"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

samedi, octobre 29, 2022

Champagne et Paris, un voyage pétillant

Il periodo migliore per visitare la storica regione della Champagne è il mese di settembre, ma visto che l’estate non vuol finire e l’autunno latita per i cambiamenti climatici ottobre lo sostituisce in maniera egregia per questa nuova vacanza itinerante in tema di vino effervescente. Lo “champagne” da sempre è considerato un prodotto di lusso, uno status symbol d’élite proprio per via anche della sua caratteristica distintiva così stravagante, le bollicine di colore dorato. E così con la Micra di Vito decidiamo (Vito, Betty e io) di seguire le sue tracce. Con tanto di bollino autostradale svizzero buchiamo il San Gottardo grazie al suo tunnel e ci ritroviamo, come prima tappa francese, nella graziosa cittadina di Colmar in Alsazia. Con le sue pittoresche case con le facciate a graticci, i suoi canali romantici, le sue finestre fiorite e con una gastronomia gustosa (vedi la leggerissima Flammkuchen, una specie di pizza con cipolle e pancetta) Colmar ci dà il benvenuto con un bicchiere di bianco Gewurztraminer alsaziano quasi fosse un invito ad assaporare la “joie de vivre” francese. Arrivare all’ora del tramonto ti permette di vederla romanticamente con le meravigliose luci della sera e rivederla anche al mattino colorata lungo la “petite Venise” sembra uscire da un racconto fiabesco dei fratelli Grimm. Con Colmar abbiamo inaugurato i soggiorni in appartamenti in pieni centri storici con deliziose camere a prezzi incredibilmente vantaggiosi. Carburati dai croissant tutto burro riprendiamo il viaggio in direzione Champagne fermandoci all’ora di pranzo per una sosta gourmet a Nancy dove ero già stato a maggio in solitario. Imprescindibile prima del pasto la visita alla Piazza Stanislas, elegante gioiello architettonico. Avevo prenotato un tavolo per tre nella grande sala decorata Art Nouveau della storica Brasserie Excelsior (monumento storico) in un contesto di atmosfera unica. Pranzo a base di specialità della Lorena scelte dalla carta degli antipasti come le uova pochés (in camicia) gratinate all’emmental e la tradizionale quiche Loraine (torta salata) abbinate a una bottiglia di leggero Pinot Noir della zona. Lo spirito di questa brasserie ti fa vivere un’esperienza unica, un luogo di vita senza tempo, fatto di scambi e di storia e quando te ne vai, quell’ambiente, quei colori, quei rumori, quell’atmosfera ti fanno vagare con la mente e nel nostro caso ci hanno fatto riprendere il viaggio verso Reims, capoluogo storico della regione Champagne. Anche qui arriveremo nelle ore antecedenti il tramonto e quella luce e quei colori si rifletteranno sulla facciata della bellissima Cattedrale, sede di incoronazioni di Re francesi tra le quali anche l’ultimo Re di Francia  Carlo X. All’interno troverete anche le vetrate di Chagall. Una piccola camminata ci porterà prima verso la Place Royale e poi nella Piazza du Forum, teatro del nostro primo bicchiere di champagne (alla fine del viaggio saranno undici i bicchieri di produttori differenti) a festeggiare l’inizio in questa regione vinicola dove le uve Pinot Noir, Chardonnay e Pinot Meunier, sono coltivate in un clima mite su un terreno ricco di minerali e gesso. La tradizione vuole che lo champagne venga utilizzato per il battesimo di una barca o addirittura considerato una forma di “acqua santa” in alcuni rituali religiosi, nel nostro caso il brindisi di buon augurio per il viaggio. Seconda notte in appartamento, in questo caso un loft moderno al piano terra. Il giorno dopo visiteremo le cantine di una Maison storica dello champagne, la Veuve Clicquot Ponsardin. A Madame Clicquot, rimasta vedova alla giovane età di 27 anni, si devono le innovazioni del primo champagne millesimato e della prima “table de remuage", una tavola che inclina le bottiglie, facendo gradualmente scivolare i sedimenti verso il collo della bottiglia, rendendo così lo champagne limpido e considerevolmente più nobile. Da Reims a Epernay il tragitto in auto è di solo mezz’ora. Epernay è tutta circondata da vigneti