"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

mercredi, décembre 31, 2008

2008 year in travel

Dodici istantanee dodici.
Dodici mesi dell’anno : un anno di viaggi e in viaggio indiscutibilmente. Un anno difficile per me per tanti motivi, forse il più difficile in assoluto. Un anno da “frequent flyer” (22 voli) per cercare di mascherare bene i momenti no.
Ho visto tante nuove belle città : Budapest, Bratislava, Amburgo, Helsinki, Tallin, San Pietroburgo e Cracovia.
Ho scoperto sei nuove nazioni : Ungheria, Slovacchia, Finlandia, Estonia, Russia e Polonia.
Un’esplorazione soprattutto nell’est europeo. Momenti toccanti ad Auschwitz e Czestochowa, la fuga verso il sole e il caldo della Spagna del Sud con le meraviglie di Granada e Cordoba, i sapori natalizi di Dublino e Merano …
E poi i miei punti fermi da sempre Parigi (quest’anno anche per celebrare i 50 anni di Vito), Londra per vedere una partita del mio amato Chelsea e le cene, pranzi e colazioni con Umberto & famiglia.
Tanti viaggi enogastronomici, artistici (Billy Idol ad Amburgo, Brachetti a Torino e tutta la gioia e felicità musicale della città di Dublino), tifo-sportivi per seguire i Blues londinesi.
Un “frequent flyer” non da uomo d’affari ma da uomo in cerca di ritrovare se stesso.
Un grazie particolare e infinito ad Anna e Lucio amici da sempre che mi hanno “alleggerito” in modi diversi i pensieri pesanti e grazie anche alle mie preghiere quotidiane per la salute mia e delle persone che mi stanno a cuore.
Un 2008 dove ho visto Cinzia laurearsi a pieni voti (lode ed encomio) in ostetricia e dove la New Twingo è subentrata all'Almera che in quasi 12 anni è stata compagna di tanti piccoli viaggi (Cotswolds, Disneyland Paris, Costa Azzurra, Austria e i tour in bicicletta ... etc.etc.)
Il mio pensiero va ad Angela (Jolie) e Irene per le quali auguro la guarigione completa per una meritata serenità e alla mia mamma per starmi sempre vicino in tutte le cose che faccio.
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Cosa mi auguro e cosa auguro per tutti nel 2009 ?
Senza assoluta retorica … salute, salute e ancora salute. Nient’altro.
Per l'oroscopo cinese sarà il 2009 sarà l'anno del bufalo esattamente come lo era stato il 1961.
Spero nel buon auspicio.
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Post's song : "Boa sorte / Good luck" performed by Vanessa Da Mata e Ben Harper

mercredi, décembre 24, 2008

Since 1999, hundreds of people ...

