"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

jeudi, décembre 31, 2015

Begin again (adorable 2015)

2015. Un altro anno particolare, per certi versi "adorabile".
Un anno anche contrastante con alti e bassi sia nei viaggi che nella vita privata. Il lavoro mi ha rubato troppo tempo. Ho fatto tante riflessioni durante i miei viaggi da solo e talvolta chiacchierando con gli amici più cari e tutte le vie portavano alla conclusione che dovrò godermi di più la vita personale. Devo ritrovare la gioia delle emozioni, dovrò vivere con la massima intensità ogni momento bello della mia vita. Dovrò solo lasciarmi andare un po’ di più. Mi devo trattare bene. Vivere più irrazionalmente, pensare di meno, fare follie. Che il 2016 mi porti tante di queste cose, con la buona salute a tenermi compagnia. Un po’ di sano egoismo mi farà solo bene. E anche qualche viaggio nuovo di zecca (quest’anno sono stati solo due … Eindhoven e Danzica) mi allargherà la mente. Finisco l’anno coronando un mio sogno e cioè quello di trascorrere l’ultimo dell’anno da solo a casa, con cibi gourmet costosi da gustare sul divano godendomi la visione delle puntate del nuovo Masterchef e attendendo i messaggi e le telefonate di auguri dalle persone amiche. E mentre guarderò la televisione farò un inventario dell’anno al termine battendo i tasti del mio iMac scrivendo il post finale. Cosa mi resta di questo 2015 ? Ho delle immagini speciali da ricordare prese dal cassetto della memoria di ogni viaggio. Il tragitto in teleferica con vista su Barcelona, la sosta con birra alla mano al tramonto sul fiume Weser a Brema, la partita a calcio a Copenhagen, la passeggiata meditativa sul sentiero dei filosofi (Philosophenweg) a Heidelberg, la lunga chiacchierata con il cuoco Agostino della Trattoria il Focolare di Barano d’Ischia nella loro cantina ricavata nella pomice e nella cenerite, la pedalata nella notte sulla pista ciclabile illuminata appena fuori Eindhoven, l’acquisto dell’anello “infinito” da mettere al pollice a Mykonos, la domenica senza auto scorrazzando in bicicletta con Vito Betty ed Edoardo per le vie di Parigi, la conversazione confidenziale con Gary Staker  fuori dallo stadio londinese del Chelsea prima della partita a ottobre, l’impatto visivo con le luci della città di Danzica e l’incontro con Edoardo e Aleksandra, l’autoscatto sulla chaise-longue nella camera da letto del Morton Hotel di Londra a dicembre e la luna piena vista con Vito dall’aliscafo sul tragitto Sorrento-Napoli. Parigi e Londra ancora una volta nel mio carnet. E poi ho i miei segreti sentimentali. I segreti possono cambiarci la vita, io ne ho ancora qualcuno. E qualcuno lo sa … Auguro tanta salute e ogni gioia del mondo a tutte le persone che mi vogliono bene. Sento che per alcuni di noi il 2016 sarà l’anno della rinascita. Il mio dovrà esserlo per forza. Ho aspettato troppo. Mi vengono in mente alcune citazioni da film. Qualcuno si ritroverà nel leggerle. Nel film “The International” il protagonista diceva che : “a volte la cosa più difficile è capire quale ponte attraversare e quale bruciare. Io sono quello da …”.  Nel film “In trance” la protagonista nel finale attraverso un messaggio su iPad diceva : "ora può darsi che un giorno tu riesca a trovarmi, io spero tanto che tu lo faccia, però se questo è troppo, se tu preferisci non avermi mai incontrato, che non sia mai accaduto nulla, posso fartelo dimenticare. L’unica cosa che devi fare è toccare lo schermo, premi esattamente qui e segui la mia voce. Sta a te scegliere: vuoi ricordare oppure preferisci dimenticare?”. E ancora nel film “Will Hunting” : in dialogo pensante il docente di matematica dice : “spesso vorrei non averti mai conosciuto, perché potrei dormire la notte. E non dovrei vivere con la consapevolezza che c'è qualcuno come te in giro... e non dovrei vederti gettare tutto al vento”. Quanto adoro le citazioni dai dialoghi dei film, quanto amo gli aforismi di vita. Quanto amo lo “splendore” della vita. Quanto amo la vita. 2016 Begin Again. Si riparte, si ricomincia, tutto può cambiare. 

Post's song "Go" performed by Chemical Brothers



Mi criticheranno sempre, parleranno male di me e sarà difficile che incontrerò qualcuno al quale io possa andare bene come sono. Quindi: vivo come credo.  Faccio cosa mi dice il cuore ... ciò che voglio ... una vita è un'opera di teatro che non ha
prove iniziali. Quindi: viaggio, rido, scrivo, sogno, mangio e bevo bene, ma soprattutto amo ... e vivo intensamente ogni momento della mia vita ... prima che cali il sipario e l'opera finisca senza applausi. Io sono costantemente ispirato dal fascino di una donna, di una musa. Niente è più appassionante e creativo. Io sono così. In viaggio in tutti i sensi e con tutti i sensi. 

