"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

dimanche, décembre 31, 2006

Un'ottima annata - A good year

Prendo spunto dal titolo del film girato in nella Francia del Sud "Un'ottima annata", che vedrò questa sera in compagnia di Vito e Betty per augurare a tutti un buon 2007. Il 2006 per me è stata un'ottima annata ... di viaggi in Europa. Nella mia veste di contabile viaggiatore tirando le somme di fine anno mi sono ritrovato un buon consuntivo : non solo Parigi e Londra dove faccio una puntatina ogni anno, ma anche Cardiff, Barcelona, Lisbona, Monaco di Baviera, Madrid e Atene. Nella vacanza portoghese ho anche visitato l'Algarve e la costa di Lisbona e nella trasferta francese natalizia l'Alsazia e la France-Comté. La mia ex-moglie Silvia mi diceva sempre : "vuoi sempre andare a Londra e Parigi ...". A dire il vero l'elenco dei posti che ho visto insieme a Silvia dal 1989 al 2002 è lunghissimo e poi come si legge nel passo scritto da Josè Saramago per il libro "Viaggio in Portogallo" bisogna "vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era." E' vero mi piace sempre tornare almeno una volta all'anno a Parigi (la città che amo di più in assoluto) e Londra (con la scusa di vedere la mia squadra del cuore il Chelsea), però amo anche vedere quel che non ho mai visto e direi che sono sulla buona strada.

Post's song : "Patience" by Take That

dimanche, décembre 10, 2006

Hors d'oeuvres de Noël

Antipasti di Natale.
Molte volte andando al ristorante a fine pasto si conviene che l’antipasto è stato il piatto più delizioso del menù. Tutto questo vale anche per questo viaggio appena trascorso in terra d’Alsazia nel ponte di S.Ambrogio-Immacolata con mio fratello Vito (l'uomo a destra nella foto) e famiglia (mia cognata Betty e mio nipote Edoardo). Partiti con la Micra di Betty e Vito abbiamo raggiunto prima Colmar, splendida cittadina alsaziana dove l’atmosfera natalizia è veramente suggestiva. Nei giorni seguenti abbiamo toccato tra le altre l'autentica scoperta del pittoresco borgo di Kaisersberg, la "grande" Strasburgo (capoluogo della Regione vedi foto a sinistra), la piccola Obernai, il paese di Montbeliard (France Comté) con le sue tradizionali "luminaries de Noel" e Mulhouse.
L'Alsazia è una splendida regione francese situata al confine con la Germania e contesa per qualche secolo da queste due nazioni. Passando sotto il dominio dell’una e dell’altra mostra oggi usi e costumi di entrambi i paesi.
Le sue originali costruzioni a graticcio (maison à colombage), architettura utilizzata dal Medio Evo al Rinascimento, derivano dalla dominazione tedesca (fonte Wikipedia francese) e caratterizzano gran parte della regione.
Tipiche dell'Alsazia sono, oltre alle case suddette, le cicogne, simbolo della regione, che nidificano nei paesini della zona di Colmar, i vigneti che dominano il paesaggio dalle dolci colline e i minuscoli borghi con le colorate case a graticcio con i tetti a punta che sembrano quasi finti o disegnati dalla Disney per le sue fiabe. In tutte queste località i mercatini di Natale sono splendidi con le loro luci, i loro colori e profumi.
Questi viaggi turistici diventano vere e proprie escursioni cultural-gastronomiche e quindi al rientro il chilo in più è d’obbligo e con gli imminenti pranzi natalizi difficile da smaltire. In questa trasferta birre di Natale e beaujolais nouveaux hanno annaffiato con vera goduria patè in crosta, pommes de terre al gratin e formaggi vari tutti rigorosamente francesi. Per fortuna in terra di Francia non si spende molto per il dormire in quanto le varie catene di hotel (dai meno cari Villages Hotel fino ai leggermente più cari Campanile) permettono di contenere la spesa giornaliera e quindi il soggiorno risulta essere oltre che piacevole anche non dispendioso dal punto di vista economico.
Quando si viaggia in auto si ascolta molta musica e la colonna sonora di questo itinerario sono stati il nuovo CD di Yusuf Islam (Cat Stevens) "An other cup" e l’album di Natale di James Taylor datato 2004. Il Natale è alle porte e il prossimo "antipasto" a Cermenate di sabato prossimo a casa del mio amico Umberto e famiglia per la tradizionale cena annuale sarà un altro momento importante di quello che io considero il vero Natale. Che sia un viaggio o che sia una cena l’importante è avere vicino le persone che ti vogliono bene e a cui vuoi bene. Gli antipasti in genere sono molti e vari e quindi so che saranno piacevoli anche gli incontri con Lucio, con Cinzia, con Steffe, con Sarah. Da qualche anno il Natale non è più lo stesso per me. Intanto non ha più l’emozione di quando bambino attendevo la mezzanotte nella speranza che la mia lettera a Gesù Bambino fosse esaudita; e mi ricordo ancora della felicità nello scartare il regalo desiderato che fosse il trenino elettrico della Lima, l’organo elettrico della Bontempi o qualche nuovo accessorio del Subbuteo. Negli anni poi ho scoperto di quanto fosse importante trascorrere il Natale insieme alle persone che ami e in questa occasione essere generoso soprattutto con loro e pensare a loro. Per me dare è sempre stato più emozionante che ricevere. Ora che non ci sono più, per cause diverse, le donne più importanti della mia vita cerco di far passare velocemente i giorni "di festa" e questi piacevoli antipasti mi aiutano per qualche ora a non pensare alle cose tristi.

