"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

dimanche, mars 27, 2011

Da cellar para a cellar no Porto

Di cantina in cantina a Porto. La mia prima curiosità appena giunto a Porto è stata quella di vedere da vicino il mastodontico Ponte Luiz I (Dom Luis I) che divide il centro storico di Porto (Ribeira) con il sobborgo di Vila Nova de Gaia, dove hanno sede le più grosse aziende di produzione, invecchiamento e imbottigliamento del Vino di Porto. E’ un ardito ponte ad arco in ferro, che varca il fiume Douro, costruito dall'ingegnere Théophile Seyrig di origine belga, assistente di Gustave Eiffel e in effetti alla prima impressione sembra un’estensione in largo della famosissima Tour Eiffel di Parigi. Dal punto più in alto regala una vista panoramica vertiginosa e meravigliosa al tempo stesso. In questo mio soggiorno nella città di Porto il Ponte Dom Luis I nei due passaggi (inferiore e superiore) l’avrò percorso almeno una dozzina di volte, soprattutto per smaltire il tasso alcolico “giusto premio” delle visite alle cantine del Vino di Porto, la mia seconda curiosità in questo viaggio. La città di Porto è la seconda città del Portogallo ed è situata a nord. E’ una città particolare, con strade in continui sali e scendi, che portano alla Ribeira, senza dubbio la parte più particolare da vedere e da vivere. Questo antico quartiere è costruito sul fianco della collina che scende verso il fiume Douro. Le facciate delle case sono ricoperte con le tipiche piastrelle colorate (azulejos), i balconi in ferro battuto sono colmi di fiori e di biancheria da asciugare, adornati talvolta da piatti decorativi di ceramica; intorno si respira aria di momenti autentici di quotidianità tra i vicoli stretti e tortuosi e le ripide scalinate che compaiono a ogni angolo. Ribeira non finisce mai di sorprendere. Il suo lungoriva sul Douro è sempre affollato di turisti ed è punteggiato dai ristorantini tipici e dalle botteghe di artigianato locale. Il quartiere della Ribeira è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Sulla sponda del fiume opposta a Ribeira si notano decine di antiche barche a vela (rabelos) una volta usate per trasportare il vino di Porto dalla valle del Douro alle cantine situate proprio su questa riva. Questa zona di Porto, una volta comune rivale, si chiama come detto all’inizio Vila Nova de Gaia abbreviata in tutte le insegne in Gaia. La cittadella riveste grande importanza per il commercio del vino di Porto esportato e apprezzato in tutto il mondo. Qui hanno sede le cantine dei 14 prestigiosi marchi certificati dall’Associazione Vinho do Porto e sono la meta turistica per eccellenza per la degustazione delle varie qualità. Una visita alle cantine di vino di Porto (*) è assolutamente doverosa e irrinunciabile ! Le visite guidate alle cantine spiegando tecniche e metodi servono per educare i turisti e promuovere l’immagine del vino di Porto. La scelta non è facile e le cantine sono arroccate fra il fiume e la collina. La cosa migliore sarebbe visitare non più di due, massimo tre cantine per volta per apprezzare al meglio le differenze fra le varie produzioni. L'offerta per le degustazioni varia molto da cantina a cantina. in qualcuna la degustazione è gratuita,in altre invece la visita è a pagamento (intorno ai 4 o 5 euro). La degustazione finale dei due tipi di Porto (bianco e rosso) è compresa nel prezzo. Io ne ho “visitate” sei, ripartite nei miei tre giorni di visita (2,1,3) : Sandeman, Offey, Calem, Ferreira (la mia preferita), Taylor’s e Croft. A queste ho aggiunto anche l’assaggio di un Porto LBV Vintage 2005 accompagnato da cioccolatini fondenti nello store della più vecchia azienda di Porto, la Kopke. Alla fine delle visite si esce dalle cantine con una aria beata e spensierata. Una bellissima sensazione. Ci si dimentica dello scorrere del tempo. Un’esperienza da condividere. Ora, grazie alle visite guidate, ne so un po’ di più di questo delizioso nettare portoghese. Rimanendo su questa parte della città consiglio anche una gita in barca per scoprire parti insolite di Porto e di ammirarne nel loro splendore i suoi sei ponti lungo il Douro. Nella parte “alta” della città sono assolutamente da visitare le straordinarie chiese ricoperte di azulejos, in particolare quelle della Capela das Almas, della Igreja de Santo Ildefonso e della Igreja dos Carmelitas do Carmo. E poi ancora la Cattedrale (la Sé) con il suo chiostro con numerosi riquadri in azulejos, la Torre dos Clerigos campanile emblema di Porto (costruita dall’italiano Niccolò Nazzoni ) dall’alto della quale si ha una magnifica vista del centro storico e la chiesa di Sao Francisco con i suoi interni in legno dorato. Da non perdere anche la passeggiata sull’Avenida dos Aliados guardando in fondo in bella mostra il Municipio in stile fiammingo, l’entrata della stazione ferroviaria di Sao Bento ricoperta da azulejos e il Palacio da Bolsa. E poi ancora le varie statue disseminate nelle più importanti piazze della città. Dopo aver bevuto molto e passeggiato parecchio una bella sosta in una taverna tipica o in un ristorante con veduta mozzafiato non deve mancare. Ed ecco che quindi l’assaggio dei piatti tradizionali diventa un pretesto naturale al senso della giornata. In Portogallo mi trovo sempre bene sotto questo punto di vista per l’incredibile rapporto qualità e prezzo. Pane, burro salato, formaggio locale, crocchette di bacalhao (merluzzo) ti attendono sul tavolo prima di scegliere il piatto principale dal menu’ … ed ecco il principe del mare “bacalhao” a far da padrone nelle sue mille ricette, il singolare abbinamento dello spezzatino di maiale proposto insieme alle vongole e patate in un esperimento ben riuscito e la curiosità di provare la francesinha (citata su tutti i cartelli esposti fuori dai bar), un classico toast (o panino) ricoperto da formaggio fuso e salsa speziata al pomodoro, il tutto bagnato nella birra. E a metà mattinata e a metà pomeriggio non c’è nulla di meglio di una bella sosta al Café Majestic (vera istituzione locale, un omaggio alla belle époque, con sedie e divani in cuoio decorato, boiserie dorate e specchi splendenti) bevendo un buon caffè (per me con leite frio separadamente) accompagnato da una “miniatura” di pasteis de nata (pasticcino alla crema).

