"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

samedi, décembre 27, 2014

SpaccaNapoli a Natale

Permettetemi di cominciare tornando indietro di un anno esatto quando vivemmo il nostro primo Natale a Napoli. In quella occasione tutto fu praticamente perfetto, dal tempo meteorologico a tutti gli eventi che si susseguirono in quei giorni. Quest’anno abbiamo (Nick, Vito, Betty, Edoardo e il sottoscritto) voluto replicare l’evento. Al ritorno se qualcuno avesse filmato all’interno della Lancia Musa, la macchina di Vito, il nostro intonare, dal parcheggio di Linate verso le rispettive case, il ritornello della canzone napoletana più coinvolgente al mondo ‘o surdato ‘nnamurato, avrebbe capito la gioia e l’entusiasmo che ancora una volta ci hanno trasmesso Napoli e i napoletani. Non si può comprendere, se non vivendolo sul posto, il Natale a Napoli. Io sono altresì convinto che tutto l’anno in questa meravigliosa città, che convive con il continuo contrasto della quotidianità, abiti  l’effetto magico della sua filosofia. A noi bastava solo guardare il panorama ogni mattina all’ora della prima colazione dalla grande terrazza del Renaissance Naples Hotel Mediterraneo, che anche quest’anno ci ha fantasticamente ospitato. Lo scenario ai nostri occhi era come un dipinto vivente che cambiava nella luce e nei colori con la bellezza del cielo e del mare e il leggendario profilo del Vesuvio.