Post’s song "Midday (Avoid city after dark)" performed by Yusuf Islam (Cat Stevens)
12/6

dimanche, novembre 26, 2006

Atene : passeggiando nella storia

Kalimera (buongiorno).
Andare ad Atene …. mi ha fatto bene, come dice la rima baciata. In fondo sono anche poeta oltre che "santo" e navigatore. Mi ha fatto bene per via delle tranquille e rilassanti passeggiate intorno all’Acropoli, autentica meraviglia della civiltà greca. L'imponente Partenone mi ha ipnotizzato per il suo candore abbagliante, soprattutto verso l’imbrunire. Dalla cima della collina del Lofos Filopapou (spettacolare e unica la vista sulla città e sull’Acropoli stessa) pensavo alla straordinaria storia di questa città e nello stesso tempo ho goduto della calma che ti trasmette la visione del panorama. Avevo appuntamento per l’ora del tramonto con Nemesi, dea della giustizia e della vendetta, per avere quelle risposte e quella protezione che gli umani contemporanei mi hanno ingiustamente negato. Sono rimasto sorpreso dall’affermazione di due sue citazioni : ricordarsi che dobbiamo morire (ma non lo diceva Totò ?) e che tutto scorre (ma non lo diceva Eraclito ?) e quindi ancor più filosoficamente ho trovato quelle risposte che cercavo.
Dopo la nota introduttiva un'altra premessa questa volta su Atene e sui greci : è vero, come mi ha detto più di un ateniese (per via del mio aspetto … capello scuro e un minimo di abbronzatura) che italiani e greci sono "stessa faccia, stessa razza", ma accidenti il "greco" come lingua è incomprensibile nel parlato e indecifrabile nello scritto.
Mi sono trovato in simpatica difficoltà davanti alle fermate degli autobus e in qualche "taverna" con menù scritto unicamente in lingua greca. Per fortuna ogni tanto saltava fuori qualche scritta in inglese e per via delle uniche tre parole che conosco bene "chicken, Chelsea, love" me la sono cavata egregiamente, come ampiamente dimostrato anche col tedesco a Berlino lo scorso anno.
Atene è piacevole da visitare. Il centro storico (mai così precisa la definizione) è tutto raccolto e facile da girare a piedi.
Con il Partenone che ti sovrasta e gli altri monumenti antichi a far da contorno tutto diventa così familiare in breve tempo e poi ci si orienta subito. Il Partenone è maestoso anche per la sua posizione sulla città. L’ho fotografato in tutte le salse (non la tzatziki o quella di melanzane che adoro) : di mattina, di pomeriggio, al tramonto, di sera, col sole, con le nuvole.
Oltre al Partenone all’interno dell’Acropoli meritano una grande citazione 
l’Eretteo con le sue cariatidi e il Tempio di Atena. Nella zona sottostante il Teatro di Dionisio e l’Irodio (Odeon di Erode) utilizzati ancor oggi per rappresentazioni all’aperto.

Sempre all’interno dello splendido centro storico le Stiles Olimbiou Dios, maestosi resti di colonne corinzie e il Pili Adriano, la porta di Adriano che segnava il limite tra la città greca e quella romana. Vicino alla zona di Monastiraki, dove ho preso alloggio e dove ci sono tantissime taverne e locali tipici, sono da visitare la Arhea Agorà e la Romana Agorà.

Mi sono divertito ad assistere davanti al Palazzo Vouli, sede del Parlamento, agli euzones, soldati della guardia nazionale, che si danno il cambio con una serie di movimenti caratteristici.
Il Palazzo si trova in una delle due piazze simbolo della città : Sindagma; l’altra si trova a poca distanza e si chiama Omonia.
La prima più aristocratica, l’altra più popolare, entrambe veri centri della vita ateniese.
Ho visitato anche il Museo Archeologico (Arheologiko Moussio) che conta la più grande raccolta di arte greca antica con reperti di sconvolgente bellezza tra i quali la maschera d’oro di Agamennone e il Poseidon (Zeus) di Capo Artemisio. Il periodo bizantino di Atene è evidente in tutte le piccole chiese con le tipiche cupole sparse nel centro storico, talvolta dislocate proprio in mezzo alle vie principali.