(*) Il porto, o vino di Porto, è un vino liquoroso prodotto esclusivamente da uve provenienti dalla regione del Douro, situata a circa cento km a est della città di Porto. La sua peculiarità, oltre al clima particolare in cui maturano le sue uve, è la fermentazione incompleta, fermata a uno stadio iniziale tramite l’aggiunta di alcol ottenuto dalla distillazione del vino. In questo modo il vino risulta naturalmente dolce a causa del residuo zuccherino derivante dall'uva stessa. Sono sette i tipi fondamentali di vino di Porto: le categorie base, bianco, ruby e tawny e poi quelli da intenditori, a partire da quello invecchiato (il tawny che può essere commercializzato dopo 10 anni fino a 40 di invecchiamento), per arrivare all’eccellenza con il Colheita, l’LBV (Late Bottled Vintage) e il Vintage, in assoluto il più pregiato. Il vino di Porto è tradizionalmente una miscela, tra uve provenienti da diversi vigneti, vinificate con tecniche differenti, di diverse annate. Il bianco (uve bianche) è ottimo come aperitivo, il ruby e il tawny (uve rosse) come dopo pasto accompagnato da frutti di bosco, frutta secca o formaggi forti. Il ruby viene invecchiato in tini giganti mentre il tawny in botti relativamente piccole. Quelli pregiati sono quelli con uve raccolte di una sola annata speciale.

Post's song : " Ja sei namorar" performed by Tribalistas

3/11

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