Mi sono chiesto, in questi anni di viaggi, come fosse stato possibile per alcune città del nord Europa di fregiarsi dell’appellativo di “Venezia del Nord”. Assurdo. Gennaio è il mese perfetto per visitare Venezia, lontano dal cuore dell’enorme afflusso turistico che dal periodo del carnevale fino all’arrivo del nuovo anno non smette di battere. Già all’arrivo, nel percorrere il tratto di via che costeggia il Canal Grande dall’uscita della Stazione di Santa Lucia fino all’hotel scelto in zona Rialto, si respira un’aria diversa, un’aria d’altri tempi, quasi surreale.
E’ eccitante e il pensare di passarci un lungo weekend mi rende felice. Visto l’orario mi immergo subito in una serata all’insegna di un assaggio nella tradizione gastronomica (piccolo fritto misto e ravioli con ripieno di pesce, verdure e capesante) in un’osteria tipica e di una passeggiata post-cena tra ponticelli e gondole, luci notturne nei calli e riflessi nell’acqua dei canali. Il tutto dal Ponte di Rialto fino a Piazza San Marco e ritorno. Prima di addormentarmi in attesa del nuovo giorno consideravo che le prime ore vissute a Venezia valevano già prezzo del biglietto dell’interno soggiorno. Il nuovo giorno è sabato e decido di trascorrerlo inseguendo le isole “famose” della laguna. Cammino verso Fondamente Nove dove c’è l’approdo del battello n. 12 e faccio l’abbonamento giornaliero per sfruttare al meglio ed economizzare i vari passaggi di isola in isola. Quaranta minuti di navigazione e sarà Burano la mia prima meta. Una volta sceso dal vaporetto mi accoglie un verde prato dove è posta una scultura di donna, poi proseguendo ci si immerge nelle rive e nella magia allegra e colorata di Burano. La fama di Burano è dovuta soprattutto alle case dipinte con colori vivaci e alla lavorazione ad ago dei tipici merletti. Per godersi questa piccola isola è necessario “perdersi”. Il luogo più caratteristico è l'incrocio di due canali dove sorge i "Tre Ponti", il caratteristico ponte in legno che congiunge tre zone e altrettante isolette dell’arcipelago che compone Burano. Da qui si ha bellissima visuale d’insieme ed è proprio qui che ho fatto l’autoscatto del post, tenendo a bada i gruppi di turisti giapponesi che si avvicinavano. E’ un’autentica poesia per gli occhi. Tutti i visitatori di Burano rimangono affascinati dai mille colori delle sue case che si riflettono nelle verdi acque dei canali. Queste particolari facciate dalle tinte vivaci e brillanti hanno valso a Burano la menzione di essere tra i 10 luoghi più colorati del pianeta. Le abitazioni tipiche dell'isola hanno per lo più una forma quadrata ed esiste una "leggenda" legata al carattere variopinto dell’isola. Si narra di pescatori che dipingevano la propria casa di un colore diverso, al fine di riconoscerla più facilmente da lontano, di ritorno dalle giornate di lavoro. E così sì è creato un vero caleidoscopio in formato gigante. Tra le isole ancora abitate e facilmente visitabili della laguna di Venezia, a cinque minuti di distanza da Burano, c’è Torcello col suo aspetto selvaggio. Scesi dal battello si segue il lungo viale che costeggia il canale e che porta fino alla Basilica di Santa Maria Assunta, dove all’interno è in atto la ristrutturazione del grande mosaico del giudizio universale. Pian piano che si cammina si addentra in un paesaggio quasi irreale che sembra rimasto al periodo del tardo impero romano. A metà di questa passeggiata ci si imbatte nella prima leggenda dell’isola, il famoso Ponte del Diavolo, così chiamato perché secondo il racconto venne costruito in una sola notte dal diavolo in persona per vincere una scommessa e il fatto che sia privo dei parapetti di protezione sarebbe legato al sopraggiungere dell'alba e all'impossibilità di terminare l’opera. Poco più avanti ci si imbatte nel secondo ponte che porta alla piazza del paese, ancora interamente in terra battuta e ghiaia e dove sono visibili alcuni reperti archeologici tra i quali un trono in marmo, la seconda leggenda dell’isola, il cosiddetto Trono di Attila. Nella realtà si legge che il Re degli Unni non si sedette mai e che appartenne al Vescovo o al governatore di Torcello, ma è così bello credere nelle leggende e farcirle con storie particolari. Vista l’ora prendo un altro traghetto e vado a pranzare a Murano, l’isola del vetro soffiato. Di tradizione antica questa magica lavorazione ha visto impegnate e impegna ancora intere generazioni e il Museo del Vetro oggi è una meta irrinunciabile per documentarsi sull’arte della produzione vetraria della laguna di Venezia. A poca distanza dal Museo c’è la Basilica di Santi Maria e Donato che rappresenta uno dei migliori esempi di stile veneto-bizantino. E’ giunto il momento di prendere l’ultimo battello e di tornare a Venezia e finalmente di viverla. Godrò della navigazione (e del biglietto giornaliero) lungo il Canal Grande fino ad arrivare a Piazza San Marco. Qui beneficerò delle spettacolari luci dell’ora che precede il tramonto e i colori che immortalerò nei miei scatti saranno davvero unici. Festeggerò la bellissima giornata con una cena in un luogo storico di Venezia, la Cantina Do Spade nella zona del mercato del Rialto. Fedele alla tradizione della cucina veneziana fa conoscere ai clienti le ricette tipiche aggiungendo un pizzico di innovazione per rendere ogni piatto autentico e nello stesso tempo attuale. Ho provato, sorseggiando un buon Prosecco, due piatti caratteristici : il baccalà mantecato e il fegato alla veneziana accompagnato da polenta. Il nuovo giorno sarà domenica. Il sole è bello alto e cerco di sfruttare la luminosità e la temperatura al meglio. Ricompro un altro biglietto giornaliero alla scoperta di Venezia dai canali, partendo dalla Ca’ d’Oro in prossimità del Ponte di Rialto. Ritorno ancora a Piazza San Marco e me la godo con la luce del giorno. Basilica, Palazzo Ducale e Ponte dei Sospiri il tutto con il superbo sfondo della Basilica di San Giorgio Maggiore sull’isola omonima (vi rimando alla lettura di molti miei post nei quali ho citato ed esaltato il quadro di Monet di “San Giorgio Maggiore al crepuscolo”, dal film “Gioco a due” alla visione personale delle due tele originali nei musei di Cardiff e Tokyo). Nel pomeriggio avevo confermato, acquistando un biglietto online, la mia presenza nello storico Teatro della Fenice per assistere all’opera di Giuseppe Verdi, la Traviata. E’ stata la mia prima volta di un’opera in un Teatro storico. Il mio primo viaggio dell’anno è stato un autentico successo. Nessuna attesa, niente code, la tranquillità del viaggio in treno, la scoperta della gastronomia locale e soprattutto la bellezza immensa di una delle città più belle del mondo e delle isole, autentiche perle, della laguna di Venezia. E non scordatevi il rito dell'aperitivo con lo spritz (prosecco, Aperol, soda, ghiaccio e mezza fettina d'arancia) e cicchetti (tapas venete) naturalmente da consumarsi in un "bacaro" (tipica osteria veneziana).
Post's song : "Like a virgin" performed by Madonna
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