Nel periodo natalizio del lontano 1999 (*) ho elaborato le mie creazioni originali e personalizzando le etichette per il prodotto che amo di più in assoluto : la Nutella.
La prima etichetta l’ho stampata su un comune foglio A4 quello utilizzato per fare le fotocopie in ufficio e poi incollata con il Vinavil sul vetro dei bicchieri da 200 gr. : quel Natale le regalai a tutte le mie colleghe e i miei colleghi della SPER collocandole una a fianco e una sopra all’altra per formare un simbolico albero di Natale.
Da allora ne ho fatta di strada e di etichette ne ho stampate a migliaia (ho ancora quasi tutti i file elaborati sul PC).
Ogni occasione è buona : per il Natale soprattutto, per i compleanni, per le feste tradizionali, per le occasioni speciali, come bomboniere per la nascita di bambini, cresime, matrimoni, battesimi ecc.ecc. Le ho esportate persino negli States a Chicago in occasione del Thanksgiving da Giulia e a Londra per ringraziare Gary Staker del Chelsea per la sua cortesia. Tutto è possibile quando il prodotto è la Nutella.
Negli anni ho cambiato i computer e le stampanti, ho cercato, trovandolo, il supporto più adatto passando da carta normale a etichette adesive speciali e ho migliorato al massimo il design grafico. Ora ho raggiunto davvero il top (per me) sia per qualità grafica sia per la qualità del supporto (etichette adesive lucide di taglio fotografico).
Le stampo in tutti formati, dalle vaschette piccole, al bicchiere dal 200 gr., dai vasetti da 400gr. e 750 gr. al formato da 3 kg., fino a quello da 5 kg. utilizzato dai bar pasticcerie per le crepes e le gauffres.
Sotto il periodo Natalizio ricevo tantissimi richieste, anche all’ultimo momento, per aiutare gli amici in un regalo originale e le utilizzo anche io per fare regali personali.
Come testimonianza vi riporto gli sms di ringraziamento ricevuti questo Natale dagli amici per i lavori effettuati che mi hanno davvero fatto piacere.
Da Lucio : “ Grandioso successo. Sono rimaste tutte estasiate. Mi sono preso un po’ parte del merito anche se io non ho fatto nulla. Sei un grande. Grazie e a dopo. Baci”. (etichette stampate e regalate per le sue giocatrici e per i suoi collaboratori della squadra di pallavolo dello Schuster nel formato vasetto da 400gr.)
Da Stefano : “Grande successone delle nutelle, tutti vogliono sapere il segreto, ma ti proteggerò come la formula della Coca-Cola zero !!! E stasera forza blues.”
Da Florence : “Il risultato delle nutelle è stato stupefacente ! Tutti entusiasti ! Grazie ancora, sei il migliore. Flo.” (etichette stampate e regalate per amiche e amici nei formati vasetto da 400 gr. e vasetto da 750 gr.)
Da Emanuela che nel suo blog nel post intitolato "The best of Christmas 2008" cita testuali parole "La Nutella è una delle invenzioni più riuscite nella storia dell'umanità. Questo vasetto vince il premio miglior regalo ricevuto 2008 per l'abbinamento riuscitissimo tra bontà e creatività. The winner is......Cinzia. GRAZIE" (etichetta commissionatami da Cinzia e stampata e regalata nel formato da 400gr.).

Che mondo sarebbe senza Nutella e in qualche caso senza Michele, Lele, Mich, Mik, Mike, Michael, Miguel … non è un caso che l'uomo più ricco d'Italia e patron della Ferrero si chiami Michele.

buon natale

(*) già nel 1995 in occasione del mio matrimonio con Silvia avevo stampato delle etichette speciali commemorative e avevo utilizzato oltre la Nutella anche i marchi storici della Coca-Cola, Guinness, Cote d'Or (per i cioccolatini da accompagnare al caffè), Fanta e Ferrero Rocher.

