"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

lundi, juin 25, 2018

Dublin, the city of music

La musica è nell’aria a Dublino. Non serve aggiungere o cercare una colonna sonora a un viaggio nella capitale d’Irlanda (Eire) … è già inclusa. Ce ne siamo accorti subito soggiornando nel quartiere di Temple Bar (in gaelico irlandese : Barra an Teampaill). Passeggiando per le strade acciottolate del Temple Bar, transitando da un pub all’altro, si sentono le note della musica dal vivo come se ci fosse qualcuno a far girare una grande manopola per sintonizzarsi sulle frequenze radio. Il quartiere è il ritrovo di molti artisti, anche di strada, che nelle loro proposte spaziano dalla musica tradizionale irlandese a quella del rock anglosassone. Basta varcare gli ingressi dei due pub che sono il vero punto d’incontro degli amanti della buona birra (Guinness dote) e della buona musica, che sia l’Oliver St.John Gogarty’s, che sia il “rosso” Temple Bar, si vivrà un’esperienza unica. Dal primo pomeriggio a notte fonda si ascolta musica dove il violino, la chitarra, il bodhrán (tamburo), la fisarmonica, il flauto a fischietto, il mandolino e le uileann pipe (cornamuse) fanno venire la voglia di ballare. La tradizionale musica folk dell’Irlanda è ritmo puro e vibrante. Qui la musica davvero scorre nelle vene. Difficile spiegare esattamente questo genere di emozione, bisogna viverla. Si sente la musica che arriva da dentro il pub, si entra per curiosare, si prende una birra e si gode questo evento che è la vita di Dublino, dove le persone si incontrano e chiacchierano delle loro piccole storie. E piano piano i locali si riempiranno quasi all’inverosimile. E voi sarete lì, dentro il cuore della città. La musica è vita e sentirla suonare dal vivo, con i musicisti così vicini quasi che potresti toccarli, è incredibile. Dublino è la città della musica, la mecca della musica. Noi, il gruppo che a settembre vive a Parigi la gioiosa festa dell’esibizione di Jimmy Buffet, eravamo a Dublino proprio per la musica, per il concerto evento di un artista che abbiamo sempre seguito dagli inizi di carriera, il grande Billy Joel. Ma Dublino non è solo musica e viverla respirandola per un veloce weekend è sempre una cosa piacevole. Al nostro arrivo (Vito, Betty e il sottoscritto) a pranzo, grazie al tempo meteorologico quasi perfetto, abbiamo subito “occupato” un tavolo all’aperto all'Oliver St.John Gogarty’s e ordinato uno dei piatti tipici irlandesi e di oltremanica, il fish & chips. Perfetta l’accoppiata con le birre locali e dove il solo Vito per i tre giorni trascorsi è rimasto fedele alla dublinese Guinness. All’arrivo di Edoardo, che ci ha raggiunto nel pomeriggio, ci siamo addentrati in quel reticolo di viuzze, caffè, bar, teatri e soprattutto pub che è il ritrovo dei giovani dublinesi, in quel quartiere culturale che è il centro nevralgico del divertimento irlandese, quel quartiere che ho citato proprio all’inizio del post, il Temple Bar.  Girovagando abbiamo concluso la spensierata passeggiata nell’omonimo pub che prende il nome dal quartiere, quello tutto vestito di legno rosso. Ancora birra e ancora musica. L’acqua a Dublino è quasi bandita. Il sole tramonta tardi nel nord Europa e quindi la giornata è da vivere fino all’ultimo minuto. La cena la consumeremo ancora all’Oliver St.John Gogarty’s questa volta tutti insieme. Ostriche, salmone, cozze, formaggi il tutto annaffiato da fresco cidro irlandese. Stanchi per l’intensa giornata, vuoi per la levataccia mattutina, vuoi per il volo, vuoi per le attese e per le emozioni pensavamo tranquillamente di crollare nei nostri letti all’ostello dell’Oliver St.John Gogarty’s ma non ahimè non avevamo fatto i conti con la musica che “suona” fino alle due e mezza di notte e con il vociferare degli astanti del locale. Tappi nelle orecchie ma gioia nel cuore. Il mattino arriva davvero presto anche grazie al grido dei gabbiani e al sole che filtra dalle finestre  e decidiamo, dopo la prima colazione, di usufruire del servizio di treni elettrici noti come la DART (Dublin Area Rapid Transport) e di dirigerci verso la costa occidentale della baia di Dublino destinazione Howth. Howth è una località incantevole alle porte della capitale. In origine un villaggio di pescatori e ancor oggi la sua attitudine marinara è presente, grazie al piccolo porto. E vicino ai peschereggi ormeggiati potrete divertirvi ad adocchiare e inseguire alcune foche che vengono a cercare cibo. L’atmosfera è deliziosa e si resta subito affascinati, Ogni qualvolta ci ritroviamo nella capitale irlandese Howth è diventata un passaggio d’obbligo. Dal porto, con il tempo gradevole, ci si può inoltrare per una quasi poetica passeggiata grazie al fascino delle scogliere o visitare il piccolo castello. Seguite i vari sentieri, tra il silenzio delle rocce e il soffio del vento, e non resterete delusi. Noi abbiamo scelto quello che dopo una camminata di un’ora e un quarto ci ha portato a ridosso del faro per il pranzo che avevamo riservato al Summit Inn Pub Restaurant. Zuppa di pesce per tutti, cozze con patatine fritte a seguire e cheesecake alle fragole. A fine pasto ci siamo rilassati in uno spazio verde adiacente il pub dove “addormentandoci” ci siamo presi una bella scottata di sole. Il tempo di rientrare nell’ostello per ricaricare le varie “batterie” e finalmente ci siamo avviati a vivere l’evento musicale che è stato il pretesto del viaggio a Dublino. Mezz’ora di camminata ed eccoci all’Avila Stadium. L’attesa per assistere allo spettacolo è stata davvero ripagata da una straordinaria performance di Billy Joel e il suo gruppo. Suono pulitissimo, acustica perfetta e soprattutto una scaletta di canzoni che conoscevamo a memoria e che hanno fatto la storia della musica. Pochi concerti che ho “vissuto” nella mia vita mi hanno regalato un’emozione così bella, così appassionante. Si ritorna indietro negli anni, ai primi anni ottanta. Meravigliose canzoni inserite negli “album” come “Glass houses” o “An innocent man” sono state riproposte quasi come se si ascoltasse il disco con la stessa e intensa energia. Qualche intermezzo con cover di altri artisti (vedi Beatles), qualche piccolo scherzo musicale (l’aria di Nessun Dorma) e l’ironia di Billy Joel nell’introdurre le canzoni o scherzando sulla sua età anagrafica (siamo al confine dei settanta per l’esattezza). Nulla da eccepire. Concerto bellissimo. Emozione unica. Si rientra felici di nuovo al Temple Bar quartiere. Il mattino della domenica lo abbiamo “speso” per le vie del centro, anche a fare shopping di abbigliamento vintage. L’accoppiata “città/concerto” è stata ancora una volta … vincente. 

Post's song : "You may be right" performed by Billy Joel
6/18


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