Dopo una Pasqua a New York nel 1989 e un Thanksgiving a Chicago nel 2007, eccomi alle prese con un Natale nel sud d'Italia, in parte americano grazie alla presenza di Melanie, la ragazza di Edoardo, nativa di Long Island nello stato di New York. Chissà magari un giorno festeggeremo le festività natalizie proprio negli Stati Uniti all’insegna del “Christmas with the yours and Easter what you want” di maccheronica traduzione citato nella canzone di Elio e Le Storie Tese. Oltre a Melanie la compagnia cui ho fatto riferimento nel titolo del racconto è stata composta da Edoardo, Betty, Vito e io. Partenza ancor prima dell’alba nel giorno dell’antivigilia per il volo mattiniero da Orio al Serio in direzione dell’aeroporto di Pescara. Volo di soli cinquanta minuti, ma molto turbolento per via del forte vento in prossimità dell’atterraggio. Sani e salvi e con la consegna di una Volkswagen T-Cross nera presa a noleggio (noi volevamo una Peugeot 208 color senape), abbiamo dato inizio a questa settimana “lavorativa” dal lunedì al venerdì attraverso il passaggio di tre regioni che si affacciano sul Mar Adriatico, l’Abruzzo, il Molise e la Puglia. Prima tappa : Termoli nel Molise. La località e la regione italiana erano per tutti un’autentica novità. Il tempo meteo non è stato dalla nostra parte in questo primo giorno, ma nonostante il vento forte, la pioggia, il nevischio e la temperatura bassa siamo riusciti a mettere nel nostro carnet un assaggio piacevole della città. Ad arricchire questo inizio viaggio sono stati però un arcobaleno sul lungomare e un pranzo sorprendente al ristorante Sottovento basato su una cucina semplice, con prodotti di qualità elaborati con innovazione e inventiva rispettando la tradizione culinaria molisana. Antipasto in condivisione con un piatto di polpette rosse cacio e ova con l’aggiunta del tonno, in abbinamento con bicchieri di Malvasia del Moline per un brindisi benaugurante. A seguire una pasta mista con cozze, fagioli borlotti, spuma di gorgonzola dolce e polvere di pomodoro e una chitarrina (pasta locale simile agli spaghetti) alle vongole, prezzemolo e zest al limone. Conclusione per il terzo atto di questa sinfonia enogastronomica con un tiramisù e una millefoglie scomposta corredata dal tris finale di amari locali. Gli inizi dei nostri viaggi in ambito culinario sono sempre sfolgoranti. Sarà per la novità, sarà per l’emozione, sarà perché, in questo caso, nel sud d’Italia la cucina regionale è di un livello superiore per qualità e varietà. Con tanto ben di Dio in corpo riprendiamo il nostro itinerario, come da programma, in direzione della città di Bari dove avevamo prenotato una favolosa casa in pieno centro. Lasciati i piccoli bagagli (borse trolley e zaini) nel rispetto delle normative dei viaggi Ryanair ci siamo subito inoltrati nel quartiere di San Nicola, altrimenti detto Bari Vecchia. Italo Calvino descrisse il mondo attorno all'antico San Nicola come "… un formicaio ebbro di vitalità. con vecchi cortili che sembrano stanze e con vecchie cappelle come magazzini …". Col preannunciarsi della sera, la luce “giallo oro” che filtra nel cuore dei vicoli regala un’atmosfera senza tempo, dove passato e presente si mischiano per dare vita a un presepe urbano vivente. E’ uno spettacolo che incanta sempre e così tra locali e negozi storici ci imbattiamo nella rosticceria “da Zazzà”, dove tra panzerotti classici, riso patate cozze e braciola (involtino) di cavallino col sugo di pomodoro ci siamo subito immersi nella gastronomia tradizionale pugliese. E’ facile accettare i consigli allettanti di chi cucina queste prelibatezze e così è stato per gran parte delle pause ristoro dell’intero viaggio. Infinito ed emozionante questo primo giorno di vacanza suggellato dalla visione a casa di un classico della cinematografia natalizia, il