Ogni promessa è debito e così, dopo averne sancito il patto con Edoardo nella hall del Crowne Plaza Hotel di Londra nella nostra performance di fine ottobre, sono atterrato a Copenhagen con la gioia di onorarla.
La mia promessa era quella di andarlo a trovare entro l'anno e la sua quella di “pagarmi” in questa occasione una cena in un ristorante giapponese del gruppo dove lui lavora.
Primo secondo e terzo giorno di dicembre. Tre giorni insieme a Edoardo, il mio nipote prediletto, col quale da più di dieci anni condivido le stanze d'hotel in tutti i viaggi insieme a Vito e Betty (Svezia, Francia, Danimarca, Irlanda, Portogallo, Spagna, Scozia, Olanda, Germania e Italia).. Questa volta è stato lui a ospitarmi nella sua stanza-casa nella città della Sirenetta e con lui ho dato vita a un tour de force enogastronomico di alto livello avventurandoci all'interno del Copenhagen Concepts di cui lui fa parte come cameriere nel centralissimo ristorante steak-house Mash. Un'esperienza molto particolare potutasi realizzare proprio per il fatto che Edoardo, essendone dipendente, ha lo sconto del 50%; senza questo “piccolo” dettaglio difficilmente saremmo riusciti a portare a termine questa “escursione culinaria” in tre giorni consecutivi. Sono stati tre giorni speciali, all'interno dei quali ho anche conosciuto Maria la sua nuova fiamma danese che in più di un'occasione ci ha fatto compagnia. Oltre alle cene e ai pranzi del tour enogastronomico le giornate si sono susseguite camminando per la città che si era appena vestita di festa per il Natale imminente. Rivelazioni personali e sentimentali,, memorie di viaggi trascorsi e idee per quelli a venire, gioie e speranze per il futuro raccontate passo dopo passo negli itinerari quotidiani per le vie di Copenhagen. A dare il via a tutto ciò è stata la colorata snap (grappa) bevuta a pranzo al ristorante Told and Snaps che la serve accompagnando dei meravigliosi smorrebrods danesi. Lo smørrebrød (panino aperto), letteralmente pane e burro è la preparazione più diffusa a Copenaghen per una pausa pranzo gustosa. Nella gastronomia tradizionale danese, lo smørrebrød nella sua versione classica consiste in una fetta di pane di segale imburrata e usata come base per diverse guarnizioni. Tra le centinaia di varianti che vengono servite, classiche sono quelle con aringa, salmone, anguilla o maiale, condite con cipolle rosse o rafano e tutte rigorosamente accompagnate da birra o da snap (acquavite), nel nostro caso la seconda opzione. All'uscita dal locale, rimango sorpreso nel verificare che il ponte che dovrebbe collegare la zona centrale con quella del ristorante stellato Noma non è ancora terminato (l'appalto dice con ironia Edoardo è di un'impresa italiana). Siamo finalmente pronti per vivere l'evento del corteo dei folletti e di Babbo Natale che dal Nyhavn, attraversando tutto lo Stroget (la strada pedonale più lunga d'Europa), ci porterà alla Piazza del Municipio per l'accensione del grande albero natalizio. Il buio arriva presto e nel ritorno ci fermiamo nel mercatino di Natale costruito sulla falsariga di quelli austriaci di Vienna. Ad attenderci c'è Maria e insieme a lei beviamo del vino caldo speziato e assaggiamo le frittelle di mele preparate al momento. Dopo i convenevoli di presentazione le nostre strade si divideranno ma solo il tempo di arrivare alla cena dove Edoardo aveva prenotato al “Le Sommelier” ristorante brasserie di impronta francese che fa parte anch'esso del Copenhagen Concepts. Una visita a Le Sommelier significa cucina francese senza compromessi con una una vasta selezione di vini provenienti da tutto il mondo dettagliata da una lista enciclopedica. Cena a tre in un ambiente caldo, romantico, informale ma elegante al tempo stesso. Scelte francesi dall'antipasto al dolce annaffiate da un flute di champagne e da una bottiglia di Pomerol Chateau de Sales del 2008 (bordeaux).. Ostriche, seppie, capesante, anatra, manzo e formaggi vari in successione fino ad arrivare alla goduria della delizia delle delizie dello straordinario dessert al cioccolato. Sei piccoli gioielli di cioccolato in sequenza paradisiaca. Nella mia valutazione vanno la lode e l'encomio per il dessert di cui sopra. La prima intensa giornata è terminata, e il tutto è suggellato da una sigaretta