo di sabbia bianca circondata dal mare turchese con le due spiagge che si aprono a ventaglio. Faremo il bagno, sempre con acqua fredda per me e tiepida per Vito e Betty e poi pranzeremo su quella di Porto Pollo. Piatti di pasta condita col pesce, fresco Vermentino a innaffiarli, seadas e il bicchierino di mirto per la lucidità della nostra mente. Nel pomeriggio ci dirigeremo verso l’isola della Maddalena dove Vito aveva prenotato due bellissime camere con vista mare all’Hotel il Gabbiano adiacente il porto. Porto che si affaccia su Palau da cui dista venti minuti di traghetto. Trascorreremo il pomeriggio sull’Isola di Caprera collegata alla Maddalena da un ponte di seicento metri dove sceglieremo la Cala Garibaldi per l’ennesimo fugace bagno nelle cristalline acque che prendono riflessi turchesi, verdi e azzurri a seconda delle ore della giornata. Concluderemo la giornata con una cena a base di pesce sul porto del centro abitato che prende il nome dell’isola. La giornata di sabato si aprirà con il sole che filtra dalle finestre della camera e con una colazione nella sala incastonata nella terrazza con le grandi vetrate. La Panda ci guiderà poi per la strada che percorre tutto il perimetro dell’isola con panorami mozzafiato immersi nel verde, insenature isolate, calette silenziose, bianche spiagge immacolate e mare turchese con graniti e porfidi che delimitano i tratti irregolari : un paesaggio splendido. Calette fatte anche di dune di finissima sabbia bianca circondate da rocce modellate dal tempo e penso anche dal vento. Bellezze naturali di vero impatto visivo come la spiaggia della Bassa Trinità o come quella della caletta di Spalmatore dove ci aspettava l’ennesimo tocca e fuggi per l’acqua fredda. La sabbia bianca si alterna con quella color crema a far da sfondo alla verde macchia mediterranea e abbellita dalle rocce color rosa. Mi ha ricordato molto la Corsica dell’Isola di Cavallo dove avevo passato una settimana di “passione” cinque anni fa. E’ arrivata l’ora di pranzo e perché non spenderla con un pasto a base di porcetto (maialino al forno con patate arrosto), zuppa gallurese (pane raffermo, formaggio e brodo di carni miste, cotta in forno e servita calda, proprio come fosse una lasagna), formaggi locali, vino rosso e mirto ? L’abbiamo spesa esattamente così. Dopo pranzo di riparte per la grande isola con il traghetto verso Palau. La destinazione della ultima notte sarda sarà Santa Teresa di Gallura. Ci arriviamo nel pomeriggio giusto il tempo di lasciare i piccoli bagagli da Tommaso dell’Hotel Canne al Vento. Santa Teresa di Gallura, ambita località turistica, è un caratteristico borgo che si eleva, con strade stile San Francisco, su un promontorio nell’estremità settentrionale della Sardegna, affacciato sulle Bocche di Bonifacio. A pochi chilometri di distanza troviamo la penisola di Capo Testa, punta settentrionale dell’Isola. Lungo l’istmo che la unisce alla terraferma si distendono due bellissime spiagge che con qualsiasi condizione di vento, godranno del mare calmo. Noi ci siamo soffermati su quella bianca e tranquilla dopo aver scattato qualche foto di rito con il grande Faro il cui panorama abbraccia la Corsica, le piccole isolette delle Bocche di Bonifacio. Le ultime ore di questo secondo atto in Sardegna le abbiamo respirate domenica prima sulla strada panoramica sopra Palau con l’arcipelago della Maddalena in bellavista, poi a Port Rafael, altra ricca ed esclusiva località, poi sulla spiaggia della “barca bruciata” per ritornare da dove tutto era incominciato sulla spiaggia di Pittulongu. Un ultimo piccolo fresco bagno prima dell’ennesimo pranzo con Vermentino, paccheri con pomodori gamberi e granella di pistacchio, un assaggio di pecorino e come ormai di rito un bicchierino di mirto per sorridere alla vita. Se vorrete lasciarvi conquistare ed essere cullati dal rumore delle onde questa parte della Sardegna è il posto giusto. La Costa Smeralda e il territorio circostante sono un paradiso esclusivo. Un paradiso che invita a meditare e a seguire sempre la linea dell’orizzonte. Visitare la Sardegna in questo periodo dell’anno con il tempo meteo perfetto è stata una vera fortuna. Un tesoro anche per i pochissimi turisti, senza lo stress per trovare un posto ai parcheggi e lo stesso vale per un tavolo nei bellissimi ristoranti affacciati sul mare. La Sardegna ti resta dentro e vorresti già scoprire altri lidi dove godere di tutto ciò. Ajò Sardinnia … to be continued …
Post's song : "Everybody's Changing" performed by Keane
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