Solo il meglio, se no niente. L'amore, la bellezza, lo stile : mi piace il meglio di tutto. 
(You got lucky babe ... when I found you ... perchè la moda passa, ma lo stile grazie al cielo resta).
Io sono così.




dimanche, décembre 27, 2015

Aria di casa a Napoli

Per il terzo Natale consecutivo, come da richiesta del generoso Nick, rieccoci a Napoli. Ormai l’accoppiata semestrale con Ischia è diventato un must, quasi un dovere oltre che piacere. All’insegna della tradizione sono il soggiorno presso il Renaissance Hotel Mediterraneo in una piccola traversa che si affaccia sulla centralissima Via Toledo e il pranzo di arrivo al ristorante Leon d’Oro di Piazza Dante. La certezza delle scelte. Ineccepibili. Come tradizionalmente scrivendo è la camminata in più di un’occasione sulla via dei Presepi, San Gregorio Armeno, un vero e proprio museo a cielo aperto. E' una piccola strada sempre affollata in questo periodo dell’anno che connette Spaccanapoli con la Via dei Tribunali. Una via piena di vita, con tantissime botteghe e laboratori dell’arte presepiale. Respirarla è come far parte di un presepe vivente.
Qui gli artigiani espongono le loro statuine dove i soggetti del presepe tradizionale vengono affiancati con gli attuali e irriverenti personaggi che si sono distinti in positivo o in negativo durante l’anno.
Per me la passeggiata è stata soprattutto un far "man bassa" di acquisto di cornetti rossi portafortuna in tutti i formati da regalare agli amici al rientro. Le quattro giornate del soggiorno si sono distinte per appuntamenti culturali e gastronomici che ci eravamo prefissati nei giorni precedenti. Il 23 dicembre quasi di corsa a teatro a vedere la divertente piece di Carlo Buccirosso “Il divorzio dei compromessi sposi” liberamente ispirata e adattata dal romanzo di Alessandro Manzoni. Il 24 dicembre la gita “fuori porta” a Sorrento in aliscafo.
All’arrivo al porto la visione è impareggiabile. Si guarda il panorama con occhi e naso all’insù con gli edifici sopra il grande costone di tufo che cambia colore durante il giorno. Una breve passeggiata per raggiungere l’ascensore che porta al centro storico e poi ci si immerge nel Natale sorrentino. Piacevole il piccolo tour sul trenino turistico che ci permetterà di vedere squarci di paesaggi sempre più estesi verso l’orizzonte che mostrano il mare e l'incantevole costa sulla penisola sorrentina. La musica tradizionale napoletana in sottofondo è la perfetta colonna sonora e la canzone “Torna a Surriento" cantata da Pavarotti la vera hit del nostro Natale.
Il rientro a Napoli all'ora del tramonto ci mostra la grande luna piena e l'emozione è unica all'aperto sull'aliscafo insieme a Vito. Il 25 dicembre dopo la rilassante colazione in hotel una piccola passeggiata ci condurrà in piazza Plebiscito per la foto di rito che ci ritrarrà tutti insieme … il Nick, Vito, Betty, Edoardo e naturalmente il sottoscritto. Un taxi ci porterà poi sul luogo dove festeggeremo a pranzo il Natale : borgo dei Marinari col Castel dell’Ovo in primo piano. Il ristorante Transatlantico con vista sul Vesuvio e e sul mare ci delizierà con un menù di eccellenza davvero gradito. In serata tutti (tranne il Nick) al cinema per la visione del nuovo film di Spielberg con Tom Hanks protagonista : “Il ponte delle spie”. Spettacolari riprese ai tempi della guerra fredda USA-URSS. Due ore di recitazione a grandi livelli. Il 26 dicembre abbiamo assistito in tarda mattinata al concerto per mandolini nella chiesa di San Giovanni Maggiore. Il gran finale ancora da Leon d’Oro per i rituali saluti. Il volo di rientro ci riporterà nella fredda e umida Milano. Il clima metereologico e l’atmosfera della città di Napoli ancora una volta ci hanno rallegrato. Buoni propositi per l’anno che verrà. Ancora una volta un encomio a Napoli e alla napoletanità. Qui sono a casa, me lo dice il cuore.
Post's song : "Torna a Surriento" performed by Luciano Pavarotti 
12/15

samedi, décembre 05, 2015

Top secret in London


Dalla finestra della camera da letto vedeva l’hotel dove stava lei con le prime luci dell’alba. Si era svegliato prima per godersi l’attesa dell’incontro. Lei lo raggiungerà più tardi per la colazione. Un bacio appena pronunciato sulle labbra sulla soglia dell’ascensore e si chiudono le porte. E’ l’ultima immagine di lei. Poi la corsa in taxi verso Victoria Station. Dal finestrino del cab la pioggerellina rende tutto così surreale. Sul grosso viale che porta a Buckingham Palace gli occhi di lui incrociano una carrozza a cavalli. Sembra il fermarsi del tempo. Gli arriva il messaggio di lei di buon rientro a casa. Lui ora sorride. Se avesse soltanto anticipato di un giorno il suo arrivo a Londra avrebbe evitato la domenica. La domenica non gli è mai piaciuta come giorno della settimana. È il preludio della quotidianità,  dell'ordinario. La giornata di sabato appena trascorsa era stata invece un susseguirsi di bei pensieri, di buoni propositi, anche di illusioni ma soprattutto di momenti di gioia e spensieratezza. Lo straordinario. Una lunga passeggiata per le strade di Londra fino a superare il ponte che porta dalla parte opposta del Tamigi, quella che ultimamente preferisce. Sotto le loro scarpe le ultime foglie dell’autunno. Lo scenario è incantevole. Il tavolo dove aveva prenotato per cena era già pronto. La grande vetrata sul Tamigi, sulla chiesa di Saint Paul e sui nuovi grattacieli, le luci sfavillanti della sera. E’ tutto così perfetto. Quasi da film il rientro in hotel in taxi e il ritorno nella stanza del suo hotel. Un altro giorno da incorniciare. Un altro giorno perso nei suoi occhi azzurri. Ecco cosa gli resterà di questo weekend in terra inglese. E’ felice e sogna ancora. Gli istanti meravigliosi vincono sempre sui sentimenti. Sa che la vita gliene regalerà altri. Si ricorda ancora quando scrisse qualche anno fa su un taccuino, dopo averla incontrata, che non avrebbe cambiato la sua vita con quella di chiunque altro. Quando si vivono queste emozioni si sentono le influenze positive del mondo. È lo stato di grazia raggiunto. Si avvicina il Natale. Bisogna essere più buoni. Lui lo sarà soprattutto con se stesso. Ha cambiato finestrino, da quello del taxi a quello del treno che lo porterà all’aeroporto di Gatwick. Altre percezioni, altri sogni. Non piove più ma prevale il grigio della campagna fuori Londra. Non torna col pensiero sui passaggi dei giorni trascorsi, preferisce immaginarne altri. L’inquietudine si trasforma in buonumore. Ha imparato ancora qualcosa da questo viaggio. L’ha imparato ancora da lei. Ora è sull'aereo destinazione Milano. Guarda fuori dal finestrino, si gode le nuvole e le bianche montagne. Adora sognare. La sua più cara amica lo verrà a prendere all’aeroporto. Le loro confidenze sostituiranno i finestrini della sua auto. Finalmente a casa. Ora guarda fuori dalla grande finestra con le montagne sullo sfondo e ripercorre le giornate appena trascorse. L'ultima loro immagine insieme sulla chaise longue in tessuto, sotto la lampada che illumina il profilo di Virginia Wolf della camera da letto, rimarrà il suo flash di Londra e di lei. Guarda dalla finestra del suo cuore e rivede quella giornata speciale. Save the date : december 5, 2015 saturday. La finestra della sua mente non ha più voglia di ritornare indietro. Guarda avanti. La vita continua. Gli servirà una pozione d’amore o dovrà lavorare affinché lei lo guardi con altri occhi, con quelli dell’eterna novità ? La complicità è il loro marchio di fabbrica e quello rimarrà per sempre.