Non posso dimenticare il fascino della visione del Panathinaiko Stadio costruito nel 1896 per ospitare i primi giochi olimpici dell’era moderna. A soli 20 minuti di metropolitana (Atene ha tre linee moderne terminate in occasione dell’Olimpiade del 2004) ho fatto anche un salto al Pireo ma solo per aver conferma che c’è anche il mare ad Atene; mare che avevo visto con Silvia nelle nostre escursioni estive intorno alle isole di Mykonos, Santorini, Kos, Skiatos, Skopelos e Naxos.
Novembre è il mese delle mie grandi scoperte, l’anno scorso Berlino ora Atene. Ad Atene il clima è meraviglioso : mangiare all’aperto in questo periodo è veramente invidiabile. Ho apprezzato oltre alle salse citate sopra il gyros pita da gustare assolutamente take-away, il souvlaki (spiedini di carne di maiale), la moussaka (pasticcio di melanzane), lo yogurt greco col miele ecc. ecc. Si gira di sera nel centro storico con tranquillità e senza paura. Il ritmo di vita è scandito dall’apparente caos che già regna al mattino ai mercati generali (Kendriki Agora). Potrei andare avanti ancora ma non vorrei apparire troppo prolisso anche nello scrivere.
Concludo con una curiosità chiamata "komboloi". Me ne aveva parlato Milva (ho la sua autorizzazione a citarla) prima della partenza e se non fosse stato per lei non ci avrei mai fatto caso : è una specie di rosario di origine musulmana, troppo piccolo per essere una collana e troppo grande per essere un braccialetto; di tutti i colori e di tutti i materiali è perfetto per essere manipolato, sgranato tra le dita, fatto girare attorno all’indice, soppesato nel palmo della mano. E’ il preferito anti-stress degli ateniesi.
Nemesi mi ha detto che siamo di passaggio su questo mondo, pieno di cattiverie e ingiustizie, un mondo però ancora piacevole, sempre se possibile, da visitare : ecco perché continuerò a farlo. Prossima stazione ….. coming soon.

Ringrazio con l'occasione Francesca del Touring Club per avermi procurato a metà prezzo la Cartonville (guida insostituibile dei miei viaggi) della città di Atene.


Post's song : "Runaway" performed by Jamiroquai
11/6

vendredi, septembre 22, 2006

Feliz compleaños en Madrid

18 settembre 2006.
Per la prima volta nella mia vita, e di primavere sono già arrivato a una discreta quota, sono partito in aereo proprio nel giorno del mio compleanno : destinazione Madrid.
Ero convinto che una coppa di champagne (offerta dalla compagnia aerea, in questo caso la Myair) e che il classico cesto di frutta all’arrivo in hotel erano cose dovute … ma niente di tutto questo. La scelta di Madrid a settembre è stata assolutamente azzeccata. Clima splendido, temperatura perfetta (25°) con sole caldo ma non afoso e cielo limpido: un tempo così bello l’avevo trovato solo a Stoccolma nel luglio del 2003. Fortunato anche nel "pescare" un ottimo hostal in una zona comoda (Opera-Plaza d’Oriente) per ritrovarmi in 5 minuti sia nella Plaza Mayor che sulla Gran Via; vicino sia al Palacio Real che alla Puerta del Sol.
Missione di Madrid ? Avevo fissato un colloquio di lavoro per il giorno 20 allo Stadio Santiago Bernabeu per una collaborazione come tramite traduttore barese/napoletano – italiano per i giocatori Antonio Cassano e Fabio Cannavaro. Le mie origini al 50% pugliesi (papà) e al 50% campane (mamma) mi avevano fatto ben sperare anche se poi la frase di commiato è stata : "le haremos saber" … le faremo sapere. D’altronde anche Julio Iglesias aveva iniziato come "portiere" …
In ogni caso ho visto Madrid per tre giorni completi e ho ritrovato una città meravigliosamente di classe : un po' Londra, un po' New York, un po’ Parigi, una grande città che si visita facilmente, quasi tutta a piedi, con quel tocco di stile classico spagnolo ben visibile sia nella parte vecchia che in quella moderna. Una città solare, una città viva, aperta sempre fino a notte inoltrata per via del mangiare tardi (almeno un paio d’ore rispetto al resto d’Europa), con quella tradizione di anticipare sempre i pasti principali con l’andare di tapas tipico del paese iberico.

