"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

mercredi, septembre 29, 2021

Le mouvement perpétuel de Paris

Cambio di valigia, via gli asciugamani e i costumi sostituiti da un paio di polo Lacoste (per me) e siamo pronti per Parigi. Stessa squadra di Ibiza e Formentera. A due anni esatti di distanza ecco il nostro ritorno alla tradizione di fine settembre purtroppo con la rinuncia, dovuta al Covid, del concerto festoso e colorato di Jimmy Buffett e della sua trascinante band. Il “manifesto preparato” era per lo più culinario senza però ignorare un po’ di cultura e di movimento fisico. Quattro biciclette verdi (Veli'b) come puledri, scarpe comode per le lunghe passeggiate sui boulevards e soprattutto buon stomaco per accogliere le scelte dai menù dei ristoranti prenotati come da programma. Giacomo non tornava da tempo a Parigi e così gli abbiamo ridato un’infarinatura di base. In fondo è stata un “reunion” con un intervallo di più di quarant’anni (era la primavera del 1979) quando Vito, Giacomo e io andammo per la prima volta nella capitale d’Oltralpe con un camper “noleggiato” in compagnia degli amici Dario (Codini) e Giampiero (Biffi). All’epoca fu un vero evento. Per festeggiare anche questo memorabile avvenimento della nostra vita, immortalato dalla foto in Place de la Concorde, ci siamo prefissati una serie di presenze ai tavoli di ristoranti famosi, dallo storico Le Procope (il più vecchio di Parigi), allo scenografico Le Train Bleu, passando dal leggendario Bistrot de Paris (Gainsburg docet) al cinematografico Le Grand Colbert (set di “Tutto può succedere” e “Non sposate le mie figlie”). Nel mezzo un’ottima sosta alla creperie “Coeur de Breizh” suggellata da galettes bretoni e sidro dolce in zona Montparnasse e una comparsata al Bistrot Victoires che ci accoglieva sempre nel dopo concerto degli anni passati. Biciclette, metropolitana, funicolare, camminate estenuanti ma gioiose sono state i nostri “mezzi di trasporto” nel soggiorno parigino. In rassegna ma non in ordine cronologico siamo transitati davanti alla Torre Eiffel, sugli Champs-Elysées e all’Arco di Trionfo, al Sacro Cuore e alla piazzetta degli artisti, a Place Vendome, a Notre Dame, al Pantheon, all’Hotel des Invalides, al Louvre, alla Place des Vosges, al Palais Royal, a Saint Germain des Pres, all’Hotel de la Ville, a Tour Montparnasse, a Saint-Sulpice; e ancora in luoghi storici come il cimitero di Montparnasse, i locali Les Deux Magots e il Café de Flore (luoghi d’incontro di artisti) e il Café de 2 Moulins (Amelie), il muro del “Ti amo”. Abbiamo visitato il Museo D’Orsay bellissimo e ricco di opere d’arte dell’impressionismo e non solo e quello originale dell’Orangerie con le sale ovali affrescate con le ninfee di Monet. Abbiamo trovato Parigi un po’ troppo caotica e siamo stati delusi dall’Hotel Istria e dal Bistrot Victoires, ma nel complesso è stato un bellissimo felice break “gourmand” con racconti familiari, aneddoti e ricordi di vita che hanno contraddistinto i nostri soggiorni parigini degli anni passati. Parigi è un moto perpetuo, è l’essenza del vivere e della gioia stessa che sprigiona. Per me è una meta fondamentale e imprescindibile della mia vita. Quando la salute mi assisterà mi regalerò “un anno di Parigi” soggiornandoci una volta al mese per un weekend, per vedere il corso dei mesi e delle stagioni, per assaporarla in ogni sua sfumatura. Naturalmente non mi farò mancare le belle cose della vita magari qualche volta anche in buona in compagnia. Parigi davvero vale una messa. L’espressione significa “vale la pena sacrificarsi per ottenere uno scopo alto” (sarei disposto a rinunciare a qualcosa pur ...) e Parigi lo è. Amo tante cose di Parigi, adoro i suoi bistrot, le sue passeggiate, la sua cultura, il suo essere fonte di ispirazione, il suo passato, il suono della sua lingua, la sua gioia di vivere come più volte ho scritto. Parigi è il mio sogno.

