"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

jeudi, mai 27, 2010

Москва и культ Ленина

Mosca e il culto di Lenin.
"La tomba di Lenin è la culla della rivoluzione. Quando dubiteremo della rivoluzione o saremo sul punto di ingannarci, ci sarà sufficiente andare a contemplare Lenin". (mai così attuale questa frase in questo periodo di crisi politico-economica).
Guardando il panorama di insieme delle torri rosse del Cremlino e delle cupole multicolori della Cattedrale di S.Basilio dalle vetrate del ristorante Dimov dove mi ero fermato per consumare il mio lunner (termine coniato dal buon Umberto per unire il lunch con il dinner ) pensavo all’emozione pura provata il giorno prima quando avevo fatto visita al Mausoleo di Lenin. Si accede alla piramide di granito del Mausoleo dopo accurati controlli di sicurezza (non si possono portare all’interno macchine fotografiche e cellulari), si entra nel cuore dello stesso quasi al buio con i poliziotti agli angoli dei vari corridoi e con un silenzio di circostanza si scendono piano piano le scale arrivando al centro di questo edificio dove è esposta la salma imbalsamata di Lenin; il suo viso e le sue mani sono ben illuminati quasi a preservarne l’immortalità e l’impressione è come se stesse dormendo e da un momento all’altro potesse svegliarsi.
Lenin, con il suo carisma, Lenin e la sua opera che attraversa il tempo immutata e che continua a incarnare nel cuore dei proletari di tutto il mondo la certezza nell'avvenire di un mondo migliore.
Il culto di Lenin a Mosca lo si può vedere anche in molti punti della città. Nei busti o nelle raffigurazioni nella metropolitana, nei ritratti, nelle statue, sui distintivi o sulle magliette vendute dagli ambulanti di souvenirs. E’ un vero e proprio culto per rendere omaggio a Vladimir Ilich Uljanov, più noto come Lenin, leader bolscevico padre del partito comunista e fondatore dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
Appena arrivi a Mosca oltre alle due ore avanti di orologio hai uno scontro con l’impatto visivo delle scritte che sono assolutamente indecifrabili. Il 99% sono in alfabeto cirillico e veramente inizi a sillabare ogni scritta cercando la giusta traduzione e collocazione con quello latino. Come già feci nella trasferta di due anni fa a San Pietroburgo, per studiarne i primi passi ho indossato il grembiulino nero con il fiocco azzurro (nel mio caso un giubbino grigio scuro con orlature azzurre) e visto che la mia visita a Mosca è iniziata l’indomani della finale di Champions League direi che l’omaggio all’FC Internazionale era quasi doveroso. Grazie Josè.
Mosca è soprattutto “la piazza Rossa”. Appena entri nel perimetro di questa storica piazza senti la presenza del passato e sei quasi titubante nel calpestarla. Le imponenti venti torri rosse del Cremlino fanno da vero scudo alla cittadella all’interno della quale palazzi e favolose cattedrali ricordano la grandezza degli zar. Bellissima la Cattedrale dell’Annunciazione che vede il trionfo dei bulbi dorati delle sue nove cupole. In fondo alla Piazza Rossa perfettamente in bellavista ti appare la Cattedrale di San Basilio con i suoi bulbi colorati, sfaccettati o a spirale. Irrestistibile immortalarla di giorno e di sera e io non mi sono tirato indietro e lo si vede anche dal mio book fotografico. Visitare di sera la Piazza Rossa è stata una meravigliosa sorpresa : l’illuminazione dell’insieme è perfetta e tra luci e colori sembra quasi la parata notturna di Eurodisney.