Iberico come il loro gustoso jamon (prosciutto crudo) servito sia al piatto sia nel montadito (panino minuscolo), sia nel cichito (panino piccolo), sia nel bocadillo (panino classico), alla barra (economico) come alla mesa accompagnato da un buon bicchiere di vino tinto o in abbinamento a una birra fredda che ho scoperto incredibilmente a basso costo (da un euro come minimo ai due euro come massimo).
Il giorno del mio compleanno, da buon bambino, ho mangiato tutto quello che in genere le mamme proibirebbero, da una merenda con cioccolata e churros, dolci tipici fritti nella Chocolateria impareggiabile di San Gines a una scorpacciata di pollo fritto (il mio piatto preferito) nella catena KFC (Kentacky Fried Chicken) che per fortuna trovo sempre in tutte le grandi città che visito; per concludere la mattinata dopo con una classica colazione in un famoso bar pasteleria della Puerta del Sol (che apre alle 9 del mattino) con un cafè con leche accompagnato da una enseimada e da un croissant appena sfornati rigorosamente serviti al banco con coltello e forchetta.
Finita la parentesi cultural-gastronomica (in realtà non posso dimenticarmi di menzionare il pincho di tortilla di patate e del cochinillo asado ossia il maialino di latte al forno mangiato per l’occasione la sera prima del rientro in Italia) ho visto tutto quanto menzionato nella cartonville del Touring : la maestosa Plaza Mayor che la sera diventa un happening dove la gente addirittura può fare tranquillamente pic-nic, la Plaza Puerta del Sol, la Gran Via, il bianchissimo Palacio Real e la Plaza de Cibeles con la fontana simbolo della città.
E poi ancora la Plaza de España con i suoi grattacieli anni cinquanta, la Puerta de Alcalà, i palazzi moderni del Paseo della Castellana che culminano in Plaza de Castilla con le due torri pendenti e scintillanti del Kio che aprono alla Puerta de Europa; per concludere con la Estacion de Atocha (stazione ferroviaria con una hall trasformata in un gigantesco palmeto).
Non mi sono perso nemmeno la visita ai tre musei più importanti del Paseo dell’Arte e a una sosta nel bellissimo parco cittadino del Retiro. Ho iniziato dal Museo del Prado uno dei più prestigiosi musei d’arte del mondo, vastissimo e bellissimo con più di seimila opere tra le quali le famosissime "Maya desnuda" e "Maya vestita" del Goya senza dimenticare le sale dedicate al Velazquez o ai dipinti di Rubens di Raffaello d Tiziano ecc.ecc. (mia cognata Cristina me ne aveva entusiasticamente parlato la sera prima dicendo che aveva passato l’intera giornata a visitarlo); nella stessa giornata ho visitato anche il Museo Thyssen una collezione privata con bellissime opere che spaziano da quelle dei migliori impressionisti (Van Gogh, Monet, Pisarro) a fianco di quelle del Picasso o del Kandisky. Per concludere il giorno dopo ho visitato il Centro de Arte Reina Sofia dove nella collezione permanente ci sono la famosa Guernica del Picasso, altre opere dello stesso autore oltre che di Salvador Dalì e di Mirò e di altri artisti contemporanei.
Sempre per la parte cultural creativa storica cito le visite "tour" allo Stadio Santiago Bernabeu (casa del Real Madrid) e alla Plaza de Toros de las Ventas (la seconda più grande al mondo come capienza dopo quella maestosa del Monumental de Mexico, ma la più importante per le magistrali "interpretazioni" e i "trionfi" dei più grandi toreri del mondo).
Madrid mi ha stupito per l’eleganza dei palazzi, per le luci della sera/notte, per gli importanti monumenti storici che spaziano dall’arabo all’asburgico al moderno senza per questo perderci nel gusto di insieme. Mi sono innamorato di Madrid per questa voglia di vivere gioiosa, per il suo clima meraviglioso, per la lingua spagnola che si capisce più delle altre lingue scolastiche che ci insegnano. Sogno di poter vestire in seconda vita, e in seconda maglia dopo quella dei miei Blues del Chelsea di Londra, anche la "camiseta blanca" del Real Madrid in quello stadio straordinario. Ah se fossi nato negli anni 80, oltre che avere vent’anni di meno, a quest’ora chissà …… visto che anche Antonio Cassano ha passato le visite mediche essendo leggermente fuori peso proprio come me.
Chiudo questo recensione personal vacanziera con un ringraziamento particolare ai miei familiari, a tutte le amiche e gli amici, ai nuovi e vecchi colleghi di lavoro che si sono ricordati del mio compleanno con telefonate, sms, squilli, e-mail lette al rientro, citandoli uno per uno a memoria sicuramente dimenticandone qualcuno (magari volutamente).

