New York, maggio 2009.
Visitare la "Grande Mela" è un evento indiscutibilmente emozionante anche per chi come me ci ritornava per la terza volta.
Visitare la "Grande Mela" è un evento indiscutibilmente emozionante anche per chi come me ci ritornava per la terza volta.
La prima nel 1989 (un'ottima occasione per festeggiare il ventennale no ?) era stata da vero shock adrenalinico ed ero un fiume in piena al rientro; quella del 2000 era stata elettrizzante per il cambiamento in positivo della città.
Questa settimana appena trascorsa, sunday to sunday, è stata veramente speciale per me perchè con un "lieve" ritardo di quasi 8 anni ho festeggiato le mie prime 40 primavere. Sono tornato più carico di prima. Le ho festeggiate "all inclusive", non facendomi proprio mancare nulla (a parte chi mi legge fra le righe). Quando arrivi dall'aeroporto col taxi cogli subito l'impressione che questa città è irreale. Appena superi il tunnel che collega sott'acqua la terraferma all'isola di Manhattan ti appare come in visione Gotham City con tutti quei grattacieli grigi imponenti che ti vengono incontro a salutarti e con tanto di Batman (Empire State Building) a proteggere i momenti futuri del tuo soggiorno. E' tutto un fumetto e Manhattan ti sembra più Disneyland che una grande metropoli : è un vero e proprio micromondo dove tutto funziona alla perfezione, dove tutto è pulito e ordinato, dove c'è ogni cosa che cercheresti in una città da sogno.
Non manca niente e a questo punto non ci si deve far mancare niente e io sono stato al gioco.
Non manca niente e a questo punto non ci si deve far mancare niente e io sono stato al gioco.
Per festeggiare esattamente come avrei fatto nel 2001 mi sono regalato il giro in elicottero con vista sui grattacieli, ho pranzato al Tribeca Grill (foto sotto a destra) aperto da Robert De Niro e ora di proprietà di Sean Pean & Co. (Bill Murray, Ed Harris, Christopher Walken fra gli altri ...), ho assaporato l'atmosfera luccicante di Broadway andando a vedere il musical "Mamma Mia" il più "in" in questo momento e mi sono goduto i bellissimi panorami sulla terrazza del "Top of the Rock" del Rockfeller Center e sulle panchine nel parco adiacente il ponte di Brooklyn con lo skyline tutto illuminato alla perfezione. E' uno spettacolo indescrivibile specialmente nel passaggio tardo pomeriggio/tramonto/notte : una bellezza mozzafiato. Ho respirato per una settimana intera la vera anima di questa città straordinaria.
Lo shopping del titolo non era solo un pretesto, anche per via dell'ottima performance del nostro euro sul dollaro; qui tutto è estremamente conveniente e acquisteresti davvero ogni cosa. Se poi aggiungi che questo periodo coincide con il "summer sale" (saldi d'estate) allora non ti riesci a fermare. Bisogna solo armarsi di due cose fondamentali; la prima è quella di non farsi prendere dalla frenesia dello spendere (e questa è già una grande sfida persa in partenza) e la seconda è di avere in dotazione un'ottima carta di credito (la mia American Express Oro "titolare dal 1991" ha fatto faville dandomi l'illusione di essere una persona con risorse economiche illimitate).
Dopo questa lunga prefazione eccomi al racconto di quest'isola felice di 87 km. quadrati dove le strade si tingono di giallo per il passaggio continuo dei taxi (yellow cabs) e dove il verde del magnifico Central Park e l'azzurro dei laghetti interni danno una vera pennellata quasi da arte contemporanea impressionista.
La sera poi si aggiungono tutti gli altri colori fortemente illuminati e dove Times Square (da pochi giorni zona pedonale), autentico crocevia del mondo, diventa palcoscenico per i turisti che si danno appuntamento per questa scenografia cromoterapica.
La disposizione delle strade che si incrociano (avenue e street) non ti fa mai perdere la posizione e le passeggiate diventano un divertimento. Quando poi ti vuoi riposare c'è sempre un piccolo parco in mezzo ai grattacieli (il mio preferito è stato il Bryant Park sulla 6a avenue tra la 41 e la 42 strada ritratto nella foto a destra). Se invece hai bisogno di un vero polmone verde Central Park ti aspetta per bere un caffè o un tè, per prendere il sole se è stagione, per noleggiare una piccola barca o una bicicletta (mi sono fatto l'anello di 10 km. ansimando per il tutto il tragitto) o semplicemente per leggere un libro o come nel mio caso la mia fedele guida turistica per organizzare gli steps del giorno dopo. Con il mio iPod mi confondevo tra la folla estraniandomi da tutto e da tutti : che meraviglia !