Post's song : "Adventure of a lifetime" performed by Coldplay
12/15

samedi, novembre 07, 2015

Walking through history in Gdansk

Gdansk (questo è il suo nome in polacco) è la chiave di tutto. Non l’ho detto io, lo disse Napoleone in tempi non sospetti. In seguito Danzica (questo è il suo nome in italiano) verrà ricordata prima come il luogo cruciale dove fu accesa la miccia dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale con l’invasione della Germania nel settembre del 1939 e poi per la nascita nel 1980 di Solidarność, il movimento sindacale degli operai dei cantieri navali Lenin guidato da Lech Wałesa, che svolse un ruolo importante nel porre fine al regime comunista polacco e in tutta l’Europa dell’Est. Strategicamente posizionata geograficamente con lo sbocco al mar Baltico Gdansk è sempre stata oggetto di travagliata contesa tra la Polonia e la Germania nel corso dei secoli e al primo impatto si respira proprio l’aria del suo passato storico. Si potrebbe ipotizzare che Danzica sia ora una città polacca con anima anche tedesca. 
Al mio arrivo nel pomeriggio nello stupendo centro storico il buio sta già prendendo il sopravvento sul chiaro del giorno. Quasi fossimo a teatro si accendono, con l’illuminazione artificiale dei monumenti e dei palazzi, le luci della ribalta e qui inizia la magia. 
Nell’immaginario comune questa bellissima città viene associata ai cantieri navali e al conseguente grigiore dell’industria e non viene valorizzata come meta turistica. Per me è stata immediatamente una piacevole sorpresa. L’atmosfera è davvero incredibile. Di sera sembra quasi che tutto si vesta del colore dell’ambra, la resina degli alberi fossilizzata usata in gioielleria, di cui Danzica è la capitale mondiale. Le mie fotografie scattate nelle prime due serate ne sono la prova evidente, dove i colori spaziano da quello che si avvicina al whisky, al marrone più o meno intenso fino a tutte le sfumature del giallo. Questa gemma la troverete veramente dappertutto e i negozi e le bancarelle si susseguono quasi moltiplicandosi nelle vie centrali. 
Una visita al Museo dell’Ambra è quasi d’obbligo per sbirciare con una lente di ingrandimento i pezzi di ambra dove sono rinchiusi piccoli insetti. Danzica è da scoprire giorno per giorno, camminando nei suoi vicoli dove sono nascosti splendori particolari. Nonostante molti edifici siano stati minuziosamente ricostruiti in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale il cuore di Danzica è un piccolo gioiello architettonico tra i più belli d’Europa dove cultura e arte sono di prim’ordine dove si susseguono palazzi rinascimentali, barocchi, gotici, chiese ed 
edifici in mattoni rossi e una in fila l'altra le casette alte, strette e appuntite di influenza olandese. Oltrepassando l’arco della Porta d’Oro passeggerete lungo la pedonale Strada Reale (Via Lunga e del Mercato Lungo insieme) che si chiude con la Porta Verde. Al termine avrete la risposta alla mia ammirazione. La prospettiva d'insieme è entusiasmante. E da qui oltrepassando gli archi della Porta Verde si apre un altro incanto : è il molo dell’antico porto sul fiume Motława. Lungo la Riva Lunga anticamente attraccavano i velieri mercantili delle città della Lega Anseatica, mentre ora sono i traghetti e le imbarcazioni a motore anche a forma di vecchi galeoni a far compagnia alle piccole gioiellerie e ai laboratori per la lavorazione dell’ambra, alle caffetterie e ai ristoranti tipici aperti sull’imbarcadero. 
Anche qui l’atmosfera è davvero speciale e vi imbatterete a metà pontile a guardare in alto l'enorme struttura in legno scuro. Si tratta della Zuraw (altro simbolo della città), una gru risalente al XV secolo che nel suo fulgido periodo era la più grande di tutta Europa. Si caricavano e scaricavano con itinerari inversi le merci provenienti dal porto e dirette in città. A questo punto si ripassa da un altro arco, si risale parallelamente la Strada Reale e ci si ritrova davanti a un’altra meraviglia : la Ulica Mariacka. Ogni particolare di questa strada fa riecheggiare il recente passato e la fa riportare agli anni trenta, ai tempi del bianco e nero. E’ la più elegante e suggestiva via di Danzica. Scenograficamente da film. Qui si è conservata l’atmosfera della Danzica dei tempi dorati, con le graziose villette trasformate in botteghe dell’ambra molto ricercate e precedute dai gradini d’ingresso e dai tipici terrazzini detti przedproża, antisoglie.