Post's song : "Paris canaille" performed by Yves Montand

9/21

jeudi, septembre 23, 2021

"Sesenta" con alioli y sangría en Ibiza y Formentera

Un altro traguardo di vita raggiunto. Gli anni passano troppo velocemente e il mio cuore negli ultimi venti ha dovuto affrontare momenti non sempre felici pagandone probabilmente per le sofferenze, il dispiacere e le arrabbiature. Questo primo viaggio di settembre era stato programmato da mesi e la meta di Ibiza era, per tutti, una novità assoluta. Festeggiare i miei sessant’anni al mare e in buona compagnia è stato semplicemente appagante. Al trio storico settembrino di Mykonos e Parigi (Vito, Betty e io) si era aggiunto Giacomo, mio cugino figlio di Vincenzo fratello del Nick. L’impatto con l’accogliente Ibiza è stato subito elettrizzante. “Calda e verdeggiante” sono state le prime impressioni. La base era stata scelta a Sant Antoni de Portmany a nord dell’isola e la stessa si è dimostrata perfetta come punto di partenza per le sortite quotidiane e per la tranquillità del luogo. L’hotel Osiris si è rivelato una vera sorpresa per bellezza e qualità dei servizi. Dalla grande finestra con terrazzino della camera la vista sulla piccola baia “Platja Es Pouet” era proprio invitante e così non abbiamo perso tempo per immergerci nella sue calde acque. Una piccola dose di sole e poi via a rifocillarci al Chiringuito Ristorante Es Pueto per un pre-cena “con i piedi praticamente nell’acqua”. Fiumi di sangria “tinta e blanca”, fritto di tenerissimi calamari, gamberi all’aglio e la sbalorditiva salsa alioli (a base d’aglio) che in seguito avrebbe creato una vera dipendenza. Splendido benvenuto enogastronomico sull’isola. Una doccia rigenerante e una passeggiata sul lungomare di Sant Antoni giusto il tempo di vedere il tramonto arancione intenso e prendere posizione al tavolo che avevo prenotato per il mio compleanno. I festeggiamenti sono iniziati alla grande. I giorni a seguire hanno seguito una trama “scritta” al momento sulla base del meteo e delle calette da vedere sull’isola. La traccia quotidiana improvvisata prevedeva però una colazione abbondante con prodotti freschi di ottima qualità e poi le scorribande con la “nostra” confortevole Seat Arona che ci ha portato in giro per Ibiza. Tutte le scelte che si sono succedute giorno dopo giorno sono state degli autentici regali per gli “occhi” e per la “gola”. Spiagge con panorami meravigliosi e acque calde, ristorantini vista mare e relax per tutti tranne che per Vito e la sua energia positiva e sempre attiva. Splendide sono risultate la mattutina Cala Comte con le sue rocce vista isolotti adiacenti e la serale Cala Llonga dove abbiamo cenato praticamente sul mare nel locale “Amante”. Sorprendente anche la visita serale della parte vecchia di Ibiza ricca di localini ristoratori uno dietro l’altro con fiumi di persone liberate dai primi respiri delle restrizioni della pandemia. Così come emozionante la cena al Restaurante S’Illa des Bosc con il contorno di un acquazzone che ha reso unica l’atmosfera che ci circondava. L’ultima giornata di vacanza alle Baleari l’abbiamo trascorsa a Formentera (chiudendo per me il cerchio delle quattro isole) sulla bianchissima spiaggia Platja de Ses Illetes che si affaccia sulle acque che, a seconda delle sfumature cielo, assumevano colori incredibili che spaziavano in una gamma di turchese, celeste, azzurro e blu intenso. Il viaggio è stato una bellissima parentesi settembrina, in amorevole compagnia, con incantevoli perle per la vista e per il gusto. Un viaggio da ripetere per poter cogliere altri gioielli che per i pochi giorni trascorsi abbiamo dovuto tralasciare. Al rientro mi sono ricordato di un frammento del film “About a boy” dove il protagonista Will (Hugh Grant) citava : “… secondo me ogni uomo è un’isola e per di più questo è il momento giusto per esserlo. Questa è l’epoca delle isole. Cento anni fa era diverso, dovevi dipendere da altre persone. Nessuno aveva la TV, o i CD, o i DVD, o i video, o la macchina per farsi il caffè espresso in casa. A dire la verità non avevano niente per divertirsi. Oggi invece puoi crearti da solo una piccola isola paradiso. Con gli accessori giusti e, cosa ben più importante, con l’atteggiamento giusto, puoi essere assolato, tropicale, una calamita per le giovani turiste bionde. E a me piace pensare che io potrei proprio essere un’isola del genere, mi piace pensare di essere molto fico. Mi piace pensare di essere Ibiza …”. Non male come scelta direi.
Post's song :"Ci vuole orecchio" performer by Enzo Jannacci
9/21