Il mio primo "incontro" con Claude Monet avvenne agli inizi di questo secolo. Feci la sua conoscenza vedendo il film "Gioco a due" (1999) dove il protagonista, un facoltoso uomo d’affari, ruba un quadro del grande pittore impressionista francese all'interno del Metropolitan Museum di New York. Scoprii in seguito che di quel quadro, "San Giorgio Maggiore al crepuscolo", ne esistevano due versioni conservate una al National Museum of Wales di Cardiff, in Galles e l'altra al Bridgestone Museum of Art di Tokyo, in Giappone e che quella di New York era un falso cinematografico esattamente come la riproduzione dipinta a mano ad olio su tela che ho fatto realizzare e che si può visionare nel mio appartamento. Quando iniziai a intraprendere questa mia attività di blog writer di viaggi decisi che nel giro di pochi anni dovevo togliermi lo sfizio di andare a visionare dal vivo quelle tele originali e così feci. Ammirandole nei due musei mi innamorai del lavoro di Monet rimanendone assolutamente affascinato. A quel punto ho iniziato a seguirlo partendo dal Museo Marmottan Monet a Parigi; poi mi sono perso quasi in adorazione osservando le sue ninfee allestite nelle due sali ovali dell'Orangerie sempre nella capitale francese e ho goduto della bellezza delle sue opere in tanti altri musei sparsi nel mondo. Era arrivato il momento di rendergli doveroso omaggio approdando nella terra a lui più cara, la Normandia. Due gli obiettivi prefissati : il primo, destinazione Rouen, davanti all'imponente cattedrale da lui raffigurata in più di venti versioni in ore e luci diverse e il secondo, più importante, nel villaggio di Giverny dove Monet decise di passare gli ultimi anni della sua vita. Mentre scrivo, seduto nel parco giardino de "Le Jardins del Plumes" un hotel di charme in una dimora di più di cent'anni, sento solo lo scroscio del piccolo torrente e i versi degli uccellini che si posano sugli alberi. Per uno come me abituato alla gioiosa frenesia delle grandi città si tratta di una esperienza inconsueta. Mi guardo intorno e cerco di farmi ispirare dalla quiete di questa verde oasi di campagna che fa parte dei Relais du Silence, proprio come Monet davanti alle sue ninfee nello stagno a pochi minuti a piedi da qui. È' arrivata l'ora di ordinare un bicchiere di Calvados ? Siamo in Normandia. Mi riprometto che andrò a degustarlo a fine cena al ristorante dell'Ancien Hotel Baudy, ritrovo degli artisti d'oltreoceano che arrivavano a Giverny per incontrare i maestri francesi. Questo viaggio di fine agosto é arrivato perfettamente in tempo, ultimamente sento proprio il bisogno di "staccare la spina" e la scelta di trascorrere due giorni a Le Jardins de Plumes é stata la vera ciliegina sulla torta. Hotel di prestigio, immerso nel verde, lontano quanto basta dalle attrazioni di Giverny. La mia stanza nella zona atelier é la Courte Patte con tanto di vasca nel mezzo. Le Jardins del Plumes vanta anche un ristorante gourmet da una stella Michelin che ho "tastato" la sera del mio arrivo, scegliendo il menù "degli impressionisti" realizzato dallo chef stellato Eric Guerin in collaborazione con il pittore francese Olivier Masmonteil. Gusto, olfatto e vista : i sensi riprendono vita. Nella visita a Giverny sono tre le scelte imprescindibili : la casa e i celebri meravigliosi giardini di Monet, il Museo degli impressionisti e la tomba dell'artista nei pressi dell'Eglise Sainte-Radegonde la chiesa del villaggio; io ne ho aggiunta una considerando Le Jardins de Plumes un luogo incantevole. Il mio viaggio era cominciato da Rouen il capoluogo della Normandia. Appena arrivato mi sono precipitato a vedere la cattedrale e sono rimasto veramente a bocca aperta guardandola dalla stessa posizione di Monet e come lui l'ho poi vista e rivista con il mutare delle ore e delle luci : al tramonto, di sera, al mattino presto e a mezzogiorno. Assolutamente imperdibile d'estate lo spettacolo di luci proiettate sulla Cattedrale, un vero piacere per gli