Grazie a : Nick, Edoardo, Vito, Betty, Roby, Rita, Padre Mario, Lucio con Lilly ed Ettore, Antonietta, Maurizio "Momon", Claudio "Claude", Salete "Sassa" dal Portogallo in anticipo di un giorno, Sarah allo scoccare della mezzanotte, Clara da Reggio C., Cinzia "Chica", Barbara, Angela "Jolie", Patty e Umby, Flo e Steffe, Cristina e Ivano (via San Francisco), Graziella e Michelino, Antonia e Bobo, Monica e famiglia, Michela e famiglia, Melvin e famiglia, Donatella, Ivana, Sara (la mia personale parrucchiera) e Cinzia le mie due compagne di compleanno, Anna, Irenina che abbraccio forte, Milva che finalmente si è ricordata il giorno esatto, Daniela dalla Grecia, Gigliola, Lucia, Vittoria, Tatiana, Rita R., Manuelina V., Helena dal Portogallo e Stefania con le loro email lette al rientro. Non posso e non potrò mai dimenticare invece il messaggio che ricevevo via sms dalla mia straordinaria mamma con una frase personalissima che resterà nel mio cuore e nella mia mente come l’augurio più bello e che ogni anno leggendolo mi faceva commuovere per dolcezza e vero amore. Mi mancano all'appello anche altri auguri ma non posso pretendere tutto dalla vita, no ?
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Post's song : "Oh ! What a girl !" performed by Simply Red
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9/6

vendredi, juillet 21, 2006

Paris toujours (re)visité

Eccomi di ritorno da quella che ormai considero la mia seconda città : Parigi.
Una volta l’anno ci ritorno, in genere proprio in questo periodo, per staccare dalla mia quotidianità, per riflettere, per essere immerso nei miei pensieri, con il gradevole contorno di una delle più belle città al mondo.
Vado a Parigi per l’affetto che mi lega a questa città, per il passato che ha rappresentato, per essere la prima città estera che ho visitato.
Vado senza la frenesia tipica del turista, passeggio senza fretta, respiro la città. Cammino in mezzo alla folla (è la città turistica più visitata al mondo) e mi rivedo un po’ come Hugh Grant quando passeggia tra la gente di Notting Hill mentre le stagioni passano.
Cammino cammino cammino : Parigi è l’unica città che si presta a tutto ciò. In qualsiasi punto della città vedi in lontananza qualcosa di magico, monumenti, ponti, chiese, posti famosi ed è quasi inutile prendere con ossessione la metrò (14 linee che coprono interamente la città) o il bus. Camminando vedi che il bello si avvicina e quindi è divertente (e anche salutare) percorrere le vie di Parigi a inseguire un monumento, una chiesa, un ponte. Percorrere il lungosenna senza affrettare il passo, guardare la gente nei mille risvolti. E’ stato il libro di Corrado Augias "I segreti di Parigi" a darmi la voglia di tornare in questa splendida città e vederla sotto il punto di vista non turistico; vedere posti poco frequentati dalla massa, cercare quello che gli altri, parigini a parte, non vedono.
E nonostante sia solo, sto bene. Inseguo forse un’illusione, un sogno, un fantasma del passato : mi serve tutto ciò, mi è da aiuto o quantomeno cerco di darmi una risposta, che puntualmente non arriva ma almeno ci tento. Allora Parigi rimane sempre un bel pretesto, perché la città è straordinaria e per me molto rilassante. Mangio all’ora che voglio, mi alzo all’ora che voglio, faccio quello che voglio : è l’unico momento dell’anno che ritaglio spazi e tempi tutti per me.
Obiettivo del viaggio, come pretesto, era l’acquisto delle All Star Converse nere in pelle leggera modello "i-Robot" (vedere i primi minuti del film con Will Smith) : obiettivo raggiunto come si può vedere dalla foto.
Quest’anno di nuovo ho "rivisto" l’interno del Pantheon con le sue tombe "famose" (Voltaire, Zola, Dumas etc.etc.), l’interno dell’Opera, la Sainte Chapelle (una novità) e ho allegramente trascorso, abbronzandomi, un’ora sul bateau parisien percorrendo la Senna circondato da ponti e monumenti ascoltando il commento in spagnolo per lo più.
Parigi è anche il motivo di incontro con la mia professoressa di francese, Caroline, che lavora in un hotel nella zona di Saint Germain. Una conversazione di un paio d’ore chiedendole i più possibili trucchi sulla lingua francese. L’ultima lezione dal vivo fu nel 2004 ma secondo lei mi basterebbe un mese a Parigi in sua compagnia per impararlo abbastanza bene (il nostro ritmo di lezioni avviene attraverso estemporanee e-mail di ragguaglio).
Il tempo è stato splendido, il cielo terso e il sole che batteva sempre forte e quest’anno ha toccato i 36 gradi ma con meno umidità di Milano.
Faccio sempre un salto sulla Tour Montparnasse per ammirare dall’alto dei 210 metri tutta Parigi : il consiglio è di arrivarci un venti/trenta minuti prima del tramonto, la luce del sole si spegne e quella elettrica dei monumenti si accende; è uno spettacolo unico. E poi i mille ristoranti (non so mai quale scegliere per la varietà delle etnie), i mille negozi tipici, i parchi interni e perché no i cimiteri dove sono sepolte grandi celebrità.
E poi le crepes (la mia preferità è quella alla Nutella), i panini gyros dei greci e turchi nel Quartiere Latino. Ecc.ecc.ecc. La mia zona di riferimento è proprio Montparnasse; vado sempre al solito hotel, lì ritrovo i locali che animano da sempre il quartiere. E’ un incrocio di vie sempre colorate, sempre vive. Amo Parigi più di ogni altra città, sebbene ogni volta che vado a Londra mi vengono i dubbi e per fugarli ritorno a Parigi. Amo Parigi sebbene ogni anno diventa sempre più cara (quasi il doppio se non addirittura il triplo): per fortuna ho gli accorgimenti per tenerle testa. Paris ma cherie ou Paris ma chere. Paris est toujours Paris et je l’aime.

