"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

jeudi, septembre 30, 2010

Jimmy Buffett, un américain à Paris

Cambio di guardaroba ed eccomi di nuovo a Parigi amici miei, con ancora addosso il caldo della Grecia del giorno prima e sempre in compagnia di Betty e Vito per assistere tutti insieme al concerto di Jimmy Buffett all‘Olympia. Anche mio nipote Edoardo ci ha raggiunti in tempo da Copenhagen in questa reunion familiare. Il nostro Jimmy, scalzo, in maglietta e pantaloncini corti quasi fosse un concerto sulla spiaggia, ha regalato ai suoi fans i Parrotheads (teste di pappagallo), quasi tre ore di musica solare, caraibica con canzoni ritmate e ballabili intervallate da ballate d’atmosfera accompagnato dalla sua The Coral Reefer Band. Anche chi non conosce la musica di Jimmy Buffett viene rapito (probabilmente dai pirati aggiungo … ) e coinvolto in questa festa di inizio autunno. I suoi concerti sono esuberanti e mostrano la gioia di vivere con la sua vera filosofia di felicità e di libertà.
Anche quest’anno noi non siamo stati da meno e passandoci la ghirlanda di Betty quasi fosse il testimone di una staffetta abbiamo sfilato con le nostre camicie a fiori sul foyer dell’Olympia. sede storica dei grandi concerti parigini, trasformato in questa occasione in un festoso carnevale stile Tiki Bar, con palloncini che volavano sopra il pubblico.
Jimmy sceglie Parigi (la cita in molte sue canzoni) perché ama tutte le cose francesi (come noi del resto). Durante il concerto anche lo spazio per l’esibizione a sorpresa insieme ad Antoine, famoso in Italia negli anni sessanta con canzoni come “Pietre“, “La tramontana“, “Cosa hai messo nel caffè” e “Taxi“. Ora il valido Antoine gira il mondo con il suo catamarano.
Per il dopo concerto avevo prenotato la cena (ore 23) al ristorante L’Ecaille di proprietà di Gerard Depardieu. La lista scritta su una lavagnetta all’interno del locale ci proponeva impeccabili piatti di pesce, tra i quali poi la scelta è caduta sullo squisito carpaccio di salmone (una autentica prelibatezza con il tocco di una goccia di olio italiano), sulla piccola frittura di calamari, sulla ciotola piena di cozze alla marinara e sul merluzzetto affumicato (troppo salato però per Vito). Lo spazio per il dolce in questi casi è d’obbligo. Ci siamo scolati una bottiglia di vino bianco Anjou prodotto dal grande Gerard dal cuore italiano nella sua tenuta del Castello di Tignè nella Loira e tre bottigle di acqua minerale gassata Badoit (la mia preferita in territorio francese).
Il giorno seguente Parigi Parigi e ancora Parigi. Parigi che adoro, che respiro quasi ci abitassi, che cammino e ricammino ancora con passo da vero parigino. Eccoci allora pronti per un salto al convento di Santa Caterina in Rue de Bac per ritirare la medaglietta miracolosa e a chiedere di intercedere per noi; un passo verso gli Champs-Elysées sfilando davanti alle persone in coda per accedere alla mostra di Monet al Grand Palais (termina a gennaio 2011 e mi piacerebbe visitarla) e un tuffo nel Quartiere Latino a impolverarci nella libreria “Shakespeare and Company” con le sue pareti tappezzate di cultura, con gli scaffali di legno pieni zeppi di libri fino al soffitto, con volumi antichi e non, con fotografie ingiallite per gli anni, poesie e lettere d’amore. Sembra di essere fuori dal tempo e siamo solo a due passi da Notre Dame. E poi ancora una capatina sotto i colonnati e nei giardini del Palais-Royal di fronte all’ala nord del Louvre, con assaggio di crepes alla Nutella (per me ed Edoardo) rigorosamente acquistate al prezzo di 2,50 € l’una e una foto d’artista sopra le colonne di Buren fatte a strisce verticali bianche e nere. La stanchezza del lungo camminare ha poi preso il sopravvento e con l’aiuto della linea metropolitana 6 abbiamo raggiunto la nostra fermata “Edgar Quinet” il giusto tempo per trovare un tavolo presso il ristorante Le Plomb du Cantal, con vista sul Teatro de la Gaitè, per riempirci lo stomaco di truffaude e aligot (vedi recensione dello scorso anno) e il palato di aglio allo stato puro. La domenica mattina con il breve tempo rimastoci per il rientro a casa, visita alla Tour Eiffel da diversa angolazione rispetto al turista classico quasi a ricordare la scenografia del film “La cena dei cretini“ dove la torre appariva nella sua grandeur dalle finestre di casa dei fortunati proprietari confinanti.
Qui siamo stati travolti dalla folla dei maratoneti della Paris-Versailles. Ogni anno dal 2008 in poi troviamo a Parigi un personaggio famoso : quest’anno è stata la volta dell’ex commissario tecnico della nazionale di calcio francese Raymond Domenech immortalato con noi giocatori di altri tempi (Vito e io) e a una giovane promessa (Edoardo). Simpatico o antipatico … con noi è stato disponibile e sorridente (certo io tifoso del Chelsea non gli ho minimamente accennato della storia di Anelka ai Mondiali del Sudafrica …).
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Parigi rimane il mio sogno di vita, dall’alto di una mansarda in zona
Montparnasse-Saint Germain.
Post’s song : “Fins” performed by Jimmy Buffett
9/10

