"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

mercredi, janvier 24, 2018

La dulce vida malagueña

Doveva pur esserci un motivo valido per il quale questa parte della penisola iberica é chiamata Costa del Sol. Il sole qui é di casa per oltre 300 giorni l’anno e io ne ho presi tre tutti di fila. Gennaio 2018. Primo viaggio dell’anno. Siamo in Andalusia e la mia meta é Málaga. Málaga è una città portuale, capitale della Costa del Sol, nel Sud della Spagna. Málaga è stata una piacevole sorpresa e non solo per il clima, vero punto forte della zona. Nei miei viaggi precedenti del secolo scorso é sempre stata la base di partenza per esplorare questa calda terra spagnola e l’attigua costa portoghese, ma non mi ero mai fermato a visitarla. La temperatura costante di 23 gradi dei giorni trascorsi, un grado in più della media annuale, mi ha fatto dimenticare che é inverno. Si parte imbacuccati e ci si ritrova in t-shirt e pantaloncini. Il meraviglioso abbraccio in stile “piumino chalet di montagna” lo si sente immediatamente nello scendere i gradini della scaletta dell’aereo. Il cielo terso e il sole caldo sono il felice benvenuto di questo territorio lambito dal mare. Il sole che da sempre porto nei miei bagagli, come dice il mio amico Umberto, questa volta devo riporlo e tenerlo caro per altre occasioni. Qui c’è l’originale. Come base ho scelto un piccolo riad andaluso proprio nel centro storico della città. Si cambia l’abito. Via il giubbino, via il maglioncino zip e la maglia leggera assolutamente firmate Armani, via i pantaloni e le calze pesanti. Indosso la mia t-shirt color bouganville dei bei tempi ischitani e i miei pantaloni grigi ormai consumati da tante “battaglie”. Che meraviglia passare dal freddo della grigia metropoli milanese al caldo malagueno. Ora sono pronto per questa nuova avventura. In Spagna i ritmi di vita sono più rilassati e io mi adeguo. La bella tranquilla passeggiata esplorativa, tipica del marcare il territorio per orientarmi, mi regala subito delle autentiche chicche architettoniche. Si passa dalla imponente Cattedrale rinascimentale, soprannominata La Manquita ("la monchetta") perché una delle sue torri è rimasta incompiuta, al Teatro Romano; e sopra la città moderna incombono le due enormi fortezze locali risalenti al periodo della dominazione araba, l'Alcazaba e il castello di Gibralfaro, unite fra loro con un lungo corridoio protetto da muraglie, chiamato La Coracha. In poche centinaia di metri si ha l'opportunità di vedere l'unione delle culture romana, araba e rinascimentale, il che rende Málaga un luogo molto speciale. Mi lascio trasportare dal profumo del mare e mi dirigo verso il porto per vedere finalmente dal vivo l’installazione cubica colorata del Centre Pompidou di Málaga. Dalle informazioni che ho scovato il suo insediamento dovrebbe essere temporaneo e quindi vale il biglietto la mia fotografia con il suo sfondo. Da cubo a cubismo il passo é breve e come non pensare, senza indugi, a Picasso che proprio a Málaga ha avuto i natali nel 1881 ed é celebrato con un museo personale e con la sua fondazione casa. Obbligatorie le visite. Come obbligatorie sono le camminate che vi portano in punti strategici della città dove vedere dall’alto panorami del porto, della Plaza de Toros, dei giardini sottostanti e del profilo architettonico di Málaga. Cercate anche le tre statue originali di Málaga come quella di Pablo Picasso seduto su una panchina nella piazza di fronte la sua casa natale o come quella di due figure importanti nella vita locale, il Cenachero pescatore che vendeva per le strade il pesce fresco in grandi ceste (cenachos) di palma, assicurate alle sue braccia all'altezza dei gomiti con una corda e il Biznaguero venditore di "biznagas", che sono i fiori del gelsomino, infilati uno a uno in un bouquet molto speciale. E’ arrivata “l’ora di pranzo” (inizio pomeriggio per gli spagnoli) e decido di spenderla in un bellissimo locale storico El Pimpi, una vera istituzione malagueña, frequentata oltre che dai turisti anche da cittadini andalusi celebri come alcuni matador o come l’attore