Photo à gauche : le petit dejeuner.Je suis là de retour de celle que je considère maintenant comme ma deuxième ville: Paris.J'y retourne, pour me détacher du quotidien, pour réfléchir, pour me plonger dans mes pensées,avec le contour agréable d'une des plus belles villes au monde.Je vais sans la frénésie du touriste, je me promène sans hâte, je respire la ville.Je marche au milieu de la foule (c'est la ville touristique la plus visitée au monde) et je me revois comme Hugh Grant quand il se promène dans la foule de Notting Hill pendant que les saisons passent.Je marche, marche, marche: Paris est la seule ville à laquelle on prête tout ceci.De n'importe quel point de la ville tu vois en éloignement quelque chose de magique, monuments, ponts, églises, endroits célèbres et il est presque inutile de prendre le métro ou le bus, (il y a 14 lignes qu'ils déservent entierement la ville) .En marchant tu vois la beauté des choses se rapprocher et il est amusant de parcourir les rues de Paris comùme poursuivant un monument, une église, un pont. Se promener le long de la Seine sans se hâter , regarder les gens sous toutes ses formes. C'etait comme dans le livre de Corrado Augias "Les secrets de Paris" à me donner l'envie de revenir dans cette splendide ville et la voir sous un regard de parisien.Paris est le motif de rencontre aussi avec mon professeur de Français, Caroline, Elle travaille dans un hôtel dans la zone de S.Germain. Elle est sympathique bonne intelligente toujours souriante. Une conversation d'environ deux heures d'heures qui dévoile les subtilités de la langue française. La dernière leçon fut en 2004 mais selon elle, un mois suffit en sa compagnie pour bien assimiler la langue (notre rythme de leçons arrive aux e-mail improvisés de renseignement.)Le temps a été splendide, le ciel limpide et le soleil qui battait toujours fort et cette année a touché les 36 degrés mais avec moins d'humidités que de Milan.Je fais toujours un saut sur la Tour Montparnasse pour admirer Paris du haut des 210 mètres : Pour une vur imprenable, il est conseillé d'arriver vingt/trente minutes avant du couché du soleil; le soleil se couche et la magie des lumières peut commencer, c'est un spectacle unique. Et puis les mille restaurants (je ne sais pas jamais quel choisir pour la variété des etnie, les mille magasins typiques, les parcs et pourquoi pas les cimetières où sont enterrées des plus grandes célébrité.Et puis les crêpes, ma preferé est celle au Nutella, les sandwichs gyros des Grecs et Turcs du Quartier Latin. ecc.ecc.ecc. Ma zone de référence est Montparnasse; je vais toujours à l'hôtel habituel, là rencontre les restaurant qui depuis toujours animent le quartier. C'est un chassé-croisé de voies vives et et colorées J'aime Paris plus que toute autre ville.
Paris est en fait dans mon coeur mais en compétition avec Londres, chaque fois que je vais à Londres,j'ai l’impression de la préférer mais de retour à Paris , là.....j'en suis certain, c'est Paris qui me tient.Paris à le désaventage d'être une ville de plus en plus cher chaque année si on la visite en touriste, tout coûte de double ou le triple d'ailleurs. Heureusement je sais comment ne pas trop dépenser!!
Paris ma cherie ou Paris ma chère. Paris est toujours Paris que j'aime.

