"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

jeudi, décembre 26, 2013

Napule. Ce piace 'o presepe ! ('o babà tour)

Il taxi prenotatoci dalla conciergerie del Renaissance Hotel di Napoli è appena arrivato. E' la  Multipla della Fiat che ci riporterà all'aeroporto di Capodichino per il volo di rientro. Mentre attendo il resto del gruppo (Nick, Vito, Betty ed Edoardo) per caricare i bagagli, mi avventuro col taxista in una simpatica conversazione sugli stereotipi, sugli usi e costumi della città partenopea. 
Gli confido che Vito e io appena tocchiamo il suolo di Napoli ci sentiamo come a casa. Sarà la parte di noi che ci ha regalato mamma Pupella, figlia di una napoletana verace. Il taxista mi dice che “ … 'o sang nunn'è acqua … “ (il sangue non è acqua) e io un po' ne sono fiero. Il Natale a Napoli è un evento straordinario e il regalo più bello mi è stato fatto proprio vivendo questa esperienza. L'hotel Renaissance che ci ha ospitato ha una stupenda terrazza sul golfo col il Vesuvio in bella evidenza. Fare la prima colazione all'interno dii questa cornice sarà il giusto dare il  “la” alle giornate. Napoli è una città contraddittoria. Tutto è il contrario di tutto. Una città musicale con i suoni, le grida e i rumori di fondo che diventano una perfetta colonna sonora. Paradossalmente Napoli è una città felice. Qui è il regno della filosofia popolare; ogni persona che incontri ha i suoi aforismi di vita.. Durante un soggiorno di vacanza non puoi fare a meno di incappare in taxisti che durante i tragitti nella città ti regalano autentiche perle di saggezza o di camerieri che dispensano massime sulla sapienza del vivere. Tutto in virtù del “storta va, deritta vene” o del “basta che ce stà ' sole”; la vita continua sempre, non ci si ferma. Esattamente come al semaforo rosso che qui non è un divieto, non è un obbligo alla regola, è solo un consiglio, un aver prudenza. Come quando ti suggeriscono di prestare attenzione nei luoghi o nelle strade trafficate di persone. L'unico che in questo viaggio ha continuato a mettermi(ci) le mani nelle tasche è stato Vito forse per esorcizzare questa diceria quando abbiamo passeggiato per via S.Gregorio Armeno, la stradina brulicante del centro storico, impero dell'artigianato napoletano in materia di Natale. Ma prima di arrivare in questo regno ci siamo imbattuti nel “caos” di Via Toledo una delle arterie principali di Napoli che da Piazza Plebiscito arriva fino a Piazza Dante. E qui in Piazza Dante abbiamo vissuto la prima incredibile esperienza culinaria a pranzo varcando la soglia del “Leon d'Oro”, dove la cucina napoletana è DOC con  piatti semplici di matrice popolare. L'arte culinaria tradizionale è di altissimo livello e gli ingredienti di prima qualità fanno la differenza (vedi olio e pomodoro). Si comincia, aiutati dai consigli del giovane affabile cameriere Gaetano, con l'antipasto misto che riunisce insieme sfiziose fritturine della casa (piccoli calzoncelli di ricotta, crocché di patate, arancini di riso), un'impareggiabile parmigiana di melanzane (con un sublime sugo di condimento) e con le veraci zucchine alla scapece dove l'equilibrio tra l'agro e il dolce è assoluto. Si prosegue sempre sotto l'ala protettrice di Gaetano con una varietà di primi piatti di notevole fattura : penne alla genovese (cipolla e carne), la classica pasta e patate, gnocchi alla sorrentina e spaghetto 'a vongole impreziosito da pecorino e peperoncino. Il tutto è accompagnato da ottimo vino rosso locale e da pane fatto in casa. E poi il gran finale con i dessert della casa che variano dalle speciali graffette di patate, fritte girate nello zucchero servite bollenti prima del caffè alla classica profumata pastiera napoletana; ma il re dei dolci è il “grandissimo” babà con l'impeccabile equilibrio tra rhum e acqua ai fiori d'arancio. Il locale è semplice, stile trattoria con sprazzi di vita vissuta che fuoriescono dalle fotografie appese sui muri che ritraggono artisti che sono transitati da questo “paradiso”, Si riconoscono tanti volti noti che  vengono a mangiare perché penso si sentono come a casa. Anche noi abbiamo avuto la stessa sensazione. La proporzione qualità prezzo è assolutamente all'altezza. Che straordinario inizio di vacanza ! Ironia della sorte sulla qualità prezzo pensando al nostro anticipo di Natale (insieme all'altro mio fratello Roberto e famiglia) che era avvenuto una decina di giorni prima con un pranzo a Villa Crespi sul Lago d'Orta proprio con un cuoco pluristellato natio di queste parti Antonino Cannavacciuolo, al quale avevo regalato il mio