"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

vendredi, novembre 28, 2014

La extraordinaria experiencia Mugaritz y la magia de pintxos en San Sebastian

Mi viaje, mi pasión, mi vida. Il mio viaggio, la mia passione, la mia vita. In genere scrivo così quando penso alla donna che amo o che ho amato, in questo caso devo utilizzare questo slogan per un altro piacere della vita : il mangiar bene (e bere altrettanto). Da San Sebastian il bus mi porta a Errenteria. Siamo nei Paesi Baschi. Da qui un taxi mi condurrà in mezzo alla campagna. Piove e il verde é ancora più acceso. Un po' di foschia lo smorza ma non guasta. L'atmosfera é semplicemente fuori dall’ordinario. Sto andando in un altro mondo : é quello di Mugaritz, il ristorante dello chef Andoni Luis Aduriz. Il tassista mi lascia a una distanza che mi permette già di avere le prime sensazioni. Una casa rurale con parti in legno e una tranquillità quasi da giardino zen nonostante le auto nel parcheggio adiacente. Il tempo di capire che qui é tutto così accuratamente ricercato che dalla porta di entrata esce il primo cameriere di sala Joserra che mi dà il benvenuto con un sorriso accattivante e mi accompagna al tavolo. La posizione é stupenda, luminosa. Dalla finestra vedo la quercia che dá il nome al locale : Mugaritz in basco significa "la quercia al confine". Confine che scopro sia quello tra i comuni di Astigarraga ed Errenteria, mentre sono convinto che sia quello che separa la realtà culinaria con quella di un'altra dimensione : quella dell'eclettico magico raffinato chef Andoni Luis Aduriz. Avevo letto da qualche parte in rete che ... o lo si ama o lo si odia. Decisamente a fine pranzo ... lo si ama. I suoi azzardi mi hanno sorpreso su più piatti, delle meravigliose miniature di gusto e vista. Non starò a elencarvi piatto dopo piatto, che potrete tranquillamente visionare nella mia sezione foto. Mancherebbero il sapore e l'armonia delle sensazioni provate al palato. Il menù é quello di degustazione per capire l'essenza della sua cucina, ovvero l'anima del suo audace proporre. Il tavolo é tondo ed é coperto da una tovaglia bianca, completamente spoglio con un solo piatto bianco segato in due e unito nelle sue parti come una scultura del novecento. Non é apparecchiato perché le prime portate si degustano esclusivamente con le mani. Il pane, grazie a Dio, lo porteranno più avanti visto che gli assaggi saranno oltre venti. Meglio così. Il drappello multilingue di camerieri vestiti rigorosamente in nero parla per me inglese o castigliano (spagnolo). Sembrano formiche che attraversano la sala in maniera orchestrata, attenti, precisi nelle spiegazioni per far capire bene ai commensali cosa sta accadendo, per non perdere il dettaglio della magia. Ricordo alcuni piatti di assoluto incantesimo papillare. Utilizzeró prima di elencarli tutti gli aggettivi e sostantivi che mi sono passati per la testa nelle quasi tre ore di "evento esperienza". Seduzione, avvolgente, etereo ed esoterico insieme, armonioso, gustoso, strano, buono, sensazionale, incredibile, evanescente e così via. Chiudo gli occhi e vorrei che accanto a me ci fosse una mia musa, sarebbe stata una vera gioia condividere questo prodigio di sensazioni per certi versi irripetibile. Grazie alla scelta del sommelier Romain ho bevuto quattro bicchieri di ottimi vini di cantine della zone della Galizia, della Castiglia e della Cataluna : due bianchi, un rosso e uno dolce per i dolci. Nel mezzo della degustazione ti invitano a visitare la cucina e il plotone di una trentina di chef, sotto chef e via dicendo. Chef Aduriz non é presente e quindi lascio in buone mani, quelle di Jade, le mie due miniature di Nutella, una per lo chef e l'altra per lo staff. I Paesi Baschi sono diventati la zona con più ristoranti nei primi cento migliori al mondo. È davvero il posto giusto per celebrare l'arte culinaria. C'é anche un momento di sonorità totale quando portano a tutti un pestello e una ciotola con dentro una manciata di cereali da sminuzzare in attesa di un altro componente gelatinoso anch'esso da frantumare e da gustare insieme ... al pane che avevano portato. Dopo le portate a mano libera consegnano la carta in castigliano con il dettaglio dei piatti. Da