Non è facile per me descrivere l’anno che giunge al termine oggi. E’ stato un anno di cambiamento radicale. Troppi stati d’animo hanno influito sul mio umore. Ho iniziato l’anno con la gioia dell’andare in pensione, per arrivare nel finale con la paura per la preoccupazione della malattia. Nel corso dell’anno mi ero liberato dei pensieri negativi che avevano contrassegnato gli ultimi mesi di lavoro per poi ritrovarmene altri, più pesanti, legati alla salute con la diagnosi finale di una neoplasia per fortuna “sempre" presa allo stadio iniziale. Ho scritto “sempre” in quanto è la terza volta che mi succede, sperando che questa sia l’ultima visto il detto che dice : “non c’è il due senza il tre”. I pensieri di questo tipo minacciano l’equilibrio mentale. Il 2025 che verrà sarà un anno in follow-up, e sarà così per altri anni a seguire con i controlli periodici delle mie patologie riscontrate e diagnosticate negli ultimi vent’anni. Vorrei vivere in maniera spensierata, ma non è facile quando si presentano questi eventi improvvisi. La vita mi mette alla prova, e lo ha già fatto in passato con i sentimenti, il lavoro e la situazione economica, e ora sono alla prese con cercare di riscoprire il lato positivo delle cose. Purtroppo la mia salute è stata influenzata, oltre che dalla genetica, anche da quegli aspetti interiori negativi. Devo fare un passo indietro per recuperare quei valori che non passano mai di moda, farli miei e consolidarli ed è un consiglio che dò a tutti in quest’epoca fatta di effetti collaterali per l’eccessivo uso della tecnologia. E’ facile dire che bisogna vivere alla giornata. La mente condiziona la libertà di azione. Come ho scritto nelle prima riga di questo resoconto annuale è difficile descrivere l’anno che finirà fra poche ore perché, inevitabilmente, devo toccare la sfera della gestione, per me scostante, dei rapporti interpersonali. Io mi sono sempre fatto condizionare dagli altri perché pensavo sempre che veder star bene le persone a me vicine facesse star bene anche me, ma non era così. In questo momento storico mi devo scontrare con una realtà a me troppo distante. Io mi sento completamente diverso dalla massa. Più passa il tempo e più mi ritrovo a che fare con cliché, generalizzazioni, stereotipi, conformismi, pensieri di massa, bassezze culturali ecc. ecc. e noto il mio essere diverso, di non essere d’accordo su tante cose, di non provare più le emozioni e gli entusiasmi di un tempo. Io non faccio mai domande, mentre le persone in genere ne fanno troppe, ma solo perché devono necessariamente parlare, non sono abituati al silenzio. Riscontro in loro una capacità morbosa per una curiosità effimera che non porta a niente. Si possono raccontare le bugie più grosse, spararle anche a grandi livelli e non cambierebbe niente. Verità e falsità viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda per molte persone, in questo mondo condizionato dalla tecnologia. Bisogna dare un calcio alla tecnologia, intesa come social media o fake news, che sta invadendo la sfera dei rapporti umani e che ci porterà, proprio con l’utilizzo malsano dell’intelligenza artificiale, a una povertà intellettuale e a un isolamento sociale che già adesso si inizia a intravedere. Non c’è più creatività, tutti utilizzano le stesse applicazioni per i fini più mediocri. Sarà pur vero che non possiamo più tornare indietro, ma possiamo gestire meglio la nostra vita limitandone l’utilizzo. Non c’è più solidarietà, tutti rincorrono informazioni per lo più di scarso spessore e insulse. La maggior parte delle persone insegue la massa e questo è un fatto gravissimo. Inseguono la frivolezza, l’inconsistenza degli argomenti alle quali aggiungono l’interferenza nell’ambito personale. Non si relaziona più in maniera efficace e intelligente. Si sta utilizzando una regola fondamentale e valida solo per gli scrittori o i giornalisti che cercano di attirare la curiosità del lettore e cioè quella delle cinque W (vu doppia). Le cinque W stanno per: Who ? [«Chi ?»], What ? [«Che cosa ?»], When ? [«Quando ?»], Where ? [«Dove ?»] e Why ? [«Perché ?»]