Tra una boutique e l’altra, tra uno shopping e l’altro potrete rilassarvi entrando in un caffè  di ispirazione bohémienne. E’ un autentico splendore nelle ore del tramonto. In fondo alla via si apre imperiosa la figura della Bazylika Mariacka, la più grande chiesa in mattoni rossi del mondo. Si cammina nella storia, si respira l’aria di altri tempi. E tornando sulla Strada Reale non dimenticatevi di farvi immortalare davanti alla fontana di Nettuno, simbolo della città. E’ proprio davanti alla Torre del  Municipio e al Palazzo della Corte di Artù luogo d'incontro degli antichi mercanti … non potete sbagliare. E quando sarete stanchi di tutte queste bellezze e avrete del tempo a disposizione come l’ho avuto io ci sono altre belle alternative al viaggio.
La prima è proprio appena fuori dal centro storico ed è la fotografia della storia e dello spirito di trentacinque anni fa, quella del 1980 di Solidarność. Un po’ di nebbia non guasta per respirare il clima di quegli anni quando vi ritroverete davanti al cancello originale n.2 dello storico cantiere navale Lenin di Danzica, culla del libero sindacato guidato dall’elettricista Lech Walesa. Varcando l’inferriata blu l’emozione è grande. Per ripercorrere le tappe di quei giorni hanno recentemente aperto l’ECS il Centro Europeo di Solidarietà, un museo interattivo finanziato dall’Unione Europea. La seconda alternativa al viaggio parte dalla stazione centrale ferroviaria, trenta minuti di treno urbano e si arriva a Sopot, luogo di villeggiatura con spiagge bianchissime che si appoggiano sul freddo mar Baltico.
La strada principale di Sopot è la Ulica Bohaterów Monte Cassino, un bella via pedonale sul quale si affaccia, oltre ai molti negozi, una costruzione particolarissima chiamata la Casa Storta. Si tratta di un edificio dalla curiosa forma architettonica, realizzata ispirandosi ai disegni fumettistici di un famoso illustratore polacco Jan Szancer. La lunga strada pedonale conduce al molo in legno bianco, che sembra bucare le onde, più lungo d’Europa (512 m.). La terza alternativa al viaggio riparte sempre dalla stazione ferroviaria di Gdańsk Główny. Questa volta comodamente il treno vi porterà in una quarantina di minuti a sud di Danzica al Castello di Malbork affacciato sul fiume Nogat. Il Castello di Malbork è la fortezza in mattoni rossi più grande del mondo costruita nel XIII secolo. Il castello è diviso in tre parti collegate da ponti levatoi.
Passeggiate lungo il fiume e attraversate il bel ponte da cui si gode una magnifica vista mura difensive, delle torri e dei torrioni della fortezza. La nebbia che mi ha fatto compagnia anche in questa mattinata ha reso il tutto molto suggestivo. 
La stazione ferroviaria di Danzica, la già citata Gdańsk Główny è stato luogo e teatro dell’incontro quasi da letteratura dello spionaggio con Edoardo e la sua fidanzata polacca Aleksandra. Un’ora e mezza chiusi in una buia birreria di fronte la stazione a conversare confidenzialmente mangiando i pierogi (ravioli tipici polacchi nelle due versioni ripieni di patate e formaggio l'una e di carne l'altra). Sulla banchina in stazione al momento dei saluti gli schermi televisivi trasmettevano il trailer del nuovo film di 007 “Spectre”. L'ambientazione era perfetta e il fumo di una sigaretta offertami da Edoardo era dovuto.
Il loro treno per Varsavia delle 16.49 li avrebbe poi condotti in una nuova avventura. La mia era quasi al termine. La fuga a Danzica è stata sorprendente. Non mi aspettavo così tanta bellezza da una città che nonostante abbia sopportato tante distruzioni ha avuto sempre la forza necessaria per essere ricostruita, più bella di prima. Forse da questo, si può comprendere il suo motto, che invita a guardare lontano sapientemente ma con determinazione “Nec temere, nec timide?” (non temerariamente, ma nemmeno timidamente). La ricerca dei pierogi perfetti è stato il mio motivo dominante nel viaggio attraverso la cultura e la tradizione della cucina polacca. Accompagnateli da buona birra, la Polonia è il terzo produttore mondiale. Ma non dimenticatevi prima di lasciare Danzica di bere un bicchierino di vodka Goldwasser con piccole scaglie d'oro da 22 carati.

