"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

mardi, novembre 21, 2017

Histoires de la vie quotidienne dans la ville impériale de Meknès

Salam Aleik. Nei miei viaggi sono complici due parti vitali di me : gli occhi e il cuore. Sento il bisogno di viaggi nuovi e soprattutto sono appassionatamente coinvolto quando si tratta di incontrare altri mondi, altre culture. E gli occhi e il cuore diventano la benzina per la mia mente, in modo naturale  alimentano un’energia continua di pensieri, di aperture, di considerazioni, di dubbi, di domande. Non era il mio primo viaggio in Marocco, sono già arrivato a quota cinque, ma l’ultimo sembra sempre essere il più sorprendente, forse per lo stato d’animo o forse più semplicemente perché i ricordi del passato non sono più così vivi. Avevo prenotato ad agosto un volo per l’aeroporto di Fes con destinazione Meknès, il tassello finale per completare il puzzle personale delle città imperiali del Marocco. L’arrivo quasi intorno alla mezzanotte ha regalato indirettamente al mattino seguente la gioia di aprire il sipario della città, con la luce e il calore del sole. Il Riad che mi ha ospitato é solo a una cinquantina di metri dalla piazza principale. Si supera l’arco che li separa ed eccomi in quell’altro mondo che mi affascina. Mi lascio guidare dall’istinto e dalla scia delle persone che costituiscono la vita comune e ordinaria di Meknès. Sono i commercianti con le loro bancarelle che diventano un fiume dal quale ci si lascia trasportare piacevolmente. E allora scopri che quel torrente di vita é pieno di colori, di profumi e di socializzazione con un mondo che é diverso dal tuo. Ma é proprio questo il bello, almeno per la mia conoscenza della popolazione marocchina nel suo territorio, c’è quel gioco di sguardi, di scambi verbali che ti faranno capire che sarai al sicuro, che avrai il meglio per quei giorni di vacanza, che scoprirai il fascino della differenza culturale. E così é stato in questo weekend novembrino a Meknes. E alla fine del viaggio, il commerciante di monili di ferro intarsiato, i tassisti che mi hanno traghettato nei dintorni, la giovane guida della città santa di Moulay Idriss Zerhoun e il passante incontrato davanti la tabaccheria mi racconteranno di questi posti meglio di qualsiasi libro di viaggi. É il segreto della gente comune. Ecco cosa ti regala il viaggio : il sapere speciale, l’arricchimento della cultura personale. Occhi e cuore, vitalità della mente. Mentre cammini senza fretta nella Medina di Meknès senti per aria a ogni angolo l’inebriante odore della menta, delle spezie, che poi il ritroverai nel tradizionale té e nei piatti della cucina marocchina. Gli occhi registrano colori in una mirandola di forme e di sfumature. Il Marocco é una terra briosa, quasi unica nel genere. Meknès, come del resto l’intero Marocco, risveglia tutti i sensi lasciandoti perennemente sbalordito. Sono ufficialmente dentro la Medina di Meknès, ossia il quartiere antico e storico della città, un labirintico mercato all'aperto dove sparsi un po' ovunque sono ammucchiati tappeti, oggetti artigianali in legno, gioielli, abbigliamento, frutta, verdura, animali da cortile, di tutto e di più. Quando ritrovo la via di uscita é già l’ora di pranzo. Zuppa harira e tajine di pollo con limone e olive (entrambe di ispirazione berbera) le mie prime scelte nel mondo della gastronomia marocchina. C’é un bel sole caldo e ritorno sulla piazza principale, Place Ladhime, un grande spazio che ricorda in piccolo quella più famosa e celebrata di Marrakech, ma non é da meno. Infatti sin dal mattino si popola di venditori ambulanti e raggiunge il massimo afflusso a metà pomeriggio con l’arrivo di giocolieri e personaggi di tutte le categorie, dall’uomo con lo struzzo a quello con la bilancia pesapersone oltre agli imbonitori con serpenti e scimmie. A differenza di Marrakesh non ci sono le bancarelle con le cibarie fumanti che però potete ritrovarle in un piccolo spazio appena fuori la piazza; sono sostituite da quelle per abbigliamento a prezzi stracciati (e forse anche gli abiti ...). La piazza é davvero Il cuore pulsante della Medina di Meknès e nasconde anche un impareggiabile mercato al coperto dove spezie, olive e dolci al miele la fanno da padrone. Sempre nei pressi della piazza principale spicca lo sfarzo della Bab el-Mansour, una grandiosa porta d’accesso eretta dal potente sultano Moulay Ismail, il quale decise di installare a Meknès la capitale del proprio regno. Bab el-Mansur è la più maestosa delle