Dall'Italia avevo acquistato online la City Pass (6 attrazioni) e così "obbligatoriamente" mi sono sciroppato i 4 musei più importanti : dall'avveniristica architettura interna ed esterna del Guggenheim Museum dove a cornice concentrica si sviluppano le varie collezioni (merita la visita al secondo piano delle opere pittoriche impressioniste) al meraviglioso Metropolitan Museum uno dei musei più belli al mondo con la star incontrastata del Tempio egizio del Dendur ricostruito pietra su pietra all'interno e alla straordinaria collezione dei pittori impressionisti più famosi (come sapete io adoro Monet). Si passa poi al MoMa museo d'Arte Moderna Contemporanea con un design store all'altezza dove spiccano le tele del più grande fotocopiatore a colori e b/n quale è stato Andy Warhol (dal viso di Marylin Monroe ai barattoli di zuppe Campbell) per concludere il tutto con una visita di corsa al Museo Americano di Storia Naturale invaso da orde di scolaresche che si indirizzavano nelle sale dei dinosauri come sul set di "Notte al museo" con Ben Stiller. Le ultime due attrazioni erano il giro col battello direzione Statua della Libertà che protegge (o almeno ci tenta) dal suo isolotto tutto il territorio di New York e la visita all'osservatorio del grattacielo più alto della città l'Empire State Building. Ho anche visitato con guida turistica il Palazzo di Vetro dell'Onu con la grande sala delle assemblee e mi sono fatto immortalare da vero artista davanti al Lincoln Center (foto sotto a destra). Ho anche tentato, ahimè senza successo, di partecipare come spettatore al Late Show di David Letterman, ma la mia domanda non è stata accettata (non volevo fare l'ospite ho detto loro più volte ...). E poi ancora Wall Street, il portone del Dakota Building davanti al quale fu assassinato John Lennon (la maglietta bianca con la scritta New York City da me utilizzata nelle foto era la preferita del grande artista), la passeggiata sul Brooklyn Bridge, i resti del Ground Zero, la Grand Central Station (stazione dei treni) sulla 42th street un vero monumento di New York, il Big Piano del negozio di giocattoli Fao Schwarz (dal film "Big" con Tom Hanks), Chinatown & Little Italy, l'originale Flatiron Building, il Chrysler Building il più bel grattacielo di Manhattan, etc.etc. e ancora etc.
Finalmente si arriva al pezzo forte della mia personale collezione ... quella gastronomica. Ristoranti con arredamenti di alto design e nouvelle cuisine americana rielaborata a seconda delle etnie proliferanti a New York. Oltre al citato Tribeca Grill i miei preferiti (quelli dove ho pranzato) sono stati il "Docks Oyster Bar & Seafood Grill" (menù di pesce con il tonno a scelta di colore preparato in modo superbo), il "Le Colonial" (cucina franco-vietnamita) gemello di quello di Chicago degli amici Giulia e Joe King dove ho avuto un trattamento speciale da parte del maitre di sala Mauro (foto sopra a sinistra), il Brooklyn Diner sulla 57th street un autentico "diner" a forma di vagone proprio come si deve (cucina americana) e il Corner Bistro nel cuore del Greenwich Village dove servono i migliori hamburger della città con carne sugosa cotta alla perfezione con contorno di patatine fritte leggendarie (mai quanto quelle belghe però). Ho anche provato altre cucine dal mondo, dalla coreana (ravioli ripieni fritti gustosissimi) alla cinese classica, dal trancio di pizza italiano alle uova alla benedict irlandesi per non dimenticare gli insuperabili hot dog degli ambulanti a ogni angolo di strada.
Piccoli suggerimenti per un buon soggiorno a New York : avere sempre nel portafogli tanti bei biglietti verdi da un dollaro per ovviare alle mance obbligatorie, l'acquisto della Metro Card con accesso illimitato a subway e bus per una settimana a un prezzo irrisorio, la scelta (come la mia) di un ottimo hotel in Midtown con prima colazione inclusa e con accesso internet e caffé gratuiti e un buon paio di scarpe comode per le camminate di blocco in blocco per la città.
Con l'ultima foto (a sinistra) che mi ritrae prima dell'ingresso nella stazione metropolitana di Herald Square 34th street, quella attaccata al mio hotel, volevo ringraziare pubblicamente la mia amica (e collega) infermiera Antonia la quale si era preoccupata per la mia salute nel soggiorno newyorkese regalandomi un kit completo di mascherine e guanti personali (con tanto di protezione a visiera professionale). L'allarmismo dell'influenza da febbre suina (partita dal Mexico) e i possibili focolai in New York là non "esistevano" affatto e, a parte qualche giapponese all'arrivo in aeroporto, non ho visto nessuno che si proteggeva con la mascherina. Io l'ho usata soltanto al Museo Americano di Storia Naturale invaso come detto da gruppi di bambini in età scolare. Sull'aereo di ritorno mi hanno fatto compilare un modulo preparato dal Ministero della Salute nel quale dicono che mi sorveglieranno per un periodo di sette giorni dal rientro ... Non ho capito come faranno a sorvegliarmi. Attendo nuove loro.
Ringrazio anche (B)umby e Anna per i loro quotidiani incoraggiamenti e curiosità via sms, Steffe per alcune dritte, Lucio e Vito per controllare i miei movimenti. Non ero solo a NY ...
Ringrazio anche (B)umby e Anna per i loro quotidiani incoraggiamenti e curiosità via sms, Steffe per alcune dritte, Lucio e Vito per controllare i miei movimenti. Non ero solo a NY ...
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Post's song : "Mamma Mia" performed by Abba
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5/9
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