Post’s song : “I Want You Back” performed by Jackson 5

lundi, décembre 22, 2008

Meraner Advent

La foto a destra ritrae da sinistra i "sorridenti" Patrizia (Patty), Michele (Mich), Umberto (Bumby) e Daniele (Lele) prima della succulenta cena in quel di Lana (BZ) a pochi chilometri da Merano nel Gasthof Krone. Cena a base di piatti locali che spaziavano dai canederli al formaggio fuso, alla minestra di milza con pane, al tradizionale piatto tipico sudtirolese con salumi formaggi e cren, alle uova fritte adagiate su un letto di speck, per concluderla degnamente con lamponi caldi con gelato alla vaniglia e il classicissimo strudel di mele. Calorie alla conta ... meglio non contarle ... anche se abbiamo tentato di diluirle con la grappa di pere (per noi era di mele) offerta gentilmente dalla padrona di casa Frau Blücher direttamente arrivata dal cast di Frankestein Junior di Mel Brooks.
A Lana, ma anche a Merano e in tutta la zona del Sudtirolo si parla principalmente il tedesco e l'accento forzato degli abitanti della zona quando parlano in italiano è esattamente quello dei films doppiati con ambientazione teutonica. Tutto finisce in "en" e con le desinenze classiche verbali "are, ere, ire".
Frau Blücher (nome d'arte per noi ovviamente) voleva che finisssimo tutti i piatti senza lasciare alcuna briciola all'interno (in modo scherzoso ma imperativo) e ci siamo sentiti un po' come Mr.Bean quando nascondeva i resti della "tartare" di carne sotto i tovaglioli, sotto il posacenere, sotto il tavolo, sotto la formaggera, ecc.ecc.
Nel finale di cena Frau Blücher innamoratissima di Umberto ha richiesto esplicitamente una foto con lui mentre lo sbacciucchiava sulla guancia ... ho fatto fatica a rimanere impassibile nello scattare le foto. Insomma per farla breve abbiamo riso tutta la serata e vi assicuro in modo spassionatamente sorprendente. Ho anche scoperto che Patrizia è gelosa.
Domenica mattina, di buon'ora e dopo la più lunga notte dell'anno trascorsa sotto la trapunta dei letti dove eravamo alloggiati ci siamo recati a Merano teatro del famoso mercatino natalizio che si snoda lungo le rive del fiume Passirio. Il tempo era addirittura primaverile con la suggestiva cornice delle montagne innevate. Giro turistico della piacevole cittadina oltre alle soste negli stand in legno degli 80 e più espositori che offrivano prodotti alimentari locali e tipici oggetti d’artigianato, dagli addobbi natalizi ai lavori in legno, dai tessuti tradizionali ai giocattoli di una volta. Un panino con wurstel grigliati e crauti per suggellare questo ultimo weekend pre-natalizio e via di nuovo verso la casa di Cermenate non prima di aver comprato per Umberto le tipiche pantofole locali di lana in versione arancione (e pensare che Bumby insisteva nel volerle grigie).
In questa piccola fuga di Natale l'accessorio protagonista assoluto è stato il coinvolgente Nintendo DS lite e perchè no anche un improponibile profumo da donna di Clinique che Patrizia ci propinava a nostra insaputa nei momenti di estremo relax mentale costringendoci a non respirare per evitare l'esalazione letale...

Post's song "O è Natale tutti i giorni ..." performed by Irene Grandi

La foten a destren ritraen da sinistren die "sorridenten" Patrizien (Patty), Michelen (Mich), Umberten (Bumby) e Danielen (Lele) primen dem succulenten abendessen dass Lana (BZ) a pochen kilometren von Meran im Gasthof Krone. Abendesseb auf ... etc.etc.etc.

