"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

jeudi, juillet 16, 2009

Alles über Berlin

Quest’anno ricorre il ventennale della caduta del muro di Berlino.
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Una “visita di controllo” (abituato alla terminologia del mio posto di lavoro) era doverosa e di fronte alle incredibili offerte di Ryanair e Easyjet non mi sono tirato indietro e ho preso la palla (i due voli) al balzo. Rieccomi a Berlino dopo 4 anni.
Il viaggio a Berlino del 2005 per me fu un momento di svolta in quanto era il primo viaggio da solo in una città che non avevo mai visitato.
Allora mi apparve una città straordinaria (con molti cantieri in corso per via della prossimità dei Mondiali di calcio), una specie di macchina del tempo dove si può passare dal passato al futuro nel giro di un secondo. Guardandovi attorno troverete edifici storici (Porta di Brandeburgo, Reichstag, ecc.ecc.) di fianco a costruzioni futuristiche (Palazzo della Cancelleria costruito dopo la riunificazione della Germania con il trasferimento della capitale da Bonn a Berlino oppure la sfida avveniristica di Renzo Piano in Potsdamer Platz); questo incontro tra vecchio e nuovo è direttamente connesso con la storia della Germania.
Armato della mia cartonville del Touring, di 16 tracce audio (iAudioguide.com) scaricate a pagamento da Internet attraverso il sito del Tourist Information di Berlino (visitberlin.de) e inserite nel mio iPod shuffle e del mio trolley blu per i viaggi lampo mi sono ritrovato in Alexanderplatz senza nemmeno il tempo di accorgermi.
La città è tuttavia ancora in via di rifacimento per molti palazzi e zone. Ho ripercorso per il lungo e per il largo i suoi grandi viali dove nella zona est si respira ancora il fascino del passato storico, mentre in quella occidentale scorre la vena commerciale con negozi "marchio" che si alternano uno dietro l'altro nelle strade principali.
Come nel 2005 mi sono installato all’hotel Agon tipica struttura della Repubblica Democratica (DDR) nella zona di Alexandeplatz (eccezionali le abbondanti colazioni).
Il fascino e l’atmosfera sono rimasti gli stessi mentre onestamente mi aspettavo di più nella ricostruzione di quanto avevo visto in cantiere.
Ho rivisto a tutte le ore lo splendore della Porta di Brandeburgo (autentico simbolo di Berlino), il Reichstag (Palazzo del Parlamento), la Colonna della Vittoria (Siegessaule) con l'Angelo dorato reso famoso dalle riprese del film di Wenders "Il cielo sopra Berlino", l'East Side Gallery con 1.300 m. dei resti del Muro (alcuni in restauro) dove più di cento artisti si sono impadroniti di questa grande pagina bianca ridipingendola con murales coloratissimi ormai noti ai turisti che in questi anni si sono accaparrati un frammento, il Pergamonmuseum (museo che ho rivisitato per il nuovo vernissage della Porta di Mileto) e il Check Point Charlie punto di passaggio tra il settore americano e quello sovietico, dove mi sono fatto apporre sul passaporto i timbri originali dell’epoca. Davverissimo.
Sono rimasto entusiasticamente colpito dalla piazza pavimentata del Gendarmenmarkt con le sue due cupole gemelle e invasa dai tavolini dei caffè e ristoranti. Assolutamente da non perdere, un vero "tresor".
Ho apprezzato molto il quartiere di Nikolaiviertel (interamente risistemato con un intrico di stradine e case in stile medievale), il DDR museum (un’istruttiva immersione nella vita quotidiana dell’ex DDR dove mi sono seduto alla guida di una Trabant), la salita serale in ascensore (velocissimo) della Torre della Televisione, la foto tipica incastrato tra le statue raffiguranti Marx e Engels, l’orologio universale di Eric John in Alexanderplatz, il Municipio rosso (Rathaus) che ricalca il campanile innalzato da Giotto per il Duomo di Firenze, l’imponenza del Duomo di Berlino, i grandi magazzini KaDeWe con un reparto gastronomico all’altezza di quello delle Galeries La Fayette di Parigi e la Kaiser Wilhem Gedachtniskirche (la Chiesa del Ricordo) con il suo campanile mutilato dai bombardamenti e lasciato tale per non dimenticare il passato.
Non posso come sempre non citare la parte gastronomica (evito ormai di contare i miei kg. in sovrappeso) segnalandovi l’eccellente filetto preparato alla perfezione e accompagnato da una patata “asada” gustato da Maredo e uno squisito piatto di funghi di Brandeburgo guarniti con contorno di knodel meravigliosamente preparati dallo chef del Sarah Wiener Restaurant all’interno del museo Hamburger Banhof dove tra l’altro mi sono fatto ritrarre con lo sfondo del quadro famoso di Andy Warhol raffigurante Mao (foto a sinistra).
Per la prima volta a mia memoria, che forse con l'età potrei anche mettere in discussione, mi hanno accompagnato all'aeroporto di Orio al Serio (Lucio) e mi sono venuti a prendere all'aeroporto di Malpensa (Umberto) dove addirittura mi attendeva un cartello di benvenuto con la scritta "Herr Professor Michail Botthalick Berliner Philharmoniker ".

Ringrazio entrambi pubblicamente perchè questo è un gesto che fa sempre piacere.

Post’s song : “Who knew” performed by Pink

7/9