On the road … sulla scia degli ultimi viaggi in auto cominciati dall’ottobre scorso si ritorna con la Micra di Vito alla scoperta di nuovi posti della nostra terra natia. Le autentiche new entry saranno l’Isola d’Elba e la città di Pistoia, ma nuove emozioni ce le riserverà anche il ritorno a Firenze dopo tanti anni. La camera con vista di Portoferraio sulla spiaggia delle Ghiaie e quella di Firenze scenograficamente mozzafiato sui tetti del centro storico sono state la classica ciliegina sulle torta di un viaggio sensoriale. Ultimamente la Toscana ci ha regalato meravigliose scoperte per tenere alta la fiammella della gioia di vivere. Tema fondamentale, sempre ai primi posti della nostra lista viaggio, è stato il fattore enogastronomico che ormai lo consideriamo un fatto culturale. L’Italia, per la differenziazione del territorio e del clima, è in cima alle classifiche mondiali enogastronomiche, per noi una vera e propria esperienza alla scoperta di nuovi sapori. Si parte con la prima tappa a pranzo nel pieno centro storico di Pistoia con un vino rosso “a chilometro zero” che delizierà il menù con tagliere toscano dell’Osteria, polpette fritte con maionese alla barbabietola, baccalà al forno con ceci del Valdarno, rotolo di coniglio lardellato con erbette saltate e i loro cantucci alle mandorle con un bicchiere di Vin Santo. Il dopo pranzo sarà una tranquilla passeggiata sul pavimento della Piazza del Duomo, fulcro della vita religiosa, politica e giudiziaria della città. Da Pistoia, percorrendo il litorale tirrenico nel tardo pomeriggio, raggiungeremo il Porto di Piombino per l’imbarco per l’Isola d’Elba, sul traghetto con le fiancate e l’arredamento dedicati a Batman. Con la traversata d’atmosfera col buio della sera si arriva a Portoferraio. Ad aspettarci le nostre camere fronte mare con la vista sulla spiaggia delle Ghiaie e sullo Scoglietto di Portoferraio. La scelta di Portoferraio è stato un omaggio al compianto cuoco e ristoratore visionario Fabio Picchi dopo che Vito e Betty avevano visto in tv un ritratto presentato da Geo & Geo, che raccontava il suo stretto legame con l’Elba, con i frutti della sua terra, del suo mare, della sua cucina, della sua storia. I due giorni trascorsi sull’Isola ci hanno dato una bellissima prima lettura dell’Elba in un periodo dell’anno in bilico tra inverno e primavera che ci ha permesso una visione tranquilla, senza quella frenetica affluenza che gli regala l’estate. Con la Micra abbiamo percorso tutto il perimetro lungo mare con scorci su stupende spiagge e con soste nelle località, anche consigliate da Anna e Lucio già ospiti dell’Isola., di Marciana Marina, Marina di Campo, Capoliveri, Porto Azzurro e naturalmente la “nostra” Portoferraio. Ottime anche le soste enogastronomiche dove pesce e vino bianco hanno prevalso nelle scelte dai menù. Oltre che per le sue bellezze e per i minerali che si trovano nel sottosuolo l'isola d'Elba è nota, in Italia e nel mondo, per il legame con Napoleone Bonaparte. Il suo fu un esilio breve, anche se molto importante, di soli dieci mesi tra il 1814 e il 1815, prima della sua fuga per la riconquista del trono di Francia, preludio per poi andare incontro alla sua distruttiva battaglia di Waterloo. Moltissimi i riferimenti e le testimonianze sull’Isola del suo soggiorno-regno. A cavallo del solstizio di primavera si ritorna sulla terraferma dello stivale italico per il nostro soggiorno a Firenze. La scelta, della base presso l’Hotel Bellavista, prenotata in corso d’opera, si è rivelata vincente per la meravigliosa vista panoramica sia dalle camere che dal terrazzo esclusivo, dal comfort delle stanze e dalla posizione centrale a breve distanza dalle attrazioni “fiorentine”. Lasciata l’auto al coperto a riposare per due giorni ci siamo subito “lanciati”, vista l’ora di pranzo, alla ricerca di un bel piatto di carne alla griglia abbinata a un bicchiere di buon rosso. La scelta, azzeccatissima è caduta sull’autentico ristorante fiorentino “Giannino in San Lorenzo”, dove il filetto alla griglia con patate al forno e il rosso toscano di Montepulciano si sono rivelati deliziosi, perfetti per il nostro benvenuto nella città dell’arte. Da momento del dopo pranzo è iniziato il nostro tour cittadino di giornata passeggiando a zonzo per il centro storico, patrimonio mondiale dell’Unesco. Prima sosta di emozionante visione è stata quella della Piazza del Duomo con il Battistero di San GIovanni, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore con la Cupola del Brunelleschi e il Campanile di Giotto. Sia con la luce del giorno che illuminata per la notte la Piazza è di una bellezza assoluta. Percorriamo altri cinquecento metri e giungiamo alla Piazza della Signoria con il Palazzo Vecchio e le meravigliose statue che la adornano, tra le quali spicca quella del David di Michelangelo. Dalla piazza abbiamo deciso di perderci nei vicoli adiacenti per cercare una pasticceria per una frittella di riso e un caffè rigorosamente decaffeinato per me (con latte a parte) e la Betty e normale per Vito. Si cammina tanto ma con la gioia di vivere una città incantevole che non respiravamo da tempo. Proseguiamo direzione lungarno per