porte imperiali del Marocco, oltre a essere quella meglio conservata. Questo ingresso è stato progettato da un cristiano convertito all’Islam e da qui il suo nome Mansour, cioè del rinnegato. Un altro edificio storico lo ritroverete proprio nel mezzo dei caotici vicoli della Medina quando vi imbatterete nella Medrasa Bou Inania, la scuola coranica, presso la quale si è formata la gioventù della città nel corso dei secoli, con un cortile elegante decorato con legno d’ulivo intagliato, stucco e mattonelle. La Medrasa è una vera e propria meraviglia dell’architettura islamica. Dal cortile salirete le scale e sul suo tetto troverete una terrazza da dove potrete ammirare scorci sulla Medina e in bella vista il minareto verde della Moschea. Se volete fare una passeggiata per rilassarvi dal caos della Medina a trenta minuti a piedi dalla porta Bab Mansour si trova il complesso di Heri el Souani, un insieme di granai, stalle, granai e fienili utilizzati dal sultano Moulay Ismail per sistemare i viveri in caso di siccità o di assedio. Adiacente c’é il piccolo laghetto che sembra un’oasi in tutti i sensi. Il Museo Dar Jamai e il Mausoleo di Moulay Ismail l‘ultima dimora del sultano, ricordato per aver scacciato gli spagnoli e gli inglesi dal Marocco, non ho potuto visitarli in quanto sono in ristrutturazione. Nella tarda mattinata di domenica dalla piazza principale, dopo la passeggiata alla volta delle Royal Stables, prendo il taxi guidato da Mohamed e in quaranta minuti raggiungo a nord di Meknès ai piedi del Monte Zerhoun, la città santa di Moulay Idriss, una vera sorpresa in questo viaggio anche grazie alla guida locale Mohamed, che non é il tassista ma un giovane studente in loco. Da secoli è il luogo di pellegrinaggio più sacro dei musulmani dopo la Mecca. Fu qui che Moulay Idriss I approdò nel 789, introducendo la religione islamica in Marocco. Una città che fino agli inizi del secolo in corso era off limits per i non musulmani, mentre ora é il solo mausoleo di Idriss I, che si trova appena fuori dalla piazza principale, a essere invalicabile. Moulay Idriss Zerhoun è una pittoresca città dal candido colore bianco intervallato a seconda del quartiere da tinte colorate pastello. Camminando a passo rapido seguendo la guida si raggiunge in alto una piccola apertura laddove la vista su Moulay Idriss è mozzafiato, Molto caratteristico è anche il minareto, rivestito con piastrelle verdi con arabeschi, poiché è l'unico a pianta circolare in Marocco; gli altri minareti marocchini sono infatti tutti a base quadrangolare. Nonostante l'accesso nel mausoleo di Idris I è consentito solo ai fedeli, la cittadina attrae anche molti turisti non musulmani, per l'atmosfera e la bellezza dei paesaggi, strade tradizionali e attività commerciali, oltre che per la vicinanza, a soli dieci minuti d’auto, alla città romana di Volubilis, lo straordinario sito archeologico che narra la storia dell’occupazione romana che durò circa 200 anni e presenta le vestigia romane dell’antico centro urbano. Si tratta di uno tra i siti meglio conservati di tutto il Marocco. Il mio Marocco continua a essere una terra di atmosfere meravigliose e sembra essere sospeso tra mito (Casablanca, Tangeri, Marrakech) e realtà (Fes e  Meknes) dove continuo a trovare la luce, i profumi, l’arte, la storia e soprattutto la sorprendente vita comune dei suoi abitanti. Per me il vero Marocco esiste ancora e Meknes ne é stata la conferma, nonostante la comprensibile mitizzazione di alcune località. La verità, come capita spesso, sta nel mezzo ? Ho trovato Meknes davvero incantevole, viva, con una forza incredibile. E intorno, viaggiando col taxi, ho trovato un paesaggio verdeggiante circondato da colline rigogliose sulle quali ergono alberi da frutto e in particolare modo da oliveti. Meknes è un po’ più piccola e meno nota rispetto alle altre città imperiali marocchine e ed è rimasta un po’ fuori dal grande turismo di massa. La verde Meknes, il cui nome deriva da un’antica tribù berbera, presenta tutti gli aspetti tipici e distintivi delle località storiche del Marocco e nonostante sia la più recente delle quattro città imperiali, oltre a Fes, Marrakech e Rabat (già visitate), mi ha regalato nuova linfa per la mia mente. Inshallah.

Con il volo di ritorno da Fes ho raggiunto quota 365 voli nella mia vita.
Un volo per ogni giorno dell'anno. Un traguardo inusuale ma ragguardevole. 

Post's song : "Shape of you" performed by Ed Sheeran
11/17

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