Frohe Weihnachten 2008 !
12/8

mardi, décembre 16, 2008

Live music at Christmas in Dublin

Musica musica e ancora musica. Nelle strade, nelle piazze, nei giardini, nelle chiese, nella sala del Powercourts shopping center o in quelle vere e proprie da concerti, ma soprattutto nei pub.
Dublino sotto questo punto di vista è fantastica. Non c’è nessuna città di quelle visitate così legata alla musica. Per me è stata una novità assoluta.
In compagnia dell’esperto musicale Vito (mio fratello) di Betty e di Edoardo si faceva quasi a gara per passare da un pub all’altro della zona di Temple Bar (cuore pulsante nel vero senso della parola di Dublino) ad ascoltare musica tradizionale (cantata o suonata) e musica attuale sempre seguita con trasporto dalle persone che ballano o cantano insieme agli interpreti che si alternano nei locali.
Di giorno in questo periodo sono le “carole” a tener banco, ma di sera si scatena la vera musica irlandese o comunque anglosassone.
Lungo il miglio di Temple Bar si susseguono pub classici i cui nomi ormai sono famosi a molti come il The Oliver Saint John Gogarty, dove tutti i giorni dalle 14,30 fino a notte fonda si può ascoltare ottima musica dal vivo oppure l’omonimo leggendario Temple Bar o il Farringtons’s (vedi foto post) o il Fitzsimons o il Teac na Ceibe.
E’ stato davvero piacevole, magari davanti a qualche piatto locale (in queste escursioni l’irish stew con pinta di birra annessa è stato semplicemente il giusto accompagnamento alla musica dal vivo, per non dimenticare l’immancabile fish & chips e il delizioso pane con burro salato).
E’ quasi Natale e a Dublino l’atmosfera si sente eccome.
Noi avevamo due missioni da compiere in questo viaggio : recuperare Edoardo (e tutte le sue innumerevoli e pesanti valigie) che ha trascorso tre mesi in terra irlandese per studiare inglese e portare a casa per Donatella, la mia amica collega, un bodhran di buona fattura (il bodhran è un tamburo a cornice usato soprattutto nel repertorio della musica popolare irlandese). Missioni compiute. A dire il vero la reunion con Edoardo è stata più articolata in quanto Vito e Betty sono arrivati a Dublino il giovedì; io mi sono aggregato loro il sabato mentre il buon Edoardo (che doveva arrivare il venerdì) con la scusa di una fastidiosa bronchite è rimasto a Copenaghen tra le braccia della fidanzata danese Sofie fino a domenica. Tutti insieme poi a recuperare i bagagli di cui sopra nella casa dove è stato ospitato. Bagagli di tutti i generi e di tutte le misure … ah questi giovani che non hanno la benché minima idea del tempo e dell’organizzazione !
E’ stata una vacanza breve ma festaiola e divertente sotto tutti i punti di vista, enogastronomici compresi.
La ciliegina sulla torta è stata la gita domenicale in quel di Howth piccolo paese magico per pescatori e sognatori sulla costa a nord-est di Dublino. Mezz’ora esatta di treno Dart dal centro ed eccoci in un altro mondo. Nel porticciolo piccoli negozi di vendita e affumicatura del pesce e l’attrazione di ben nove foche (all’appello se ne sono presentate due) con i versi dei gabbiani a far da colonna sonora.
Poi camminata intorno alla costa sul promontorio adiacente fino a quasi l’altro faro di questa piccola penisola. Da Howth partono infatti molti sentieri che si inerpicano sulle colline circostanti, non ancora urbanizzate, e lungo la costa, tra le scogliere e spiagge di questa parte d’Irlanda.
Una zuppa a base di pesce locale innaffiata dall’inesauribile birra (Vito è l’unico che “insiste” con la Guinness) a coronamento di una mattinata nel verde con il contorno del mare d’Irlanda.
Nel pomeriggio nel pub del nostro hotel visione live di Chelsea-West Ham terminata ahimè 1 a 1.
Note curiose (per me) : è la terza volta che mi reco a Dublino e non ho mai visto una goccia di pioggia …
Prossimo appuntamento con Dublino … fine anno 2009 Capodanno 2010 !
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Per leggere qualcosa di più approfondito sulla città di Dublino vi rimando al mio post di marzo 2007 intitolato “Il cielo sopra Dublino”.
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Post’s song : “Fairytale of New York” performed by The Pogues feat.Kirsty MacColl
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12/8

