Per me non esiste un solo Natale o un solo fine/inizio Anno.
Questo post è un piccolo resoconto di questo periodo dell’anno nel quale ho messo insieme le tavolate, le passeggiate, i brindisi con parenti e amici attraverso un itinerario italiano che si è srotolato da Cermenate fino ad Assisi, passando da Gubbio, Gorgonzola, Bologna e Modena.
Le mie “festività invernali” sono un perfetto amalgama “family-friendly“, talvolta con vera difficoltà a scinderlo. Voglio bene alla mia famiglia ma anche ai miei amici.
Riuscirò un giorno incredibilmente a unirli tutti attorno a una lunga tavolata ? L’unica soluzione sarebbe un secondo matrimonio …
Ho iniziato questo periodo di feste il 21 dicembre con la cena a casa del mio amico Lucio per il consueto scambio di regali “ a prezzo fisso convenuto” e con la nostra partita a “scala 40” che contraddistingue il dopo cena di tutti i nostri incontri (21 dicembre).
Il giorno dopo (22 dicembre) ho partecipato alla ormai tradizionale cena natalizia a casa di Patrizia e Umberto insieme al loro figlio Daniele e all’amico Luca.
Ed eccoci finalmente al Natale, quello tradizionale, che ho trascorso ad Assisi con il Nick, Vito, Betty ed Edoardo.
Questo post è un piccolo resoconto di questo periodo dell’anno nel quale ho messo insieme le tavolate, le passeggiate, i brindisi con parenti e amici attraverso un itinerario italiano che si è srotolato da Cermenate fino ad Assisi, passando da Gubbio, Gorgonzola, Bologna e Modena.
Le mie “festività invernali” sono un perfetto amalgama “family-friendly“, talvolta con vera difficoltà a scinderlo. Voglio bene alla mia famiglia ma anche ai miei amici.
Riuscirò un giorno incredibilmente a unirli tutti attorno a una lunga tavolata ? L’unica soluzione sarebbe un secondo matrimonio …
Ho iniziato questo periodo di feste il 21 dicembre con la cena a casa del mio amico Lucio per il consueto scambio di regali “ a prezzo fisso convenuto” e con la nostra partita a “scala 40” che contraddistingue il dopo cena di tutti i nostri incontri (21 dicembre).
Il giorno dopo (22 dicembre) ho partecipato alla ormai tradizionale cena natalizia a casa di Patrizia e Umberto insieme al loro figlio Daniele e all’amico Luca.
Ed eccoci finalmente al Natale, quello tradizionale, che ho trascorso ad Assisi con il Nick, Vito, Betty ed Edoardo.
Sistemati i bagagli e i pacchetti di Natale nella stanza dell’agriturismo “Country House Il Roseto” che ci ha ospitato ad Assisi ci siamo diretti nel buio invernal-pomeridiano verso le porte del Convento di Rivotorto che è stato inserito dall’UNESCO nell’anno 2000 fra i Monumenti “Patrimonio dell’Umanità” e dove ad attenderci c’era Padre Mario che subito ci ha guidato nei segreti dell’ordine francescano.
Al rientro all’agriturismo ci aspettavano prima la cena della vigilia (24 dicembre) e a seguire, con il ritorno al Convento di Rivotorto, la Messa di Natale. Un Natale suggestivo soprattutto per l’incontro con Padre Mario Lionetti, cugino della mia mamma, che “opera” da quasi dieci anni al Convento di Rivotorto, alle pendici di Assisi. Il Natale ha assunto un significato davvero profondo, perché l’incontro con Padre Mario ha sempre un valore spirituale; le sue parole sono un continuo stimolo alla meditazione. La mattina di Natale (25 dicembre) Padre Mario ci ho portato alla volta della Basilica di San Francesco di Assisi (Superiore e Inferiore) aprendoci tutte quelle porte che il normale turista non può oltrepassare, quasi fossimo sul set del remake del film “In nome della rosa”.