quell'elenco scelgo alcune delizie che mi hanno mandato in estasi di gusto e di visione, presi dall'escalation del menù (gli antipasti mangiati con le mani, i piatti forti e le dolcezze finali) : il prato di fiori servito con una forchetta commestibile di zucchero, il collo laccato d’anatra con erbe aromatiche del giardino, un’originale crema catalana di pollo e aragosta, il filetto di agnello arrosto coperto da un velo di incenso di eucalipto e un fazzoletto inamidato dolce anch'esso mangiabile con disegno fiorato che svanisce nel palato e spolverato in un solo boccone. Il finale é lasciato a una torre di sette ciotole in legno : i sette peccati capitali ? La sorpresa di cioccolato è nascosta negli scrigni, con le varie versioni. Anche il caffè è buono. Me lo serve Nicolas per fortuna francese ed è con lui che parlo per ringraziare tutto lo staff. Il taxi è già fuori che mi aspetta, che efficienza. 
Una tempesta di sensazioni é l'eredita che lascia l'esperienza da Mugaritz. Si azzerano i confronti, se ne ricava una felicità che travolge. Un viaggio, una passione. É la mia vita. Dopo l'amore per una donna é quanto mai più vicino alla gioia di vivere. Naturalmente per chi non ha figli ... Le papille gustative e gli occhi ringraziano. 
Per condurvi alla magia dei pintxos regalata dal titolo del post, devo fare un passo indietro, di un solo giorno, quando ho perlustrato San Sebastian (Donostia in lingua basca) nella parte vecchia. I pintxos sono delle tapas, ma guai a nominarle così da queste parti (vedere il film Il Cammino di Santiago), preparate minuziosamente e creativamente. Spettacolare esempio di cucina rifinita, minuziosa, cesellata. Che lo chef Aduriz prima di aprire Mugaritz in segreto si allenava con i pintxos ? Ne ho provati di ottimi da "Egosari" come una millefoglie di fegato e mela, un hamburger in miniatura con cipolla caramellizzata e uno costruito con piccoli fritti di merluzzo nella forma di patatine. Wow. 
Ma ero in questa zona del mondo solo per mangiare ? No, non é così. A San Sebastian ci ero passato anni orsono col camper senza mai vederla completamente. Questi tre giorni mi hanno permesso di scoprire un'ennesima sorprendente città forse sottovalutata se non nel periodo estivo. Il fascino autunnale, oltre a un clima ancora caldo nonostante le nuvole, le regala una visione particolare. Situata sulle sponde dell’Atlantico presenta un suggestivo paesaggio naturale con il contrasto della montagna con il mare e il disegno della baia che ricorda una conchiglia, la Concha, proprio nel centro urbano. Passeggiate ordunque sul lungomare della Concha o addirittura toglietevi le scarpe e fatelo sulla sabbia. Godrete di un paesaggio stupendo con la piccola isoletta di Santa Clara in bellavista. Andate fino alla cima del monte Igueldo e assaporerete dello stesso panorama da una prospettiva aerea. Arrivate fino alle scogliere dove l'artista Eduardo Chillida ha inserito le sue opere sculture (Peine del Viento) per contrastare visivamente i flutti del mare che si infrangono. Armatevi di tavola da surf e andate ad allenarvi alla "Zurriola beach". Inoltratevi nelle vie squadrate della parte vecchia, mescolandovi alla gente locale e ai turisti, per bere un bicchiere di vino tinto (rosso) o una cervesa (birra) mentre degustate un pintxo e respirate la quotidianità del luogo. Entrate nelle vecchie chiese sparse nella città avendo la sensazione di essere in un film. Attraversate i ponti che dividono in due San Sebastian. Raggiungete il Kursaal moderna costruzione che ospita eventi artistici illuminata superbamente di sera. E ancora divertitevi a decifrare le scritte in lingua basca così impossibili alla prima lettura. E anche alla seconda e alla terza. Idiomi incomprensibili. Oppure fate come me, vi sedete a un tavolo di una pasticceria, ordinate una cioccolata con churros (bastoncini di pastella fritta spolverati di zucchero) o un café con leche con un pasticcino e ascoltate il chiacchierare. Se siete fortunati e parlano il castigliano vi compiacerete nell'ascoltare una lingua così sensuale che le sole parole "mi amor, mi pasión e mi vida" mi mandano in visibilio. La mia ruota dei viaggi continua girare : prossima destinazione Nizza ... fra tre giorni !

