«Se mi sono messo a viaggiare non è stato solamente per vedere nuovi paesaggi o per documentarmi, ma per scoprire altri modelli di vita, altri modi di pensare: insomma, per allargare la mia visione del mondo.» Questa frase, che identifica perfettamente il mio pensiero di viaggiatore, l’ha scritta Georges Prosper Remi più conosciuto al mondo con lo pseudonimo di Hergé, il fumettista belga, creatore di Tintin. Ed è proprio il Belgio la meta di questo mio weekend di metà novembre. E’ il ritorno al Belgio della Vallonia francofona, polmone verde nel cuore dell’Europa, dopo il viaggio a Liegi dello scorso anno. Uno sguardo al meteo compiacente e la scelta azzeccata di Dinant come destinazione.
Dinant è una autentica località da cartolina, un'incantevole gemma incastonata tra una falesia e il fiume Mosa. Basta soltanto attraversare il ponte intitolato a Charles De Gaulle, che qui fu ferito combattendo contro i tedeschi nel 1914, e fermarsi sulla banchina del lungofiume accanto alla sua statua. Qui godrete l’immagine di Dinant più affascinante : lo sguardo che sale verso l’imponente Cittadella sovrastante e il bulbo del campanile della Collegiata di Notre-Dame in pietra nera, il tutto incorniciato dal nastro di case colorate, negozi e ristoranti posti lungo la riva del fiume. Un quadro da ammirare a tutte le ore della giornata. Come è da ammirare lo strapiombante panorama che si offre davanti ai vostri occhi arrivati in cima alla Cittadella prendendo, alle spalle della Collegiata, la funivia sospesa che si impenna a 100 m d’altezza o percorrendo, con le gambe adeguatamente allenate, una ripida scalinata di oltre quattrocento gradini (408 per l’esattezza). Qui si domina tutto e lo sguardo di insieme mi ha permesso di individuare le tappe successive del mio itinerario alla ricerca delle attrazioni di Dinant.
Dal belvedere della “Cittadelle” arroccata sullo spuntone di roccia che domina la stretta vallata si nota subito il fiore all’occhiello di questo borgo del Belgio: la chiesa (o Collegiata) gotica di Notre Dame, con il suo caratteristico campanile a forma di bulbo. Dalla base della Collegiata inizia il percorso che porta a due delle tre “icone” diventate famose in tutte il mondo che hanno avuto origine in questa cittadina belga : il sax (sassofono) e la birra Leffe. La terza è legata alla leggenda delle “Frites”, le patatine fritte. Camminando lungo la strada parallela al lungo fiume ci si imbatte nella statua di Adolphe Sax seduto su una panchina. Adolphe Sax, nato a Dinant, è l’inventore del sassofono. E proprio dietro la sua statua si trova uno spazio-installazione che racconta la vita e le opere del musicista attraverso un allestimento accattivante impreziosito da suoni ed estratti musicali. Non si tratta di un vero e proprio museo, ma di una “maison” dove viene studiato e presentato il suo lavoro.
La storia di Dinant è rigorosamente intrecciata con quella dello strumento musicale inventato da “Monsieur” Sax e passeggiando per la città vi imbatterete in molte statue raffiguranti questi strumento a ricordo del suo mitico inventore. Le piazzette, le vie del centro storico e soprattutto il ponte De Gaulle sulla Mosa sono chiazzati dalle forme allegre di coloratissime sagome di sassofono. Superando la statua di Sax e proseguendo sulla stessa riva del fiume si raggiunge l’abbazia duecentesca di Notre-Dame de Leffe (purtroppo oggi non visitabile), da cui per secoli è stata prodotta la celebre birra (ora le etichette con il marchio sono confezionate industrialmente a Leuven). I monaci dell'abbazia iniziarono a produrre la loro birra per due ragioni: la paura di bere acqua contaminata, che trasmetteva malattie ed epidemie mortali e l'ospitalità verso i viaggiatori e i pellegrini di passaggio. A poca distanza, sulla parte opposta del fiume si può andare a curiosare alla Maison Leffe un vero e proprio museo con installazioni interattive, che utilizzano moderni touch screen.