mercredi, septembre 29, 2010

Classical music at sunset in Mykonos


Ricomincio da capo.
Mykonos, un anno dopo.
Esattamente da dove eravamo rimasti.
Betty Vito e io avevamo lasciato la bellissima splendida isola di Mykonos con il festeggiamento del mio compleanno (per la cronaca il 18 di settembre) con una cena a bordo mare scenograficamente unica.
L’arrivo a Mykonos ricalcava la sensazione di un dejà-vù perfettamente riuscito. Identico volo Easyjet, tempo caldo e soleggiato all‘arrivo, la Panda col motore acceso (stesso colore e modello) pronta fuori dall’aeroporto e l’impareggiabile Panos ad attenderci all’Hotel Aeolos. L’accoglienza questa volta è stata insuperabile. Panos coadiuvato dalle sue assistenti, la mora bulgara Nina e la bionda greca Rita, ci ha offerto a bordo piscina un intero “pasto greco”, con menù tipico a base di insalata greca, tzatziki e moussaka, il tutto innaffiato da un fresco vino bianco locale. Alla fine del pranzo a sorpresa è spuntata anche la candelina sopra il dolce e l’happy birthday cantato in coro (anche da altri clienti dell’hotel) per festeggiare il sottoscritto.
A scandire il tempo delle giornate del resto della vacanza (un giorno in meno quest’anno per l’immediata concomitanza con il concerto di Jimmy Buffett a Parigi) sono state tutte quelle attività che vengono poi racchiuse nella parola relax. L’ormai famoso “dolce far niente” preannunciato nella vacanza di Vence qui trova la giusta collocazione tra un bagno e l’altro nelle acque limpidissime delle Cicladi asciungandoci col sole caldo misto a leggera brezza, dall’intervallo di una buona lettura sui lettini al massaggio sulla spiaggia per sistemare gli acciacchi milanesi, dalla scelta di un piatto tipico piuttosto che un altro o di una spiaggia invece che un’altra, dalla contrattazione con gli ambulanti per acquistare una perfetta replica di un orologio di marca al perdersi felicemente di sera nei bianchi viottoli strettissimi della Chora per poi ritrovarsi al punto di partenza.
Il tempo meteo è stato dalla nostra parte e in linea con le aspettative sebbene il soggiorno a Mykonos era a cavallo tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno; la crema solare protezione 20 della Nivea un vero salvavita.
La novità di quest’anno, da cui ho preso spunto per il titolo del post, è stata quella dell’esperienza di assistere allo spettacolo del tramonto in un locale affacciato a strapiombo sul mare ascoltando musica classica e degustando un buon bicchiere di vino rosso o bianco locale. Nello spazio musicale cercate la Pavane Op.50 di Fauré, premete play, chiudete gli occhi e …
Questa è la Grecia che preferisco, con il perfetto contrasto del colore bianco delle case con le varianti di blu del cielo e del mare. Settembre è il mese ideale per vivere queste emozioni.
Impagabili le cene a ridosso delle onde del mare come del resto i tramonti sopra citati.
E visto che di settembre si parla o meglio si scrive, in occasione del mio ennesimo compleanno ringrazio tutti quelli che mi hanno festeggiato con telefonate, sms, righe via Skype, email, anche in competizione per essere i primi a farmeli. In ordine strettamente alfabetico : Alessandro, Angela, Anna, Antonia, Antonietta, Antonio, Betty, Bobo, Cherie, Cinzia, Cinzia (mia gemella), Clara, Cristina, Cristina, Daniel, Daniela, Daniele (Cappe), Davide, Donatella, Edoardo, Elena Ivanovna, Eliana, Elisabetta, Florence, Francesca, Giacomo (Meme), Giampiero, Gigliola, Giovanpietro, Graziella, Irenina, Ivano, Leonardo, Lilly, Luca, Lucio, Mattea, Melvin, Michelino, Milva, Momon, Monica, Nick, Nina, Omar, Padre Mario, Paola, Panos, Patty, Patrizia, Pinuccia, Rita, Rita, Roberta, Roby, Sara (mia gemella parrucchiera), Sarah, Steffe, Umberto (Bumby), Valentina, Veronica, Vito e Vittoria. E ringrazio anche tutti quelli che mi hanno festeggiato il 29 di settembre giorno del mio onomastico.
Spero di non essermi dimenticato di qualcuno, ma se qualcuno si fosse dimenticato di me …