malagueño Banderas che ha firmato una delle botti in legno in esposizione che fanno da meraviglioso arredo del locale. Locale diviso in più spazi, con all’interno foto e poster che raccontano la storia di Málaga in festa dal passato fino ai giorni d’oggi. Caratteristico il cortiletto andaluso colorato dal verde delle piante esposte. Ordino la cerveza (birra) locale Victoria e un piatto di deliziose morbidissime (besciamella docet) crocchette della casa. Rifletto sul fatto che saranno tre giorni di tapas e quindi proverò una via l’altra tutte le specialità malagueñe, andaluse e spagnole. Prosciutto crudo tagliato al coltello, piccole fritture del pescato di mare, degustazione di formaggi, le decantate crocchette, le alici marinate e tanto altro ancora. Solo così si entra nel cuore gastronomico di questa zona e mi gongolo sulla mia idea della scelta d’istinto. Málaga é famosa per il vino dolce bevuto necessariamente freddo perfetto come aperitivo e pretesto dei pasti a seguire. Non mi farò pregare due volte e andrò di assaggi su assaggi. Viva la cucina in miniatura, già sperimentata nei Paesi Baschi, con la variante del nome che da tapas, deliziosi stuzzichini, diventano eleganti ed elaborati pintxos. Che ricordi nelle mie fughe estemporanee al nord destinazione Bilbao e San Sebastian. Nelle mie pause per ricaricarmi in hotel trovo sempre il tempo per rileggere i miei scritti di questi, ultra decennali, viaggi. Mi sorprendo ogni volta e ogni volta rivivo quei momenti. E lo sarà anche rileggendo queste righe di Málaga, perché ogni viaggio é parte della mia vita. E scegliere posti nuovi é un continuo motore per il restyling interiore. Non sono affatto un conservatore o un tradizionalista dei viaggi nonostante non potrei mai rinunciare alla mia Parigi, sogno sorprendente costante di vita e Londra per l’effetto energico creativo che sprigiona. Ma é di Málaga che sto scrivendo ed é una vera medicina il clima di queste parti. Il tempo é scandito dal sole caldo, dal buon bere, dal buon mangiare e dalla vita all’aria aperta. Si apprezza di più il trascorrere lento del giorno soprattutto per una persona frenetica come me che pensa che ogni minuto di dolce far nulla é un minuto perso. Málaga é stile di vita, é gioia per la vita, é dolce vita. E allora mi sorprendo nell’affittare un lettino sdraio sulla spiaggia della città, la Málagueta, dedicare tre ore della giornata ascoltando musica nelle cuffiette, con il sole caldo stampato sul viso e al “risveglio” pasteggiare in un locale con tanto di palme a vista con un piatto di alici fritte. O semplicemente prendere un caffè rigorosamente cortado (con il latte) in uno dei tanti locali con tavoli all’aperto e fare “people watching”. Mi guardo intorno e osservo gli occhi felici delle persone, con i loro volti sorridenti, con la voglia perenne di festeggiare qualcosa. Tavoli all’aperto fino a notte fonda, soprattutto nei locali sul porto che rendono vivace e cordiale questa città. Ma é il clima, come detto, a far da padrone in Andalusia. Un clima mite invernale che mi ha consentito di passare tre giorni all'aria aperta e tra una passeggiata sul litorale costeggiato dalle palme, una siesta sulla spiaggia, un pranzo in un ristorante in riva al mare, il rito dell’andar di tapas serale e la visita alle bellezze artistiche di Málaga, il tempo purtroppo é volato senza accorgermene. Di sicuro mi  sono caricato di vitamina D grazie alle “tapas” di sole quotidiane. Immersi in questo clima mite, con ritmi di vita estremamente diversi dal nord dell’Europa, ci si sente meglio e ci si rilassa di più. La qualità della vita é influenzata positivamente da tutto ciò. Ed é per questa ragione che la Costa del Sol viene raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “l’ambiente quasi perfetto in cui è possibile vivere”. Ci sono tante nuove vie per rendere più piacevole la vita. Una delle più importanti delle mie é quella del viaggio e Málaga ne è stata la conferma con tre giorni di dolce vita.

Post’s song : “Animal instinct” performed by Cranberries
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