PS Sono arrivato a San Sebastian via Barcelona e sono rientrato a Milano via Madrid.
Un bel giro per arrivare in questo delizioso mondo.

Post's song : "Quanno chiove" performed by Pino Daniele

11/14

jeudi, novembre 20, 2014

Postcards of joy from Düsseldorf

Ci sono città che mi piacciono subito, di pelle. Quando Napoleone la vide per la prima volta, nei primi dell’ottocento, ammirato per la ricchezza e l’eleganza così particolarmente “chic” la definì a ragion veduta come una Petite Paris, o in tedesco Kleine Paris, precisamente una piccola Parigi. Oggi, probabilmente, l’imperatore francese non direbbe la stessa cosa e la definirebbe come ho fatto io, mettendomi alla sua stessa “altezza”, la piccola Berlino. E’ sulla stessa linea di Rotterdam e per certi azzardi urbani a Bilbao. Sto scrivendo di Düsseldorf che, nonostante la ricostruzione del dopoguerra, ha tuttora un fascino che cattura. 
Un tempo villaggio di pescatori, adagiato su due fiumi, il Düssel da cui prende il nome e soprattutto il grande Reno, la città capitale della Renania Settentrionale-Vestfalia è oggi una città moderna e ricercata, puntellata da meravigliosi spazi verdi che si possono ammirare dallo spazio girevole della Rheinturm, la torre del Reno, l’edificio più alto di tutta la città (172 M.) dove è anche installato l'orologio digitale più grande al mondo. E’ una città tra passato e modernità dove l’architettura urbanistica si integra perfettamente e armoniosamente. Spettacolare e avveniristico il quartiere di Medienhafen, un vero concentrato di strutture contemporanee. Architetti famosi, come Frank O.Gehry, hanno contribuito alla costruzione di palazzi dalle forme audaci che hanno trasformato splendidamente il vecchio porto fluviale. Altri gioielli architettonici moderni, come il bianchissimo e sinuoso nuovo teatro, il Schauspielhaus, regalano a Düsseldorf un fascino unico. 
Un'altra atmosfera da respirare è quella della città vecchia, l’Alstadt, che offre vicoli acciottolati, l’antica Schlossturn la torre del Castello, l’altra leggermente pendente della chiesa di St.Lambertus e facciate di case borghesi che ne testimoniano il glorioso passato. Vicino all'Altstadt si trova la Königsallee, familiarmente chiamata  Kö, una delle strade più lussuose dell'Europa con boutiques e negozi dei grandi nomi del fashion. Un elegante chilometro di passeggiata prediletta per lo shopping “chic”. Per la parte cultural-moderna ho visitato anche il museo d’arte contemporanea K20 (il Kunstsammlung NRW) struttura nero-grigia a forma di pianoforte che ospita quadri e collezioni dei grandi del novecento. Simboli e specialità locali sono perfetti come souvenir per i turisti. Si va dal “Killepitsch” digestivo alle erbe fino alla Lowensenf la senape di  Düsseldorf proposta i molteplici gusti. Da provare anche l’Altbier, la birra tradizionale della città, scura e ad alta fermentazione servita in bicchieri piccoli; ma il simbolo vero e proprio di Düsseldorf è il “Radschlager” il bambino che fa la ruota, omaggio a una delle più vecchie storie della città. Nel 1288, gli abitanti della città, bambini compresi, si riunirono per le strade in seguito a una battaglia vinta e per mostrare la loro gioia facevano il classico movimento della ruota. Oltre alla statua commemorativa in Burgplatz se ne ritrovano varianti di tutti i tipi, dai magneti ai pins, dalle versioni in porcellana, in legno (da me acquistata) o in marzapane. Una simpatica caccia al tesoro è anche quella di scovare le nove "statue sculture" contemporanee a grandezza naturale di persone rimosse dalla quotidianità e sistemate su colonne pubblicitarie come piedistallo. Sono chiamati i santi pilastro “Saints Pillar” e sono opere di un progetto dell’artista Pòggeler. Io ne ho trovate otto. L’ultima, quella del turista, l’ho lasciata per poter ritornare a Dusseldorf e per me ogni occasione sarà buona. In tutti i viaggi bisogna lasciare qualcosa per poterci ritornare. E’ il più bel pretesto.
Gastronomia e dintorni. A pranzo del primo giorno di vacanza ho provato il menù degustazione del Berens am Kai un luminoso ristorante con vetrate sul Reno. Zuppa di asparagi, filetto di cervo, dolce di limone al caffè queste le preparazioni creative per un pasto gourmet. Nelle mie passeggiate nella città vecchia ho gustato al volo il classico panino col bratwurst alla griglia e le patatine fritte in stile belga. Il pretesto di questi tre splendidi giorni a  Düsseldorf è stato il concerto di uno dei miei artisti preferiti : Billy Idol. Il concerto del tour che segue l’uscita del nuovo disco ha una scaletta elettrizzante. Pezzi nuovi e vecchi velocissimi ad alta gradazione rock. Billy non mi delude mai  : energia allo stato puro con i suoi capelli biondi a spazzola e petto nudo nonostante i quasi sessant’anni. Band formidabile, capitanata dal fido Steve Stevens, incessante nel ritmo e curata negli arrangiamenti. Un concerto da non perdere. Architettura avveniristica e non-convenzionale, tradizione e tendenza, metropoli moderna e pulsante ma a misura d’uomo : questa è Düsseldorf. Capitale della moda tedesca, ospita numerose fiere internazionali, come quella dell’abbigliamento e delle scarpe. Non mi sono sottratto di fare shopping gratificante : una stupenda, originale nella forma del colletto, camicia di Van Laack e un paio di stivaletti di pelle. La passeggiata lungo il fiume Reno sarà suggestiva in ogni stagione dell’anno, per me lo è stata in autunno.

