Post's song : "As it was" performed by Harry Styles
samedi, décembre 31, 2022
Un anno di transizione il 2022
Natale itinerante nell'Italia Centrale
L’ultima “vacanza” dell’anno, sulla scia delle due precedenti, è stata un viaggio itinerante sul territorio dell’Italia Centrale sempre a bordo della Micra in compagnia di Betty Vito ed Edoardo. E’ iniziato tutto a Pàvana, sulle colline tra la Toscana e l’Emilia ed è terminato a Modena festeggiandolo con gnocco fritto, salumi e Lambrusco. Pavna e Mòdna, in dialetto scritto, sono le due località legate al cantautore e scrittore Francesco Guccini. La prima è dove ha trascorso la sua infanzia e dove vive tuttora, la seconda è dove è nato. Noi avevamo disegnato, fantasticando, un incontro col poeta “prestato alla musica” e, seguendo le orme dei Re Magi, siamo riusciti nell’intento portandogli in dono una bottiglia del suo vino preferito, il Gewürztraminer, e le mie miniature di Nutella per lui, per la moglie e per il suo nipotino. E’ bastato citofonare alla sua abitazione, attendere l’apertura del cancello, arrivare alla sua porta e accettare il suo invito a entrare in casa. La fortuna è stata dalla nostra parte e le fotografie di rito hanno testimoniato l’evento emozionante. Inizio elettrizzante di questo viaggio natalizio. Dopo la parentesi Pàvana, abbiamo deciso di dirigerci verso Lucca per concludere e gioire della giornata. L’impatto è stato sorprendente ed è facile restare affascinati da come questa città si sia conservata così bene nel tempo. Lucca è racchiusa all’interno di una cerchia muraria; si presenta come un piccolo scrigno, bisogna solo aprirlo e scoprirne i suoi tesori. Chiese, vicoli, torri, piccole piazze, campanili, botteghe artigianali dove prevalgono quelle con prodotti di pelletteria. Lucca è un concentrato di arte, storia e cultura dove la sua piazza simbolo, quella dell’Anfiteatro, per la sua singolare forma ellittica, ne diventa il suo ombelico. Sorta sulle rovine dell’antico teatro romano, oggi è completamente circondata da una schiera di case che le fanno da cornice. In serata, dopo aver vagato alla ricerca di angoli e vedute particolari, ci siamo fermati per cena a base di calde zuppe locali. Il mattino seguente dopo aver dato una “ripassata” di Lucca con la luce del giorno abbiamo proseguito per arrivare all’ora di pranzo a Badia al Pino in provincia di Arezzo dove ci attendevano i colleghi-amici di Edoardo della compagnia Butterfield and Robinson che opera nel settore delle vacanze attive itineranti di prestigio. Dopo le presentazioni e il pranzo insieme, la visita della loro struttura operante in Toscana ha suggellato l’incontro con i saluti e gli auguri in vista del Natale. La parte restante della seconda intensa giornata, tra uliveti e vigne, l’abbiamo trascorsa prima a Bagno Vignoni località ubicata nella splendida Val d’Orcia, famosa per la sua piazza principale che è una grande vasca termale e in seguito a Montepulciano in provincia di Siena, borgo medioevale arroccato su un colle dal quale la vista si perde tra le stupende colline toscane. Il centro storico si snoda lungo ripide stradine in salita che portano fino alla cima del borgo. Qui abbiamo consumato un’ottima cena annaffiata dal vino nobile di Montepulciano. Terzo giorno : la vigilia di Natale. Giornata all’insegna dell’emozione passando dalle rive del lago Trasimeno al bellissimo borgo umbro di Spello, dove abbiamo pranzato in modo eccelso con una scelta a base di baccalà (arrosto e in zuppa) e di gnocchi di patate al profumo di tartufo nero di Norcia. La distanza verso la nostra destinazione “principe” del Natale è di soli quindici minuti di strada. Assisi ci stava aspettando. Il tempo di riporre i nostri