Post's song : "Serious" performed by Duran Duran
7/6

mardi, juillet 04, 2006

Mission to Munich


Un trionfo. Che dire? Un successo su tutti i fronti: organizzazione, viaggio, tempo, location, sorpresa, puntualità e soprattutto divertimento e soddisfazione.
L'amicizia è una gran cosa perchè ti permette di fare cose che altrimenti non avresti mai fatto.
La foto ci ritrae (da sinistra Umberto, al centro io, a destra Stefano) davanti alla birreria HB di Monaco.
Umberto (amico di vecchia data e insieme membri della Trafungia che in un post futuro ne dettaglierò l’attività e lo scopo) e io siamo partiti alla volta di Monaco di Baviera esclusivamente per ritrovarci solo per meno di due ore con Steffe (altro membro della Trafungia di cui sopra). L’intento della missione era di salutarlo, sorprenderlo, confortarlo, pranzare insieme e poi ripartire. La missione è stata felicemente conclusa.
Al buon Steffe "glielo dovevamo". E’ lì da più di un mese "segregato" in un prefabbricato nella zona ex aeroportuale della capitale della baviera, per lavorare per conto di Sky Sport per la world cup 2006 di calcio, praticamente sempre al freddo per l’aria condizionata sparata "a palla" negli edifici suddetti.
Ci siamo dati appuntamento per le ore 12.30 di domenica 2 luglio 2006 all’Hofbrauhaus di Monaco, in seguito denominata HB, storica birreria dal 1589 in pieno centro città dietro la Marienplatz. Se uno non ci va personalmente non può capire la grandezza e la tipicità di questo locale e nel caso visitate il sito www.hofbraeuhaus.de su Internet. 
Umberto e io abbiamo pernottato la sera precedente all’hotel Rid a Kaufering (sulla direttrice della "Romantiche Strasse") a 65 km a ovest di Monaco.
Cena splendida a base di schnitzel e birra locale e visione in TV del quarto di finale Brasile-Francia. Io tifoso del calcio brasiliano da sempre ho seguito la sconfitta conversando amabilmente con Umberto, gustando le prelibatezze del ristorante (questo significa essere veri tifosi interessati).
Tornati nella stanza di questo ottimo hotel nel giro di pochi minuti, non dopo aver cercato, e non trovato, con zapping frenetico un canale di film porno tedeschi, siamo crollati sotto i nostri singoli piumini tipici della zona.
La temperatura esterna era più che gradevole (19 gradi) soprattutto da chi proviene da temperature intorno ai 35 gradi con umidità a livelli quasi dell’estate del 2003.
La mattina di domenica dopo aver giovialmente fatto la prima colazione (frühstück) a buffet ci siamo fiondati alla volta di Monaco, vestiti di tutto punto alla tedesca indossando sotto le polo color fucsia (io) e color senape (Umberto) le t-shirt nere personalizzate Trafungia per commemorare l’evento. Dopo aver visitato il centro storico con inclusa la visione alle ore 12 del simpatico siparietto del carillon del Rathaus (municipio) di Marienplatz e l’acquisto di gadgets turistici Umberto e io ci siamo "storicamente" incontrati col buon Steffe all’interno dell’HB.
La sorpresa di Steffe nel vedere Umberto, mai menzionato da me nel preparare e organizzare il viaggio lampo a Monaco e col quale non si vedeva da tempo, è stata molto forte.
Abbiamo temuto per il suo cuore ballerino, ma le lacrime per fortuna non sono scese in quel momento. Umberto e io siamo sicuri che il buon Steffe al rientro in albergo e alla visione del suo personale badge preparato per l’occasione con la foto tessera di quando frequentava le elementari, abbia singhiozzato per l’emozione. Come dicevo …. glielo dovevamo, noi della Trafungia siamo fatti così. Un’ora e mezzo trascorsa insieme con i wurstel, la schnitzel, i crauti, il purè e i boccali di birra da un litro cadauno, a più di 500 km. dal nostro paese natio, valgono l’intero viaggio durato quasi 31 ore, delle quali 14 passate sulla Zafira, 12 in hotel compresa la cena il pernottamento e la prima colazione, 3 per la visita di Monaco (la restante 1 ora e mezza proprio con Steffe all’HB). Una full immersion a 360° nel mondo bavarese, tutto compreso. C'è da essere orgogliosi quando si ha il coraggio di fare queste cose. Siamo contenti di noi e siamo contenti di aver fatto felice il nostro amico Steffe. Basta così poco: un Trafungia kit (maglietta commemorativa, pallone mundial in miniatura, pass ufficiali), una Zafira, un albergo a 65 km da Monaco, 2 magliette dal colore "tedesco", la voglia di stare in macchina per tante ore, qualche musicassetta anni 70/80, una vignetta austriaca inutile, un sole grosso così, un sacco di cose da raccontarsi, un amico disperso in Germania. E noi avevamo tutto, tutto nello stesso momento!!!!!!!! Un caso??????? Arrivederci Steffe …. Ti aspettiamo a casa. Fra quattro anni i mondiali di calcio saranno disputati in Sudafrica. Pronti per una nuova missione ?