Post's song : "Can't break me down" performed by Billy Idol
11/14

samedi, novembre 08, 2014

About a boy

8.11.14 ... è iniziata l'era TT !
Un mio piccolo sogno si è realizzato. Mi è sempre piaciuta la linea armoniosa della prima serie coupé TT dell'Audi. A distanza di anni dalla data di produzione trovo ancora irresistibile la sinuosa parte posteriore che richiama quella così sensuale del corpo femminile. Da quando vivo da solo, mi sono sempre sentito vicino al protagonista del film "About a boy" o quanto meno, per certe cose, mi piacerebbe assomigliargli. Anche lui aveva un'Audi TT. Lui viveva di rendita per i diritti d'autore di una canzoncina natalizia del padre, io spero di ritagliarmi un piccolo spazio continuando a scrivere di viaggi, di sentimenti, di vita sempre ispirato dalla mia musa. La mia mamma diceva sempre due cose : "prenditi i giorni buoni ... " e "storta va diritta viene." La prima frase cerco sempre di prenderla alla lettera e la seconda ne è la giusta conseguenza quando le giornate non sono poi così buone. E' il loop della mia vita. Oggi è stato un giorno buono e oggi è andata diritta dopo qualche settimana storta, con cattiverie e malvagità gratuite. Un nuovo giorno, un nuovo viaggio. Un nuovo traguardo, un nuovo desiderio. Every single day. La foto del post invece è un omaggio al film Skyfall di 007. Lui adorava il primo modello della Aston Martin, io quello della Audi TT. Similitudini.

AUDI TT COUPÉ SPIELT HAUPTROLLE IN "ABOUT A BOY“

Der Film "About a Boy" kommt auf die große Leinwand, auch ein Audi TT Coupe silber. Hugh Grant, Star der Komödie, die in seiner Rolle als "Will" Sportwagen mit den vier Ringen auf den Straßen von London verwaltet. Für die Premium-Marke Audi in der Film und seine Schauspieler sind die ideale Umfeld. In der Bestseller-Verfilmung nach dem Buch des Schriftstellers Nick Hornby spielt der Mime aus England den 38-jährigen Will Freeman. Will ist reich, gutaussehend, Single, er lebt in London und er liebt alles, was trendy ist. Dass dieser Protagonist zudem ein Audi TT Coupé fährt, rundet seinen attraktiven Lebensstil ab. Bernd Quinzler, zuständig für das Product Placement bei der AUDI AG, dazu: „Wir suchen für unsere Spitzenmodelle immer ein exklusives und intelligentes Umfeld. Das sind vor allem Lifestyle-Themen, ein gehobenes gesellschaftliches Milieu, qualitativ hochwertige Inhalte und Top-Darsteller. All das bietet der Film ‚about a boy‘, zu dessen Story der Audi TT hervorragend passt.“ Dieser Ansicht ist auch Chris Weitz, der gemeinsam mit seinem Bruder Paul Regie führte. Der amerikanische Filmemacher weiß, wovon er spricht: Er fährt mittlerweile selbst einen Audi TT.

Post's song : "Something to talk about" performed by Badly Drawn Boy