Dopo tre anni consecutivi nella cornice dello splendido Natale napoletano insieme al Nick, Vito, Betty ed Edoardo quest’anno abbiamo deciso di addentrarci nelle radici della nostra famiglia paterna. Sempre al Sud ma questa volta non sulla sponda tirrenica ma su quella adriatica : destinazione Bari e luoghi circostanti. Vito aveva preparato un itinerario meraviglioso, una assoluta novità per noi figli che in questa terra c’eravamo stati solo una volta nell’ormai lontano 1970. A questa “bellissima” novità si è aggiunta quasi all’ultima ora anche quella “inconsueta” della richiesta di trascorrere il Natale insieme a noi da parte dell’altro mio fratello Roberto, con la moglie Rita, il nipote Daniel e la fidanzata di quest’ultimo Valentina. Erano più di trent’anni che non si verificava questo evento in quanto Roberto ha sempre festeggiato il Natale in Liguria con la famiglia di Rita. In pratica quest’anno c’è stata una “reunion” familiare straordinaria e visto il numero dei participanti (9) abbiamo dovuto modificare leggermente il programma per adeguarci ai ritmi di tutti. Noi, il gruppo storico, siamo arrivati nel primo pomeriggio dell’antivigilia di Natale a Bari e nell’attesa del ricongiungimento, in tarda serata, con il secondo drappello, su richiesta esplicita del comandante Nick, abbiamo cercato la casa dove lui aveva visto la luce in Via Quintino Sella nel 1929. Salendo e risalendo la strada il Nick cercava di ricordarsi la facciata, il portone, un piccolo cortile ma non c’è stato niente da fare, non si ritrovava. Abbiamo girovagato fino all’ora del tramonto puntando poi verso il centro storico ed entrando nello straordinario mondo della Bari Vecchia dove, sotto la meravigliosa illuminazione giallo-oro dei lampioni, si vive la vera essenza della città. Abbiamo conosciuto alcuni abitanti dei bassi, le tipiche piccole abitazioni di uno o due vani poste al piano terra con l'accesso diretto sulla strada e con loro abbiamo conversato felicemente sul Natale e sulle tradizioni. Dalla donna seduta su una seggiola sull’uscio di casa mentre preparava le “carteddate” (dolce tipico pugliese a base di vin cotto) al “poeta”, con tanto di libro nascosto nel giubbino, che raccontava alcuni aneddoti della Bari Vecchia. Sembrava di essere entrati in un mondo diverso, quasi un presepe vivente visto l’avvicinarsi del Natale. E’ stata un’esperienza meravigliosa. Nei bassi si intravedevano le tavole con le orecchiette preparate per i giorni di festa e così veniva ancor più esaltata la tradizione di questo cuore pulsante di Bari. Continuando a camminare, passando gli archi e imboccando le vecchie viuzze, si arriva prima alla Cattedrale di San Sabino e poi alla Basilica di San Nicola, luoghi mistici, bellissimi nell’architettura d’interno. Il Natale è cominciato. L’atmosfera è entusiasmante. L’indomani tutto il gruppo Bottalico’s si è messo in moto con il sole forte e con le due station wagons prese a noleggio all’aeroporto di Bari Palese. Destinazioni della vigilia di Natale : Alberobello e Matera. Un’oretta di bellissime strade che costeggiano distese di uliveti e masserie da film ed eccoci tutti insieme ad Alberobello, l’incantevole cittadina della provincia di Bari celebre per le sue caratteristiche abitazioni chiamate “trulli” (case costruite con pietre di origine calcarea con tetti a forma di cono e pinnacoli decorativi) patrimonio dell'Umanità dell’UNESCO. Una passeggiata in mezzo ai trulli nei vari rioni è di un’autentica bellezza. E dentro alcuni trulli ci sono negozietti artigianali che propongono prodotti della zona e che spaziano dalle ceramiche pugliesi ai liquori tipici, dalle bottiglie d’olio ai famosi fischietti di Alberobello, fatti di coccio, colorati e di innumerevoli forme. La corsa all’ultimo regalo di Natale diventa quasi frenetica. Il tempo scorre veloce e dobbiamo arrivare fino a Matera con un’altra ora di macchina per il pranzo della vigilia di Natale prenotato in un’Osteria (dei Sassi) con preparazioni di piatti gourmet rielaborati con materia prima della Basilicata. Ottima scelta con una cucina mista tra tradizione e innovazione creativa. Matera è famosa in tutto il mondo per i suoi “sassi”, il nucleo urbano originario, sviluppatosi a partire dalle grotte naturali scavate nella roccia e successivamente modellate in strutture più complesse all’interno di due grandi anfiteatri naturali che sono il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano. Il pranzo si è prolungato fino al tardo pomeriggio e quindi siamo riusciti a vedere questo presepe vivente di città con le luci del passaggio dal tramonto alla sera. Si resta affascinati dalla visione d’insieme. Matera è una città tra le più antiche del mondo e meriterebbe una visita almeno di un weekend. CI dovrò ritornare e l’idea è veramente allettante. All’ora di cena si rientra alla base del Palace Hotel di Bari per un breve riposo nelle camere. Spendiamo poi l’attesa della messa di mezzanotte di Natale tutti insieme intorno al lungo tavolo del Palace Café per un ricco buffet e per un autoscatto a immortalare l’evento. Si avvicina la mezzanotte e ci incamminiamo in gruppo verso la Basilica di San Nicola. Il tempo di riempire la “nostra” panca in mezzo alla Basilica del Santo Patrono di Bari che dall’esterno si sentono i fragorosi martellanti fuochi d’artificio. E’ l’annuncio della mezzanotte : che la funzione abbia inizio. Alla fine risulterà