e con le sue splendide facciate di ville e case borghesi che ospitano alcuni grandi marchi, l’ Avenue de Champagne, rivendica a pieno diritto il titolo di capitale dello “champagne”. Ci arriveremo all’ora di pranzo e sarà una deliziosa scaloppa di foie gras ad accompagnare l’ennesimo bicchiere di champagne. Nel dopo pasto ci dirigeremo verso le piccole collinette adiacenti la cittadina e praticamente saremo immersi nei vitigni. Faremo tappa anche in una cantina di un piccolo produttore dove degusteremo altri tre bicchieri (brut, millesimato e rosè). Le fotografie di rito, vigne e bicchieri, suggelleranno e fermeranno questo imperdibile momento. Terza notte in un appartamento al secondo piano, arredato splendidamente e accogliente sotto tutti i punti di vista. Il nostro soggiorno itinerante nella zona dello champagne è al termine. Petit déjeuner con gli immancabili croissant tutto burro e via in direzione “ville lumiere”, il nostro appuntamento annuale con Parigi diverrà realtà. In contemporanea al  nostro arrivo ci sarà anche quello di Edoardo, il nipote prediletto, che ci ha raggiunto in treno da Beaune. Saranno tre giorni di vero godimento alternando le corse con le biciclette a pedalata assistita a pranzi in ristoranti famosi per sorprendere Edoardo, Le Grand Colbert e Le Train Blue. I due locali hanno ospitato location di film grazie all’architettura che desta stupore, dalla sala di una elegante brasserie tradizionale del primo ristorante adiacente il Palais Royale alle due ampie sale decorate in stile Belle Epoque del secondo alloggiato all’interno della Gare de Lyon. Splendidi menù e ottimi vini per entrambi i ristoranti, la giusta consacrazione delle due locations. Oltre alla scorribande  in bicicletta i tre giorni a Parigi saranno ricordati dalle soste a base di crêpes dolci, galettes salate e sidro bretone, dalle tappe a luoghi storici visti e rivisti nelle precedenti trasferte nella capitale d’oltralpe, dalla visione di due film francesi in camera d’hotel e da new entry come gli arredi del grande magazzino Samaritaine dopo anni di completa ristrutturazione. Alla fine degli splendidi giorni parigini prima accompagneremo in aeroporto Edoardo destinazione Copenhagen mentre noi proseguiremo il rientro facendo sosta alla città medievale di Troyes, situata sulla Senna. Il cuore della città ha la forma di un “tappo di champagne”, particolarità curiosa a suggello del nostro viaggio in questo straordinario territorio. Le strade di Troyes sono fiancheggiate da case a graticcio dalle facciate color pastello spento purtroppo; sembra una cittadina incompiuta, le manca quel “quid” per renderla più appetibile al viaggiatore di passaggio. E’ circondata da grandi chiese tra le quali l’imponente la cattedrale di San Pietro e San Paolo. Abbiamo festeggiato la fine del nostro viaggio in un’enoteca con piccola cucina con l’ultimo bicchiere di champagne e uno di rosso Bordeaux per accompagnare un tagliere di formaggi francesi e sei escargots (lumache). Ultima notte nel quarto appartamento a cui si accede dopo una serie di scale ripide. La Francia è la mia seconda casa anche se il mio sogno rimane sempre quello di poter essere la prima. Io non mi sento italiano, per niente. Ho sempre elogiato la Francia e i francesi in tutte le loro sfaccettature e anche questo viaggio me ne ha dato conferma. Pregi e difetti ma sempre di classe superiore grazie al loro “savoir faire” e alla loro “joie de vivre”. Non vedo l’ora di andare in pensione per iniziare un percorso francese, in primis l’imparare la lingua anche grazie alla visione dei film che adoro. Chiudo il racconto con una citazione di Madame Lily Bollinger che sosteneva : "Bevo champagne quando sono felice, e quando sono triste. A volte lo bevo quando sono sola. Ma quando sono in compagnia lo considero indispensabile. Mi ci diverto quando non ho fame, e lo bevo quando ne ho. Altrimenti non lo tocco, a meno che non abbia sete”. Ça va sans dire, non c’era bisogno di scriverlo.

La chanson du Post : "Tu me fais turner la tete " interprétée par Edith Piaf
10/22

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