film “National Lampoon's Christmas Vacation” con Chevy Chase e famiglia. Il secondo giorno, quello della vigilia, lo abbiamo iniziato dirigendoci verso il porto vecchio dove purtroppo, causa tempo avverso, non c’è stata la “rappresentazione” dei pescatori che puliscono i frutti di mare o sbattono i polipi per offrirne poi un assaggio ai turisti di passaggio. Decidiamo quindi di rivedere la Bari Vecchia del giorno precedente questa volta con la luce del giorno. L’appetito incombe su di noi e cosa c’è di meglio per spezzare la mattinata di una bella fetta di focaccia barese (fcazz) fragrante e profumata da condividere ? La proveremo nel locale storico “Panificio Fiore”. Olio, pomodorini tagliati, olive intere e origano rendono questa delizia un’autentica eccellenza dello “street food” pugliese insieme al panzerotto classico. Due pietanze semplici con un gusto incredibile. Le mangeresti tutti i giorni, a tutte le ore compresa la colazione del mattino. Ma noi siamo già arrivati all’ora di pranzo e scegliamo di provare le orecchiette al ristorante “La locanda dell’elfo”. Le orecchiette (pasta tradizionale locale) è un’altra indiscutibile gemma preziosa della cucina pugliese e noi le gusteremo nelle due versioni classiche, quelle con le cime di rape e quelle al sugo di pomodoro con l’involtino (“brasciola” di cavallino) dove la scarpetta di pane è un atto doveroso. Ogni volta penso al turista straniero che assaggia per la prima volta il tesoro della cucina tradizionale e regionale italiana e di quanto siamo fortunati noi ed essere ancora sorpresi di tanto gusto. Anche per Melanie è la stessa cosa in quanto vive in Italia da tanti anni, ma è sempre bello vedere il nostro stupore di fronte a tanta ricchezza del cibo e naturalmente del bere il buon vino. Si intravedono i primi raggi di sole all’orizzonte e così dopo pranzo riprendiamo il cammino sulla Muraglia della Bari Vecchia. Torneremo a casa nel tardo pomeriggio per un po’ di relax e seduti sulle comode poltrone dei due divani vedremo altri due altri film cult di Natale, “Una poltrona per due” con Dan Aykroid e Eddy Murphie e quello di animazione con il “Canto di Natale di Topolino”. La nostra cena della vigilia sarà a base di panzerotti e focaccia barese prenotati in corsa al Panificio “La Pupetta”. Terminato lo spuntino, con la temperatura meteo è ancora bassa, ci incammineremo avvolti nei nostri caldi piumini in direzione Bari Vecchia per la messa di mezzanotte nella Basilica di San Nicola, il clou del nostro programma della vigilia di Natale. Missione compiuta con tanto di “musica di sottofondo” per gli immancabili botti e spari nelle vicinanze. Siamo così arrivati al giorno di Natale. La pioggerellina ci accompagnerà in questo inizio di giornata. Una scappata e fuga a Polignano a Mare era nel nostro programma, per far vedere a Melanie il centro storico di case bianche posizionate su una suggestiva scogliera e per immortalarci tutti insieme per un autoscatto con lo sfondo della statua dedicata a Domenico Modugno. La scultura è un abbraccio del grande Mimmo al suo paese d’origine; la statua è infatti rivolta verso il borgo con le braccia aperte come intento a intonare la famosa “Nel blu dipinto di blu”, nota anche come “Volare”, brano con cui raggiunse un successo planetario. E’ arrivata l’ora di risalire la costa per dirigerci a Molfetta dove avevamo prenotato il pranzo di Natale, tutto a base di pesce, nel ristorante “I due Foscari”. Nel tardo pomeriggio saluteremo lo skyline di Molfetta illuminato dalla luce di un tramonto con nuvole rosa nel cielo azzurro e proseguiremo lungo la strada costiera verso Vieste. Vedremo Vieste con il buio della sera e poi il giorno seguente finalmente con il sole del mattino. Vieste per la sua posizione è un ottimo punto di partenza per scoprire la meravigliosa terra del