mercredi, novembre 26, 2008

Maravillas árabe en Granada y Córdoba

Andalusia (Andalucia).
Questa parte della Spagna del Sud dove tutto scorre lentamente. Il ritmo di vita è diverso e le ore di sole scandiscono tranquillamente le giornate. Ci si sveglia e si fa colazione con calma magari seduti in una "pasteleria" all’aperto, si pranza tardi (dopo le ore 15) e si cena sempre tardi (almeno dopo le 22) andando di tapas bar fino a tirare la mezzanotte : un vero trionfo di sangrie, cervezas (birre) , vini tinti (rossi), tortillas di patata, queso manchego (formaggio), tostadas de tomates, habitos con jamon e soprattutto di jamon iberico (prosciutto crudo) dove quello di Trevelez (il posto più alto della Spagna) va per la maggiore.
Ma io ero qui principalmente per vedere le bellezze architetturali e artistiche di influenza araba : l’Alhambra di Granada e la Mezquita di Cordoba che sono le due attrazioni chiave dell’Andalusia.
La distanza tra le due città è coperta dal treno che in due ore e mezza mi porta a destinazione.
Cordoba dopo l‘invasione dei musulmani nell‘VIII secolo si è sviluppata e civilizzata in arte e cultura e raggiunse una magnificenza tale che può essere ritrovata nella famosa moschea (Mezquita) che domina il centro città. Il perimetro che circonda la Mezquita è pieno di aranceti che colorano la parte che preannuncia l'ingresso. Entrando si resta folgorati dall'architettura color rosa e beige. Impressionante è l’immensità della sala della preghiera il cui tetto è sostenuto da 800 archi (vedi foto grande all'inizio del post). Dopo la visita alla moschea si passeggia tranquillamente nella zona circostante la Juderia (vecchio quartiere ebreo), dove ci si imbatte in un susseguirsi di stradine strette e case bianche decorate con vasi di fiori.
Il ritorno in serata a Granada mi prepara alla visita del giorno seguente dell’Alhambra.
Alhambra significa la rossa, per via del colore della roccia impiegato per la costruzione esterna.
In Spagna non esiste un altro edificio che abbia un fascino equiparabile. L’Alhambra è un palazzo fortezza. Un vero capolavoro di arte orientale e architettura araba. E’ di una bellezza mozzafiato. Meglio prenotare in anticipo (io l’ho fatto un mese prima) i biglietti per la visita in quanto il numero di visitatori è rigidamente limitato.
Esternamente è di una semplicità unica, sembra quasi una grossa nave di colore rosso mattone arenata sulla collina; una volta entrati si capisce del perché è dovuta tutta questa fama (è una delle meraviglie moderne). L’interno è uno straordinario complesso di palazzi, fortezze, chiostri, sale per la preghiera : c’è sempre un giardino un patio un belvedere in questo luogo incantato. L’Alhambra fu costruita dalla dinastia Nasrid, dove i migliori architetti, artisti e artigiani musulmani dell’epoca crearono le magnifiche ed elaborate decorazioni degli interni. La parte più affascinante è quella relativa ai palazzi reali (Palacios Nazaries) dove raggiunge il massimo splendore nel grande patio de Los Arrayanes (giardino dei mirti) conosciuto anche come Palacio de Cornares. L’Alhambra è formata dall’Alcazaba, dai nominati Palazzi reali e dal Generalife (altra residenza lussuosa dove i sultani si rilassavano davanti alla fontana, ai laghetti, ai ruscelli e agli straordinari giardini adiacenti). E’ difficile spiegare tanta bellezza in poche parole. Basterà andarci e visitarla con calma e capire che forse il Paradiso non è poi così lontano.
A Granada si visitano anche la Cattedrale, la Cappella Reale e soprattutto il quartiere dell’Albacin situato sulla collina proprio di fronte a quella dell’Alhambra. E’ un quartiere moresco caratterizzato da stradine strette ripide e scoscese. Gironzolando tra queste si notano una multitudine di chiese bianche con i campanili che si ergono sopra gli altri edifici.
Dalla Plaza (o Mirador) San Nicolas si gode un’ottimo panorama sull’Alhambra a qualsiasi ora della giornata (si raggiunge facilmente con i piccoli bus (il 31 o il 32) che partono dalla Plaza Nueva (dove avevo il mio hotel). Un ottimo panorama dell’Alhambra si gode anche dalla collina del Sacromonte, vecchio quartiere zingaro della città noto per le sue grotte scavate nella roccia. C’è un centro (museo) che spiega le tradizioni e i metodi di vita nelle caverne (incluso la musica e la danza del famosissimo flamenco).
E poi ancora i vecchi bagni arabi. Della gastronomia ho parlato velocemente all’inizio, così come dello splendido clima e della tranquillità dello stile di vita andaluso : sono rimasto affascinato da tutto. Non mi ricordavo (c’ero stato 13 anni fa) di quanto bella fosse questa parte della Spagna che ora grazie alle foto digitali scattate non potrò dimenticare (andare nel mio link all’inizio dell’homepage).