Poi, come tutte le pause di lavorazione sul set, ci siamo seduti tutti insieme attorno al tavolo rotondo, magistralmente addobbato dal patron Massimo del “Roseto”, per il pranzo di Natale nella vera tradizione umbra. Menù superlativo con trionfo di tutta la materia prima della zona sia nel mangiare (tartufo e porcini) che nel bere (vino rosso da favola).
Dopo una breve pennichella susseguente il pranzo di Natale abbiamo effettuato una breve visita alla Basilica Papale di S.Maria degli Angeli costruita intorno la famosa Porziuncola dove San Francesco vi sostava per pregare e dove morì nel 1226.
Nel dopocena per smaltire le calorie guadagnate con i menù dei due giorni (vale anche la splendida sosta del pranzo della vigilia all’Osteria del Teatro di S.Piero in Bagno) insieme a Vito Betty ed Edoardo ci siamo cimentati in una passeggiata notturna ricca di fascino, non solo religioso, sull’asse della strada mattonata che collega la Basilica di S.Maria degli Angeli con quella di Assisi.
Questa strada è storicamente il percorso degli itinerari francescani e mette in relazione fra loro i due massimi luoghi di devozione del Santo (le due Basiliche), unendoli in un unico tragitto di pellegrinaggio.
La mattina di Santo Stefano (26 dicembre) dopo un breve saluto con i parenti romani della mia mamma (sua cugina Tina e famiglia) ci siamo diretti a Gubbio dove abbiamo tranquillamente passeggiato tra i monumenti della città.
Nei giorni seguenti il Natale eccomi prima a casa di Flo, Leo e Stefano insieme a Cinzia, Patrizia, Luca, Umberto e Daniele (29 dicembre) e poi di nuovo a casa di Patrizia, Daniele e Umberto insieme a Luca per il brindisi anticipato per noi “che siamo sempre avanti” (30 dicembre).
L’ultimo giorno dell’anno sono partito alla volta di Bologna con Betty e Vito a Bologna per vedere all’opera l’amico Stefano Bicocchi (in arte “Vito”) nella sua piece teatrale “Se perdo te 2“.
La visita pomeridiana antecedente lo spettacolo mi ha fatto apprezzare la bellissima Bologna che non vedevo da tempo. Bologna dalle sue molteplici definizioni : Bologna la Dotta, Bologna la Grassa, Bologna la Rossa. Appellativi con cui si suole definire la città che derivano dall'antico studio, dalla cucina e dal colore dei mattoni con cui sono costruiti i suoi palazzi. Aggiungerei senza ombra di dubbio quello che forse maggiormente la caratterizza: Bologna dei Portici.
Al rientro all’agriturismo ci aspettavano prima la cena della vigilia (24 dicembre) e a seguire, con il ritorno al Convento di Rivotorto, la Messa di Natale. Un Natale suggestivo soprattutto per l’incontro con Padre Mario Lionetti, cugino della mia mamma, che “opera” da quasi dieci anni al Convento di Rivotorto, alle pendici di Assisi. Il Natale ha assunto un significato davvero profondo, perché l’incontro con Padre Mario ha sempre un valore spirituale; le sue parole sono un continuo stimolo alla meditazione. La mattina di Natale (25 dicembre) Padre Mario ci ho portato alla volta della Basilica di San Francesco di Assisi (Superiore e Inferiore) aprendoci tutte quelle porte che il normale turista non può oltrepassare, quasi fossimo sul set del remake del film “In nome della rosa”.
Poi, come tutte le pause di lavorazione sul set, ci siamo seduti tutti insieme attorno al tavolo rotondo, magistralmente addobbato dal patron Massimo del “Roseto”, per il pranzo di Natale nella vera tradizione umbra. Menù superlativo con trionfo di tutta la materia prima della zona sia nel mangiare (tartufo e porcini) che nel bere (vino rosso da favola).
Dopo una breve pennichella susseguente il pranzo di Natale abbiamo effettuato una breve visita alla Basilica Papale di S.Maria degli Angeli costruita intorno la famosa Porziuncola dove San Francesco vi sostava per pregare e dove morì nel 1226.