Gargano. Ammireremo il centro storico, un borgo antico con le sue caratteristiche viuzze irregolari e le piazzette/belvedere (aperte alla vista del mare) con viste sul Faro, sul Castello, sulla Cattedrale e sulla spiaggia dove c’è il Pizzomunno. Il Pizzomunno è un imponente monolite in pietra calcarea alto 25 metri ed è situato all’inizio della spiaggia a sud del centro abitato; è diventato il simbolo stesso della cittadina garganica e osservarlo da vicino è davvero impressionante. Al Pizzomunno sono legate alcune leggende tra le quali quella di Pizzomunno e Cristalda, due giovani innamorati. La leggenda del bianco monolite è anche rappresentata sui gradini della “scalinata dell’amore, con parte del testo della canzone “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno” presentata alcuni anni fa al Festival di Sanremo da Max Gazzè. Alla scalinata hanno legato anche un significato simbolico e magico : si dice che percorrendola insieme alla persona amata si rimarrà uniti per sempre. Edoardo e Melanie hanno tenuto fede a questa leggenda e noi li abbiamo fotografati per l’occasione. Si riparte con il sole pieno in direzione Monte Sant’Angelo per arrivarci all’ora di pranzo e mettere le gambe sotto il tavolo della “Osteria del corso”, un tipico ristorante con una cucina sana e genuina che rispecchia le antiche tradizioni. Il dopo pranzo lo abbiamo speso per visitare Monte Sant’Angelo. Il borgo situato nella parte sud del Gargano, a circa 800 metri di quota ed è noto soprattutto per il Santuario di San Michele Arcangelo, patrimonio Unesco. Oltre al santuario sono degne di nota le bianche case a schiera, con tetto a spiovente. Il Santuario è un luogo di culto antichissimo legato alle apparizioni dell’arcangelo Michele. San Michele, venerato anche tra gli ebrei e i musulmani, è il simbolo della lotta del bene contro il male. La Basilica, luogo mistico, è disposta su due livelli, quello superiore e quello inferiore. Il livello superiore include il portale romanico e il campanile, mentre il livello inferiore invece include la grotta, che si può raggiungere direttamente tramite la scalinata angioina, un museo devozionale e delle cripte. La parte più misteriosa del Santuario è proprio la grotta, dove la tradizione vuole sia apparso l’arcangelo Michele. Nonostante i secoli, l’atmosfera del luogo mantiene ancora la sua forza e la sua sacralità. Anche oggi il Santuario di San Michele Arcangelo continua a essere un luogo di grande importanza spirituale e culturale, un’esperienza unica da non perdere. Il Santuario fa parte della “sacra linea di San Michele”, talvolta nota come “spada di San Michele”, una linea immaginaria che collegherebbe 7 dei principali luoghi di culto dedicati a San Michele Arcangelo in Europa e in Terra Santa. La “sacra linea di San Michele” passa per lo Skellig Michael in Irlanda, il St Michel's Mount in Cornovaglia, le Mont Saint Michel in Bretagna, La Sacra di San Michele in Piemonte, il Santuario di San Michele in Puglia, il monastero di San Michele Arcangelo a Panormitis in Grecia e il Monastero di Stella Maris sul Monte Carmelo a Haifa in Israele. L’appuntamento per l’ultima notte e l’ultimo giorno di vacanza ci porterà a Vasto in Abruzzo. Prima di sederci al tavolo del ristorante il “Posticino” daremo una veloce "infarinatura" serale della cittadina. Nonostante il pranzo sostanzioso di Monte Sant’Angelo, la voglia di provare i veri arrosticini d’Abruzzo era così tanta che non potevamo esimerci dal testarli sul posto. Gli arrosticini sono vanto e patrimonio della gastronomia abruzzese, sono una vera prelibatezza. Originariamente noti come “rustell’, rustelle o arrustelle", gli arrosticini sono formati da pezzetti di carne di forma cubica, dello spessore di circa un centimetro per lato, infilati su uno spiedino di legno lungo al massimo venti