Qui si scopriranno la storia e i segreti di questa mitica birra risalenti al 1240 e potrete degustare le nove varietà della loro produzione e ricevere l’omaggio del classico bicchiere. La Maison Leffe è ospitata nella cappella dell’antico e affascinante convento di Bethléem, oggi trasformato in hotel con ristorante annesso. La terza “icona” di Dinant narra la leggenda secondo la quale gli abitanti di Dinant fossero soliti friggere i piccoli pesci pescati nella Mosa. Durante il lunghi inverni però il fiume ghiacciava e così è nata l’idea di utilizzare le patate, tagliandole a forma di piccoli pesci, e friggerle nell’olio bollente. Ecco spiegata la storia delle Frites e della straordinaria bontà delle stesse con la doppia cottura che le lascia croccanti all’esterno e morbide all’interno.
Un’altra attrazione da non perdere è il Rocher Bayard, una spettacolare guglia di roccia di circa 35 metri di altezza completamente staccata dal resto della falesia a ridosso del fiume. Dinant mi ha conquistato per la bellezza d’insieme e per la tranquillità del luogo. Ho camminato tanto anche per bruciare le calorie in corpo grazie regalate dalla sostanziosa gastronomia belga che verrà relazionata nel finale del racconto. E’ stato un sabato felicemente intenso, baciato dal sole e dal cielo completamente azzurro privo di nuvole, confortato dalle mie riflessioni solitarie, staccato dalla quotidianità del mio habitat. La mattina di domenica ho preso il treno in direzione aeroporto fermandomi a metà strada a Louvain-le-Neuve per una sosta culturale alla scoperta del favoloso mondo di uno, per me, dei più grandi artisti del XX secolo, Hergé, omaggiato a inizio post. In un luogo magico dalla costruzione audace e luminosa si fa un viaggio nel cuore dell’artista attraverso ottanta tavole originali, ottocento fotografie, documenti e oggetti vari con uno sguardo appassionato alla vita e all’opera di Tintin, la sua creazione più famosa.L’edificio che ospita questo mondo sognante è fuori dagli standard tipici ai margini di un piccolo parco nella bellissima provincia del Brabante Vallone.
Graphic designer, pubblicista, sceneggiatore e pittore, Hergé era tutto questo e molto altro ancora. Un uomo dai molteplici talenti. Ho ancora qualche ora da spendere di questo spensierato weekend e le userò recandomi, sempre in treno, nel cuore di Bruxelles … la Grand Place. Un salto nell’atelier di Tintin, una mitragliata di scatti dell’architettura “merlettata” della piazza e vista l’ora di pranzo una sosta gustosa in un locale (Ballekes) con personale giovane e intraprendente che propone un piatto autentico della gastronomia belga : le boulettes (polpette di carne).
Per pochi euro si possono scegliere le differenti carni (manzo, maiale e pollo), accoppiando la grossa polpetta a una delle sei salse proposte, a un contorno e a una bibita a scelta. Io ho scelto la polpetta di manzo, con salsa di crema di verdure ispirata allo waterzooi di Gent, le morbidissime crocchette di patate e la mia Coca-Cola zero che ha sostituito il fiume di birra bevuto a partire dalla serata del mio arrivo. Ho provato per prima una Leffe bionda insieme a un cartoccio di patatine fritte e ho poi continuato nella giornata di sabato, degustando nella visita alla Maison Leffe la “Ruby” incredibilmente fruttata e nel loro ristorante a cena la Leffe bruna (la mia preferita). A pranzo avevo scelto, inseguendo la tradizione, l’immenso piatto di moules (cozze) e patatine nel locale Chez Bouboule autodefinitosi come da insegna “Le roi des moules” (il re delle cozze). Cultura e gastronomia in questo mio viaggio in territorio belga; un weekend semplicemente inappuntabile, immedesimandomi nella figura di Tintin alla scoperta della gemma di Dinant, come da titolo del personalissimo racconto. In Belgio non dimenticatevi di assaggiare una gauffre (cialda croccante fuori e morbida dentro, cotta su doppia piastra) … provatene una al cioccolato dal “Maitre” Pierre Marcolini in una delle sue pasticcerie (all’apparenza gioiellerie) coi fiocchi. “Voilà c’est tout.” (questo è tutto).
PS in questo viaggio ho preferito una bruna a una bionda.
Si trattava di una birra, ma forse anche un monito a guardare oltre ...
Post's song : "Romantic" performed by Hooverphonic
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