piccolo gioiello grafico : la miniatura di Nutella. All'uscita del locale ancora felici e inebriati dal primo impatto con la gastronomia napoletana ci siamo diretti, nelle vicinanze, a visitare il Monastero di Santa Chiara. Addentratici nel chiostro principale, quello delle Clarisse, ci siamo trovati di fronte  il giardino decorato dalla preziose piastrelle in maiolica (riggiole) che ricoprono tutte le colonne e le sedute, un vero incanto d'insieme. Il giorno sta tramontando e la luce artificiale dei lampioni e delle luminarie diventerà il bellissimo sfondo alla camminata che ci porterà al top delle attrazioni di Natale : il mercatino formato dal susseguirsi delle botteghe artigianali che fanno vivere la tradizione presepiale di Napoli. Via San Gregorio Armeno : un autentico presepe nel presepe. Alle scultore canoniche di pastori e scenari si alternano le statuine originali con fattezze di personaggi storici (da Totò a Eduardo de Filippo via Maradona) e di attualità (dai giocatori del Napoli di oggi, allenatore compreso, a cantanti, attori, politici conosciuti fino ad arrivare a Papa Francesco, la star dell'anno). Come detto sopra … un presepe nel presepe. Un'atmosfera unica, un quadro d'autore vivente. Che giornata speciale, rovinata a cena, ma solo marginalmente, dalla prima prova pizza nello storico locale “Sorbillo”. Pizza senza anima che fuoriesce dal piatto, cotta male e con ingredienti non di qualità. Peccato. Nota positiva il prezzo : 3.30 euro. Il secondo giorno, la vigilia di Natale, si apre con la salita con la funicolare che ci porta al Vomero e dopo una camminata circondati da eleganti palazzi, raggiungiamo la Certosa di S.Martino uno dei maggiori complessi monumentali di Napoli. Bellissimo il trittico cortile, chiesa, chiostro al termine del quale un corridoio espositivo di carrozze antiche ci conduce alla bellissima terrazza sulla città e sul golfo con incredibili scorci sul Vesuvio quasi fossero dipinti nel cielo, stile trompe l'oil naturali. Di bell'effetto anche l'esposizione navale di due grandi lance reali a remi. La mattinata sta vivendo il massimo fulgore. Si ridiscende con la funicolare. Via Toledo, dalla parte opposta a quella percorsa nel giorno precedente, ci attende. Raggiungiamo in pochi assi la Galleria Umberto I, disegnata e costruita sulla falsariga di quella di Milano con una grande palla azzurra di Natale che fa da cornice all'atmosfera del Natale. All'uscita lo scorcio di Piazza del Plebiscito; la raggiungiamo per una foto d'autore (quella che Vito ha fatto a me …). Si sente l'odore del mare e l'occasione di pranzare in prossimità dello stesso è doverosa. Scendendo verso il litorale ci aspetta un panorama da cartolina col Vesuvio e con la visita alla fontana di Santa Lucia. La nostra passeggiata termina davanti alla vista dell'imponente castello sul mare il Castel dell’Ovo, in prossimità del quale, nel Borgo Marinaro, ci rifugiamo per mettere le gambe sotto il tavolo del ristorante Oste Pazzo. Buona cucina di mare con antipasti misti, pizza bufalina con pomodoro fresco da dividere insieme e primi piatti di pasta con sapore di mare. Paccheri allo scoglio, linguine ai ricci di mare e ai frutti di mare accompagnati da una spigola cucinata a regola d'arte. Quando la materia prima è così fresca tutto riesce così bene, così come l'accompagnamento del fresco vino bianco di colore intenso Falanghina leggermente frizzante. I deliziosi dessert a base di babà concludono l'ottimo pranzo. Nel tardo pomeriggio, dopo una sosta in hotel per rinfrescarci, facciamo un primo tentativo di raggiungere il Duomo di San Gennaro e decidiamo di prendere la metropolitana alla fermata Toledo. Si scendono le scale e ci si ritrova in un mondo incredibile. La metropolitana non funziona ma si può visitare la modernissima struttura che è annoverata nelle 10 più belle al mondo. Affascinante viaggio nel sotterraneo ispirato al mare azzurro con lunghissime scale mobili e passaggi d'autore. All'uscita dalla parte opposta ci ritroviamo in un altro mondo ancora, quello dei Quartieri Spagnoli. Nel discendere verso Via Toledo il via vai di motorini è stupefacente. Da soli, in due e addirittura in tre sulle piccole due ruote motorizzate. Il casco tenuto rigorosamente al braccio è come il semaforo rosso, un optional. Ritentiamo quindi la visita al Duomo di Napoli col taxi guidato modello Playstation. Il Duomo è chiuso e lo “prenoteremo” per il giorno di Natale. Il buio della sera ha preso il sopravvento. I ristoranti sono tutti chiusi (la cena della vigilia è di assoluto potere delle famiglie napoletane) e