"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

samedi, août 07, 2021

Au pied du Luberon, entouré de vignes et de lavandes

Coltivare una vite e produrre un buon vino. Nel mio piccolo avevo coltivato un’idea e ho prodotto un buon viaggio. La Francia non mi delude mai. Mi mancava da troppo tempo e non mi sono lasciato sfuggire l’occasione di ritornarci in una zona a me sconosciuta ai piedi del Massiccio del Luberon, tra l’Alta Provenza e la Vaucluse. Il giorno prima di partire avevo masterizzato un cd con venticinque canzoni francesi da me scelte come colonna sonora perfetta per le scorribande della mia “Twingo” sulla strade provinciali d’Oltralpe; alla fine del viaggio, cantandole a squarciagola e con enfasi transalpina, le ho imparate a memoria. Un viaggio all’insegna della gioia di vivere, con un’atmosfera unica, immerso tra i verdi vigneti transitando davanti ai profumati “colori” della lavanda. La mia prima sosta, superato il confine sul colle del Monginevro è stata Sisteron, definita la porta della Provenza. Sisteron è dominata dall'imponente cittadella aggrappata sulla roccia e proprio da qui ho iniziato ufficialmente a “ dipingere” la tela di questo viaggio.  Tre quarti d’ora di Twingo, gioiosamente a suo agio sulle strade provinciali francesi, e sono a Valensole. La cittadina è una tappa da non perdere se si vuole osservare la fioritura della lavanda in Provenza, anche se come me si è arrivati negli ultimi giorni della stessa. Il profumo è inebriante, il colore viola è attenuato ma lascia intuire cosa si possa vedere e provare nel periodo clou della fioritura. Estesi filari di lavanda, ordinati, spaziati da piccole strisce di terra sgretolata col profumo intenso che si sparge nell’aria. La lavanda coltivata sull’altopiano di Valensole o Plateau de Valensole soddisfa circa l’80% della richiesta mondiale per la produzione di tutti gli articoli derivati dai suoi fiori profumatissimi. Dopo le foto di rito, con tutte le sfumature del viola come sfondo, ho proseguito verso quel meraviglioso fazzoletto di terra che mi attendeva ai piedi del Massiccio del Luberon. Da qui è incominciato il mio piacevolmente “perdermi” in questa spettacolare e intrigante zona di Francia e alla fine della settimana di vacanza, secondo il mio parere di viaggiatore, il Luberon é risultato la regione più affascinante della Provenza. Villaggi arroccati e altri ai piedi delle colline, quasi tutti con case in pietra come Bonnieux dove avevo fissato la mia base. In rassegna ne ho “vissuti” molti, alcuni bellissimi e che ho adorato come Gordes, Lourmarin, Roussillon e altri meritevoli di sosta, come Cucuron (col suo romantico bacino d’acqua rettangolare circondato da platani) e quelli di pietra come Lacoste, Menerbes e Oppède. Sono tutti borghi che si raggiungono nel raggio massimo di una ventina di minuti di Twingo dalla “mia” Bonnieux. Borghi e villaggi che ospitano anche antichi castelli e mercatini tradizionali con bancarelle che vendono lavanda e i suoi derivati, artigianato  locale (borse, cappelli, tessuti, paglie, saponi) e specialità enogastronomiche (terrine, salse aromatiche, olio d’oliva, tapenade, miele, spezie, formaggi e naturalmente i vini del territorio). Questa incredibile terra è amatissima da artisti e creatori di moda ed è stata la seconda patria di Pablo Picasso, Albert Camus, Pierre Cardin e per ultimo il regista Ridley Scott che adattò nell’omonimo film, con Russell Crowe e Marion Cotillard nel ruolo di protagonisti, il romanzo “Un’ottima annata” di Peter Mayle, ambientato proprio nel Luberon. E proprio dal film avevo preso pretesto e coltivato la mia idea di viaggio. Come citato nelle righe di cui sopra Bonnieux, Gordes, Lourmarin e Roussillon, rigorosamente in ordine alfabetico, mi hanno stregato e provo a raccontarle. Bonnieux è un villaggio collinare  che si erge su più livelli e dove il suo pittoresco continuo sali e scendi tra le strette viuzze è imprescindibile. Qui si respira a pieno l’aria pura della natura incontaminata e offre splendide viste sull'enorme valle sottostante e sul Parco Nazionale. I vigneti e la famosa foresta di cedri contrastano notevolmente con il Mont Ventoux che domina lo scenario all’orizzonte. Gordes è uno spettacolare borgo in chiarissima pietra calcarea avvinghiato in cima a una collina. Dal punto panoramico, sulla strada per arrivarci, il colore biancastro delle sue case muta dall’ocra al giallo con tinte anche rosate a seconda dell’inclinazione del sole. La piazza principale con fontana e vasca è stata il palcoscenico principale delle scene girate nel ristorante con tavoli all’aperto