E’ facile così affrontare la giornata con allegria e piacere. Una giornata che sicuramente ci avrebbe poi riservato genuine sorprese per l’umanità della gente e le loro pillole di saggezza sulla vita. Certo noi  godiamo di Napoli in vacanza, non viviamo qui, ma ogni volta ritornarci è come essere a casa. Siamo a casa all’ora dei pasti nel ristorante Leon d’Oro di Piazza Dante, siamo a casa nella passeggiata che dall’hotel, proseguendo per l’affollatissima Via Toledo, ci porta nella zona di Spaccanapoli, siamo a casa quando arriviamo nel borgo marinaro a ridosso del Castel dell’Ovo nel locale Storie e Sapori (ex Oste Pazzo), siamo a casa guardando la sagoma di Capri e la silouette della penisola sorrentina dalle scalinate di Marechiaro, siamo a casa nelle conversazioni con i teatranti camerieri o i tassisti commedianti. Siamo a casa respirando l’aria della città e i profumi della sua cucina. Siamo a casa a Napoli. E sono diventati nostri cari amici tutte quelle persone che ci hanno rallegrato la giornata con il loro modo di raccontare la “vita”. E così sono entrati direttamente nel cuore della nostra famiglia Gaetano, affabile cameriere del Leon d’Oro, Ciro e suo nipote Bruno tassisti personali nelle scorribande per la città e ogni persona che si incontrava passeggiando e che ci dispensava gioielli di ordinaria esistenza. “Di qualsiasi cosa abbiate bisogno Gaetano e Ciro ci saranno sempre. E se avete problemi più grossi ci penserà il fratello di Bruno … “.
Onore al merito di questi napoletani straordinari filosofi della quotidianità. Sulla falsariga della rappresentazione del Natale scorso (Last Christmas) abbiamo ripercorso più volte il selciato delle strade intorno alla magia di Via San Gregorio Armeno con le sue innumerevoli botteghe artigiane dedicate all’arte presepiale. Strade che portano il nome di Via dei Tribunali e tutte quelle del Decumano Inferiore volgarmente chiamato Spaccanapoli, partendo dalla Piazza del Gesù Nuovo con il contiguo Monastero di Santa Chiara, proseguendo per Via Benedetto Croce, transitando dalla piazza di San Domenico Maggiore e avanzando sulla via San Biagio dei Librai. La nostra base strategica del Renaissance Hotel ci ha permesso con pochi passi di essere vicini alle attrazioni più vive della città. Quest’anno abbiamo visto una delle opere più note e suggestive al mondo, conservata al centro della navata della Cappella Sansevero. E’ il Cristo velato, una scultura marmorea di Giuseppe Sanmartino, scolpita a grandezza naturale, rappresentante Gesù Cristo morto, coperto da un sudario trasparente realizzato dallo stesso blocco della statua. Un’opera di forte impatto anche per la meticolosità dei particolari.
Non è facile descrivere esattamente Napoli e la sua popolazione. Ognuno ne ricava una sua sensazione; nel nostro caso è stata di estrema gioia. Giorni felici condivisi con la famiglia. Noi stiamo bene a Napoli, come avrebbe detto Totò. Da Totò agli artisti della Napoli odierna … La sera di Natale, sulle ali del riposino pomeridiano conseguenza naturale del pranzo a la ‘A Fenestella a Marechiaro, siamo andati a vedere lo spettacolo di Biagio Izzo “Come un Cenerentolo" rivisitazione in chiave moderna della favola di Cenerentola al maschile come quello che fece Jerry Lewis in un film degli anni sessanta e forse proprio uno spunto per rendere omaggio a uno dei cosiddetti ”mostri sacri” del mondo dello spettacolo americano. Biagio Izzo sul palco del Teatro Cilea ha intrattenuto il pubblico con la sua verve e la sua veracità tipica napoletana. Pièce divertente e leggera. Al ritorno a casa rimettendo a posto il mio trench blu mi sono ritrovato nella tasca sinistra un mucchio di corni e cornetti simboli per eccellenza della scaramanzia napoletana. Li ho comprati per tutti i miei amici confidando nella fortuna che potranno loro diffondere. Io spero che avendone tenuti addosso così tanti per l’intero soggiorno a Napoli si sia sprigionata in qualche modo, anche se non ci credo, una polvere di buona sorte. Come diceva Eduardo De Filippo “essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”. Tra sfogliatelle, babà, pastiere, graffe, parmigiane di melanzane, mozzarelle di bufala, pizze margherite, spaghetti ‘a vongole, fritti vari, pesci di giornata, pane e chi più ne ha più ne metta, sono ingrassato di due chili. Ero riuscito a mantenermi in linea tutto l’anno, ma è impossibile rimanere insensibili alla gastronomia partenopea. Ubi maior Napoli. Trascorrere le festività in questa città anche quest’anno è stato il mio vero regalo di Natale, anche grazie al Nick (… e io pago), a Vito, a Betty e al mio prediletto nipote Edoardo.

PS tre giorni prima di andare a Napoli anche quest’anno ci siamo presi un veloce weekend per recarci a Bologna a vedere lo spettacolo teatrale “Ogni martedì alle 18” dell’amico Stefano “Vito” Bicocchi insieme a Claudia Penoni, allestito al Teatro Duse. Nell’attesa della recita ci siamo immersi nel luccicante clima natalizio della città in fermento per la ricerca degli ultimi regali. Cena da “Tony” con i tradizionali tortellini in brodo con una perfetta preparazione del piatto, per gli ingredienti di prima qualità, per la cottura, per la temperatura e soprattutto per la bontà d’insieme. Dopo teatro insieme a Stefano e Claudia, ai quali si sono aggiunti Patrizio Roversi, Syusy Blady  (Turisti per caso) e la loro figlia Zoe per una quasi una reunion del gruppo di Gran Pavese Varietà di cui noi eravamo grandi estimatori negli anni ‘80. Serata divertente e surreale per festeggiare il Natale imminente.

Oje vita, oje vita mia, oje core 'e chistu core, 
si’ stata 'o primmo ammore e 'o primmo e ll'urdemo sarraje pe' me!

Post’s song : “‘O surdato nnamurato” performed by Massimo Ranieri
12/14

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