Post's song : "Iris" performed by The Goo Goo Dolls
11/15

lundi, octobre 19, 2015

The perfect day in London

Luton Airport. Nord di Londra. Inganno letteralmente l'attesa per il volo di rientro e col mio iPad abbozzo una prima stesura di quanto ho vissuto emozionalmente in questo lungo weekend di metà ottobre.
Londra non delude mai. In qualsiasi periodo dell'anno, in qualsiasi giorno della settimana, con qualsiasi tempo meteorologico é un'autentica certezza, una conferma continua. Ormai sono dieci anni consecutivi che ci ritorno, che sia per una partita del Chelsea, che sia per un concerto, che sia per vivere particolari festività, che sia per scappare da Milano in cerca di un luogo sicuro, Londra mi ricarica immediatamente e velocemente. Chi è stanco di Londra è stanco della vita avevo letto sul mio calendario appeso nella stanza di lavoro. La citazione é perfetta, nessun dubbio, nessuna trappola.
Londra ti colpisce per la sua vivacità, per il suo essere frenetica, per le possibilità che offre, per l'essere così avanti nei tempi a discapito delle sue tradizioni che mantiene inalterate e per le quali talvolta ti scontri col pensiero di contraddizione. Londra così colorata anche quando il cielo è grigio. Londra così popolata da far sembrare abitanti e turisti dei piccoli pesci in un grande acquario cittadino, dove ti puoi sentire e vedere come un salmone che risale la corrente per andare alla ricerca del tuo habitat rischiando di morire, mentre qui si va alla ricerca del vivere, della gioia di esistere. Londra che ogni anno diventa sempre più cara economicamente e che non ti lascia alcuna risposta se non quella del "si vive una volta soltanto". Non si bada a spese se la vuoi vivere bene e in fondo per qualche giorno non puoi tirarti indietro.
Armatevi ordunque di una buona carta di credito e lasciatevi andare alle emozioni, al piacere, al gusto e alla felicità di vivere. In queste cose sono sempre pronto, qualsiasi viaggio io debba affrontare. È già penso al prossimo. Per Londra sono sempre preparato anche se il viaggio arriva all'ultima ora. In questo caso è stata l'ennesima sconfitta della mia squadra di calcio il Chelsea, in un contrastante e incerto inizio di campionato. Non ci ho pensato due volte. So di essere un portafortuna dei Blues. I numeri parlavano chiaro. Dal 2006 fino all'ottobre scorso ho assistito a sette partite del Chelsea tutte vittoriose. Mi sono detto : "urge mia presenza alla prossima partita interna". Uno scambio di messaggi e di telefonate con l'amico Gary Staker e il posto in gradinata era già mio. Quante cose si possono compiere in un weekend a Londra ?
Intanto arrivando durante le ore del tea afternoon un salto immediato a Covent Garden é la prima cosa da fare per immergersi nella London di inizio novecento. A seguire una felice camminata verso Leicester Square con un occhio ai cartelloni per captare la presenza di qualche attore di passaggio a teatro (Nicole Kidman ...) o al cinema (l'attesa per la premiere del nuovo 007), poi un primo salto veloce a Piccadilly Circus per comprare la maglietta originale del Chelsea da Lillywhites e un altro per gustarmi un doughnut o donut (ciambella col buco allo zucchero). Piccole cose che ti riempiono di gioia. Carnaby Streeet è lì a due passi, tassativo transitarci. Questa volta mi sono fermato subito nel negozio di Liam Gallagher "Pretty Green" dove ho adocchiato e immediatamente acquistato un giaccone di color mix verde/marrone che si ispira allo stile e alla cultura mod degli anni ’60. La mia carta di credito sta dando il meglio e io non mi tiro indietro. Che soddisfazione ... come citava una vecchia canzone del compianto Pino Daniele. Ritorno sull’elegante Regent Street importante strada di forma arcuata e mi dirigo verso Oxford Street.
La Apple ha cambiato l’ingresso principale del suo store e l'ha peggiorato : mi domandò il perché. Sarà temporaneo o il post Steve Jobs fa danni anche nel restyling dei suoi stores ? Mi auguro sia la prima ipotesi. Oxford Street é sempre super affollata, sembra già Natale e in effetti le luminarie sono in preparazione. Per cena avevo prenotato un tavolo presso il Royal China di Queensway come da suggerimento della Dottoressa di Chirurgia Vascolare che ha preso a "cuore" la mia salute per la pressione ballerina. Cucina impeccabile, anatra arrosto gustosissima, servizio eccellente. Un posto lontano dalla Chinatown turistica, un posto per ritornarci in compagnia per poter dividere in maniera conviviale autentiche prelibatezze cinesi. La prima giornata, in fondo solo qualche ora, é terminata. Chi ben comincia ... Sveglia Lele sei a Londra. Corri a deliziarti con un “english breakfast” di rito. Uova, pancetta (oltre la mia), salsiccia, funghi, pane tostato, burro salato e marmellata di arancia.