In tutta la città sono sparse chiese e cattedrali ortodosse originali sia per l’architettura delle stesse sia per i magnifici colori delle varie cupole e per gli interni con icone di una bellezza particolare, affascinante come del resto anche il soffermarsi davanti al famoso Teatro Bol’soj. Si torna indietro nel tempo. Da vedere anche i magazzini di stato Gum (l’Harrods moscovita), il palazzo ex sede del Kgb in Piazza Lubianka e il Museo di Storia Contemporanea con pezzi unici del periodo comunista.
La città è facile da visitare. Gli enormi vialoni con un traffico di auto quasi imbarazzante suggeriscono di prendere la metropolitana e qui davvero si entra in un altro mondo. La metropolitana è sicuramente un’attrattiva di Mosca.
La cosa sbalorditiva che si intuisce subito è la successione dei vagoni in arrivo e partenza che mai in nessun momento della giornata supera la soglia dei due minuti con una media tra il minuto e il minuto e mezzo. Il prezzo del biglietto è irrisorio e vista la grandezza della città, è molto conveniente usufruire di questo mezzo. Ci sono 12 linee e quando superi lo scoglio iniziale dell’incomprensione delle insegne delle stazioni tutto risulterà facile e quasi divertente. Si accede alle banchine dopo una discesa con lunghissime scale mobili interminabili : ho visto gente che leggeva libri e giornali durante il tragitto (almeno due minuti effettivi). Appena arrivi alle banchine ti si apre un mondo architettonico incredibile. L'impressione è di stare in una sala di un palazzo. La ricchezza dei materiali, dei vari marmi e delle pietre dure fanno di ogni fermata un'opera d'arte. I complessi sotterranei sono ornati con statue, mosaici, statue, dipinti di celebri artisti del paese, vetrate. E’ un museo sotterraneo e vale almeno una visita di mezza giornata.
La metropolitana di Mosca ha la prima corsa alle 5.30 e l'ultima alle 2.
Per il mio sostentamento alimentare, dopo la prima colazione abbondante e ricca dello Sheraton Palace (grazie a mio fratello Roberto ho potuto usufruire di una tariffa speciale) mi sono dedicato alla mia nuova specialità … il pranzo e la cena insieme nel tardo pomeriggio quasi un afternoon tea britannico. Per questa mia passione sono andato in due ottimi ristoranti il Kafé Puskin sulla Tverskaja viale principale che porta al centro e il Dimov sul lungofiume. Ho provato nelle due versioni la Oliv’e Salad (dal nome del cuoco Olivier che l’ha inventata qui) che altro non è che la specialissima rielaborazione dell’insalata russa. Bellissime presentazioni e ottima qualità degli ingredienti. Poi ho assaggiato i pelmeni (ravioli ripieni di carne provati nella versione mista manzo, suino e agnello), la zuppa borsh (barbabietole e panna acida), una cotoletta di pollo alla Kiev impreziosità dalla salsa all’aglio e dolci di ottima fattura (carpaccio di fragole e profiterol al caramello).
Per concludere i miei doverosi ringraziamenti vanno a Vittoria che mi ha regalato il biglietto aereo (meglio sarebbe dire i biglietti aerei visto che ho fatto scalo a Zurigo all’andata e a Monaco di Baviera al ritorno) e che mi ha permesso di trasferirmi in una città che ho sempre desiderato visitare e che non pensavo fosse così bella fino a quando non l’ho vista di persona. Sarò sempre riconoscente per il suo gesto.
All’aeroporto Domodedovo di Mosca ho passato l’esame del body scanner e la mia costola è risultata in via di guarigione …