Post's song : "Didi" performed by Cheb Khaled


11/8

mardi, octobre 07, 2008

Come back to Stamford Bridge

L’sms dell’amico Steffe (producer a Sky Sport) parlava chiaro : “Ciao Mik, purtroppo domenica non facciamo vedere il Chelsea per la solita menata del contratto”. La mia risposta altrettanto eloquente e un po’ presuntuosa è stata : “Vorrà dire che andrò a Londra”. Il mio asso nella manica è la telefonata all’amico londinese Gary del Chelsea (per il biglietto del match) con un appuntamento di conferma il giorno prima dell’eventuale partenza, una prenotazione “al volo” dei biglietti aerei e della camera d’hotel sempre nella mia zona preferita “King’s Cross/St.Pancras” e in men che non si dica eccomi di nuovo catapultato a Stamford Bridge con annesso acquisto al megastore dello stadio della maglietta 2008/2009 per le partite in casa dei Blues. Seat 108 row 1 gate 3 nel settore Shed Upper sempre vicino al padre di Gary.
Londra è nel mio cuore proprio per l’appartenenza ormai radicata al tifo per la squadra del Chelsea dal 2002.
Londra sempre colorata, caotica, piena di vita e questo di tipo flash di 24 ore fa bene soprattutto se già si conosce la grande capitale d’oltremanica. 24 ore di shopping, di full immersion nella gastronomia londinese (fish & chips, il pollo fritto e gli ottimi china i miei preferiti), una spruzzatina di pioggia all’arrivo, le luci colorate di Piccadilly Circus e un po’ di relax a Covent Garden.
Proprio qui ho incontrato l’artista peruviano Josè Luis Herrera Gianino, uno scultore d’avanguardia che dopo un’applicazione al volto per 5 minuti di una maschera organica siliconata e una lavorazione di un’ora per la realizzazione ecco pronto il calco del mio viso immortalato per fermare nel tempo un momento felice. E poi gli stereotipi classici british dalla moquette al set di preparazione del caffé nella camera d’albergo, alla colazione tipica inglese con uova, bacon, salsicce e fagioli, al look right and look left stampati sulle strade per evitare ai turisti di essere investiti dalle macchine, alle code ai teatri, alle file tutti sulla destra nel salire e scendere le scale mobili dell’underground, alla straordinaria emozionante visione di una partita di calcio in uno stadio londinese (non ci si rende conto finchè non si è lì sul posto). Per questi viaggi (vedi anche l’altra mia amata Paris) non uso mappe della città e in sporadici casi vengo teleguidato via sms o telefono (questa volta alla ricerca di uno dei migliori posti dove si mangia il fish and chips suggeritomi da (B)Umby-Umberto e da lui stesso pilotato on-line).
In questo viaggio sono arrivato all’aeroporto di Gatwick e ripartito da quello di Luton (due novità per me). Per arrivare a Luton si prende il treno da St.Pancras che vi assicuro è una delle più belle stazioni che ho visto di recente : pulita, avveniristica, arredata con gusto e con negozi e ristoranti veramente al top.
Per la cronaca il Chelsea ha battuto l’Aston Villa per 2-0 con reti nel primo tempo e sotto la mia postazione di Joe Cole e Anelka. Porto sempre fortuna ai blues.
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A proposito di arte e artisti anche io ho fatto la mia bella figura esportando in Inghilterra il prodotto che da quasi dieci anni mi contraddistingue : il vasetto personalizzato della Nutella, in questo caso nella versione dei 400 gr., regalato per l’occasione all’amico Gary per la sua ormai proverbiale gentilezza nei miei confronti in queste personali escursioni per vedere il Chelsea dal vivo.

Fish & chips restaurant : "Golden Hind"