Così si affronta la giornata, così ci si prepara per Londra. L'itinerario del giorno mi porta a Westminster Palace per attraversare il ponte sul Tamigi e catapultarmi sulla parte che ultimamente preferisco (come a Parigi anche qui é la riva sinistra ...). Per il pranzo avevo prenotato un tavolo con veduta impareggiabile sul fiume in una zona leggermente decentrata. Una lunghissima passeggiata mi condurrà poi in un viaggio nel gusto davvero notevole. Il mio incedere sul selciato coperto da alberi sotto la ruota gigante bianca mi fa attivare i buoni pensieri e le buone intenzioni. Mi ricordo di quel piacevole film con Dustin Hoffman (ci assomiglio un po' ?) ed Emma Thompson. Supero ponti dopo ponti, mi addentro nel mercato di Borough, assaggio formaggi inglesi, cammino e penso a ruota libera. Il Tower Bridge sovrasta il mio panorama, scatto una foto d’autore e visito il Museo del Design (piccola delusione così come quello di Copenhagen).
Anche qui mi domando : ma se il design fa parte della bella vita estetica, perché non lavorare su questo e sulla semplicità d'insieme ? Bah. Copro le due miglia rimaste, come da indicazione del Gps dell'iPhone ormai all'ultimo viaggio (Cinzia lucida il nuovo che sto tornando ...), in perfetto orario con la prenotazione al The Narrow di proprietà di Gordon Ramsay, seconda prova dopo l’At Claridge di qualche anno fa in coppia. Vista sul Tamigi attraverso la terrazza con belle vetrate, ottima cucina britannica rivisitata, personale attento e cordiale. Cos'altro ? Questa volta "chapeau" sir Ramsay. Terrina con cetrioli, salmone abbinato a peperoni e chorizo piccante, semifreddo al torroncino con lamponi. Menù a prezzo fisso a 25 sterline con un bicchiere di vino (ho scelto un bianco) abbinato. Splendido rapporto qualità prezzo. Rientro in hotel in zona King's Cross da anni la mia preferita nei viaggi solitari.
L'iPhone ha bisogna di carica non come me che ho l'ispirazione a mille. Un buon caffè con il bollitore in dotazione alla camera (con pannine incluse naturalmente) e una navigazione su Internet a 360 gradi per organizzarmi il giorno perfetto di domani. Vito mi spinge, e lo ringrazio pubblicamente, per abbinare la partita dei blues a un evento musicale e Londra ne ha ben d'onde. La scelta cadrà, e non poteva essere la migliore possibile, sull'ultimo concerto in terra britannica del tour di Graham Parker and The Rumour all'O2 Forum di Kentish Town a sole tre fermate di underground da King's Cross. Vado in un internet point, acquisto e stampo il biglietto. Fiero del raggiungimento dello scopo raggiungo il binario 9 e 3/4 della stazione di King's Cross e mi faccio scattare una foto "volante" col carrello che oltrepassa il muro in puro stile Harry Potter. Ora posso chiudere gli occhi, dormire e sognare. É sabato, il giorno perfetto sta per prendere vita. É sabato e a Notting Hill va in scena il mercatino di Portobello Road. Mi reco presto, quando ancora stanno preparando le bancarelle di antiquariato e quelle per i turisti d'ordinanza.
Scelta azzeccata, evito la folla che arriverà in mattinata inoltrata, respiro e vivo il quartiere che nel film con Hugh Grant e Julia Roberts é ben rappresentato. Cerco e trovo la casa dove veniva festeggiato il protagonista Will al 91 di Lansdowne Road. Urge visione immediata al rientro. Ma urge in primo luogo l'appuntamento con Gary Staker all'uscita dello spogliatoio del Chelsea. Vestito di tutto punto da vero supporter dei Blues incontro Gary e questa volta a differenza delle altre mi fermo per più di mezz'ora a parlare con lui. A tutto campo, dal Chelsea a Mourinho, dal lavoro, alle vacanze, dalla famiglia agli eventi futuri. Piacevole, cordiale, speciale direi. La nostra foto insieme che scandisce gli anni che passano sarà il suggello all'incontro.
Sorridenti entrambi, nelle nostre mise blue Chelsea, speranzosi per la partita a venire. Consegna del biglietto e presa di posizione sullo sgabello in alto dietro la porta dove Diego Costa, nel primo tempo, con un facile goal toglierà di mezzo la sofferenza del gioco e il patema delle mancate vittorie precedenti. Che gioia. Finirà due a zero grazie a un’autorete propiziata sempre da Diego Costa. I risultati parlano chiaro, porto fortuna. Con un sms successivo la gara mi propongo a Gary quando andrò in pensione per un abbonamento ad interim per accertata glorificazione. Tra la fine della partita e l'inizio del concerto di Graham Parker non mancano molte ore e le utilizzo per le solite ricariche elettriche in hotel.
È ora siamo al culmine della giornata perfetta. In un solo giorno, a distanza di poche ore, in una delle mie due città preferite da sempre, ho assistito e goduto alla partita della mia squadra di calcio prediletta e al concerto dell'artista musicale a me più caro  (l'unico del quale ho tutti i dischi). Concerto strepitoso. Il vecchio Graham Parker e la sua band storica (The Rumour) hanno tracciato una lista di canzoni che viaggia nel mio e nel loro tragitto di vita. Tre sole hits del nuovo album e il resto é storia della musica. Graham é in gran forma, balla, scherza, gode anche lui della bellezza del sound di autentico rock. Dopo due ore ininterrotte arriva il coprifuoco del locale. Alle ore 23 si chiude. Il pubblico e la band avrebbero voluto un "one more". Il mio "one more" sarà la prossima volta che tornerò a Londra. Quando ho bisogno di rigenerarmi, quando ho bisogno di ispirazione che le donne della mia vita possono affievolire,  eccomi pronto. Londra arrivo. Chelsea cerca di vincere, i pretesti per tornare non mi mancheranno. Londra non si visita, si vive.