bagagli all’hotel da Angelo ci siamo diretti per la missione/sorpresa/incontro con Padre Mario, il nostro affettuoso pro-cugino francescano una vera istituzione ad Assisi. Il suo nuovo rifugio è alla Basilica di Santa Maria degli Angeli di Assisi, famosa per la “Porziuncola” la piccola chiesetta situata all’interno della stessa. La Porziuncola è annoverata tra i luoghi francescani più importanti: tra le sue mura San Francesco comprese la sua vocazione, accolse Santa Chiara e i primi frati, e ricevette il cosiddetto Perdono di Assisi. Dopo aver cercato in ogni angolo della Basilica la minuta ma illuminante figura di "Mario", quasi fosse una caccia al tesoro, ecco finalmente l’incontro all’uscita della stessa. Mario è rimasto emozionalmente sorpreso della nostra venuta e noi abbiamo provato le sue stesse sensazioni raccontandocele poi a un tavolo all’aperto, visto il clima mite di questi tempi, davanti un aperitivo frizzante. Dopo esserci dati appuntamento con Mario per il pomeriggio del giorno di Natale noi abbiamo iniziato a vivere il “Natale” di Assisi con una doppia visita con le luci e le luminarie artificiali, prima e dopo la pizza della vigilia. Assisi a Natale si presenta e si veste di luce e di colore dove le rievocazioni della Natività sono le protagoniste con i presepi di tutti i generi. Bellissime le proiezioni artistiche sulle principali chiese di Assisi. Assisi ci è apparsa come un presepe naturale e il Natale qui si fa sentire in maniera importante e suggestiva. Le camminate del giorno si faranno sentire fino a notte inoltrata e il rientro in hotel sarà davvero ristoratore. Quarto giorno : è Natale. Dopo la prima colazione, immersi in una nebbia avvolgente, abbiamo fatto visita prima alla piccola chiesa di San Damiano e poi con un’ennesima camminata in salita ci siamo diretti verso la Rocca Maggiore che domina Assisi e la valle sottostante. Bellissimo lo scorcio sulla Basilica Superiore di San Francesco d’Assisi dove le istantanee fotografiche si moltiplicano. Si ritorna all’Hotel da Angelo per il pranzo di Natale tradizionale con specialità umbre e un graditissimo piatto di cappelletti in brodo di cappone che replicheremo in serata insieme a Mario dopo il pomeriggio trascorso al “suo” convento di Rivotorto costellato di racconti francescani intervallati da quelli familiari. Quinto giorno : Santo Stefano. Si parte in direzione della Piana di Castelluccio di Norcia, una piana meravigliosa che incanta la vista e richiama a paesaggi da cinema. Da ritornarci nel periodo della Fioritura (delle lenticchie), tra fine maggio e la metà di luglio, dove la magia prenderà maestosamente forma e visione. Uscendo dalla Piana si incontra il cartello del passaggio dall’Umbria alle Marche e noi ci prodigheremo per arrivare ad Ascoli Piceno per l’ora di pranzo. Durante il percorso transiteremo anche davanti a strutture letteralmente devastate come conseguenza dei terremoti passati. Eccoci ad Ascoli Piceno, novità per tutti. Passeremo per il salotto buono della Piazza del Popolo con il Palazzo dei Capitani del Popolo e poi ci perderemo tra i vicoli alla ricerca di una buona tavola per il pranzo di Santo Stefano. Vivremo una splendida pausa ristoratrice presso l’osteria “il Vinattiere” con un pasto a base di specialità marchigiane-abruzzesi di ottima qualità e gusto presentato e descritto in maniera eloquente dal proprietario Piero. Superbi anche i vini e l’olio della zona. All’uscita ci dirigeremo nella Piazza antistante la Cattedrale di Sant’Emidio per una un’occhiata finale della città. Non c’è sosta in questo viaggio emozionante in questa parte dell’Italia Centrale e quindi si riparte verso il mare adriatico. Con il mare sulla destra dei finestrini