Post's song : "Russian Anthem"


5/10

mardi, mai 11, 2010

Sunday blue sunday

Londra. Stadio Stamford Bridge
Domenica 9 maggio 2010 ore 16.
Ultima giornata del campionato di calcio inglese più conosciuto come Premier League.
Chelsea contro Wigan.
Io c’ero. Non potevo assolutamente mancare. Ero stato ad agosto alla prima di campionato stagione 2009/2010 con l’esordio di Mister Ancelotti alla guida dei miei blues e nel giorno nel quale poteva coronarsi il sogno per il Chelsea di vincere la Premier League, in virtù di quel punto di vantaggio prima dell’ultima giornata sui rivali del Manchester United, volevo e dovevo essere lì. Nulla mi poteva fermare così come ha decretato il mio amico Umberto al rientro.
Si erano messe contro di me la cenere della nube vulcanica islandese che aleggiava fantozzianamente sopra i cieli europei e una microfrattura a una costola prodottami al supermercato per un banale movimento col carrello della spesa.
L’ho messa in saccoccia al vulcano (citazione del mio amico Lucio) scampando sia all’andata che al ritorno la cancellazione del volo e ho stretto i denti per i dolori di movimento al costato.
Partita spettacolo del Chelsea che ha vinto per manifesta superiorità per 8 reti a zero. All’andata il Wigan aveva vinto per 3 reti a una ma questa volta non c’è stato verso di fermare la marea blu che avanzava per vincere, dopo l‘era Mourinho, un altro campionato. Dopo il secondo goal sono partiti i canti (tra le altre anche canzoni dei Madness e dei Clash) che per tutta la durata del resto della partita hanno coinvolto ognuno (me compreso) degli spettatori tifosi presenti.
Un vero delirio. Un fantastico giorno. Un pomeriggio da brividi. Un’emozione continua.
Arrivato a Londra sabato sera con un volo Ryanair, il tempo di mangiare piccole specialità indiane nella zona del mio hotel (King’s Cross) e via di underground sulla Piccadilly Line (quella blu) per acquistare nel centralissimo Lillywhite’s la nuova maglietta (valida per il campionato 2010/2011) della mia amatissima squadra. Ero pronto per la giornata di domenica come un vero tifoso dei blues. Arrivato allo stadio, il solito incontro con Mister Gary Staker per la consegna del biglietto (assolutamente introvabili per questa partita) e poi subito nella mischia dei supporters del Chelsea. Apprensione per i primi minuti di gioco dovuta al fattore psicologico di dover necessariamente vincere la partita e poi un crescendo straripante di goals.
Il resto è stata una continua festa proseguita a fine partita all’esterno dello stadio con fiumi di birra e con canti celebrativi. Sono stato fortunato in questa fuga sportiva londinese .
E poi un lunedì a zonzo per la città che ormai “la” cammino senza guida cartacea alla ricerca di novità (qualche piccolo acquisto) e di idee sempre in costante movimento e cambiamento. Londra è così sempre accesa, viva, colorata, sentita, esaltante.
Da inizio maggio (per un breve periodo) ad ogni angolo di strada ci sono statue di elefanti asiatici in resina firmate da designer e artisti locali per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla loro salvaguardia.
E’ stato divertente fotografare a più non posso questa Elephant Parade.
L’aria che si respira a Londra è sempre quella gioiosa di festa (naturalmente per il turista), con le sue solite mete e tradizioni alle quali non riesco e non riuscirei mai a rinunciare così come le specialità gastronomiche inglesi che spaziano dalla corroborante colazione (breakfast) a base di uova bacon burro salato e marmellata d’arancia fino al rito del fish & chips (questa volta ho provato il Rock & Sole Place leggermente più caro del mio fidato Golden Hind ma pur sempre di una qualità ineccepibile e di una bontà infinita) intervallando il tutto con un afternoon tea (Royal Blend accompagnato da fantastici scones) nella sala del Fountain Restaurant di Fortum & Mason in Pccadilly Street. A me piacciono molto anche i buffet nella zona Chinatown intorno a Leicester Square con i quali si possono assaggiare prelibatezze asiatiche a prezzo veramente contenuto). Insomma un lungo meraviglioso weekend nella capitale del Regno Unito con la gioia di aver vissuto una straordinaria domenica “blue” ricca di emozioni brividi e … goals. Ora mi auguro di vivere un prodigioso sabato (15 maggio 2010) seduto sul divano di casa davanti alla televisione per visione della finale di Coppa d’Inghilterra che ci permetterebbe battendo il Portsmouth di vincere uno storico “double”.
Utilizzo queste ultime righe per ringraziare il mio amico Umberto che per tutta la durata del soggiorno ha monitorato l’andamento del vulcano islandese incoraggiandomi costantemente; tutto lo staff della Radiologia del mio Poliambulatorio nelle persone di Monica, Giusy, Fabrizio, Dott.ssa Margari per la cortesia e gentilezza mostrata nei miei confronti nei giorni precedenti la partenza per il fastidio della microfrattura; la Dott.ssa Goggia della Fisiatria (con la quale condivido spesso racconti di viaggi) per le indicazioni e attenzioni mediche; le infermiere Silvia e Patrizia per le iniezioni di Muscoril per attenuare il mio dolore costale e Mister Gary Staker del Chelsea per la cordialità e i favori che mi concede. Ringrazio inoltre il megastore Apple di Regent Street per avermi dato la possibilità di utilizzare gratuitamente Internet in una delle loro (ce ne sono a decine) postazioni.

Post’s song : “Blue is the colour” by Chelsea Supporter
5/10