Il poeta portoghese Josè Saramago nel libro “viaggio in Portogallo” amava scrivere (e ritroverete un piccolo sunto nelle pillole sui viaggi sulla sinistra del blog) del vedere e rivedere le località già visitate e vissute, in altre stagioni, col meteo differente, alla luce, al tramonto, di notte, perchè alla fine ogni giorno è diverso dagli altri.
E quindi rieccomi in Portogallo, in primavera, con mete nuove e altre già viste.
Ho aperto questa vacanza con una serata tipica portoghese, con tanto di bacalhau (merluzzo) alla brace incluso in una “tascas” di Lisbona e un passeggio notturno con le suggestive luci del centro storico.
E quindi rieccomi in Portogallo, in primavera, con mete nuove e altre già viste.
Ho aperto questa vacanza con una serata tipica portoghese, con tanto di bacalhau (merluzzo) alla brace incluso in una “tascas” di Lisbona e un passeggio notturno con le suggestive luci del centro storico.
La mattina seguente è stata la volta di Fatima : un bus di un'ora e mezza e il tanto atteso Santuario è davanti a me. Nonostante l'inizio della settimana santa tutto era molto tranquillo, pochissimi pellegrini o turisti fai da te (come me) e un totale raccoglimento nella grotta delle apparizioni dei tre pastorelli custodi dei segreti di Fatima. Una preghiera per tutti nessuno escluso, per tutte quelle persone che mi vogliono bene e alle quali voglio bene. Poi quasi a suggellare il momento di pura riflessione ho partecipato alla messa (in portoghese) di questo periodo che precede la Pasqua. Qui si respira un’aria di meditazione, un‘atmosfera ricca di speranze e di buone azioni propositive, un viaggio di puro misticismo.
Nel pomeriggio ritorno a Lisbona e subito faccio un salto nel quartiere di Belem alla Antigua Pasteleria de Belem per il tradizionale caffé e pasteis e un poi un altro per farmi immortalare senza autoscatto davanti la Torre “manuelita” (dal regno di Manuel I). Nel mezzo dei due salti meritano una citazione anche la megnificenza dell’architettura dello splendido Mosteiro de Jeronimos dove all’interno della chiesa ci sono la tomba del celebre Vasco de Gama e le spoglie del noto poeta e scrittore Fernando Pessoa e il monumento Padrao dos Descobrimentos, alto e maestoso in pietra calcarea, innalzata a memoria delle imprese dei tanti esploratori che partivano per mete sconosciute. La forma ricorda una caravella stilizzata con la prua rivolta verso il fiume Tago e l’oceano e scolpiti su entrambi i lati si trovano i personaggi illustri che hanno fatto la storia della navigazione portoghese e altri importanti personaggi storici.
Il rientro nel tardo pomeriggio mi ha permesso di iniziare a respirare anche l'aria del centro e a dare un'occhiata alle tascas (vere e proprie istituzioni in Portogallo, trattorie familiari di piccolissime dimensioni, semplici e con cucina tipica molto gustosa) che punteggiano le vie a scacchi della Baixa e quelle intorno (tantissime e veramente economiche) la zona dove ho alloggiato (Praça de Restauradores).
La scelta è poi caduta sul Rey do Frango (il re del pollo arrosto meglio se piccante alla piri-piri).
Il formaggio tipico locale, il burro salato e un “copo” di vino bianco fresco che precedono tutti pasti sono davvero un aperitivo sfizioso.
Ho voluto anche provare in uno dei piccolissimi e pittoreschi bar del quartiere Rossio al tradizionale rito della "ginjinha", bar dove al massimo possono accedere quattro avventori per assaggiare l'esclusiva ginjinha, un liquore alla ciliegia che viene fatto lasciando fermentare i frutti nel brandy. Il suo gusto un po' aspro, un po' dolciastro e un po' appiccicoso piace molto ai Portoghesi che attendono pazientemente in fila il loro turno di bevuta.
Nel pomeriggio ritorno a Lisbona e subito faccio un salto nel quartiere di Belem alla Antigua Pasteleria de Belem per il tradizionale caffé e pasteis e un poi un altro per farmi immortalare senza autoscatto davanti la Torre “manuelita” (dal regno di Manuel I). Nel mezzo dei due salti meritano una citazione anche la megnificenza dell’architettura dello splendido Mosteiro de Jeronimos dove all’interno della chiesa ci sono la tomba del celebre Vasco de Gama e le spoglie del noto poeta e scrittore Fernando Pessoa e il monumento Padrao dos Descobrimentos, alto e maestoso in pietra calcarea, innalzata a memoria delle imprese dei tanti esploratori che partivano per mete sconosciute. La forma ricorda una caravella stilizzata con la prua rivolta verso il fiume Tago e l’oceano e scolpiti su entrambi i lati si trovano i personaggi illustri che hanno fatto la storia della navigazione portoghese e altri importanti personaggi storici.
Il rientro nel tardo pomeriggio mi ha permesso di iniziare a respirare anche l'aria del centro e a dare un'occhiata alle tascas (vere e proprie istituzioni in Portogallo, trattorie familiari di piccolissime dimensioni, semplici e con cucina tipica molto gustosa) che punteggiano le vie a scacchi della Baixa e quelle intorno (tantissime e veramente economiche) la zona dove ho alloggiato (Praça de Restauradores).
La scelta è poi caduta sul Rey do Frango (il re del pollo arrosto meglio se piccante alla piri-piri).