continuiamo il nostro viaggio in direzione Ravenna, altra novità per tutti. Ci arriveremo giusto in tempo per una passeggiata serale pre-cena. La città capitale dei mosaici ispirò il sommo Dante Alighieri durante gli ultimi anni di vita e lungo le vie del centro storico si succederanno le luminarie con i versi della Divina Commedia. Troveremo ristoro in serata per una cena all’enoteca Ca’ de Vèn nel cuore di Ravenna, in un palazzo quattrocentesco nei pressi della tomba di Dante e dei principali siti legati alla figura del Sommo Poeta. La Ca’ de Vèn costituisce un punto di ritrovo per ravennati e viaggiatori di passaggio, trasmettendo un fascino d’altri tempi e un atmosfera di convivialità. Dal menù sceglieremo : cappelletti ripieni di parmigiano in brodo di cappone, pappardelle ai funghi porcini, piadina allo squacquerone, cicoria ripassata, zuppa inglese e ciambella romagnola abbinati al Lambrusco di zona. Sesto giorno : il rientro. Come a Lucca rivedremo Ravenna con la luce del giorno. Decidiamo di dare lustro ai famosi mosaici bizantini. Vedremo quelli bellissimi delle Basiliche di Sant’Apollinare Nuovo e di San Vitale intervallandoli con una visita a un piccolo laboratorio adiacente la nostra base al Palazzo Galletti Abbiosi, un tempo residenza di un Conte ravennate per poi diventare un orfanotrofio femminile che sarà infine convertito a hotel. La conclusione del nostro viaggio di Natale avverrà a Modena come citato a inizio racconto, davanti a un leggerissimo e squisito gnocco fritto. E’ stato un viaggio ricco di emozioni, di panorami, di racconti, davanti a primi piatti gustosi, eccellenze dello scenario gastronomico regionale italiano. Più che un racconto ho descritto questa vacanza con appunti di viaggio. Le emozioni che si vivono non sono facili da raccontare e scrivendo mancano tutte quelle sfumature, quei profumi, quelle sensazioni che si provano giorno dopo giorno. Si arriverà in un futuro prossimo ad avere un dispositivo con queste caratteristiche ? Chi vivrà vedrà.
Post's song : "Everyday I write the book" performed by Elvis Costello
12/22
mardi, novembre 22, 2022
Le sud de la France au temps du Beaujolais Nouveau
samedi, octobre 29, 2022
Champagne et Paris, un voyage pétillant
dimanche, octobre 09, 2022
Ferrara e Mantova, le "duchesse" sulla via della zucca
Sono sorprendenti le emozioni che si provano in un viaggio, come avevo scritto nel precedente post, e se questo avviene in solitario alle stesse si aggiungono pensieri che talvolta si ripetono e che spaziano su tanti argomenti. In questa mia fuga di ottobre 2022 ho pensato molto al concetto di abitudine e novità, quando si supera la soglia che fa oscillare l’ago da una parte o dall’altra. La verità sta nel mezzo secondo il mio modesto parere. E’ un concetto molto ampio, che spazia dai sentimenti, alle scelte di vita, al piccolo micro-mondo personale che ci circonda, alle persone che ci condizionano e perché no anche ai beni materiali. Non bisogna perciò sorprendersi quando ognuno di noi può diventare una novità per un altro, ma questa novità alla lunga diventa abitudine se non la si plasma in un contesto e in un momento storico della nostra vita. Tutto ciò è per dire che anche quando si viaggia le novità devono regalarci pillole di bellezza visiva e di saggezza culturale da conservare nella nostra mente insieme agli odori che ci possano ricordare un posto, un luogo, un amore. L’abitudine è la nostra comfort zone e quindi ci sono dei luoghi che rivedremo gioiosamente, meglio se a distanza di tempo, per il fatto che ci potrebbero essere novità da vivere. Non bisogna fossilizzarsi perché questo porta a una chiusura mentale tipica del restare sulle proprie convinzioni su qualsiasi