altamente suggestiva per i rituali e per le musiche ma decisamente mediocre nella predica. Fuori dalla Basilica lo scambio degli auguri è di rito. Siamo arrivati al giorno di Natale. Al mattino nella sala delle colazioni, in attesa che il Daniel sia dei nostri, consegnamo come i Tre Re Magi i doni per il veterano capo guida Nick. Partiremo poi alla volta di Minervino Murge dove, a detta di indiscrezioni non confermate, ci sono le radici del casato Bottalico. Tempo perso in quanto, per via della posizione a dominio della valle noto come Balcone delle Puglie, l’abitato non permette di parcheggiare le nostre due “navette” e riusciamo soltanto a fare una fotografia, riuniti sotto il cartello stradale, che raccoglierà insieme i sei i portatori del cognome Bottalico. Non ci perdiamo d’animo e proseguiamo in direzione di Castel del Monte nella provincia di Barletta-Andria-Trani. Castel del Monte è una fortezza del XIII secolo a pianta ottagonale fatta costruire dall’Imperatore e sovrano del Regno di Sicilia Federico II. La sua posizione sulla sommità di una collina a più di 500 metri sopra il livello del mare è assolutamente scenografica. L'edificio, oltre a essere un esempio di costruzione precisa, è carico di simbolismi che hanno appassionato numerosi studiosi e talvolta viene utilizzato come ambientazione per riprese cinematografiche (vedi a esempio per il film “Il Nome della Rosa” e recentemente per il “Racconto dei Racconti-Tale of Tales”); è anche fonte di ispirazione di giochi di strategia. La fotografia del post eseguita in autoscatto con lo sfondo della fortezza è stata rielaborata graficamente da Edoardo. Con l’aiuto dei navigatori di bordo copriamo velocemente la litorale adriatica per raggiungere Polignano a Mare dove nella Locanda dell’Abbazia di San Vito ci aspettano per il Pranzo di Natale con un menù che ci delizierà con una proposta di piatti a impronta marinara dal gusto delicato. Il dopo pranzo nella cittadina di Polignano a Mare lo andremo a consumare visitando, ancora al crepuscolo, il nucleo più antico che sorge su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare. La fotografia di rito, sempre in autoscatto, sarà un omaggio al più celebre concittadino di Polignano a Mare il cantautore e attore Domenico Modugno. La statua a lui intitolata è proprio sul lungomare della cittadina e tutti insieme riproduciamo il suo gesto a braccia aperte. E mentre Edoardo, con il suo inseparabile ukulele, intona le note di “Nel blu dipinto di blu (Volare)” ci dirigiamo verso il centro storico che si presenta come un altro incredibile presepe. Questi posti sono davvero meravigliosi e meritano tutti una “visita di controllo” o “successiva alla prima” tanto per utilizzare il gergo del mio posto di lavoro. Cosa manca come ciliegina sulla torta di questi giorni di festa natalizi : il panzerotto pugliese. Quando abitavamo tutti insieme e anche dopo, in occasione di ricorrenze o veglioni, mia mamma la Pupella, nonostante le sue origini napoletane, ci preparava in maniera sublime una quantità impressionante di panzerotti fritti pugliesi, nella versione classica, con pomodoro e mozzarella. Per noi era un’autentica gioia, una festa e grazie alla freschezza degli ingredienti facevamo a gara per chi ne avesse mangiati di più e talvolta quando avanzavano era consuetudine consumarli il mattino dopo a freddo. Mi ricordo anche quando rubavamo, per assaggiarli, piccoli pezzetti di pasta lievitata nonostante le raccomandazioni della mamma. Sia d’inverno che d’estate erano una vera e proprio delizia che purtroppo in questi anni non ho più provato. E così nella serata del Natale, con la sola defezione dell’appisolato Daniel, ci siamo riuniti intorno ai tavoli fuori dalla rosticceria di Piazza del Ferrarese a Bari dove per l’irrisorio prezzo di un euro al pezzo friggono al momento i panzerotti nella versione classica. Buoni, leggeri e gustosi. Si avvicinano molto ai panzerotti che preparava Pupella, ma quelli erano fatti con l’amore di mamma. E come nei migliori programmi turistici l’ultima mattinata a Bari era a disposizione libera. Chi (Nick, Vito, Betty, Edoardo e Lele) a cercare la tomba di famiglia nel Cimitero Vecchio Monumentale di Bari e chi (Roberto, Rita, Daniel e Valentina) a vedere gli sbattitori di polpi a “nderra la lanze” che sarebbe il porticciolo della piccola pesca di Bari. E mentre Edoardo trovava la tomba dove riposano i nonni del Nick (i miei bisnonni), Roberto faceva man bassa di pesce crudo (dai polpi ai ricci di mare, dalle cozze pelose alle ostriche). L’ultima riunione vedeva anche Edoardo mangiare con Roberto, Daniel e il Nick (che al rientro ne ha pagato le conseguenze) quei frutti tipici del mare di Bari. E ancora tutti insieme per un ultimo giro di rito nella Bari vecchia con la luce del sole accecante e caldo. Dall’odore intenso di mare a quello invitante del fritto dei panzerotti della rosticceria della sera precedente il passo è proprio dietro l’angolo. Ultimo grande vassoio per tutti e ultimi saluti prima del rientro nelle rispettive case a Milano e a Sesto San Giovanni. Natale singolare con la visione di posti bellissimi nella terra del Nick. Mancava solo mamma Pupella, ma i suoi “panzerotti” in fondo ci hanno riunito e nell’immaginario comune lei era a tavola con noi.
Post's song : "La prima cosa bella" performerà by Nicola di Bari
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