fortunatamente troviamo una charcuterie dove ci vendono sei mozzarelle di bufala (rubate a detta loro alla cena di famiglia) da un etto l'una che delizieranno il nostro palato nella sosta all'aperto sul piazzale adiacente il Monastero di Santa Chiara. Il Nick è stanco e vuole rientrare in hotel. Lo accompagniamo per poi tornare (Vito Betty Edoardo e io) sulla centralissima Via Toledo alla ricerca di una pizzeria per una seconda prova della regina della gastronomia napoletana. La troviamo in Piazza della Carità. “Anticipiamo” la prova ordinando una grande mozzarella di bufala di Battipaglia per preparare armoniosamente la bocca per affondare poi le nostre posate sulla tradizionale pizza margherita. Esame superato, anche se rimango ancora dell'idea che la vera pizza napoletana deve essere più piccola e col bordo più alto. La tazzulella 'e café non me la servono con la piccola aggiunta di latte : si rifiutano !!! Sta arrivando la mezzanotte. Passiamo a riprendere il Nick e tutti insieme andiamo alla messa di mezzanotte di Natale nella Chiesa di San Nicola alla Carità dove scenograficamente nel buio della sala scende la luminosa stella per che dà inizio alla cerimonia del Natale. Funzione d'atmosfera cantata e recitata. All'uscita si va a nanna … è Natale. Di mattina dobbiamo onorare la promessa del giorno prima. Visitiamo il Duomo, famoso per le reliquie di San Gennaro che in più occasioni nell'anno si liquefano. All'uscita chiediamo a un taxista di portarci a visitare la tomba del grande principe Antonio de Curtis, in arte Totò. Non pensavamo ci portasse proprio davanti alla cappella di famiglia direttamente col taxi :  grandi questi napoletani. Momento di emozione alla lettura de la “'A livella” incisa sul muro del monumento funerario. Chiediamo al taxista di indicarci anche quella di Nino Taranto. Ci accompagna e ci attende per il ritorno. Al taxista, ormai quasi di “famiglia”, chiediamo un ultimo favore : quello di portarci a Marechiaro per cercare un ristorante sul mare per il pranzo di Natale. Detto e fatto : sarà la Trattoria da Cicciotto a ospitarci. Adagiata sulle sponde di Marechiaro ci  appaga con una cucina di mare con antipasti capricciosi che vanno dalla grande mozzarella di bufala alla caprese all'insalata fredda di teneri calamari e polipo, dal merluzzo fritto al capitone in umido, dalla frittura di fiori di zucca fino ai gamberi avvolti da spaghetti fritti. Primo piatto per l'intera tavolata con linguine ai frutti di mare con cottura e condimento di gusto. Si termina col “solito” gioioso immancabile babà e con una fetta di delicata torta con crema di limone. Il caffé ? Anche qui senza il latte. Ma a me il gusto del caffè piace solo col latte !?!?!?!? Vabbè lo metterò nelle note negative … Nel mezzo del pranzo Cicciotto ci ha deliziato cantando arie di canzoni napoletane, tra le quali la commovente Malafemmina di Totò. Torniamo in hotel per una piccola pennichella. Al risveglio ci dirigiamo verso lo storico caffè Gambrinus di Piazza Plebiscito per l'irrinunciabile assaggio di babà qui  affiancato da una prova di zeppola. All'uscita una piccola sgambata su Via Chiara, a metà della quale si incrocia la targa che commemora la nascita nel 1889 della pizza margherita. Per la serata finale Vito aveva prenotato dei posti al Teatro Trianon per la rappresentazione di Peppe Barra della “Cantata dei Pastori”. Grandissimo artista che dispensa continue risate. “Piece” molto divertente. La vacanza di Natale è al termine. Tre giorni di sole mentre sull'Italia de Nord imperversava la tempesta. L'aereo di Santo Stefano ci riporterà a casa non dopo aver avuto attimi di tensione per la ricerca dei documenti di Betty ed Edoardo lasciati inspiegabilmente nella cassaforte della stanza in hotel. Una corsa contro il tempo con i taxi di Napoli ma sul life-motive del “tutto è bene quel che finisce bene”. Un Natale spettacolare. La città di Napoli e la sua atmosfera di Natale sono davvero uniche.  PS senza saperlo il giorno della vigilia camminando nel buio della sera ci siamo inoltrati vestiti elegantemente nel quartiere di Forcella, che ha una nomea decisamente non carina. Non ce ne siamo accorti e dire che ho anche acquistato due pacchetti di sigarette di contrabbando dalla marca improbabile !!! Ho letto proprio oggi che l'Università della Sapienza ha stilato un ritratto sulla qualità della vita nelle città italiane. Milano è meno sicura di Napoli. Chi l'avrebbe mai detto ? Io. 

Post's song : “Funiculì Funiculà“ by Repertorio Canzoni Napoletane

12/13

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