Appuntamento annuale con Londra. In questi anni Londra è la mia ancora di salvezza, una valvola di sfogo ai miei pensieri, una ricarica di energia, una fonte inesauribile per i miei progetti, le mie illusioni, le mie speranze, le mie voglie di cambiamento. Sotto questo aspetto Londra è unica. Lo è per il suo essere frenetica, caotica, veloce e per il suo vivere in pieno la contraddizione tra modernità e tradizione. Quest’anno al mio arrivo, nel tardo pomeriggio, in piena ora di punta, mi sono mischiato nella marea delle persone che rientravano con la metropolitana dopo una normale giornata di lavoro e come piccoli robot, scendendo e salendo le scale mobili, percorrendo i tragitti sotterranei da una linea e l’altra, compressi nei vagoni della Tube, la più antica rete metropolitana del mondo e la più estesa d’Europa, si arriva alla destinazione prefissata. E così, quasi senza accorgermene, mi sono ritrovato catapultato direttamente al primo piano del mio hotel in Argyle Square nella zona che da sempre mi ospita nelle fughe solitarie nella capitale del Regno Unito, King’s Cross. Il tempo del check-in e seguo subito le luci del nuovo restyling della stazione ferroviaria che illuminano la via per portarmi al German Gymnasium, il ristorante di impronta teutonica europea recentemente nominato come miglior ristorante, nel complesso, al mondo dall'International Restaurant & Bar Design Awards. Il mio tavolo è pronto e il maitre di sala italiano coadiuvato da camerieri italiani mi aiutano a raggiungerlo. Il locale in effetti è molto alla moda con un’atmosfera in perfetto stile con i grandi caffè e le brasserie d'Europa. L’edificio in mattoni di grandi dimensioni è stato ricostruito sulle ceneri di una vecchia palestra, mantenendo la grande ossatura del tetto in legno lamellare con i ganci in ghisa. Il ristorante del Grand Café presenta un menù con una traccia presa dal patrimonio tedesco con piatti che spaziano dalle tipiche salsicce di maiale alla griglia alle cotolette di vitello in versioni rivisitate. Il German Gymnasiun è un locale bello da vedere e da vivere ma assolutamente normale nella proposta enogastronomica. Questo il mio giudizio. All’uscita riprendo la scia illuminata che mi riporta all’hotel per prepararmi all’imminente weekend che coincide con il “black friday”. L’indomani decido, dopo una classica prima colazione tipicamente british, di affrontare il duro lavoro dello shopping. Mi ritroverò irresponsabilmente con due nuove camicie, un paio di scarpe, un piumino alla moda, la maglia originale del Chelsea campionato 2016/2017 e qualche piccolo accessorio per il Natale alle porte. Il mio trolley blu, ai limiti della capienza, mi chiederà alla fine del weekend di essere sostituito in futuro per raggiunta anzianità. Tra un negozio e l’altro trovo il tempo di “tastare” per il lunch un ristorante inserito nella lista dei 50 migliori al mondo al ventiseiesimo posto, il The Clove Club. Quattro portate con caratteristiche scozzesi accompagnate da tre bicchieri di vino che ho scelto personalmente. Questo lungo fine settimana è stato anche il momento di incontro con il mio amico cingalese Melvin e sua figlia Cindy che si sono trasferiti da qualche mese in terra londinese in attesa di essere raggiunti il prossimo anno dalla moglie Christeen e dall’altra figlia Stefany. Abbiamo suggellato l’evento con una cena in un ristorante indiano nel quartiere dove abitano. E’ sempre bello ritrovare qualcuno di conosciuto in terra straniera ed è anche uno stupendo pretesto per ritornarci. Ma questi giorni in puro stile inglese sono anche il mio tener fede alla squadra calcistica che tifo da quasi quindici anni il Chelsea, quest’anno allenata dal mister italiano Antonio Conte. E’ tempo di derby, in questo caso col rivale acerrimo Tottenham. Alla fine il risultato ci vedrà vincenti per 2 a 1 con reti dello spagnolo Pedro e del nigeriano Moses. Che portassi fortuna al Chelsea era un dato di fatto visto che dal 2006 ho assistito a 9 partite e sono state tutte vittoriose, ma che vivessi anche l’atmosfera elettrizzante di un derby era una nuova emozione assolutamente da provare. Ringrazio pubblicamente l’amico Gary Staker per il biglietto dell’ultima ora. Una volta blu, per sempre blu ho letto in una pubblicità allo stadio e io ne ho fatto una mia massima. Intenso, appassionante, meraviglioso, indiscutibilmente vissuto questo mio lungo weekend a Londra, già vestita a festa per l’imminente Natale e che mi ha permesso camminando spensieratamente di riflettere sui buoni propositi per il rientro. A me bastano tre/quattro giorni con ritmo mensile per ricaricarmi e Londra sarà sempre una buona scusa e un buon rifugio per scappare dal quotidiano e star bene. Devo affinare il mio inglese, su questo non ci sono dubbi, per non perdermi quelle sfaccettature che il problema lingua mi costringe a rincorrere. A Londra, colloquiando con la proprietaria dell’hotel, c’è molto lavoro ma si deve sacrificare un po’ la vita. Non è il mio ideale in quanto per me ci deve essere molta vita e si deve sacrificare un po’ il lavoro. Finché potrò permettermelo questa sarà la mia strada da seguire. Chi mi ama mi segua, una citazione partita dal Vangelo e arrivata a una pubblicità degli anni ’70. Un po’ egoista come filosofia per uno come me che da eredità materna è altruista e ha sempre messo al primo posto la felicità di chi gli sta accanto. E se Londra mi regala sempre pensieri positivi, ben venga sempre Londra. Conosco Londra come Parigi e anche quest’anno, ininterrottamente dal 2006 ci sono tornato. Per me è e sarà sempre una gioia. Londra ti offre tanto, sta a me prenderne la parte migliore e in vacanza questo non è poi così difficile. Credo di non sapere cosa voglio esattamente per gli anni di vita che mi rimangono. Ci sono cose che vorrei e cose mi mancano, di certo non perderò mai la voglia di viaggiare e di cercare cose nuove. Questo novembre è stato per me un mese dove in ogni weekend ho vissuto un’esperienza entusiasmante : dalla cena “stellata” a casa degli amici Cinzia e chef Andrea a Milano al pranzo “pluristellato” al Parkhuevel di Rotterdam, dall’aperitivo con tapas in Plaza Major a Salamanca alla visione di un derby cittadino sugli spalti dello Stamford Bridge a Londra. Quattro appuntamenti da vivere, quattro momenti belli della mia vita.
Post’s song : “Love is life” performed by Robbie Williams
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