occhi. Al Museo delle Belle Arti di Rouen c'era la mostra di Manet, Renoir, Monet, Moriot ... (scene di vita impressionista) oltre alla collezione permanente dove spicca una delle versioni di Monet della Cattedrale : non potevo perdermele. Costeggiando la Senna si arriva poi in una struttura moderna, il Panorama XXL, dove hanno allestito una nuova creazione spettacolare dell’artista Yadegar Asisi : Rouen 1431. Dall'alto di una piattaforma di 15 metri sarete immersi nel XV secolo per scoprire alcune scene principali della vita ai tempi di Giovanna d’Arco, che ha avuto luogo proprio a Rouen. E proprio a Rouen l'eroina francese fu arsa viva nella vecchia piazza dove ora spicca una chiesa di architettura avveniristica. Il Palazzo di Giustizia, un vero capolavoro architettonico, la torre con il grande orologio e il centro storico ricco di antiche case a graticci medievali completano la visita del capoluogo della Normandia. E’ finalmente arrivato il momento di prendere il treno che mi porterà a Vernon. Qui ho visitato il Museo A.G. Poulain con la mostra di ritratti di donne al tempo dell'impressionismo e una tela rotonda blu di Monet raffigurante le sue ninfee. Superato il grande nuovo ponte sulla sponda per Giverny ci si imbatte nel vecchio mulino del 16’° secolo arroccato su due piloni del vecchio ponte sopra la Senna in una posizione alquanto curiosa e insolita. Sarà poi un bus che mi traghetterà a Giverny, dove ero l'unico europeo in mezzo a tanti turisti giapponesi. Andranno a visitare il ponte giapponese nei giardini di Monet mi sono chiesto ? Il turismo da queste parte gode delle due stagioni calde, la primavera e l'estate e quindi non é difficile trovare la schiera nipponica armata di macchine fotografiche e ombrelli per proteggersi dal sole, così come é facile trovare un ragazzo quasi cinquantacinquenne innamorato di Parigi e di Monet oltre al francesismo come più volte dichiarato. Piacevole, rilassante, godurioso nel bere e nel mangiare, culturale, colorato dalla presenza dei fiori, un viaggio "ad hoc". Per concludere in bellezza la parentesi Monet decido di andare a festeggiare a cena al ristorante dell'Ancien Hotel Baudy per degustarmi un confit d'anatra e come promesso un buon calvados. L'indomani il treno mi riporterà a Parigi per una mezza giornata interna. La mia Parigi. Sono quindici anni di seguito che ci ritorno puntualmente. Ho prenotato una camera all'Hotel Midi Montparnasse in zona Denfert Rochereau. Mi riservano la numero 61 (il mio anno ... wow) al sesto piano. Dalla finestra vedo la fermata dell'Orly Bus perfetta per portarmi il giorno del rientro all'aeroporto. Scendo immediatamente per non perdermi un minuto di Parigi. Esattamente davanti l'hotel c'é una stazione automatica del Veli’b già utilizzato nelle tradizionali scorribande di settembre insieme a Vito, Betty ed Edoardo al seguito di Jimmy Buffett. Prendo la bici postazione 4 e volo verso il Café Bistrot Victoires che è diventato l’appuntamento fisso nelle sere settembrine. Questa volta ci arrivo per pranzo e scelgo un tavolo all'aperto : champagne e tartare di salmone la mia scelta. Il resto della giornata, in bici, a piedi, in metropolitana lo trascorro passando davanti alla storia di Parigi : Notre Dame, Champs-Élysées, Arco di Trionfo, Place Vendome, Louvre, Hotel del Invalides, Tour Montparnasse, Basilica del Sacro Cuore e da qualsiasi punto mi trovassi ... la Torre Eiffel. Uniche deviazioni in rue Gregoire de Tours (St.Germain) per salutare la mia maestra di francese e al Westin Hotel vicino rue de Rivoli per rifornimenti d'obbligo. Obbligo é anche la parola giusta per la mia dichiarazione d'amore per Parigi dopo gli eventi tragici dello scorso anno. Obbligo di tornarci sempre. Fra venti giorni già ci ritornerò, il concerto di Jimmy Buffett é un dovere oltre che piacere. À bientôt Paris !
Post's song : I've Seen that Face Before (Libertango) performed by Grace Jones
8/16
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