centimetri. I classici sono preparati con carne di pecora o castrato. Gli ultimi arrivati sono gli arrosticini di fegato di vitello, in cui ogni pezzettino è intervallato da una fettina di cipolla. Noi li abbiamo provati entrambi abbinandoli al pane bruschettato (tostato e spennellato di olio di oliva extravergine) : una vera delizia. L’indomani abbiamo visitato con calma, con la luce del giorno e con il sole accecante, la città di Vasto. Affacciata su quello che viene chiamato il Golfo d’Oro, un’estesa baia a forma di mezzaluna, è uno dei luoghi più caratteristici dell’Abruzzo. E' una storica e affascinante città che si trova nella parte meridionale dell’Abruzzo al confine con la regione Molise. Oltre al suo splendido centro storico che sorge su un promontorio dal quale si può godere di un meraviglioso belvedere, Vasto è famosa come località marittima in virtù delle sue bellissime spiagge e alla presenza della suggestiva Costa dei Trabocchi. I trabocchi, o trabucchi, sono una testimonianza del passato, delle tradizioni e di un'antica civiltà legata al mare. Si tratta di palafitte usate dai pescatori che si possono vedere lungo la costa dell'Abruzzo, sul Mare Adriatico. Noi abbiamo visto da vicino quello di Trave, adiacente la statua della Bagnante, o come la chiamano molti vastesi “la sirenetta”, un monumento dedicato alla bellezza femminile, che si erge elegante ed imponente su di uno scoglio a dominare il golfo di Vasto. Vasto ci ha regalato anche l’ultimo pranzo prima del rientro per festeggiare la bellissima vacanza natalizia. Pallotte (polpette) cacio e ova, cozze ripiene alla vastese, spaghetti alla chitarra nella versione al sugo di carne e allo scoglio, e arrosticini classici sono state le nostre scelte al tavolo preparato sulla veranda della “Trattoria Toscana” (nonostante il nome è una vera cucina abruzzese doc). Nel dopo pranzo percorreremo l’ultimo tratto di litorale per arrivare all’Aeroporto internazionale d’Abruzzo di Pescara per il volo di rientro, non prima di ammirare, all’ora del tramonto, la sagoma della Bella Addormentata visibile a occhio nudo, lungo il profilo della Majella. La Bella Addormentata è il profilo di una donna che guarda il mare che si sviluppa lungo il massiccio montuoso della Majella, con tante storie di credenze popolari. E’ stata una vera vacanza di famiglia per festeggiare il Santo Natale : cinque gli interpreti (Betty Vito Edoardo Melanie e il sottoscritto), quattro le stagioni che hanno contrassegnato il tempo meteorologico, tre le regioni del Sud d’Italia attraversate, due i voli che hanno azzerato la distanza da casa e una è stata la gioia di vivere tante emozioni di viaggio. Un grazie a tutti per la buona riuscita dell’evento, in particolare a Melanie che ha saputo integrarsi facilmente nel gruppo e che ci ha regalato nel finale di viaggio una piccola storia in rima che leggerete qui di seguito.
“Vi racconto la storia di una splendida vacanza,
cinque giorni saporiti come il miglior fritto di paranza.
Vito, Betty, Lele, Edo, viaggiatori professionali,
hanno preso un’americana proprio sotto le loro ali.
Abbiamo visto film, monti, spiagge e chiese
e pure assaggiato l’arrosticino abruzzese.
E quante cose buone poi che abbiamo mangiato,
tra orecchiette, cime di rapa e un panzerotto infuocato.
A Lele tante foto e a Betty tante stelle,
a Vito le avventure di Cenerina e Cofelle.
Ricordatevi che tutto è cominciato con gli arcobaleni,
una promessa dal cielo alla terra di stare più sereni.
Se incontri pioggia, vento, nevischio o nuvoloni,
il sole brilla sempre nelle belle emozioni.
Non potrò mai esprimere quanto vi voglio ringraziare,
per questi giorni magici e un bellissimo Natale.”
Post's song : "Have yourself a merry little Christmas" performed by Ella Fitzgerald
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