Primi voli dell’anno, prima volta in assoluto in Sardegna. Ci sono voluti sessant’anni per arrivare in questa terra straordinaria. L’inizio della primavera, lontano dalla ribalta estiva, mi ha aiutato, insieme a Vito e Betty, a scoprire questa grande isola caratterizzata dalla bellezza e dalla diversità dei paesaggi. La primavera in Sardegna è qualcosa di speciale. Forse, insieme agli inizi dell’autunno, è la stagione perfetta per scoprirla. La primavera in Sardegna è un tripudio di colori dove “madre natura” saggiamente utilizza tutta la tavolozza per deliziare il viaggiatore. Dalle tonalità del verde dei prati e degli alberi di questa stagione, all’azzurro turchese dell’acqua che diventa blu intenso quando si va nel mare più profondo, dal giallo cangiante dei petali dei fiori fino ad arrivare all’arancione intenso dei tramonti. La Sardegna in primavera sembra un arcobaleno. Davvero non so da dove cominciare a parlare di Sardegna, perché non si può sfuggire al fascino inesorabile dell’Isola. Ti resta dentro e vorresti ritornarci ancora, subito. E sarà difficile scrivere per me senza dilungarmi nelle piccole emozioni vissute, ora dopo ora, nell’arco delle quattro giornate che ci siamo ritagliati per la nostra vacanza. La natura e la bellezza di questa isola la incontreremo subito nella splendida cittadina di Alghero, prima tappa del nostro viaggio di conoscenza della Sardegna. Il volo su Alghero è veloce. Il primo piacevole aneddoto è stato il noleggio dell’auto. La prenotazione accennava a una Mini Minor manuale, a benzina o simile e quel simile si trasformava in una BMW serie 1 diesel, bianca e soprattutto automatica. Nessuno di noi aveva mai guidato una macchina automatica e visto che la prenotazione era a mio nome mi sono dovuto avventurare a pilotarla con non poche divertenti titubanze. Pomello sulla D, piede destro sul pedale dell’acceleratore e via verso la città di Alghero alla ricerca di un rifugio per due notti. Alghero è la porta di nord-ovest dell’isola ed è uno dei luoghi più amati, grazie alle emozionanti passeggiate lungo i bastioni del porto, le case che prendono un colore speciale al tramonto e la splendida insenatura naturale affacciata sul mare smeraldo. Il suo litorale lungo circa 90 chilometri è detto Riviera del Corallo. Proprio sul litorale è iniziata di fatto la nostra avventura in Sardegna. Decidiamo di pranzare con vista mare e inoltrandoci verso il vicino Capo Caccia ci siamo imbattuti sulla spiaggia del Lazzaretto dove fortunatamente ci “aspettava” un tavolo praticamente in riva al mare. Pesce spada alla griglia e una bottiglia di fresco Vermentino : cosa chiedere di meglio come inizio vacanza ? Dopo pranzo siamo ritornati ad Alghero per respirarla e viverla quasi a marcarne il territorio. Il centro storico è la parte più affascinante della città. Un intreccio di vicoli che sbucano in piccole piazze o sul lungomare contornato dai bastioni. Le mura gialle e le case vecchie rievocano le origini catalane del paese, così come l’edificio religioso della Chiesa di San Michele, con la caratteristica cupola in maiolica colorata. Alghero è famosa anche per il corallo e l’arte manifatturiera locale la si ritrova nei piccoli negozietti sparsi nel centro storico. Proprio guardando le vetrine dei piccoli negozi che gli occhi di Vito hanno carpito una locandina che annunciava “a breve” la presentazione del nuovo libro di Fabio Volo “Una vita nuova” che affronta proprio la tematica del viaggio. Non ci siamo persi l’occasione per essere presenti e ascoltarlo di persona con la sua brillante e divertente dialettica. La parte finale del pomeriggio l’abbiamo letteralmente consumata prima vedendo il panorama della città dall’alto della terrazza all’ultimo piano dello Skybar dell’hotel Catalunya, poi lungo la passeggiata sui Bastioni ad ammirare lo spettacolo emozionante che la natura regala alle sere di Alghero : l’incredibile tramonto che ha colorato le nostre istantanee prima della cena. La cena ? Avevamo prenotato un tavolo all’elegante ristorante Mirador proprio a due passi dal punto panoramico dove avevamo assistito al tramonto. Dal sito del ristorante, mentre sto scrivendo il racconto del viaggio, leggo e riprendo fedelmente : “prendete un’antica dimora Patrizia del 1600 con i suoi stemmi, aggiungete botti di rovere, banconi di castagno e preziose riproduzioni d’epoca su pavimenti eleganti, mescolate il tutto con luci e colori risplendenti attraverso dei grandi vetri colorati, posate il tutto sui maestosi bastioni di Alghero e condite con vista e tramonti mozzafiato su Capo Caccia et voilà ... benvenuti al ristorante Mirador”. Il nostro tavolo è proprio nella sala interna ricavata nel giardino della dimora patrizia. Il nostro menù per la sera di benvenuto ad Alghero ? Spaghetti ai piccoli polpi di scoglio leggermente piccanti per Vito e Betty e fregola risottata allo stracotto di tonno, pomodoro confit e limone candito per me. A seguire, condividendoli, una sublime seadas artigianale (il dessert sardo per eccellenza) e una selezione di formaggi sardi con confetture e miele locale. La seadas fritta è in pratica una specie di tasca chiusa simile a un grande raviolo o panzarotto, ripiena di formaggio filante e servita con miele locale. Se cercate un luogo che rimanga per sempre nel vostro cuore, il ristorante Mirador è il posto giusto. Piatti della tradizione algherese rivisitati con impiattamenti gourmet. La prima intensa e splendida giornata di Alghero era terminata e credo proprio sia andata oltre le aspettative per le emozioni provate in tutti i sensi. La nostra domenica si apre con un cielo terso e un sole brillante. Puntiamo verso nord direzione Stintino. Prima di arrivarci facciamo una deviazione, grazie a un cartello segnaletico, verso la spiaggia di Ezzi Mannu dove si trova lo stagno di Pilo, sito dove nidifica la fauna protetta del fenicottero rosa. Emozionanti gli scatti prima e durante il volo degli stessi. Ne vedremo altri ancora, di ritorno da Stintino, nello stagno vicino la spiaggia delle Saline. La nostra destinazione principe della mattinata era la spiaggia della Pelosa a Stintino. Ora ce l’abbiamo davanti ai nostri occhi. Ci appare come un dipinto: sabbia candida, mare con tinte caraibiche che vanno dal celeste, al turchese, dall’azzurro che si confonde col cielo al verde smeraldo, e infine al blu intenso con la Torre della Pelosa come soggetto perfetto. Acqua alle caviglie per Vito e Betty e istantanee insieme di rito per questa oasi di sfolgorante bellezza. Il contorno di morbide collinette con le tonalità della macchia mediterranea ti ricordano che non sei ai tropici, ma in Sardegna con lo sfondo dell’Isola dell’Asinara. La Pelosa è stata più volte votata come miglior spiaggia d’Italia, spesso tra le prime in Europa e anche persino nella top ten delle più spettacolari al mondo. La mattinata è scappata via velocemente ed giunta l’ora di trovare, visto il tempo meteo meraviglioso, un tavolo in riva al mare per il pranzo domenicale. Puntiamo come prima scelta il ristorante sulla spiaggia di Mugoni, sempre sul litorale di Alghero, ma non avendo prenotato non riusciamo nell’intento. Prendiamo l’occasione per ammirare e per fotografare questa altra bellissima spiaggia, un altro paradiso di tranquillità fatto di sabbia chiara e di mare cristallino. Le spiagge di questa parte della Sardegna nord occidentale disegnano una scenografia unica e sarà ancora la “nostra” spiaggia del Lazzaretto ad accoglierci per il pranzo in ora pomeridiana. Nell’attesa del nostro tavolo Vito si avventura in un bagno nelle gelide acque trasparenti. Terminato il nostro pranzo, in orario da tè del pomeriggio, scendiamo sulla suggestiva litoranea a sud di Alghero per visitare l’incantevole borgo di Bosa su consiglio del grande calciatore Pietro