argomento. Viaggiare serve anche a questo, a vedere cose nuove, a viverle anche per un piccolo periodo, proprio per il fatto che esistono altri mondi oltre al nostro personale. Lasciarsi andare fra arte, natura, sapori, paesaggi nei luoghi in cui il tempo ha lasciato testimonianze di storie memorabili. Questo è stato il piacere particolare che mi hanno regalato Ferrara e Mantova e i loro territori. Sono conoscenze penetranti e ricche di emozione, che coinvolgono mente e palato, quelle che ti offrono queste terre dove si custodiscono e si tramandano antiche tradizioni e nello specifico enogastronomico le trasformano in straordinarie eccellenze di gusto. Anche in questa mia avventura sulla “via della zucca” si sono esaltati i sensi della vita. Appena arrivato a Ferrara, giusto il tempo di lasciare il mio zaino in un hotel storico a cinque stelle, mi sono impegnato nella ricerca di un buon ristorante visto che il giorno di chiusura, per molti locali, ho scoperto essere il martedì. Ho cominciato la mia conoscenza culinaria locale con un piatto di cappellacci di zucca al ragù con un bicchiere di buon Lambrusco e l’assaggio della tenerina, uno dei dolci tradizionali a base di cioccolato. Confesso che non amo molto la zucca e il sapore dolciastro che regala in alcuni piatti ma mi sono poi ricreduto la sera del giorno dopo al Ristorante Ca’ D’Frara che me l’ha proposta meravigliosamente a tocchetti in una insalata abbinata al suo fiore. A seguire il sorprendente pasticcio ferrarese di maccheroni raccolti in una cornice di pasta frolla e per concludere una deliziosa zuppa inglese al cucchiaio. Ferrara naturalmente non è solo rivolta al senso del gusto, ma regala scorci di vita quotidiana provinciale arricchiti da un contesto rinascimentale davvero incantevole. Il centro storico è facilmente visitabile a piedi ma è un dovere noleggiare una bicicletta per fare l’impagabile giro completo delle mura. Il Castello degli Estensi, la Cattedrale, il Palazzo dei Diamanti, la Piazza Trento e Triste sono i gioielli storici della città, ma le piccole deviazioni nel centro medievale mi hanno regalato delle autentiche sorprese come calpestando l’acciottolato della Via delle Volte, tra archi (da cui deriva il nome) e passaggi sospesi che la attraversano. E’ qui che aleggia un certa atmosfera che ricorda i tempi dei secoli passati. La stessa atmosfera l’ho poi ritrovata nella splendida Mantova. La distanza fra le due città è di soli novanta km e almeno per metà trascorse in compagnia del fiume Po. All’arrivo a Mantova si è subito rapiti dallo skyline mozzafiato della città attraversando il Ponte San Giorgio per l’accesso alla città. Mantova è la perfetta location per un weekend anche romantico. Pensate a un borgo suggestivo circondato da tre specchi d’acqua (piccoli laghi ricavati dal fiume Mincio) e godete del panorama che ho citato iniziando a scrivere di Mantova, il suo skyline, che è straordinario a tutte le ore del giorno, ma se siete fortunati col tempo meteo al tramonto lascia davvero il fiato sospeso. Mantova è un gioiello del Rinascimento italiano e i suoi monumenti, i suoi palazzi, le sue chiese lo testimoniano chiaramente. Tante sono le cose da fare a Mantova e io ho cercato di condensarle al meglio nelle ventiquattr’ore trascorse. Appena arrivato, dopo aver lasciato il bagaglio, mi sono diretto verso Piazza delle Erbe. Qui è arrivato inaspettato l’incontro al tavolo di un caffè con il regista Pupi Avati, divertente e affascinante siparietto nella mia vacanza. Piccola chiacchierata e selfie di rito sulla scia degli insegnamenti di Vito. Il giovedì è giornata di mercato e trovare un locale per gustarsi un buon pranzo senza essere assorbiti dalla folla non è