Post's song : "Love is noise" performed by The Verve

10/8

samedi, septembre 20, 2008

Charming Krakow and the site of memory

Per questo viaggio di fine estate in terra polacca avevo sperato (e anche detto agli amici) in un tempo meteorologico brutto, coperto, nuvoloso, freddo per il periodo, insomma grigio : ebbene sono stato accontentato. Il tempo influenza i viaggi e l’umore delle persone; quando invece sono le persone stesse a influenzare decidere condizionare gli stati d’animo o addirittura determinare i destini di altri simili allora il discorso si fa più pesante (e questo in senso letteralmente generale). Di questo e di altro riflettevo guardando fuori dal finestrino annerito del pullman che mi riportava a Cracovia dopo aver visitato il memorial dei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau nella città di Oświęcim. Il tramonto senza sole e il cielo plumbeo facilitano certi pensieri. E non riesci a fermarli, ti continuano a girare per la testa; è difficile descrivere le sensazioni e le emozioni provate come è altrettanto impossibile se non impensabile immaginare a quei crimini commessi e a tutte quelle vite stroncate di bambini adolescenti donne e uomini, vite spezzate nel fiore degli anni o talvolta ancora agli inizi.
L’ammasso di capelli umani (donne principalmente) e di tutti gli effetti personali confiscati all’arrivo al campo come occhiali, utensili vari, scarpe, protesi, bagagli con il nome scritto così come furono ritrovati dai Russi alla liberazione di Auschwitz sono immagini che ti porti dentro, sono scioccanti, così come il binario dove arrivavano i treni stipati di deportati a Birkenau, i forni crematori, il “muro della morte”, le camere a gas …
Da viaggi così si torna con dentro una forza d’animo maggiore, con buoni propositi e con la distinzione netta fra bene e male, fra il giusto e l’ingiusto. Certo non ho scoperto l’acqua calda ed ero preparato a questo. Sottolineo che tutto ciò vale in generale, per tutti i comportamenti degli esseri umani al mondo d’oggi, alle violenze su donne, bambini, uomini deboli e animali. Solo che allora si parlava di sterminio di massa senza giustificazione alcuna, inizialmente polacchi, poi ebrei polacchi, poi prigionieri di guerra russi, poi ebrei di tutta Europa. Un conto è leggere, vedere documentari e/o films sull’Olocausto un altro è vedere sul posto tutto questo.
Il mio viaggio era iniziato a Cracovia, con l'sms augurale in polacco inviatomi da Umberto (witajcie w Krakow). Cracovia da sempre è la vera capitale, culturale, universitaria della Polonia. E’ una città con un centro storico medioevale (Stare Miasto) molto ben conservato, pulitissimo, con un tripudio di stili architettonici e con vie piene di negozi e una moltitudine di chiese sparse qua e là ovunque (addirittura in Grodzka Ulica ce ne sono tre una in fila all’altra).
Tutto ruota intorno alla splendida vastissima piazza medioevale Rynek Glowny, detta anche del mercato con il Fondaco dei Tessuti (vecchio mercato) in bell’evidenza con la sua galleria ora piena di piccoli negozietti di ambulanti che vendono souvenir (soprattutto monili di ambra). Sempre affacciata alla piazza c’è la Chiesa di S.Maria (interni meravigliosi). Il centro storico è circondato per l’intero perimetro dai Planty, giardini sempreverdi gradevoli per rilassarsi passeggiando o sostando sulle panchine. Bellissima è l'università più vecchia della Polonia, il Collegium Maius.
A sud sorge il Wawel piccolo quartiere interamente costituito dalla collina sulla quale si elevano il Castello e la Cattedrale. Sempre più a sud c’è il Kazimierz (da Casimiro il Grande) centro delle comunità ebraiche di Cracovia con le sue quattro sinagoghe. Camminando in questo quartiere ti rendi conto del suo passato ai tempi del nazismo. Ho visitato anche il Museo Czartoryski dove c’è il famoso quadro del Da Vinci nazionale “La dama con l’ermellino”. Superata la Vistola (il fiume che passa a sud del centro storico) entri nel quartiere industriale dove si può vedere dall’esterno la Fabbrica di Oskar Schindler (reso noto dal film di Steven Spielberg). Ho trovato molto rispetto nelle persone di Cracovia, vivono con poco ma quel poco sembra lo facciano bastare.