Post's song : "Walking on the moon" performed by The Police
7/6

dimanche, juin 25, 2006

Eu sinto muita saudade

Lisbona and Algarve story.
Sollecitato dalla mia amica Cinzia, impegnata in questi giorni con gli esami universitari e che mastica il portoghese quasi come lo spagnolo, ecco qua il resoconto del viaggio appena trascorso in Portogallo (11-18 giugno 2006).
Il termine portoghese "saudade" è molto difficile da spiegare, non è ben definito, diciamo che si usa per indicare la nostalgia in tante sue forme e per me di ritorno da un bellissimo soggiorno tra Lisbona e Algarve corre già il pensiero veloce di ritornarci : ecco spiegata la mia nostalgia.
Sarà il caldo afoso fastidioso di Milano che ci ha abbracciato appena scesi dall'aereo alla Malpensa di ritorno da Lisbona (a proposito ero in compagnia del Nic mio padre, di Vito mio fratello, di Betty mia cognata e di Edoardo mio nipote); sarà il ricordo dei panorami mozzafiato delle spiagge dell’Algarve custoditi nella memory card della fotocamera digitale;
sarà il profumo dei piatti locali alla griglia tra i quali sardine e pollo (sardinhas assadas e frango piri-piri) annaffiati da buon vino freddo (tinto o verde che sia) e accompagnati dai "sempre presenti" pane, burro salato e olive (pao, manteiga e azeitonas); sarà la bellezza affascinante di una città luminosa come Lisbona; sarà il clima temperato, saranno le onde da surf sia dell’Algarve che della Praia del Guincho sulla costa di Lisbona; sarà la varietà della vacanza itinerante che permette ogni giorni di vedere località diverse; sarà la "sempre" voglia di viaggiare, partire, scappare, vedere posti nuovi insomma "eu sinto muita saudade".
In questo viaggio ho fatto da tour operator per i miei compagni di viaggio; io c'ero già stato in Portogallo con Silvia nel 1995 (camper) e nel 2000 (auto a noleggio).
Grazie a Internet abbiamo organizzato volo e hotel alla volta di Lisbona prima e Algarve in seguito. Indimenticabili saranno i pranzi a prezzi bassissimi nei ristoranti sulle strade dell’Algarve, memorabile il soggiorno nel confortevole hotel adiacente la bellissima spiaggia di Sao Rafael vicino ad Albufeira,
Magnifici gli scenari delle spiagge di Praia de Rocha (Portimao), di Praia Dona Ana (Lagos), del Guincho (costa di Lisbona vicino a Cascais) e i saliscendi tipici di una città bellissima come Lisbona che ho trovato migliorata rispetto alle visite precedenti forse per via dei lavori effettuati per gli Europei di calcio del 2004. Il Portogallo di queste parti assomiglia molto alla Scozia, all’Irlanda, ai paesi del nord. Il bom dia dava inizio al giorno, la boa tarde ci preannunciava la serata e la boa noite chiudeva la giornata sempre intensa e varia. Mi ricordo del libro "Viaggio in Portogallo" di Jose Saramago (premio Nobel per la letteratura 1998) nel quale ogni posto visitato va rivisto in stagioni differenti, in annate diverse, ecc. ecc. insomma si deve ritornare e non mancherò a questo invito.

PS le foto di questo viaggio e dei post precedenti sono le ultime della mia Casio Exilim Z30 che dopo una caduta per le vie di Lisbona ha perso il controllo di messa a fuoco ... un po’ come la mia vista e anche un po' come la mia vita degli ultimi anni.

Post's song : "Hips don't lie" performed by Shakira feat.Wyclef Jean
6/6

jeudi, avril 27, 2006

Las 48 horas de Barcelona

Anno nuovo ... città nuova : Barcelona !
Partenza alle ore 7 del 23 aprile 2006.
Fuga da Milano e in dieci ore di viaggio con la nuova Micra di Vito (mio fratello) and family (mia cognata Betty e mio nipote Edoardo), eccoci sulle Ramblas.
48 ore a Barcelona né un minuto di più (purtroppo) né un minuto di meno, accompagnati da uno splendido sole, dalla sangria, dalla paella, dalla tortilla espanola, dai lavori di Gaudi sparsi nella città visitando dopo le Ramblas, la Sagrada Familia, il Museo di Gaudi, il Porto, la Plaça Real, la Plaça Catalunya, il mercato della Boqueria (foto sotto a destra) e il Barrio Gotico.
Poi la visita dello Stadio Camp Nou e il tour all'interno dello stesso .... indossando per l'occasione la "camiseta blaugrana" (nella foto sopra a sinistra io sono quello ritratto a destra). E' stata un'infarinatura in attesa di ritornarci e viverla più intensamente. Città giovane, colorata, viva. E' stato un amore a prima vista. Io c'ero stato nel 1997, di passaggio, in circostanze quasi drammatiche. Rientravo con Silvia e il camper "Nessie" disastrato dalla rottura del cambio e cercavamo di imbarcarci per evitare ulteriori km. verso casa. Le "Case" di Gaudi sparse in città danno un tocco di originalità e colore non riscontrato in altre città europee visitate ( e sono tante) e il mare a due passi una vera oasi di tranquillità dal "caos vivibile" del centro storico.
Prima di lasciare Barcelona, con un appuntamento via sms prima dall'Italia e poi direttamente nella città catalana, mi sono incontrato con il mio amico Steffe che arrivava per seguire per Sky Sport la semifinale di Champions League fra il Milan (di cui è tifosissimo) e il Barcelona. Plaça Catalunya teatro della foto evento. Meglio di così questa visita lampo non poteva andare. Appuntamento alle prossime città europee ed extraeuropee magari con altre foto fra amici.

Post's song : "Happy hour" performed by Ligabue
4/6