Paolo Virdis. Il borgo è caratterizzato dalle sue case variopinte arroccate sulle pendici del colle dominato dal castello medioevale e dalle casette, che sembrano disegnate con la matita, lungo la foce del fiume che lo divide in due. Il ritorno in serata ci riporta al ristorante Mirador che era rimasto nel nostro cuore dalla sera precedente. Pescando dal menù la scelta è caduta sulle caserecce al ragù bianco di maialino, cagliata, erbette e crema di tartufo per Betty e sui cubi di agnello con polpetta di fegato fritto, verdurine agrodolci e pane alla menta per me e Vito. Per concludere questa volta non abbiamo pensato alla condivisione e ci siamo gustati una seadas calda a testa e un bicchierino di mirto come da tradizione. Anche la seconda giornata è andata sempre oltre le aspettative. E’ arrivato il lunedì e così inizia la nostra discesa verso Cagliari il capoluogo della Sardegna, dove avevamo prenotato il volo di ritorno. La BMW bianca scorre per l’interno della regione-isola colorato di verde. Arriviamo il tempo per lasciare le tre piccole borse nelle stanze del bed & breakfast nel Quartiere Castello e di inoltrarci verso l’immensa e bellissima spiaggia cittadina del Poetto sul litorale tra Cagliari e Quartu Sant’Elena, che mi ha ricordato quella del Mondello di Palermo. Pranzo vista mare dalle vetrate del ristorante scelto per via del maestrale, il vento fresco. Menù con orziadas (anemoni) fritte con sapore di mare e morbido tonno alla griglia. Sfruttando il bel tempo ritorniamo in città per il nostro pomeriggio cagliaritano con una visita partendo dal nostro Quartiere Castello. Subito incontriamo la Cattedrale di Santa Maria Regina dei Sardi e poi a seguire la Torre dell’Elefante. Scendiamo nel Quartiere Marina (porto) adocchiando i ristoranti per la scelta della cena e poi con una scalinata ci dirigiamo verso il Bastione di Saint Remy, uno scenografico e maestoso edificio di inizio XX secolo che si erge nel centro storico di Cagliari. Con un ascensore risaliamo verso la nostra BMW parcheggiata nella zona adiacente il nostro B&B per dirigerci di nuovo verso le spiagge cittadine, prima quella piccola di Calamosca e poi nella “nostra” Poetto come fosse un antipasto pre-cena. Cena tipica nel Quartiere Marina con immersione nella tradizione sarda con i “culurgiones chin tamata e afabica” (ravioli con salsa di pomodoro e basilico, ripieni di patate e menta), i “malloreddus a sa Campidanesa” (gnocchetti sardi con pomodoro e salsiccia) e i “durche sardu chin muscadu” (dolcetti sardi con moscato). Anche questa terza giornata in terra di Sardegna è terminata e la cena cagliaritana l’ha suggellata. Le ultime ore del nostro spettacolare viaggio le abbiamo spese sul litorale a sud-est di Cagliari, anticipandole con una fotografia dall’alto dell’anfiteatro romano. Il tempo meteo è nuvoloso e la guida verso Villasimius sembra quasi un itinerario del Nord d’Europa, con il “mare d’inverno”. Dopo Villiasimius proseguiremo verso Costa Rei e poi riprenderemo con destinazione Poetto per il pranzo (a base di risotto con rape rosse e pecorino, pesce spada con pomodorini e calice di vino rosé) che concluderà la nostra piccola vacanza. Ci precederanno gli scatti delle “vie del sale”, stagni “oasi” a pochi passi della città, dimore preferite dei fenicotteri rosa, qui decisamente più numerosi. La “nostra” Sardegna ci ha regalato momenti di felicità, anche enogastronomica, e sorprendenti emozioni visive. La Sardegna offre tutto quello che è possibile desiderare, nascondendo itinerari di bellezza senza fine, dove la flora e la fauna convivono con stupendo equilibrio. A parte il noleggio lussuoso della BMW i prezzi sull’isola sono stati al di sotto dello standard nazionale e questo è un altro ottimo motivo per la nostra promessa di ritornarci.
Post's song : "Sunrise" performed by Norah Jones
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