vedere il Ponte Vecchio da tutte le angolazioni. La prima occhiata la diamo dalla parte degli Uffizi, poi varcandolo la daremo dal piccolo terrazzo del “Signorvino” fiorentino. L’Arno è stato negli anni sessanta teatro della tragica alluvione e vederlo in una spettacolare giornata di sole sembra quasi un paradosso. Si ritorna in hotel all’ora del tramonto per una piccola sosta per riprendere le forze per la sortita notturna di Firenze, splendida anche con l’illuminazione artificiale. La prospettiva spettacolare dalla terrazza del nostro hotel prima di addormentarci è il giusto finale di un pomeriggio così ricco di emozioni visive. Il mattino seguente, nell’ultimo giorno pieno a Firenze, seguiremo un itinerario programmato sulla traccia di due prenotazioni, pranzo e cena, nelle cucine del “Cibrèo” create e forgiate da Fabio Picchi, il vulcanico cuoco da me citato nelle righe di Portoferraio. La destinazione della tarda mattinata sarà il Piazzale Michelangelo, che rappresenta il più famoso punto di osservazione del panorama cittadino, riprodotto in innumerevoli cartoline e/o fotografie e meta obbligata dei turisti in visita a Firenze. Per raggiungerlo abbiamo scelto un percorso alternativo, lontano dal turismo di massa salendo, scendendo e risalendo piccole strade ricche di scorci sulla città. Dopo le foto “turistiche” di rito si ridiscende verso l’Arno, oltrepassandolo di nuovo verso il centro storico. Prima del pranzo faremo una simpatica sosta presso l’Enoteca Pontevecchio a pochi passi da Piazza Santa Croce. La sera precedente Vito si era messo in contatto con i proprietari ricordando il loro incontro con Edoardo (il nipote prediletto) al concerto benefico di New York nel dicembre del 2019 dove tra i grandi artisti c’era anche Sting. L’enoteca in questione, ho letto dal loro sito, seleziona vitigni regionali sconosciuti e la loro missione è quella di trovare vini con sapori fantastici. È molto simile alla degustazione di cibi diversi, dove tutti hanno un significato e molta storia. Offre anche la degustazione di olio extravergine di oliva e di aceto balsamico. Entrando ci ha accolti la proprietaria Laura e rammentandole di nuovo l’incontro con Edoardo è iniziata una conversazione dove Sting e la sua Tenuta del Palagio, hanno tenuto banco fino all’ora di pranzo. L’Enoteca Pontevecchio vende e promuove naturalmente i vini prodotti dalla Tenuta del Palagio di proprietà di Sting e di sua moglie. La cantina dell’artista produce etichette di pregio, i cui nomi sono ispirati alle canzoni più famose del cantante, come “Message in a Bottle“, “Sister Moon” e “When We Dance“ e Vito non si è lasciato sfuggire l’occasione di acquistarne tre bottiglie di rosso per gustarle insieme a casa. Uscendo dall’Enoteca ha avuto inizio l’esperienza di entrare nel mondo “Cibrèo” creato, progettato e plasmato, come sopracitato, dallo chef Picchi nel 1979. Abbiamo pranzato nella sua “Trattoria” (Cibrèino) con piatti particolari e deliziosi sia nel gusto che nella presentazione. Paté di fegatini di pollo del Cibrèo con crostini e panizza (a base ceci) con bietola e stracchino come antipasto; minestrone di verdure con riso rosso e lasagna al forno con ragù del Cibrèo come piatto principale. A concludere una torta al formaggio con marmellata di arance amare e una bavarese alla vaniglia con salsa di cioccolato. Un pranzo ben equilibrato e gustoso annaffiato con un rosso leggero della casa. Nel dopo pranzo ci siamo “persi” nei vicoli del centro storico prima di rientrare in hotel per godere del panorama baciato dal sole della sua terrazza. La cena l’abbiamo vissuta al “Cibrèo Café” gestito e curato nei minimi particolari da Giulio, il figlio del grande Picchi che ha ereditato il testimone del suo mondo. Giulio si è rivelato un vero istrione fra i tavoli e ci ha coccolato nel proporci e nel raccontarci il menù gastronomico fatto da una serie di antipasti “finger” del Cibrèo, tra i quali spiccava una squisita gelatina di curcuma, yogurt e limone, da un secondo piatto con la nostra scelta caduta sul fegato di vitella con purè e dal dolce finale col quale abbiamo concluso in bellezza una splendida giornata vissuta intensamente. Un’esperienza, quella dell’universo “Cibrèo” del Picchi, da ripetere magari testando gli altri tre locali che sono il “Ristorante”, il “Ciblèo” (con influenze tosco-orientali) e il Teatro del Sole dove si assiste, cenando, anche agli spettacoli promossi e curati dalla moglie di Fabio Picchi. Si riparte da Firenze, direzione casa, con una sosta speciale per coronare degnamente questo viaggio “on the road”. La scelta è caduta sul borgo di Boccadasse, appena fuori Genova, da me già visitato a maggio dello scorso anno, ma una novità assoluta per Vito e Betty. Il borgo colorato sul mare è stato teatro di uno splendido pranzo bordo mare, praticamente sulla piccola spiaggia, in maglietta a maniche corte per la temperatura meteo in rialzo. Acciughe impanate da condividere, tagliata di tonno, totanetti alla piastra e una bottiglia di Prosecco Superiore per festeggiare la perfetta riuscita del viaggio.
Post's song : " Small town" performed by John Mellencamp
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