Questo viaggio è stato deciso solo due giorni prima della partenza per il tempo meteo avverso previsto nella zona scelta in precedenza. E così, accantonata temporaneamente la discesa verso Abruzzo Molise Basilicata e Puglia, la preferenza all’unanimità è caduta sul ritorno in Sardegna per vedere nuove località di questa splendida isola. Il mese di aprile, come lo scorso anno, si è rivelato il periodo migliore e il sole, la tranquillità, il buon cibo e i gli splendidi panorami hanno contraddistinto questa nostra settimana che vorrei definire sarcasticamente “lavorativa" per il mio futuro pensionistico alle porte. “Nostra“ per aver condiviso ancora con Vito e Betty questa esperienza isolana. La primavera sarda diventa un paradiso italiano che nulla ha da invidiare alle più famose isole caraibiche o tropicali con le sue acque da sogno e le candide spiagge del suo litorale; in questo periodo poi si evita di essere sommersi dalla folla dei turisti che invadono d’estate le sue località balneari tra le più spettacolari al mondo. Vivere e respirare il mare sardo e i profumi della sua vegetazione è già di per sé un’esperienza unica che vale da sola tutto il viaggio, ma nel periodo che va da aprile a maggio è la scelta giusta per goderselo. Meno di un’ora di volo nella tarda mattinata di un lunedì ed eravamo già sull’auto noleggiata all’aeroporto di Alghero. La Fiat Panda bianca “ibrida” in meno di venti minuti ci ha portato in un paradiso di tranquillità, fatto da una distesa di sabbia chiara e da un mare cristallino riparato nella baia di Porto Conte nella parte nord-occidentale della Sardegna. La spiaggia di Mugoni, con lo sfondo di Capo Caccia all’orizzonte, sembrava essere lì per attenderci con gioia e lo stesso valeva per il tavolo all’aperto con vista mare del ristorante Le Ninfe. Vermentino fresco, pesce spada alla griglia, calamari e ciuffetti fritti e vista in prima fila su uno scenario incantevole sono stati il nostro benvenuto. C’è qualcosa di meglio come inizio di un viaggio ? Questo paradiso è a soli sedici chilometri dalla splendida cittadina di Alghero dove avremmo trascorso la parte restante della giornata in attesa del tramonto sui bastioni che diventa unico se associato a un altro tavolo per gustare le svariate prelibatezze enogastronomiche della Sardegna. Il mattino seguente proprio da Alghero ha avuto inizio la nostra discesa verso il sud-ovest della grande isola; il tempo meteo era dalla nostra parte e lo sarebbe stato per l’intero viaggio. Mentre stavamo percorrendo il litorale un cartello stradale ci indicava la località di Cabras. A Vito veniva in mente il racconto di un collega sull’oro di Cabras che altro non è che il binomio fra la cittadina sarda e la bottarga. L’oro di Cabras è la bottarga di muggine o cefalo, dal caratteristico color ambra e dal sapore intenso di mare. le cui pregiate uova salate e stagionate sono impiegate in cucina come condimento per arricchire antipasti e/o primi piatti. Arrivati a Oristano per l’ora di pranzo, l’abbiamo assaggiata grattugiata sopra un risotto con spigola e radicchio. Nel primo pomeriggio, con il sole ancora alto, ci siamo diretti verso l’Isola di Sant’Antioco collegata da un breve ponte artificiale. Il tempo di lasciare i nostri piccolissimi bagagli, Ryanair docet, nell’appartamento di Sant’Antioco ricordandoci però di prelevare un asciugamano e il costume ed ecco che Vito si concedeva, come da rituale, il primo bagno corroborante dell’anno nelle acque, per me gelide, di questo bellissimo mare del mediterraneo a Maladroxia. Nel pre-cena abbiamo avuto il primo approccio emozionante e fotografico con i fenicotteri rosa nelle saline adiacenti il ponte che divide la piccola isola dalla grande isola. La cena a Sant’Antioco a base di cozze, fritto misto, salumi e formaggi, il tutto rigorosamente sardo come il primo bicchierino di mirto a fine pasto ha fatto concludere in modo lodevole la splendida giornata seppur amareggiata nei titoli di coda dalla sconfitta del Napoli calcio in Champions League. La nostra terza giornata ha avuto inizio sul traghetto che da Calasetta (Isola di Sant’Antioco) ci ha fatto approdare a Carloforte (Isola di San Pietro). La storia delle due località ha più di un comune denominatore per via dell’insediamento delle famiglie di pescatori originarie della ligure Pegli ma provenienti dall’isola tunisina di Tabarka. Le originarie caratteristiche tabarchine e liguri sono rimaste immutate, compresa la lingua. Le due cittadine sono caratterizzate dal colore delle loro case, bianche a Calasetta e pastello arancione a Carloforte, mentre identico sarà l’azzurro del cielo e del mare e il verde dei ginepri. L’approdo a Carloforte nella tarda mattinata ci ha permesso di prendere piede e visione delle bellissime spiagge di Guidi e di La Bobba. Carloforte è l’unico centro dell’isola di San Pietro ed è tuttora linguisticamente ligure. Carloforte è famosa per il suo pregiato tonno rosso “di corsa” riconosciuto come il migliore al mondo. Si pesca da metà aprile (i giorni del nostro soggiorno sardo) a metà giugno e la tonnara di Carloforte è oggi l’unica ancora attiva nel Mediterraneo. In “rete” si possono trovare tutte le informazioni riguardo la tradizione e i riti della pesca di questo tonno rosso particolarmente apprezzato dagli chef di tutto il mondo e da noi testato in due preparazioni diverse nella Trattoria La Cantina di Carloforte : quello alla griglia e quello fresco alla “Carlofortina” con pomodoro e alloro. In entrambi i casi i tranci erano di ventresca di tonno, la parte più grassa, gustosa e tenera. Baciati dal sole abbiamo poi ripreso il traghetto per ritornare sulla “grande isola” per proseguire il nostro viaggio verso il sud più profondo e selvaggio. Coste frastagliate, spiagge bianchissime, mare con tutte le sfumature di blu possibili. Abbiamo transitato lungo tutta la costa fino a Pula godendo di un panorama incantevole. Abbiamo concluso la giornata sulla spiaggia di Poetto a Cagliari dove abbiamo cenato con un menù a base di carne (filetto al gorgonzola) “coccolati” da un appagante vino sardo rosso, un Carignano del Sulcis Riserva di gran qualità. Con gli ultimi tre giorni siamo risaliti nella parte orientale della Sardegna. Da Cagliari abbiamo percorso i tornanti attraverso il verdissimo, in questa stagione, entroterra fino ad arrivare al mare di Cala Gonone, frazione di Dorgali. Pranzo con tavolo vista mare a base di spaghetti alle vongole per me e moscardini in umido per Vito e Betty il tutto annaffiato dal Vermentino locale e concluso con l’immancabile bicchierino di mirto. Un’occhiata agli orari del traghetto, e una “corsa” per prenderlo, e in meno di mezz’ora ci siamo ritrovati davanti una delle meraviglie del golfo di Orosei, ovvero Cala Luna, una baia scolpita tra le falesie con al centro una luminosa spiaggia di di sabbia dorata che si tuffa nel mare limpido dalle tonalità azzurro-turchese. La nostra foto di rito nella prima grotta adiacente la spiaggia ha suggellato l’evento. Dopo una piccola pennichella sulla sabbia siamo rientrati a Cala Gonone giusto il tempo per prendere dimora in una splendida casa. Abbiamo poi girovagato nelle stradine che si affacciano sul piccolo porto prima del tramonto e abbiamo goduto dell’accoppiata pizza e mirto per chiudere in maniera gioiosa l’emozionante giornata. Nel penultimo giorno del nostro straordinario viaggio è bastata un’ora di strada per raggiungere San Teodoro e l’hotel Onda Marina dove avremmo alloggiato per l’ultima notte in terra sarda. La giornata è stata lunga, intensa ed emozionante ed era iniziata lasciando i piccoli oggetti personali nella stanza tripla dell’hotel, recuperando gli asciugamani per portarli sulla bianchissima spiaggia di La Cinta, che dista solo a una centinaia di metri, e godendo del sole e delle acque cristalline che avrebbero tonificato Vito e Betty e al loro “coraggio" di tuffarcisi dentro. All’ora di pranzo ci siamo spostati per poco più di una decina di chilometri per raggiungere Porto San Paolo e il ristorante Portolano; il tavolo in prima fila, praticamente in spiaggia, con vista incredibile sull’isola di Tavolara sembrava quasi ci aspettasse. Insalata di polipo, carciofi e bottarga, trancio d’ombrina con fagiolini e spuma di patate al limone, guazzetto di pagro e calamari con olive e crostone di pane, bavarese all’amaretto con salsa al lampone e crumble, calici di bollicine Tancarè e bicchierino finale di mirto … le nostre scelte per una pausa gourmet con un scenario assolutamente unico. E per una pausa rilassante dopo pasto ? Avevamo letto durante il pranzo un articolo sul web di una spiaggia da favola italiana che ricordava quelle di Tahiti. Quella spiaggia era a meno di dieci chilometri dal nostro tavolo con vista mare e il suo nome è Cala Brandinchi. E’ una meravigliosa spiaggia a forma di mezzaluna incastonata in un panorama naturale proprio nei pressi del comune di San Teodoro dove avevamo preso alloggio. E’ una lunga distesa di sabbia che corre incontro a un mare di un colore che varia dall’azzurro al blu intenso, dal cobalto al turchese smeraldo. Vale davvero la pena concedersi un momento di pausa in questa spiaggia e anche in quella che la affianca che si chiama Lu Impustu consigliatami dal mio caro amico Luca. E proprio con Luca c’è stato il siparietto delle videochiamate per vedere dove lui passa le vacanze estive a Punta Aldia. In serata abbiamo cenato con un menù a base di un tagliere di formaggi sardi, di porcetto arrosto (maialino da latte sardo) con patate arrosto al mirto e naturalmente con il “nostro” bicchierino di mirto. Dopocena con passeggiata a San Teodoro per chiudere in bellezza una giornata davvero indimenticabile. L’ultimo giorno sarà speso nello spostamento verso Alghero per il volo pomeridiano, non prima che Vito e Betty si siano tolti lo sfizio di immergersi nelle acque della spiaggia del Lazzaretto (Fertilia) e di gustare poi insieme l’ultimo pranzo sempre con un tavolo vista mare a base di fritto di calamari da condividere, cozze alla marinara, pesce spada alla griglia innaffiato con un Vermentino frizzante. Abbiamo trascorso una settimana “lavorativa” che non potremo scordare facilmente in luoghi cui si avrà sempre voglia di ritornare. Questo piccolo paradiso terreste che è la Sardegna e le sue coste si deve visitare categoricamente tra aprile e maggio, esattamente come avevamo fatto lo scorso anno; un periodo nel quale si ha maggiormente la possibilità di godere, a 360° e in tutta tranquillità, questa affascinante e piacevole delizia lontano dalla folla dei turisti. E’ stato un viaggio all’insegna del “tutto è andato bene” e di questi tempi è davvero un privilegio.
Post's song : "Drives me mad" performed by Edward Fox & The Animal Kingdom
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