facile. Nonostante ciò, proprio nella grande piazza dove padroneggia il Palazzo Ducale, mi sono fatto attrarre da un cartello che proponeva il risotto alla mantovana (con la salsiccia) e il panino con il salame mantovano : non mi sono lasciato sfuggire l’occasione e abbinandoli al lambrusco, anche in questo caso rigorosamente mantovano, ho deliziato il mio palato. Nel pomeriggio mi sono diretto a Palazzo Te, un’architettura splendida con riferimenti alla vita dei Gonzaga. Dopo un piccolo relax in albergo con una bella camminata mi sono precipitato oltre il Ponte di San Giorgio nel punto panoramico per scattare delle istantanee del tramonto dello straordinario skyline. Sono stato fortunato come potrete vedere nel mio link delle fotografie su Flickr. Al rientro dopo un assaggio di culatello con la mostarda di mele mi sono rilassato, attraversando i bellissimi portici, con un buon cappuccino ai tavolini con vista sulla Piazza delle Erbe. La piazza sullo stile tardo gotico e rinascimentale è ricca di negozi, ristoranti e locali, Questa animata piazza è il vero cuore pulsante di Mantova e con l’aiuto delle luci della sera che hanno reso il tutto molto suggestivo ho fatto quelle riflessioni scritte a inizio racconto. Il tempo vola davvero, non dobbiamo perdere le occasioni che la vita ci presenta quando si hanno le possibilità di viverle. Carpe diem alla napoletana come diceva Pupella : prenditi i giorni buoni … L’indomani ho visitato il Palazzo Ducale con le sue chicche di stanze, cortili e giardini e ho fotografato, all’interno del Castello di San Giorgio la più importante opera d’arte di Mantova, l’affresco di Mantegna, la “Camera degli sposi”. Al mattino lasciando l’hotel a Ferrara avevo fotografato nel suo giardino una carrozza e l’impressione che ho avuto in questi giorni era di ritrovarmi da un momento all’altro nei tempi e nei fasti che li hanno contraddistinti. Sono due città tranquille ma nello stesso energiche dove si possono acquistare anche tantissime prelibatezze locali, come la torta sbrisolona, proposta a ogni angolo di Mantova, il salame mantovano, la mostarda, la pasta fresca per celebrare i celebri “ravioli” (cappellacci o tortelli) di zucca, la coppia ferrarese (pane intorto e ritorto), il dolce “pampepato” di Ferrara e se ci si sposta di qualche chilometro anche l’anguilla dei lidi ferraresi. Naturalmente l’ho certificata, senza però assaggiarla, con una piccola escursione nell’affascinante località di Comacchio che si affaccia sul Parco del Delta del Po. Qui mi sono soffermato a vedere il Ponte dei Trepponti e il dedalo dei suoi canali. E proprio nei dintorni di questi luoghi sono nati i genitori della mia amica del cuore Anna alla quale dedico il mio scritto. Ho trascorso quattro giorni circondato dall’incantata atmosfera di Ferrara e Mantova con gli infiniti tesori rinascimentali tra castelli, corti e palazzi unici al mondo, patrimonio dell’Unesco. Per festeggiare cotanta bellezza prima mi sono regalato una gita fluviale sul Mincio con vista inconsueta su Mantova e ho pranzato sulla via del ritorno al Caffè La Crepa (trattoria, enoteca, gelateria) di Isola Dovarese in provincia di Cremona, nel cuore della Pianura Padana. Il luogo è sulla maestosa piazza Matteotti di questo piccolo borgo che si trova pressoché equidistante da Cremona, Mantova, Parma e Brescia, situato a ridosso del fiume Oglio. Menù a base di marubini (tortellini) ai tre brodi, scaloppa di foie gras spadellata (il mio piatto preferito) e lo zuccotto classico delle trattorie degli anni settanta. A fine pasto la visita alle cantine su loro invito è stata ben gradita. Il viaggio ti regala sempre stupori unici da rinchiudere nello scrigno della memoria sensoriale.