nel film "Un’ottima annata”. Nei pressi di Gordes, su una zigzagante strada collinare, si raggiunge l’Abbazia di Senanque, un grande convento cistercense circondato dai campi di lavanda che ritroverete poi su tutte le cartoline della Provenza. Il villaggio di Lourmarin è posato in un fondovalle circondato da verdi colli, caratterizzato dal castello rinascimentale e dalle stradine e piazzette punteggiate da botteghe di artigianato, boutique di gallerie d’arte, negozi di abbigliamento, caffè e ristoranti. Visitare Lourmarin è come fare un viaggio mentale nel tempo; si ha l’impressione camminando piacevolmente che nulla fosse mai cambiato dal passato, mantenendo tutta la magia dell’affascinante Provenza. Anche se è un giudizio soggettivo, per molti è considerato il più nel borgo della regione del Luberon. La mia onesta opinione di “pelle” è che questo villaggio emana tranquillità e bellezza incarnate nell’arte e nella cultura dove perdersi tra autentici paesaggi e atmosfere provenzali. Roussillon è un trionfo di colori, grazie alle calde tonalità delle sue case e delle rocce che formano le sue insenature. Le parti esterne delle abitazioni sono state intonacate con la terra presa dalle adiacenti cave. Anche qui si spazia nelle vaste gradazioni di colore tra l’ocra e il rosso, che regalano al visitatore un incredibile “scherzo” cromatico. Al mio arrivo di prima mattina la luce che rifletteva sulle pareti delle case pareva quella del tramonto e l’addentrarsi nei vicoli osservando ogni minimo dettaglio (persiane, mattoni, ceramiche) era davvero una meraviglia. Il colore dell’edera che ricopriva le facciate, in contrasto con le abitazioni, appariva ancora più verde. Il villaggio è un vero splendore che sorprende a ogni cambio di vicolo o passando sotto i tanti archi. Accanto al borgo, separato dal parcheggio dove avevo lasciato la mia Twingo col cambio d’abito “pronto”, mi sono avventurato nel Sentiero delle Ocre, un percorso tra le stravaganti formazioni rocciose con tutte le nuance dell’arancione. Il cambio d’abito citato era doveroso dopo aver transitato sull’itinerario polveroso stile Roland Garros e quindi ritornando alla macchina per proseguire nei miei itinerari ho indossato la mia nuovissima bianca candida polo Lacoste in stile vintage francese. Il Luberon mi ha incantato con i suoi colori e i suoi profumi. Curva dopo curva mi ha sbalordito felicemente donandomi tante piccole tele dipinte da artisti estrosi equipaggiati di una tavolozza di colori unica, la natura : l’azzurro intenso del cielo, il verde dei vitigni, il viola della lavanda, il giallo e arancio dei giganti rocciosi delle cave d’ocra. I colori del Luberon sono emozioni che non si dimenticano. Mi ricordo di aver accostato a una tela da incorniciare il weekend trascorso in dolce compagnia dieci anni fa in Costa Azzurra. E’ difficile da spiegare quello che si prova quando si cerca di far parte di un quadro, quando la natura aderisce sulla pelle senza scampo, quando il desiderio della gioia di vivere, con tutte le infinite sfumature emozionali, la rendono tale. Si continua a essere spettatori di tutto ciò o si diventa protagonisti di un meraviglioso capolavoro che si chiama "vita" ? Si cerca il più possibile di catturare queste emozioni e l’unico modo per farlo è nei suoi colori grazie agli scatti fotografici che però non renderanno mai giustizia a cotanta bellezza. Ma i profumi ? Le sensazioni ? L’unico elemento in grado di farlo è il cuore che in questo viaggio è stato un po’ ballerino. Villaggi fatati, casette colorate, campi di lavanda e vigneti incantati : questo è il mondo del Luberon. 
Ho visitato anche Apt, cittadina colorata e capoluogo del Luberon e mi sono spinto oltre Avignone per immortalarmi davanti al Pont du Gard, l’imponente ponte acquedotto costruito dai Romani. Concludo questo piccolo racconto di emozione pura citando l’enogastronomia locale dove l’agnello è il principe delle tavole. Io mi sono tolto lo sfizio di provare anche piatti con foie gras e petto d’anatra, altri con selezione di formaggi francesi, con il croissant e l’omelette mattutini, con le galettes salate e le crêpes dolci e altro ancora tutto rigorosamente francese. Tutti i piccoli ristoranti della regione servono ottimi piatti provenzali ed eccezionali carte dei vini. La gioia di vivere è nascosta anche dietro queste prelibatezze, perché lasciarsele sfuggire ? Douce France di Charles Trenet era la prima traccia del mio cd e l’accostamento col viaggio è stato perfetto.
 

Post's song : "Boum" performed by Charles Trenet
7-8/21

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