Ora sono pronto per affrontare il buon cammino della giornata programmata. Vado ad acquistare a prezzo scontato la maglietta blu del Chelsea della stagione calcistica in corso nel negozio che si affaccia su Piccadilly Circus. Il tempo meteo è dalla mia parte anche questa volta e la foto cartolina dei pannelli pubblicitari luminosi con davanti la statua dell’Eros ne è la prova evidente. Covent Garden, centro della vita culturale e artistica, è a due passi e la raggiungo per verificare che la preparazione delle festività natalizie è già a buon punto. Conosco bene Londra, quasi come la mia adorata Parigi, e quindi posso godermela senza la smania di chi si ritrova per la prima volta in questo mondo entusiasticamente frenetico. So come muovermi e dove indirizzarmi, ma lascio sempre al mio intuito e alla mia talentuosa curiosità le sorprese che mi riserva la città del Big Ben attualmente incerottato per ristrutturazione (e penso a chi non era mai stato a Londra e ha deciso di venirci quest’anno …).
Mi sorprendo nel sorridere su questa riflessione. Quasi senza accorgermene mi ritrovo in Carnaby Street la via “cult” di Londra, nel quartiere di Soho divenuta popolare tra i seguaci dello stile Mod negli anni sessanta, All'epoca si potevano trovare molti negozi di musica indipendente e boutique di moda anticonformista e fu creato il termine di Swinging London per l’insieme di tendenze e dinamiche culturali che si svilupparono in Gran Bretagna in quegli anni. Oggi Carnaby Street è meno alternativa ma c’è ancora un negozio che vuole tenere alto lo spirito dei tempi del suo fasto, ispirandosi allo stile e alla cultura mod degli anni ’60. E’ quello della Pretty Green la linea di abbigliamento fondata da Liam Gallagher, ex frontman degli Oasis. Linea di abbigliamento, solo maschile, dove trovo originalità, un po’ snob ma sicuramente stravagante. Il mio momento shopping ha preso vita con l’acquisto di un maglioncino, che ho ritratto nel camerino del negozio alla prova di vestibilità e che potete vedere nella foto del post. Mi è venuta fame e il piccolo ristorante di fish & chips dove avevo prenotato è a cinque minuti di camminata. Cod (merluzzo) in porzione regolare, patatine fritte tagliate all’antica e salsa bernese, questo sarà il mio pranzo. Al termine torno in hotel per depositare i sacchetti dello shopping e per ricaricare i miei dispositivi elettronici.
Giusto il tempo per rilassare la muscolatura dei polpacci e riprendo il mio cammino londinese. E’ tempo di saltare dalla parte opposta del Tamigi, la riva destra. Il quartiere è quello di Southwark, la meta che negli ultimi viaggi londinesi sta diventando una delle mie preferite. Calciando le foglie dell’autunno, passo davanti al rinnovato Globe (il tempio di Shakespeare), alla Tate Modern, al Borough Market e alla moderna silhouette del City Hall (Municipio). Scatto le “mie” fotografie con lo sfondo del London Bridge. L'illuminazione naturale del giorno lascia spazio a quelle del tramonto prima e a quella della sera poi. E’ un vero spettacolo di luce. E proprio con la visuale d’insieme del Ponte e del Municipio mi siedo al tavolo del Dim’t dove si concluderà la mia prima intensa giornata a Londra. Qui si celebra il cibo asiatico e dove i dim sum (ravioli) sono il loro biglietto da visita culinario. Adoro questa cucina orientale. Riprendo l’amico “Tube” (metrò) e torno nella mia zona. Vado a fare gli ultimi acquisti proprio all’interno della stazione di King’s Cross nel negozio ispirato alla saga del mondo magico di “Harry Potter” e dove i turisti fanno la coda per farsi fotografare spingendo il carrello oltre il binario 9 e tre quarti. La cravatta giallo-rossa dei Grifondoro sarà mia. Stanco nel fisico ma felice nella mente mi attende il comodo letto a due piazze della mia camera. Il risveglio è felice. E’ domenica, è il giorno della partita derby del Chelsea contro il Crystal Palace (altra squadra di Londra). Indosso i miei nuovi occhiali a montatura blu con una lente tonda e una quadrata. La gente notando l'originalità del mio accessorio da vista sorride.
La mattinata la spendo tra una fugace visita del British Museum e una lunga camminata ai margini dell’Hyde Park. A mezzogiorno avevo prenotato un tavolo nel ristorante Céleste ospitato all’interno del lussuoso hotel “The Lanesborough”. La sala da pranzo è riccamente decorata ed è “naturalmente" illuminata durante il giorno da un tetto di vetro a cupola. Avevo optato per il Céleste per provare un piatto della tradizione anglosassone nella versione moderna creativa : le scotch eggs (uova sode farcite, impanate e fritte). Gusto delizioso e croccantezza leggera. Scelta azzeccata abbinata a un bicchiere di vino bianco portoghese del Douro (la zona dove avevo trascorso qualche giorno nel mese di settembre). Terminato il memorabile pasto riprendo la via per andare allo Stamford Bridge.
Post's song : "Church of the poison mind" performed by Culture Club
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