PS ringrazio l’amico Umby per avermi portato in stazione e per essermi venuto a prendere al rientro a Malpensa con Patty, al volante della mia (o sua ?) Twingo prestata per l’occasione.

Con il volo di ritorno da Luton verso Malpensa ho raggiunto quota 300 voli !


Post’s song : “Hold back the night” performed by Graham Parker and The Rumour
10/15

mardi, septembre 29, 2015

Mykonos Paris non-stop


Dal 2009 (escluso il solo anno 2012) il binomio Mykonos Parigi è un punto fermo delle vacanze di fine settembre. Quest’anno in pratica e’ stata un’unica vacanza senza sosta, se non per il cambio del vestiario. Nell’ultimo giorno d’estate ci attendeva la baia di Platy Yalos a Mykonos nella struttura del Lady Anna Hotel. E' qui che abbiamo messo le radici in un angolo della piscina, proprio davanti le nostre stanze, che si affaccia sovrastando la spiaggia aperta verso il mare. Tre lettini (Betty, Vito e io) e un ombrellone. Questo è stato il nostro habitat per quattro giorni. Il tempo meteorologico è stato variabile rispetto agli altri anni quando all’orizzonte non si vedeva nemmeno l’ombra di una nuvola. C'è stata qualche spruzzata di pioggia, ma quando il sole sbucava dalle grigie nubi il caldo era più che piacevole. Nuove visioni di Mykonos, nuovi colori, nuove temperature. E’ autunno, la mia stagione preferita. Nonostante il tempo Mykonos non delude mai. E’ troppo bella per i suoi paesaggi e per la sua atmosfera; perdersi di sera nel labirinto bianco della Chora è sempre un’esperienza entusiasmante. In un piccolo negozio di arte orafa ho comprato un anello particolare che ho messo al pollice. Il disegno greco richiama l’infinito. il simbolo dell’infinito è l’otto messo orizzontalmente e l’otto è il mio numero da sempre.
 Quante associazioni in un oggetto personale. Nella lista dei sinonimi del significato infinito ci sono tante parole che mi fanno pensare al futuro. Il mio futuro arriva sempre così presto, il mio futuro è il presente. E il presente sarà in questa meravigliosa isola greca. Le giornate saranno scandite dal dolce far niente quasi fosse l’esatto passaggio di testimone con l’Ischia di giugno. Due isole, due assolute certezze. Non mancherà il rito del bagno alle sette e mezza/otto del mattino prima della colazione ereditato da miei anni al mare nelle nostre avventure di coppia qui a Mykonos, a Barbados e a Corfù.
Un vero toccasana rigenerante. Non mancherà nemmeno il rito della scelta del ristorante per la cena, dove la Taverna Nicolas sarà la regina incontrastata e la moussaka il piatto d’eccellenza. Non mancherà la passeggiata pre e dopo cena sulla costa per arrivare da “Nicolas” e quella già accennata all’inizio per godere dell’architettura a spruzzo delle piccole casette a forma di cubi bianchi in un quadro paesaggio dipinto sopra una tela azzurra/blu, lo stile tipico delle Cicladi. L’effetto è inequivocabilmente incantevole. Mykonos è sempre un bel sogno da vivere.
Il volo di ritorno ci servirà solo per andare a cambiare l’interno dei nostri trolley : destinazione Parigi. I costumi da bagno verranno sostituiti dalle camicie a fiori e il dolce far niente verrà rimpiazzato dalle scorribande in bici per le strade parigine. Per questa tre giorni nella capitale di Francia abbiamo scelto, come già provato a nella Copenhagen di maggio, l’esperienza Airbnb. La scelta è caduta su una bellissima casa in Rue Lecourbe strategicamente collocata adiacente la nostra zona preferita di Montparnasse. Casa tecnologicamente avanzata con due camere da letto per quattro persone (ci ha raggiunto Edoardo “Trofimov”) e una piccola stanzina wc separata dal bagno (?!?).
Vito e Betty hanno portato anche due entità del loro nucleo familiare, tali Cenerina e Cofelle o Cofelle e Cenerina che hanno addirittura un loro account in Facebook e si fanno ritrarre con lo sfondo di monumenti o di particolari ambientazioni. Bah. Nella prima giornata ho conosciuto Aleksandra la girlfriend polacca di Edoardo di professione attrice di teatro e cinema. Insieme abbiamo pranzato nel bistrot di Depardieu con la mia fotografia di rito con Priscilla Andreani musa di Gerard. Sempre insieme ci siamo poi incamminati verso l’Arc de Triomphe costeggiando la cupola dell’Hotel des Invalides, il dorato ponte di Alessandro III, le Grand Palais e parte degli Champs Elysées.
Raggiunto l’obiettivo del grande arco abbiamo salutato i due piccioncini lasciandoli per un paio d’ore di intimità prima della partenza di Aleksandra. Con Edoardo ci siamo dati appuntamento sugli scalini dell’Opera. Betty Vito e io per passare il tempo abbiamo passeggiato verso Place de la Concorde e lungo Rue de Rivoli con sosta di bisogno al Westin Paris-Vendome. Il Ritz è quasi pronto e il prossimo anno ci vedrà di nuovo protagonisti. Riunita la truppa … è già quasi ora di cena. Raggiungiamo il Palais Royal e da lì i passi per arrivare al nostro bistrot preferito “Cafè de Victoires” sono davvero pochi. Stappiamo una bottiglia di champagne. Siamo a Parigi, quale miglior scelta ? Il tragitto verso casa lo proseguiremo a piedi e alla fine della giornata saranno venti i chilometri percorsi così come da precise indicazioni dell’Apple iPhone 5s di Vito. Non male come inizio questo lungo weekend.
La luce del giorno e del sole filtra attraverso le finestre dell’abitazione che ci ospita. Vito e io scendiamo nella boulangerie all’angolo per acquistare croissant tutto burro e una baguette da dividerci per la colazione da fare in casa. Nel soggiorno c’è un iMac a 21”. Ci servirà prima per dare un sottofondo musicale a questo nuovo rito mattutino e dopo per programmare la giornata. Tante cose da fare, tanto tempo da riempire. Decidiamo di prendere subito le biciclette utilizzando il servizio cittadino Velib. Inizialmente perderemo un po’ di tempo davanti al monitor per scegliere le due ruote, ma poi ci abitueremo nell’arco della giornata. Il mio senso di orientamento e il mio conoscere le strade di Parigi ci eviteranno l’utilizzo della mappa della città.