Nel dopocena per smaltire le calorie guadagnate con i menù dei due giorni (vale anche la splendida sosta del pranzo della vigilia all’Osteria del Teatro di S.Piero in Bagno) insieme a Vito Betty ed Edoardo ci siamo cimentati in una passeggiata notturna ricca di fascino, non solo religioso, sull’asse della strada mattonata che collega la Basilica di S.Maria degli Angeli con quella di Assisi.
Questa strada è storicamente il percorso degli itinerari francescani e mette in relazione fra loro i due massimi luoghi di devozione del Santo (le due Basiliche), unendoli in un unico tragitto di pellegrinaggio.
La mattina di Santo Stefano (26 dicembre) dopo un breve saluto con i parenti romani della mia mamma (sua cugina Tina e famiglia) ci siamo diretti a Gubbio dove abbiamo tranquillamente passeggiato tra i monumenti della città.
Nei giorni seguenti il Natale eccomi prima a casa di Flo, Leo e Stefano insieme a Cinzia, Patrizia, Luca, Umberto e Daniele (29 dicembre) e poi di nuovo a casa di Patrizia, Daniele e Umberto insieme a Luca per il brindisi anticipato per noi “che siamo sempre avanti” (30 dicembre).
L’ultimo giorno dell’anno sono partito alla volta di Bologna con Betty e Vito a Bologna per vedere all’opera l’amico Stefano Bicocchi (in arte “Vito”) nella sua piece teatrale “Se perdo te 2“.
La visita pomeridiana antecedente lo spettacolo mi ha fatto apprezzare la bellissima Bologna che non vedevo da tempo. Bologna dalle sue molteplici definizioni : Bologna la Dotta, Bologna la Grassa, Bologna la Rossa. Appellativi con cui si suole definire la città che derivano dall'antico studio, dalla cucina e dal colore dei mattoni con cui sono costruiti i suoi palazzi. Aggiungerei senza ombra di dubbio quello che forse maggiormente la caratterizza: Bologna dei Portici.
Non sottovaluterei anche quella gastronomica e quindi ecco che non posso far mancare la Bologna dei tortellini (rigorosamente in brodo).
In merito ai portici, Bologna può vantare quello più lungo del mondo che ho percorso in qualche breve tratto il primo giorno di questo nuovo anno 2011 in compagnia di Betty e Vito; ben 3 chilometri e 796 metri che vanno da Porta Saragozza fino al santuario dedicato alla Madonna di San Luca eretto sul Colle della Guardia. Insieme a Vito ci siamo ripromessi di percorrerla tutta alla prima occasione (magari in concomitanza di altro spettacolo del grandissimo “Vito); primo giorno dell’anno nel quale ci siamo fermati per un pranzo ben augurante a base di zampone, lenticchie e Lambrusco, nella città di Modena simbolo per eccellenza di questo piatto. Piatto che dovrebbe portare, secondo tradizione, tanti bei soldini (prendendo così alla lettera anche l’sms di inizio anno del buon Andrea Fantonelli).
In merito ai portici, Bologna può vantare quello più lungo del mondo che ho percorso in qualche breve tratto il primo giorno di questo nuovo anno 2011 in compagnia di Betty e Vito; ben 3 chilometri e 796 metri che vanno da Porta Saragozza fino al santuario dedicato alla Madonna di San Luca eretto sul Colle della Guardia. Insieme a Vito ci siamo ripromessi di percorrerla tutta alla prima occasione (magari in concomitanza di altro spettacolo del grandissimo “Vito); primo giorno dell’anno nel quale ci siamo fermati per un pranzo ben augurante a base di zampone, lenticchie e Lambrusco, nella città di Modena simbolo per eccellenza di questo piatto. Piatto che dovrebbe portare, secondo tradizione, tanti bei soldini (prendendo così alla lettera anche l’sms di inizio anno del buon Andrea Fantonelli).
Periodo : dicembre 2010 - gennaio 2011
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