. Nei rapporti interpersonali questa regola è invadente e indelicata. Non è la curiosità del sapere è la curiosità della tecno-umanità, ossia dell’ignoranza e il tutto è controllato e manipolato dai potenti e dai monopolisti. Bisogna spingere di più sull’intelligenza naturale. Ecco perché molte volte mi convinco del conforto del vivere da soli che non vuol dire vivere di solitudine o isolarsi, ma vuol dire vivere di indipendenza. Io amo stare solo, ma amo anche vivere in coppia e in compagnia quando le stesse non condizionano il mio modo di agire. Purtroppo noto che molte persone cercano di intromettersi nella vita privata degli altri, talvolta cercando di imporre il loro stile di vita e io questo non riesco proprio a capirlo. Per quello ci sono momenti nei quali sento il bisogno di scappare e magari chissà, un giorno vedermi, come scrissi in qualche occasione, in una parte della Francia che amo, Parigi in primis. Vorrei fuggire da quest’epoca, ma nello stesso tempo vorrei correre verso qualcosa. Quel qualcosa lo potrò solo trovare con una novità nella mia vita. Ho pagato tanti conti che non erano miei e questo mi è costato molto e non parlo solo economicamente. Quei “conti” mi hanno privato della spensieratezza, del vivere con leggerezza certe situazioni. Ho un credito enorme pesando sulla bilancia il “quanto dato” e il “quanto ricevuto” e ora vorrei iniziare a riscuotere. Col nuovo anno vorrei davvero costruire qualcosa di nuovo, ci proverò, ma voglio ricordare a tutti che io sto bene quando mi chiudo in me stesso. Mi ritrovo. Ecco perché ho scelto come canzone (San Luca) del post una traccia del nuovo album musicale di Cesare Cremonini. Mi piacciono molte frasi e l’atmosfera melodica che la contraddistingue. Ho detto molte volte che chiudendo la porta di casa dall’interno dico dentro di me : grazie. E’ così. Io mi sono abituato al silenzio e lo scrivere mi aiuta molto. Noto negli altri la propensione del non riuscire a stare zitti nemmeno per trenta secondi. Devono aprire bocca, commentare, giudicare, tante volte senza dire nulla di così interessante. E’ più forte di loro e non capiscono che è tutto così ordinario (non trovo il termine preciso per far capire quello che sento e che vedo). Lo trovo di una mediocrità assoluta. Quando ascolto certi discorsi dovrei rispondere, mandare a quel paese, dire la mia direttamente, ma l’educazione e il mio carattere mi frenano. Peccato che con i loro comportamenti, con le loro azioni, con le loro parole fanno irritare gli altri. Aveva forse ragione una delle donne della mia vita a dire che ho un carattere di merda. Io ho capito soprattutto che la bontà e la gentilezza non pagano, mai. E’ un discorso lungo, forse più da analista e paziente, come facciamo Anna e io tutto l’anno, che da scrittore di racconti di viaggio e di vita. Ho lasciato poco spazio al resoconto annuale delle mie esperienze di viaggio di quest’anno, ma cerco di sintetizzarle al meglio. L’unico viaggio davvero da solo l’ho effettuato proprio nei giorni successivi il termine della mia attività lavorativa scegliendo il Marocco come destinazione. Il Marocco su di me ha un’influenza quasi magica. Ha mille volti, mille colori. E’ un altro mondo e a me piace esplorare posti nuovi. Mentre scrivo in attesa del nuovo anno mi rendo conto che lil desiderio di tornare a viaggiare con frequenza maggiore per scoprire posti nuovi, come facevo prima della pandemia di Covid, è una voglia matta e vorrei riprenderla proprio nel 2025. Dopo il Marocco, quest’anno è stato l’anno di Parigi, con due significative presenze enogastronomiche insieme a Vito e Betty, delle isole delle Cicladi in due occasioni diverse, della meravigliosa settimana francese (da sud a ovest, da nord e est) in auto con un giro circolare, dell’altrettanta splendida settimana di sole in Sardegna, del fugace ma intenso weekend concerto in Alsazia, del Natale appena trascorso nel Sud Italia. Non ho dubbi su cosa chiedere al 2025 che sta arrivando : la buona salute, la voglia di vivere con leggerezza, le gioie delle piccole cose e naturalmente il ritorno ai viaggi nuovi e chissà … anche in coppia o in solitario, oltre a quelli di gruppo consolidati negli ultimi anni. Vorrei anche tornare in posti precedentemente visti nell’epoca del Nessie Hotel (camper), come la Scozia a esempio, e altri ancora. Potrebbe essere una buona idea. L’importante sarà stimolare i famosi cinque sensi … in tutti i sensi. "E’ sempre il momento giusto per fare quello che è giusto” diceva Martin Luther King. Non ho scritto di politica solo perché questa crescente “voglia di destra fascista” mi fa solo arrabbiare e non voglio sprecare righe per l’imbecillità, l’arroganza, l’ignoranza, la volgarità, l’egoismo, la mancanza di rispetto e di compassione soprattutto. L’immagine del post è un’ironica copertina come vincitore del premio “pensionato dell’anno”. Strameritato. Grazie a tutti i miei compagni di viaggio e anche a quelli che mi sono stati vicino in questo anno così “pensieroso”, Dottori compresi, soprattutto per la pazienza e la dedizione che hanno mostrato nei miei confronti.
Post's song : "San Luca" performed by Cesare Cremonini e Luca Carboni
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