samedi, août 06, 2022
Sur la "Route des Grands Crus" de Bourgogne
mardi, juillet 05, 2022
Return to Mykonos
Post's song : "True" performed by Spandau ballet
6-7/22
mardi, juin 28, 2022
The disarming beauty of Skopje
lundi, mai 30, 2022
A la conquête de la Lorraine
Dopo i precedenti nove viaggi in compagnia, ecco la mia prima evasione da sessantenne in solitario. Avevo bisogno di trascorrere qualche giorno lontano da tutto e da tutti e sono andato alla conquista della Lorena, regione della Francia a pochi chilometri dai confini della Germania e del Lussemburgo. Metz e Nancy erano nella mia lista viaggi e finalmente ho potuto mettere la spunta nell’elenco. Viaggio costellato da imprevisti risolti da scelte decise nell’arco di pochi minuti e da conseguenti spese sostenute senza pensare troppo e soprattutto dalle note liete di vivere due città semplicemente incantevoli per il loro splendore, la loro ricchezza e la loro magia. Tutto ha avuto inizio dal volo per Lussemburgo cancellato leggendo il tabellone a Malpensa e dalla corsa per prendere prima il treno e poi il taxi verso Linate, dove nel frattempo avevo prenotato un altro biglietto cambiando la compagnia aerea. Tutto ciò mi ha permesso di raggiungere la città di Metz con qualche ora di ritardo ma in tempo utile per farmi una bella dormita rigenerante in attesa del domani e del programma che avevo messo in preventivo. Già … il domani. Quanti pensieri negli ultimi tempi, vuoi per la salute, vuoi per il lavoro, vuoi per il futuro incerto. In questo viaggio, in più di un’occasione, mi sono imbattuto in scritte che riportavano alla parola “sorriso” quasi mi seguissero passo dopo passo. E così ho pensato subito alle due citazioni del grande Charles “Charlie” Chaplin : “Un giorno senza sorriso è un giorno perso” e “La felicità è il riflesso di un sorriso". E alla fine del viaggio, con tutti gli contrattempi che si sono susseguiti, ho fatto un’ulteriore considerazione sull’aforisma sempre dell’immenso Chaplin che sosteneva che per la vita ci vuole “ci vuole coraggio, immaginazione e un po’ di soldi”. La vita è meravigliosa, se non se ne ha paura. Parole sante. Quel domani è arrivato con la luce del giorno che filtrava dalla finestra della camera e così ho incominciato a respirare il mio viaggio in solitario. Metz mi aspettava. I primi passi verso la conquista della Lorena, alla fine della lunga e intensa giornata saranno più di quarantatremila (26 km), li ho fatti in direzione della scintillante Cattedrale Saint’Etienne che al suo interno custodisce le splendide vetrate di Marc Chagall che mi hanno riportato a quelle della Chiesa di Fraumünster di Zurigo. Situata direttamente accanto alla cattedrale gotica c’è la storica struttura del Mercato Coperto alimentare (Marché Couvert) impreziosito dai banconi dove in bella vista formaggi, carne, pesce e verdure si contendono gli occhi e la gola dei clienti. Ho scoperto in seguito che la gastronomia della Lorena ha creato delle specialità uniche in Francia come la quiche lorraine, conosciuta in tutto il mondo, il paté lorraine, le madeleines, i macarons, il famoso babà al rhum e la fantastica mirabelle, la tipica prugna da degustare sotto tutte le forme. Metz è attraversata da due fiumi, e dalla Place d’Armes, cuore pulsante della città, le sponde della Mosella sono letteralmente a ridosso della stessa. Eccomi ordunque a immortalarmi con lo sfondo da cartolina del Temple Neuf seguendo lo slogan-consiglio di un film francese appena uscito “On sourit pour la photo” (sorridiamo per la foto). Questa sarà una delle ultime fotografie prima che la mia fedele Canon GX9 mi lasci per sempre cadendo rovinosamente dal punto di appoggio rompendosi lo zoom. Ecco che subentrano le scelte