Si pedala allegramente sull’asfalto della Rue Vaugirard, la più lunga strada di Parigi. Il primo step è vicino al Pantheon dove parcheggiamo le biciclette La location è presa dal film “Midnight in Paris” di Woody Allen. Sono le scale della Chiesa di Saint Etienne du Mont. Qui il protagonista accettava un passaggio su una bella vettura d’epoca e per incanto si ritrovava trasportato indietro nel tempo, nella Parigi degli anni venti. Il rintocco delle campane della chiesa nel momento del nostro autoscatto ci regala un’atmosfera di altri tempi, forse proprio quella degli anni venti. Decidiamo di passeggiare un po’ per respirare meglio la città. Un piccolo mercatino ci dispensa foie gras e formaggi. Proseguiamo oltre e ci fermiamo davanti la storica libreria “Shakespeare and Company” altra location del film.
Sta arrivando l’ora di pranzo, inforchiamo ancora i pedali delle biciclette e ci dirigiamo verso Montparnasse per sostare in una delle innumerevoli creperies della zona. Anche questo è un nostro piccolo rito. Dopo pranzo torniamo a “casa” per un riposino. Al risveglio si entra nel magico mondo di Jimmy Buffett. Indossiamo le nostre camicie a fiori e le collane stile caraibico. Metrò alla mano ci spostiamo verso Montmartre. Il locale dove Jimmy terrà il suo gioioso concerto è la Cigale. Ci mettiamo in coda insieme ai soliti “americani”. L’attesa è rispettata con fotografie e interviste della Margaritaville TV. Si entra in scena. Il vecchio Jimmy è in gran forma e il suo concerto scorre spensieratamente ed entusiasticamente per più di due ore. Cameo sulle note della canzone “Southern Cross” versione cover degli Crosby Stills & Nash … sul palco arrivano Graham Nash e Stephen Stills.
Vito lo aveva predetto. Il fine concerto sarà festeggiato ancora nel nostro bistrot Victoires con una bella fresca bottiglia di vino rosso Broully che accompagnerà la carne di manzo e di pollo, il puré e le patatine fritte. Il rientro in serata avverrà ancora in bicicletta. I quattro chilometri che ci separano da casa ci faranno vivere la Parigi illuminata di notte. Che splendida giornata. E sarà splendida anche la successiva, quella di domenica. E’ il 27 di settembre … vent’anni fa mi ero sposato. Una domenica senza auto cita la pubblicità sparsa per la città. Biciclette, biciclette e ancora biciclette. L’energia ce la daranno i croissant 100% burro che Vito svegliandosi prima degli altri ha contrattato (per via della chiusura domenicale della boulangerie) in una brasserie all’angolo di Rue Lecourbe. Il percorso della giornata inizia in direzione Tour Eiffel.
Qui scattiamo alcune fotografie con una prospettiva della torre seguendo e inseguendo la scenografia del film “La cena dei cretini”. Il passo verso gli Champs Elysées è breve. Le macchine non possono circolare sulla strada del lungo boulevard ed è veramente insolito vedere la prospettiva con l’Arco di Trionfo così piena di biciclette, un festoso happening delle due ruote che si stende per quasi due chilometri. Il nostro itinerario ci porta al vicino parco cittadino di Parc Monceau. Nel verde del parco si stagliano colonne corinzie che circondano un piccolo laghetto artificiale. Particolare anche il ponticello in stile veneziano. La sosta seduti sull’erba per una sigaretta e per i racconti universitari di Edoardo è quasi dovuta. Dopo il pranzo ci portiamo verso Montmartre. Una lunga scalinata col fiatone ed eccoci a Place du Tertre, la piazzetta degli artisti. Il Sacro Cuore e la vigna sono alle spalle e il panorama è splendido con il sole pieno.
Nella discesa verso la Senna Edoardo riesce perfino a fare una tappa dal parrucchiere di origini egiziane per un taglio delle punte e forse qualcosa di più. Edoardo come Sansone … ma i capelli gli ricresceranno in men che non si dica. Tour Saint Jacques, Conciergerie, Ile de la Citè al tramonto faranno sfondo per le nostre fotografie. La scelta del ristorante per la cena cadrà ancora una volta nel nostro bistrot dietro Palais-Royal. Ormai siamo di casa e la proprietaria Agata Cristine di origine polacche è lì che ci aspetta. Champagne, uova e insalata con caprini caldi per iniziare e vino rosso Broully con plateau de fromages (piatto di formaggi) a seguire. E’ l’omaggio del Nick in contatto telefonico da Milano. Il rientro verso casa ancora in bicicletta ci farà immortalare questa volta con lo sfondo della piramide di vetro del Louvre. Davvero un’altra splendida giornata sia per il tempo che per il paesaggio. Ultimo giorno a Parigi.
E’ lunedì e mentre il mondo lavora noi ci godiamo il sole delle ore della giornata a disposizione. Le spendiamo prima passeggiando nella zona del Centre Pompidou e poi seduti a bordo stagno del Jardin de Luxembourg (Giardino di Lussemburgo) il giardino del Senato francese dove Vito ed Edoardo armati di ukulele e armonica intonano arie di canzoni francesi e internazionali. Il pranzo finale decidiamo di “adempierlo” al Restaurant Polidor, ennesima location del film “Midnight in Paris” dove il protagonista incontra Ernest Hemingway. I prezzi sono buoni e la cucina è tradizionale. Un nuovo posto per noi. Il locale è del 1845. Una bella scoperta grazie a Woody Allen. 
Tornando qualche righe indietro a proposito dell'infinito e del futuro mi viene in mente una citazione del film "Ratatouille" che diceva : "Perché non qui ? Perché non ora ? E quale posto migliore di Parigi per sognare?"



Post's song per Mykonos : "Run" performed by Ludovico Einaudi
Post's song per Parigi " : "Southern cross" performed by Jimmy Buffett
9/15