Londra in questo periodo dell'anno è elettrizzante. L'anno scorso ero stato letteralmente travolto dalla neve e avevo rischiato di passare i giorni di Natale da solo nella capitale londinese per la chiusura di alcuni scali aeroportuali. Solo con un colpo di fortuna “online” avevo cambiato il volo e pescato il jolly dell'aeroporto aperto ed ero rientrato per il rotto della cuffia in Italia. Quest'anno, forse per esorcizzare gli eventuali imprevisti, ho preferito il volo di coppia. Ci aspettava l'eleganza del cinque stelle dell'Hyatt Regency London-The Churchill che si affaccia sulla piazzetta verde di Portman Square appena dietro il “delirio” pre-natalizio della gettonatissima Oxford Street. L'avevo avvisata che avremmo trascorso questi giorni di “city break” senza regole particolari, senza itinerari precisi, senza orari con la sola voglia di immergersi in una città sempre così eccitante e frenetica soprattutto per questo evento. Respirare l'aria del Natale e i profumi della città con un solo paio di prenotazioni d'obbligo. E quindi via innanzitutto alla ricerca di un cappello per me. Impresa difficile in quanto la mia testa non si presta o io non mi vedo mai bene allo specchio, al contrario di quella di lei dove qualsiasi cappellino ne evidenzia l'eleganza del portamento e la bellezza degli occhi.
Covent Garden è il posto giusto per queste scelte con i suoi negozietti al coperto e quelli adiacenti a far da paggetti reali. In queste prime ore di visita non siamo riusciti nell'impresa nonostante il blitz in Carnaby Street che evoca la “Swinging London” di beatlesiana memoria e dove Liam Gallagher (ex Oasis) ha aperto un punto vendita di abbigliamento chiamato Pretty Green, consigliatomi da Umberto.
Come giusto compromesso l'ho portata per la classica sosta pomeridiana del tè in una pasticceria araba (Bateel) in New Bond Street che lei stessa aveva adocchiato nel giro di perlustrazione in centro e dove i datteri la fanno da padrone. Ottimi gli accoppiamenti col cioccolato e con l'arancia o ripieni di mandorle e pistacchi. Una sosta nel grande magazzino Selfridge's per scovare qualche curiosità nel reparto di Natale prima di rientrare in albergo.
L'indomani la prima colazione dell'Hyatt è da appetiti di lusso vero. Materie prime, fresche, piatti caldi cucinati a puntino, pasticceria assortita e caffè in continuo “refill” (riempire di nuovo). Wow ! L'arredamento è elegante e natalizio. In bella vista l'albero illuminato e il pianoforte e all'interno addobbi con pupazzi di animali in grande stile bianco neve. Il tempo a Londra è variabile. Il sole si alterna al coperto e nell'arrivo a Westminster, saliti in superficie dopo il tragitto in “tube” ecco le gocce di pioggia davanti al Big Ben.
Acquisto volante di un ampio ombrello con il disegno della bandiera del Regno Unito e foto esclusiva di grande impatto … grigio scuro in contrasto con i colori rosso e blu. Il tempo di attraversare il ponte che collega le due sponde del Tamigi,
si chiude l'ombrello e ritorna il sole.
Da questa parte si ammira lo stupendo scenario del Palazzo del Parlamento con il Big Ben e proseguendo oltre la ruota (London Eye o Millenium wheel) che dal 2000 è diventata uno dei simboli della città si cammina incantevolmente su questo delizioso tratto del lungo Tamigi fino alla Tower Bridge.
si chiude l'ombrello e ritorna il sole.
Da questa parte si ammira lo stupendo scenario del Palazzo del Parlamento con il Big Ben e proseguendo oltre la ruota (London Eye o Millenium wheel) che dal 2000 è diventata uno dei simboli della città si cammina incantevolmente su questo delizioso tratto del lungo Tamigi fino alla Tower Bridge.