veloci accennate a inizio racconto e la FNAC (grande magazzino audio-video e dintorni) è lì dietro l’angolo ad aspettarmi. L’acquisto è rapido e ora ho tra le mani una nuova fiammante Canon GX9. Quel “… e un po’ di soldi” della citazione di Chaplin è stato profetico. Il tempo corre veloce e non posso far attendere il tavolo prenotato per il pranzo al Ristorante Terroirs de Lorraine nel quartiere della Stazione (gare). Eccellente la scelta che cadrà sulla quiche lorraine, da un rosso leggero della Mosella e da una crème brulée aux mirabelles, praticamente in un solo pasto tre specialità con prodotti della tradizione. Nel frattempo il meteo diventava a dir poco splendido e quindi dovevo assolutamente raccogliere più istantanee possibili di Metz. Prima farò un salto alla Porte des Allemands una porta fortificata di Metz che sembra un piccolo castello medievale attraversato dal fiume Seille in un ambiente da cartolina e poi ritornerò nei pressi della stazione per ammirare l’imponente Centre Pompidou-Metz, un vero diamante dell’arte concepito per presentare quella moderna e contemporanea francese in tutte le forme. Per concludere la giornata in bellezza, non prima di degustare una crepe “complete” e bere un bicchiere di cedro, mi sono “regalato” una lunga passeggiata tra le vie della città vecchia per certificare il mio passaggio felice. Dal capoluogo odierno della Lorena (Metz) alla capitale storica (Nancy) è solo una questione di pochi chilometri coperti col treno regionale. Dall’architettura medievale, classica e contemporanea si passa a quella in stile liberty che si fregia del marchio Unesco per il suo eccezionale patrimonio architettonico. Nancy è un vero incanto e la piazza Stanislas il suo fiore all’occhiello, la sua gemma più preziosa. SI tratta di un autentico gioiello architettonico del 18° secolo, una delle piazze più belle d’Europa che mi sia capitato di vedere. Si resta abbagliati dall’eleganza dei suo maestosi edifici simmetrici tutti allacciati l’uno con l’altro da splendide cancellate in ferro battuto impreziosito d’oro. All’ora di pranzo ho preso un tavolo proprio nella smagliante Piazza Stanislas. Un tavolo con un panorama splendido davanti, quasi fosse una terrazza sulla città e con un delizioso menù dove ho scelto il foie gras, la sella d’agnello, la millefoglie alle fragole e un bicchiere di vino bianco fermo della Mosella. Il pomeriggio l’ho speso camminando sui ciottoli della città vecchia passando davanti al Palazzo Ducale, alle bellissime piazze verdi de la Carriere e de l’Alliance, fino ad arrivare alla Porte de la Craffe, un portone medievale con tue torri cilindriche, ingresso storico del passato. Le ultime emozioni del mio viaggio in Lorena, in questa bellissima parte della Francia dell’Est le ho vissute prima respirando l’atmosfera degli anni del secolo scorso in finale di Belle Epoque alla Brasserie Excelsior di Nancy, esempio famoso di Art Nouveau e poi con l’incontro a Lussemburgo con il mio amico Emilio. La Brasserie Excelsior è una location meravigliosa e potersela godere all’ora della prima colazione è stata una esperienza senza eguali. Le ore trascorse con Emilio, un ritorno al passato con vere chicche di scambi dialettici sul presente e sul futuro, sono state la bellissima conclusione alla mia evasione dal quotidiano. Metz s Nancy sono due località da poter essere visitate a piedi o in bicicletta per uno splendido weekend nell’Est della Francia.
Post's song : "I am there for you" performed by Huey Lewis and The News
5/22
vendredi, mai 20, 2022
Ajò Sardinnia - atto secondo
Post's song : "Everybody's Changing" performed by Keane
5/22
lundi, avril 18, 2022
Ajò Sardinnia
Post's song : "Sunrise" performed by Norah Jones
4/22