Il formaggio tipico locale, il burro salato e un “copo” di vino bianco fresco che precedono tutti pasti sono davvero un aperitivo sfizioso.
Ho voluto anche provare in uno dei piccolissimi e pittoreschi bar del quartiere Rossio al tradizionale rito della "ginjinha", bar dove al massimo possono accedere quattro avventori per assaggiare l'esclusiva ginjinha, un liquore alla ciliegia che viene fatto lasciando fermentare i frutti nel brandy. Il suo gusto un po' aspro, un po' dolciastro e un po' appiccicoso piace molto ai Portoghesi che attendono pazientemente in fila il loro turno di bevuta.
Il giorno seguente, baciato dal sole rinfrescato dell'Atlantico ho dato vita a un autentico tour lisboeta salendo e scendendo da tutti gli electricos (anche grazie alla card giornaliera) : gli ascensor (funicolari) de Gloria, de Lavra e de Bica che permettono di salire dalla Baixa alla città alta, l'elevator (ascensore) di Santa Justa dal quale di gode un bellissimo panorama a 360°) e i piccoli tram gialli che percorrono le colline e il centro storico della capitale portoghese (compreso il mitico n. 28). E' un modo veramente speciale di visitare la città passando dalla parte bassa intorno al Rossio, alla Praça do Comercio e a quella de Figueira salendo al Barrio Alto senza perdere di vista la Cattedrale (Sé) e con il castello di S.Jorge che ti guarda dall’alto.
Negli appunti di viaggio mi ero segnato anche il Museo dell'Azulejo e devo dire che la visita merita davvero un cenno particolare. Sì perché Lisbona, dopo il terremoto nel 1700, ha ricoperto quasi tutte le facciate delle case con le piastrelle tipiche portoghesi che danno all’insieme un bellissimo impatto architettonico. La mattina che ha preceduto il rientro con un treno dall’Estaçao (stazione) do Rossio sono arrivato a Sintra dove ho visitato il Palacio della Pena (per intenderci quello coloratissimo anche se andrebbe ritinteggiato a parer mio) e il Palacio Real (quello bianco con i due coni camini altissimi a dominare il panorama).
Lisbona è una città a misura d'uomo, dove il turista ha la fortuna di spendere poco e di contro avere il meglio di questa stupenda capitale. E’ una capitale particolare in zona collinare dove tutto appare semplice e piacevole e dove il clima mite la fa visitare in tutte le stagioni.
Anche dalla parte gastronomica ho avuto un succulento riscontro nella quale il bacalhau (merluzzo) fa la parte del leone nei menù esposti (centinaia di ricette a suggellare l‘importanza di questo popolare alimento) e dove il frango (pollo) ha una carne di una bontà infinità specialmente se spennellata dall’ottimo intingolo del piri-piri che dà quel tocco piccante semplicemente perfetto. Ho provato anche dei buonissimi gamberi all’aglio. La mia preferenza sopra le altre è andata ai pasteis de nata : mi sono innamorato della fragranza e del gusto di queste piccole deliziose sfoglie ripiene di crema all‘uovo, spolverate con cannella e zucchero a velo. Non mi sono mai fatto mancare la razione quotidiana sia a merenda che a fine serata accompagnati dal sapore del loro buon caffé (bica). Sono uno dei simboli gastronomici del Portogallo. Saluto Anna e Donatella che avrebbero dovuto accompagnarmi in questo viaggio in terra lusitana, ma che per motivi diversi hanno dovuto rinunciare.
Negli appunti di viaggio mi ero segnato anche il Museo dell'Azulejo e devo dire che la visita merita davvero un cenno particolare. Sì perché Lisbona, dopo il terremoto nel 1700, ha ricoperto quasi tutte le facciate delle case con le piastrelle tipiche portoghesi che danno all’insieme un bellissimo impatto architettonico. La mattina che ha preceduto il rientro con un treno dall’Estaçao (stazione) do Rossio sono arrivato a Sintra dove ho visitato il Palacio della Pena (per intenderci quello coloratissimo anche se andrebbe ritinteggiato a parer mio) e il Palacio Real (quello bianco con i due coni camini altissimi a dominare il panorama).
Lisbona è una città a misura d'uomo, dove il turista ha la fortuna di spendere poco e di contro avere il meglio di questa stupenda capitale. E’ una capitale particolare in zona collinare dove tutto appare semplice e piacevole e dove il clima mite la fa visitare in tutte le stagioni.
Anche dalla parte gastronomica ho avuto un succulento riscontro nella quale il bacalhau (merluzzo) fa la parte del leone nei menù esposti (centinaia di ricette a suggellare l‘importanza di questo popolare alimento) e dove il frango (pollo) ha una carne di una bontà infinità specialmente se spennellata dall’ottimo intingolo del piri-piri che dà quel tocco piccante semplicemente perfetto. Ho provato anche dei buonissimi gamberi all’aglio. La mia preferenza sopra le altre è andata ai pasteis de nata : mi sono innamorato della fragranza e del gusto di queste piccole deliziose sfoglie ripiene di crema all‘uovo, spolverate con cannella e zucchero a velo. Non mi sono mai fatto mancare la razione quotidiana sia a merenda che a fine serata accompagnati dal sapore del loro buon caffé (bica). Sono uno dei simboli gastronomici del Portogallo. Saluto Anna e Donatella che avrebbero dovuto accompagnarmi in questo viaggio in terra lusitana, ma che per motivi diversi hanno dovuto rinunciare.
Post's song : "I say a little prayer" performed by Aretha Franklyn
3/10
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