Ricomincio da capo e ... al posto della marmotta ... il giorno dello Stellione (Agama Stellio) un simpatico agamide che vive tra le rocce, molto comune qui a Mykonos.

Post's song : "Pavane Op.50" by Fauré
9/10

dimanche, septembre 12, 2010

Breakfast in Breisgau

Breakfast in America è il titolo dell’album del 1979 dei Supertramp, un disco pop per eccellenza.
Per noi de “Le Matte Risa” (Umberto, suo figlio Daniele e io) un ottimo pretesto per un altro viaggio insieme, il quarto per l’esattezza della serie “musicale” (Police 2007 Amsterdam, Billy Idol 2008 Amburgo, Depeche Mode 2009 Monaco di Baviera).
La località scelta per il concerto dei Supertramp è stata quella di Friburgo (Freiburg im Breisgau) in Germania. Qui ci siamo arrivati bucando il massiccio svizzero del San Gottardo per mezzo della omonima galleria non dopo aver applicato il bollino autostradale elvetico e sfrecciando nel verde della campagna tedesca con la Twingo di Umberto (da lui definita Buondì) e con il suo aiutante, il mio navigatore Tom Tom.
Ci siamo insediati nello splendido Hotel Schwarzenberg di Glottertal (a pochi km. di Friburgo in piena Foresta Nera con una veduta splendita sui vigneti circostanti e anche sul ristorante di fronte ...) dove Frau Nadine e Frau Astrid Pinkowsky (la nostra preferita) ci hanno dato il benvenuto (nel tipico italiano tedesco) con un’ottima wiener schnitzel accompagnata da simpatici cubetti di patate fritte. Con il pieno di birra si parte alla volta di Colmar superando il confine francese. Colmar è una perla della splendida regione di Alsazia. Camminando per le vie della città sembra di essere sul set di una fiaba della Walt Disney con le case tipiche a graticcio e i tetti appuntiti. Da vedere la Maison des Tetes e la Maison Pfister, due belle e antiche abitazioni del 1500 e la romantica Petite Venice con le case affacciate al fiume. Tipiche dell’Alsazia sono le cicogne e la “route des vins” con le sue cantine e i suoi famosi vini. E proprio inseguendo la strada dei vini giungiamo nel borgo pittoresco e caratteristico di Riquewihr (una decina di km. da Colmar). Anche qui ci accolgono le coloratissime casette a graticcio che fanno la loro bella esposizione percorrendo la via centrale lambita dai meravigliosi vigneti. Come antipasto alla cena abbiamo assaggiato la “tarte flambé” una sorta di pizza bassissima con crema di formaggio ricoperta di cipolle e pancetta cotta al momento con forno all’aperto.
Nel ritorno verso la nostra base in Germania percorrendo le strade indicateci dal navigatore ci sembrava di vivere ai tempi della seconda guerra mondiale e tanté che abbiamo anche superato la linea Maginot. Nonostante non fossimo inseguiti dai nazisti abbiamo rischiato di non tornare a Friburgo in quanto avevamo pochissimo carburante nella Twingo e l’assenza totale dei distributori di benzina nella zona ha reso il nostro rientro palpitante. Ci siamo salvati nel tratto finale autostradale quando ormai le risorse erano allo strenuo. Per festeggiare l’avvenimento ci siamo inoltrati nella Friburgo notturna dove ci siamo rimpinzati di salsicce varie e di crauti alla birra nell’ottimo ristorante con cucina a vista della birreria Martinbrau. Inevitabile l’accoppiata con la loro birra prodotta all’interno. Umberto ha sempre una riserva in più nel suo “delicato” stomaco o probabilmente deve costantemente innaffiarlo di birra. Devo parlare con la sua Dottoressa. Beato lui.
