Erano quasi vent'anni che non tornavo su questa meravigliosa isola e fortunatamente il periodo scelto ha reso il tutto così stupendo. Quasi inaspettato, sicuramente sorprendente. Tanto è che già al rientro ho pensato al giorno che ci ritornerò. Mi sono sentito a casa, forse per le origini materne. Anche il fatto di aver lasciato trascorrere tutti questi anni senza tornarci in fondo ha giovato. Quanti ricordi, quante sensazioni. I profumi, i suoni, i sapori di Ischia; ti entrano dentro e ti fanno tornare indietro nel tempo. L'odore della nafta dell'aliscafo, l'accento musicale delle parlate, il gusto appetitoso delle prelibatezze culinarie. E poi gli scenari fantastici, dal candido bianco abbagliante della Chiesa del Soccorso di Forio che si staglia sul litorale a picco sul mare alla grandezza del Castello Aragonese pressoché sospeso sul mare. Entrambi i panorami al tramonto diventano dei quadri d'autore, così come le pennellate di color giallo pastello delle case all'arrivo nel piccolo porto e quelle di verde della vegetazione strabiliante e varia che si ritrova in tutta l'isola. Definirei Ischia come l'isola dei cinque sensi. Ischia a giugno, come anche nei miei ultimi ricordi settembrini, è bellissima. La prima volta che misi piede in questa isola campana era il 1976. Avevo 15 anni. Ci andammo con la famiglia invitati da zio (mio omonimo) Michele, fratello di mio papà. Grazie a lui conoscemmo le bellezze di questo piccolo spazio di terra sul Golfo di Napoli nel Mar Tirreno. Poi negli anni a seguire ci tornai anche con Vito e i nostri amici più cari e ricordo ancora perfettamente la cotta che mi fece prendere Giulia nel 1980, che ho raccontato nel post di Chicago. E poi ancora agli inizi degli anni 90 con Silvia a settembre. Ischia per me ha un fascino particolare e questo mio ritorno me lo ha confermato.
”Ci” hanno conquistato tutte le persone incontrate sia a Napoli al “nostro” arrivo in aeroporto che durante tutta la permanenza sull'isola. Siamo stati (Vito Betty Edoardo e il sottoscritto) coccolati in maniera discreta e incantevole da tutto lo staff dell'Aragona Palace Hotel Terme dove abbiamo soggiornato, con tanto di inatteso cocktail di benvenuto con pasticceria napoletana. Un hotel con le terme annesse, con una piscina d'acqua calda strategicamente posta sul terrazzo all'ultimo piano e con una zona spa piccola ma con tutti i servizi perfetti per oziare. Per me sono stati esattamente due giorni di completo relax, trascorsi in due parchi termali e allietati dalla compagnia familiare. Conquistati (come dal titolo del post) dalla mozzarella di bufala campana DOP e a seguire dall'inimitabile pizza napoletana e dalla tazzulella 'e cafè che riempie il palato con il suo sapore vellutato sempre preceduto rigorosamente dal piccolo bicchiere d'acqua per gustare al meglio questo rito. Già l'acqua, il vero segreto (diceva la mamma) di tutte queste meraviglie del piacere. E non posso non citare anche la scoperta del fine pasto in compagnia del meloncello o del rucolino e l'incredibile miscela di sapori della sfogliatella calda nella variante “riccia” spolverata al momento con lo zucchero a velo così come l'ho gustata in un piccolo chioschetto di pasticceria (da Mary) all'angolo della Galleria Umberto I a Napoli. Una sfoglia a spirale croccante che avvolge un ripieno aromatico fatto con ricotta, semola e canditi. Che incredibile sapore. I dolci tipici partenopei sono un vero trionfo di gusto. Già il risveglio con la prima colazione dell'hotel era da vero “sbalordimento” con un'infinita varietà di brioche, paste e torte. Poi durante la giornata si è sempre attirati dai babà al rum esposti nelle vetrine delle pasticcerie e caffetterie, una vera acquolina alla bocca e per me che sono a dieta da quattro mesi quasi una vera tortura. Mi ricordo che nella settimana di vacanza settembrina con Silvia tornavo a casa sempre con un bella zavorra di due kg … di “ciccia”. Questa volta ne sono uscito bene, ho assaggiato di tutto senza eccedere mai. Abbiamo sfruttato fino all'ultima goccia le acque delle piscine dei due parchi termali (il Negombo nella baia di S.Montano e il Poseidon sulla spiaggia di Citara) per rallentare i ritmi delle nostre giornate. La permanenza in acqua calda termale era così rilassante che quasi ci si addormentava. I miei pensieri nei due giorni sono stati completamente resettati. E poi ci siamo goduti Edoardo, il mio nipote danese futuro laureando. Lo vedo e lo sento poco durante l'anno che trascorrere un paio di giorni insieme è stato così piacevole tanto da suggerirmi un'incursione futura a Copenhagen. Siamo stati bene tutti insieme in questi giorni e lo sfondo dell'isola di Ischia una vera coreografia da commedia all'italiana dei film di Totò. Ischia, Italia. Qui, come anche a Napoli ti senti più italiano di quanto lo puoi provare a Milano. Più che italiano direi … napoletano. E infatti l'ora trascorsa in centro a Napoli al ritorno, prima di ripartire dall'aeroporto di Capodichino per Malpensa, mi ha letteralmente sedotto. Mi ha permesso di scoprire una nuova realtà. Il tutto col piccolo trolley a rimorchio camminando dal Molo Beverello, passando davanti al Maschio Angioino, infilandomi nella Galleria Umberto I (sul modello della Galleria Vittorio Emanuele a Milano) e arrivando fino alla splendida Piazza del Plebiscito. Con il sole ancora alto del tardo pomeriggio, con i colori di questa città, con i suoi rumori, i suoi sapori, il suo profumo. Ho toccato con mano tanta gioia, tanta semplicità, tanta gioia di vivere, tanta creatività. Percorro via Chiaia, entro nel negozio del Napoli Calcio, vedo e acquisto la maglietta commemorativa di Maradona, che indosserò sotto quella della squadra di calcetto ed esporrò con fierezza al primo bel goal nel “memorial” ligure del fine settimana. Piccole dosi di felicità. Questa è la vita. “Prendetevi i giorni buoni” ... mai così perfette le parole di mamma Pupella in questo contesto. Carico di nuove idee e di nuovi sogni. Jamme ja’.
Post's song : “Shout“ performed by The Isley Brothers
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