Che altro ? La cucina … i luoghi e gli alimenti che in ogni viaggio mi fanno aumentar di peso. Monumento nazionale culinario sono i pierogi. I pierogi sono morbidissimi ravioli bolliti ripieni proposti in varie versioni, dalla gettonatissima “Ruskie” con patate e formaggio, a quelli di carne, a quelli di verdura, a quelli con funghi e cavoli rossi. Conditi con solo burro fuso (qualcuno con panna acida) sono una vera leccornia. E poi carne, maiale su tutte le altre. Ottima la birra locale e la Vodka Zubrowka (erba del bisonte).
Agli angoli delle strade di trovano due specialità locali da non perdere nel vostro soggiorno in Cracovia : gli oscypki e gli obwarzanki che non sono due famiglie polacche sia ben chiaro; i primi (venduti da anziane signore col cesto) sono piccoli formaggi affumicati di latte di pecora tradizionalmente prodotti da pastori di montagna, mentre i secondi sono anelli di pane morbido ricoperti da semi di papavero o sesamo o cristalli di sale e a proposito di sale merita una gran citazione la visita effettuata alla Miniera di Salgemma di Wieliczka. Con una discesa da capogiro si arriva fino a 135 metri di profondità dove esiste un mondo tutto fatto di sale con sculture, cappelle, saloni da concerto ecc.ecc. : davvero incredibile e salutare (viene usato come luogo per curare l’asma bronchiale e le allergie in genere). Per fortuna la guida Alexandra definendoci i “Tre Moschettieri” ha aiutato me e altri due italiani (di Lodi … il mondo è piccolo) Luca e Antonio a capire bene tutta la storia della miniera. Con i simpatici Luca e Antonio, amanti dei viaggi all’Est e della vita notturna, ho chiacchierato anche di altre cose come se fossimo amici da sempre. Colgo l’occasione per salutarli con queste righe.
Durante il soggiorno e con un bel viaggetto in treno di due ore e mezza ho visitato anche il Santuario di Jasna Gora di Czestochowa così caro a Papa Giovanni Paolo II nato in queste zone. Arrivato al Santuario sono andato subito alla ricerca del “quadro miracoloso” della Madonna Nera. Non trovandolo ho chiesto informazioni e mi hanno indicato la cappella a Lei intitolata. Guardando attentamente la cappella ancora non trovavo l’icona … in mezzo sopra all’altare c’era sì un quadro ma fatto completamente d’argento con dei rilievi sacri. Ho acquistato la guida che parlava del quadro ricoperto da questa cortina argentata, ma null’altro. Stavo quasi per andarmene quando, prima della celebrazione di una messa in spagnolo (alla quale ho assistito interamente), allo squillo di trombe è avvenuto lo scoprimento del quadro; la cortina argentata si leva e sotto compare il “quadro miracolo”. Mi sono emozionato come non mai … la Madonna e il bambino sono scuri proprio in contrasto con l’oro che sta attorno all’icona. Per i Polacchi il quadro miracoloso è la forza e il mistero che sprigiona, dall’aiuto chiesto in guerre o battaglie antiche e poi vinte. I pellegrini di tutto il mondo vanno per chiedere grazie o per esprimere la propria gratitudine per la loro vita, salute e fede. Ho scoperto poi che lo scoprimento e il ricoprimento del quadro avviene a orari definiti a seconda dell’afflusso dei pellegrini.
Tornando al discorso iniziale rido ma ci sarebbe da piangere leggendo le affermazioni di questi giorni di partiti di estrema destra, traghettati negli anni nella destra moderata parlare con forza e decisione proclamandosi con ideali antifascisti dimenticandosi di quello che avevano detto o fatto in passato. L’ipocrisia non ha limiti e definendosi pionieri della libertà non fanno nient’altro che deridere e screditare quelle persone che purtroppo quella libertà non l’hanno mai nemmeno potuta vedere proprio grazie alla loro ideologia.
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Tanto che ero lì a Cracovia ... ne ho approfittato anche per compiere gli anni.
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Ringrazio come sempre quelli che si sono ricordati (anche qualche giorno prima o qualcuno dopo) e cioè : Vito, Betty, Edoardo, Nick, Lucio (il primo a farmeli), Anna, Umberto, Patty, Daniele "Lele" (me li ha inviati in polacco "duzy zyczenie"), Cinzia, Steffe, Flo, Irene, Daniela "Cherie", Donatella, Cinzia (mia gemella), Sara (mia parrucchiera gemella), Roby e group, Cristina, Ivano, Tatiana, Vittoria, Gigliola, Deborah (altra gemella), Rita Russo, Melvin, Sarah (che quest'anno non è stata la prima ma aveva tutte le ragioni), Padre Mario, Lilly, Ettore, Claudio "Claude", Roberta, Luca Balan, Sara (due giorni prima), Momon e Milva (il giorno dopo)..


Ristorante da segnalare : “Pod Aniolami” restauracia in ulica Grodzka, Krakow.

Post’s song : “Up patriots to arms” performed by Franco Battiato.

9/8