Eccoci finalmente al giorno del grande evento. Prima di assistere al concerto dei Supertramp nel cortile della Birreria Gantner ci siamo permessi il lusso di fare una bella visita alla città di Friburgo e anche una scappata all’ora di pranzo nel villaggio di Triberg in piena Foresta Nera. Immergendoci nella città di Friburgo si resta subiti colpiti dalla magnificenza della Torre Campanaria della Cattedrale (Munster) capolavoro gotico. Nelle vicinanze si ammira anche la piazza del Municipio Rathausplatz nel cui erge una bella fontana con la statua di Berthold Schwarz (Bertoldo il nero a cui probabilmente si deve l’invenzione della polvere da sparo) e dove sorgono i due Municipi rinascimentali (il vecchio e il nuovo). Ancora da vedere affacciato sulla piazza della Cattedrale il rinascimentale Historisches Kaufhaus lo splendido palazzo rosso originariamente dazio e magazzino del mercato pubblico.
Sessanta km ci dividono da Triberg e noi li percorriamo inseguendo il nostro pranzo quotidiano con una matta voglia di wiener schnitzel e birra locale. Triberg, circondata da un paesaggio ricoperto di pini e abeti, è conosciuta principalmente per i suoi orologi a cucù e per le sue cascate. Nella parte del villaggio ci si imbatte in un sacco di negozi che vendono i famosi orologi e altri oggetti di legno intagliati a mano. Si rientra finalmente in hotel e dopo una sosta “propizatoria” abbiamo affrontato felicemente il concerto dei Supertramp. Daniele (il Cappe) era preoccupato per l’eventualità di essere il più giovane (16 anni) ad assistere al concerto del gruppo inglese che festeggiava i suoi 40 anni di attività. Tutto era tranquillo e c’erano anche tanti bambini e ragazzi sicuramente figli dei fans Rick Davies e compagni. Lo stile “choppato” al piano elettrico Wurlitzer, che rende immediatamente individuabile una canzone dei Supertramp, trova in “Breakfast In America” la sua massima esaltazione e consacrazione e tra i pezzi più noti dei Supertramp nel corso del concerto abbiamo ascoltato hit come “Breakfast in America”, “Goodbye Stranger”, “Take the Long Way Home”, “It’s Raining Again”, The Logical Song”, “Dreamer”, “Give a Little Bit” e “Cannonball” (tutti pezzi che avevamo assaporato durante il viaggio di andata grazie a un cd propedeutico appositamente preparato dalla nostra enciclopedia musicale vivente in arte Bumby). Come spesso accade, un tempo fantastico con sole e temperatura gradevolissima ha accompagnato le nostre giornate. Nel ritorno sotto il tunnel del San Gottardo la Twingo di Umberto ha “festeggiato” i suoi 115 mila kilometri !
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Per il 2011 siamo già a caccia dei biglietti di………….
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Post's song : "Goodbye stranger" performed by Supertramp..

9/10