Amo la Francia e nei miei racconti di viaggio in terra transalpina l’ho sempre dichiarato apertamente. Proprio dieci anni fa, nella mia esplorazione nel Sud della Francia, scrissi del mio amore spassionato per questa nazione meravigliosa e ne dipinsi un ritratto del mio personale legame di amore con ipotesi e dati di fatto. In questi giorni novembrini, con la “collaborazione” di temperature meteo quasi estive, sono ritornato proprio in questa parte della Francia insieme a Betty, Vito, Edoardo e naturalmente la Micra che ci ha permesso di raggiungerla. La prima tappa, superato il confine autostradale di Ventimiglia, è stata Nizza. Lasciamo i nostri piccoli bagagli nelle camere dell’Hotel du Centre, che si è rivelato come il miglior albergo per rapporto qualità prezzo (irrisorio) di tanti viaggi finora effettuati, e consoliamo il nostro fabbisogno calorico con un ottimo “croque monsieur” pomeridiano. La Promenade des Anglais ci sta aspettando e noi non possiamo farla aspettare. La raggiungiamo superando Place Massena, ristrutturata e arricchita da sette statue che si illuminano di notte. Arrivati sul suolo di questo splendido lungomare, immagine di Nizza nel mondo, veniamo rapiti dai colori e dalla luce del sole ed è piacevole passeggiare guardando il mare in attesa del suo cambio d’abito con il colore del tramonto. Questo luogo è il perfetto rendez-vous dei runner, dei ciclisti e naturalmente di chi ama passeggiare. Il nostro obiettivo saranno le panchine adiacenti l’Hotel Negresco. Giusto il tempo di qualche autoscatto fotografico di gruppo ed ecco il signor tramonto in forma smagliante. In questo periodo dell’anno arriva presto e l’intensità dei colori riflessi sulle onde del mare si esprime in maniera esultante. La luce del sole cui facevo riferimento, e la fortuna di esserne baciati, ha sedotto gli artisti che passavano di qui. Scrittori, scultori, pittori, cineasti. Qui si trova l’ispirazione giusta grazie al sole e ai colori che sprigiona. Matisse, Renoir, Modigliani e tanti altri hanno avuto come musa ispiratrice la città di Nizza. Matisse diceva “… quando ho capito che ogni mattina avrei rivisto questa luce, non riuscivo a capacitarmi della mia fortuna, decisi di non lasciare Nizza …”. In ogni viaggio si spera sempre di essere baciati dal sole e ci si appassiona ai colori del cielo e nel nostro caso anche alla dolcezza del clima. Le ore della sera le trascorreremo nella parte vecchia di Nizza spulciando nelle carte dei menù esposti alla ricerca dei piatti della tradizione. Il mattino seguente dopo esserci lustrati gli occhi davanti alle cupole della Cattedrale Russa di Saint-Nicolas abbiamo provato la socca, uno dei piatti più celebri del Sud della Francia. È un piatto semplice, una farinata di ceci molto sottile col marcato contrasto tra la parte croccante esterna e la parte morbida dell’interno. Cotta nel forno a legna e servita a rombi. E’ lo street–food per eccellenza di Nizza. Il sole che ci accompagnerà per tutto il soggiorno del nostro viaggio ci ha coccolati anche all’ora di pranzo nel tavolo all’aperto del ristorante Café de France di Sainte-Maxime. La Costa Azzurra è già ai nostri piedi: Pomeriggio a Saint-Tropez con la sua storia all’ombra del jet set. Famosa per la sua intensa vita mondana, animata dagli innumerevoli locali e ristoranti del porto con i suoi colori pastello che sfumano dal rosa all’arancione. Qui proveremo, come spuntino del pomeriggio, la “Tarte Tropeziénne” un delizioso dolce soffice realizzato con due dischi di pan brioche farciti con una crema pasticcera mista a una meringa. Pare che il nome di questa torta fu dato da Brigitte Bardot, durante le riprese del film “E Dio creò la donna” girato proprio a Saint Tropez. Nacque così la leggenda della Tarte Tropeziénne che divenne simbolo della spensieratezza che caratterizza la dolce vita di questa città. Il secondo nostro giorno nel Midi (meridione) de la France sarà caratterizzato dalla cena-concerto all’enoteca La Grange di Croix-Valmer per celebrare il Beaujolais Nouveau (vino novello francese) proprio nel giorno del suo arrivo, il "deblocage" annuale. Finalmente una festa tipica con l’allegria della musica popolare e inebriati dai bicchieri di Beaujolais Nouveau 2022. Chapeau ! Il nostro viaggio prosegue il giorno seguente con la sosta ad Arles. Arles sorge sul fiume Rodano nella regione della Provenza-Camargue ed è celebre per aver ispirato i dipinti di Van Gogh. Arles è conosciuta anche per le numerose tracce legate al predominio romano, tra cui l'Anfiteatro, dove si tengono spettacoli teatrali, concerti e corride. La nostra sosta è arrivata all’ora di pranzo e l’abbiamo consumata al popolare e tradizionale Café Bistrot du Pitchounet con il piatto del giorno a base di pesce e aioli (salsa provenzale a base di aglio e uova). Ad Arles di respira un fascino gitano dai colori provenzali. L’omaggio doveroso a Van Gogh lo abbiamo poi onorato davanti al Ponte di Langlois, alle porte di Arles. Il celebre pittore olandese lo immortalò con una serie di dipinti, noi con scatti fotografici contemporanei in tutte le angolazioni. Tra Arles e Avignone c’è un tragitto che percorreremo in meno di un’ora e ci arriveremo esattamente con gli ultimi raggi del sole che si specchiano sullo skyline della città. L’effetto è di emozione pura. Il rientro all’interno delle mura con le luci della sera ci consentirà di fare il primo giro di perlustrazione di Avignone, già vissuta da tutti in precedenti viaggi ma sempre così affascinante da risultarne quasi una novità. Il sole del giorno dopo sarà accompagnato da una leggera brezza di vento fresco. La nostra passeggiata ci regalerà angoli particolari della città transitando per la Piazza de l’Horloge, davanti al Palazzo dei Papi fino ad arrivare al Ponte di Saint-Benezet, il ponte di Avignone reso famoso dalla popolare canzoncina francese e leggendario per la sua troncatura per causa delle piene del fiume Rodano che hanno portato via nel tempo alcune arcate. Ad Avignone ci resteremo fino all’ora di pranzo dove avevamo prenotato un tavolo al ristorante L’Epicerie attirati dalla scaloppa di foie gras inserita all’interno del suo ricco menù. Piatto divino accompagnato questa volta da una bottiglia di rosso Châteauneuf-du-Pape al posto dell’inseparabile Sauternes. La conclusione del nostro splendido viaggio, in questo autunno vestito da estate, sarà sulla strada del ritorno prima in serata a Grenoble con l’aria frizzantina generata dalle montagne che la circondano e poi suggellata dal pranzo “italiano” di domenica a Susa con un piatto di agnolotti al sugo d’arrosto, da un piatto di polenta concia e da una toma alla griglia. Viva la France, toujours. Chiudo il racconto scrivendo ancora le prime tre parole scritte all’inizio “Amo la Francia”. Ogni volta è una conferma e una sorpresa. "Au revoir et à bientot".
La chanson du Post : "Always on my mind " interprétée par Elvis Presley
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