insieme (io non aspiro) passeggiando verso casa nell'illuminata Copenhagen notturna. Il secondo giorno si apre con la sbirciatina del design danese nello store del Norman Copenhagen, dove ho visto dei divani stupendi e con una lunga passeggiata che costeggia il laghetto e che ci porterà al cimitero dove è sepolto Hans Chrstian Andersen favolista nazionale. Un cimitero molto particolare, verde, conviviale dove i ragazzi si ritrovano d'estate per un picnic o per fumarsi qualcosa di buono. Decidiamo poi di vivere l'esperienza del parco giochi Tivoli vestito anch’esso a festa per l'occasione del Natale. Intervalliamo il giro delle bancarelle natalizie, un po' per il freddo e un po' per passare il tempo, con una sosta al Caffè Retrò, giusto il tempo per rientrare nel parco e assistere allo spettacolo delle luci sull'acqua. Ci avventuriamo anche in qualche attrazione di questo regno delle favole avendone acquistato il pass valido per tutte le attrazioni e non rinunciamo soprattutto a un paio di giri sul vecchio ottovolante (montagne russe). Di ritorno ci aspettano i negozi dello Stroget, ricchi di design e di atmosfera natalizia. E' arrivato il momento della “promessa” e ci dirigiamo verso l'Umami il ristorante giapponese con influenza francese sempre del gruppo del Copenhagen Concepts. Un aperitivo d'attesa e poi via col menù Omakase (お 任せ) termine giapponese che letteralmente significa "Lascio a voi" dove lo chef ha potere assoluto sul cammino culinario che si traduce in una gamma di sei piccole composizioni stravaganti a base di prodotti di stagione, del miglior pescato dal mare e delle specialità della casa. Pertanto è un menù pieno di sorprese, mix tra innovazione e tradizione in perfetta fusione che seduce con un gusto impareggiabile. A questo menù noi abbiamo aggiunto due piccole varianti : la prima in nome e per conto del nostro piatto preferito, il sashimi di salmone, e la seconda per una piccola tempura di gamberi. Arredamento e locali moderni, quasi futuristi. Ottimo il sake (freddo) che abbiamo sorseggiato nella successione dei delicati piatti. Maria ci ha raggiunto per il dessert finale con tanto di foto di gruppo con autoscatto. Al rientro nella stanza-bunker di Edoardo visione in streaming del film Turnè (regia di Salvatores con Abatantuono e Bentivoglio interpreti straordinari). Il perché della visione di questo film è dovuto a un omaggio alla mia prima impressione-espressione della stanza di Edoardo all'arrivo sul canovaccio del dialogo iniziale della pellicola nella quale Abatantuono salito sull'auto di Bentivoglio, guardando l'autoradio installata esclama : “chi te l'ha montata : un elettrauto sciita di Beirut”. Ecco la stanza di Edoardo al primo impatto sembrava una derivazione di un quartiere di Beirut dopo un'esplosione in stile air-bag. Scherzo naturalmente anche perché il soggiorno è stato caldo e accogliente. Ultimo giorno a Copenhagen, Ci aspetta il pranzo da Mash … finalmente sul luogo di lavoro di Edoardo. Ottimi antipasti (tartare di tonno e animelle di vitello leggermente fritte) e il piatto forte del locale : la carne alla griglia ! Scelta danese e americana perfettamente abbinata a due bicchieri di rossi stranieri, lo spagnolo Anima Negra e l'argentino Manos Negras. Ci raggiunge Maria per un assaggio di antipasto e per i saluti finali. Le nostre strade si divideranno alla fermata del metrò dove Maria scenderà per recarsi al lavoro, Noi proseguendo ci dirigeremo verso l'Università di Copenhagen dove Edoardo dovrà “sorbirsi” una lezione individuale di mezz'ora. L'Università è modernissima e tecnologica. Edoardo studia musicologia. Nella visita dei vari ambienti riusciamo anche a ritagliarci il nostro spazio in una sala prove accessoriata dove lui al pianoforte e io al basso ci autofilmiamo in una session sulle note di “Message in a bottle” dei Police. La vacanza ha il giusto termine. Saluto Edoardo all'Università e prendo la metropolitana che mi riporta all'aeroporto per il volo di rientro. E' stato un delizioso antipasto del Natale in tutti i sensi. Wonderful Copenhagen !!!
PS grazie a Edoardo e a al suo caro amico Mischa per la consulenza sul titolo del post.
Post's song : “That’s all right mama“ performed by Roberto Ciotti
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