Si passa davanti al Globe di shakespeariana memoria e guardando l'altra sponda oltrepassando i vari ponti si godono stupendi panorami che fanno vedere la Cattedrale di Saint Paul, il profilo avveniristico del “The Gherkin” e la Torre di Londra.
E' una passeggiata che mi piace molto e farla in dolce compagnia, magari divertendoci a provare cappelli di tutti i tipi nelle colorate bancarelle, è un vero spasso. Nel rientro verso il centro sull'autobus rosso a due piani intravedo uno spazio all'aperto dove pattinano sul ghiaccio. Scendiamo al volo e ci dirigiamo verso quel grande cortile; l'entrata ci segnala che è la Somerset House.
Rifletto sul nome e la mia memoria cinematografica specializzata sulle location mi dice che è il punto d'incontro tra Dustin Hoffman e Emma Thompson nel film “Oggi è già domani”. Meritava questa piccola sosta magari per immedesimarsi nei personaggi. Londra si presta molto per il cinema. Quante “sliding doors” nella vita, no ?
Si rientra sempre sul bus a due piani verso il centro. La grande piazza di Trafalgar Square con il grande albero di Natale e quella piccola di Leicester Square in cantiere per lavori sembrano tenersi per mano per festeggiare questo periodo dell'anno.
Una breve incursione nel quartiere cinese e via verso Piccadilly Street dove all'ora del tè ci aspettava il rito dell'autentico “afternoon tea” inglese nella sala elegante al quarto piano di Fortnun & Mason, una vera istituzione per la gastronomia a Londra. Afternoon Tea che ci riservava delizie dolci e salate per accompagnare il famoso tè delle cinque. In questa zona una passeggiata è d'obbligo nella Jermyn Street che in successione propone negozi alla moda e per la moda maschile.
Nel tratto iniziale della Piccadilly Street c'è una piccola rientranza dove da sempre davanti alla piccola chiesa c'è un minuscolo mercatino. Lì ho trovato il mio cappello !!! Siamo arrivati a domenica : oggi è il giorno di Gordon Ramsay. Chi è costui ? Per chi non lo conoscesse è un grandissimo chef scozzese. È noto anche come conduttore di numerosi programmi televisivi dedicati alla cucina, come vari reality show culinari nei quali con i suoi modi “bruschi e impetuosi” se la prende con i cuochi emergenti.
Durante la sua carriera come ristoratore è stato premiato con dodici stelle Michelin esattamente come dodici sono i ristoranti che ha aperto a Londra e io avevo prenotato una cena per due in quello centrale all'interno dell'hotel Claridge. Il ristorante infatti si chiama “Gordon Ramsay at Claridge's”. Salone di lusso, camerieri addetti non ai tavoli ma alle portate, cibo e vino fantastici (per la selta dei vini ti consegnano un iPad secondo me non troppo in stile con l'ambiente).
Unico neo o pelo nell'uovo la mancanza inizialmente di uno dei suoi punti cardine … il servizio. Abbiamo dovuto attendere per tre volte l'arrivo del vino ed eravamo già al loro secondo antipasto. Lo faremo presente appena possibile con una bella e-mail, magari scritta dal mio amico Umberto che l'inglese lo mastica bene, mentre io lo … mangio.
Prima di arrivare al Gordon Ramsay at Claridge's la giornata ci ha portato ad attraversare il Green Park per arrivare di fronte a Buckingham Palace, a percorrere tutto il viale (The Mall) per ritornare in Piccadilly Circus con le sue luci sfavillanti pubblicitarie al neon, per poi approdare di nuovo in Covent Garden dove lei ha trovato un negozio di abbigliamento che le è piaciuto molto (The All Saints) e io amo fare sempre un giretto nello store all'interno del Museo dei Trasporti. Un city break durante l'anno fa sempre bene, nel periodo natalizio fa ancora meglio.
Post's song: "Wonderful Christmas Time" performed by Paul McCartney
12/11
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