"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

samedi, août 31, 2024

Agosto a … in compagnia di … sognando Parigi e tutta la Francia

Il mese di agosto di questo 2024 è iniziato sulla scia del ritorno dal viaggio con Anna e Umberto del precedente racconto. Fa caldo a Milano e viste le temperature che si alzeranno nel primo pomeriggio la mia ferma decisione è quella di uscire presto la mattina. Sistemo la Twingo in un punto dove sono parcheggiate le biciclette a noleggio ATM, sponsorizzate dal Comune di Milano o viceversa, e poi con l’app prelevo la “due ruote” e mi dirigo verso il centro. In questi primi giorni d’agosto la mia base è presso la boulangerie Égalité di Piazza Simpliciano. Entrare da Égalité di prima mattina significa lasciarsi avvolgere dal profumo inebriante dei loro croissant che riporta immediatamente al sapore di Francia. Il mio sguardo, coadiuvato dall’olfatto,  viene catturato dalle bellissime baguette e dal pane artigianale esposto in vetrina. Lo stesso discorso vale per il banco dei dolci, ricco e zeppo di croissant grossi e dorati riposti in tradizionali cestini di vimini, insieme a altre classiche tipicità francesi. Insomma, una volta entrato da Égalité, mi dimentico di essere a Milano e mi perdo in una magica atmosfera francese. Non mi resta che prendere il mio freschissimo croissant au beurre e accompagnarlo a un bicchiere di latte macchiato per inzupparlo. La musica in sottofondo del locale è solo francese, chiudo gli occhi e sogno Parigi. Già Parigi. Ogni anno dal lontano 2002 ci torno regolarmente (ho saltato solo il 2020 per via del maledetto virus mondiale). A marzo di quest’anno, in compagnia di Vito e Betty, ho anticipato il mio appuntamento di settembre per evitare tutto il caos che sicuramente le Olimpiadi avrebbero generato. Ci torneremo a ottobre sicuramente. Parigi è una droga felice, non si riesce a farne a meno e ogni volta ci sorprende. I primi anni ci andavo a luglio, subito dopo che Silvia si era volatilizzata, nella speranza di incontrarla come nel film “Love Affair” dall’alto del grattacielo. Montparnasse al posto dell’Empire State Building di NY : io vivo sempre con un sogno in tasca. Dopo questa divagazione parigina riapro gli occhi e mi incammino per il centro di Milano. Passo dopo passo, cerco di cambiare quotidianamente itinerari e cerco di farmi piacere la città dove sono nato e dove vivo da oltre sessant’anni. Sì perché Milano non sono ancora riuscito a farmela piacere. Cerco angoli nascosti e grazie a Vito e Betty ne ho scoperti di nuovi, cerco nuove avventure enogastronomiche, cerco la gioia di vivere che solo Parigi dal 2002 mi ha regalato. Milano per me è come Berlino e Barcellona, le città per le quali non ho ancora trovato quella chimica attrattiva, quel quid positivo, quel legame emotivo che scatena la voglia del piacersi. Sono conquiste difficili ma vale la pena di tentarci. E’ ancora presto, la temperatura meteo è più che accettabile, la città mi appare deserta e tutto sommato bella proprio per il fatto che da anni non sopporto più i luoghi affollati, la gente che cammina veloce con il cellulare sempre in mano, questa epoca alla quale vorrei sfuggire, ma con la quale devo conviverci come certe malattie croniche che ogni tanto si ripresentano (vedi le mie macchie pruriginose che non si capisce da dove arrivano (vasculite ? orticaria ? dermatite ?). In altri post (racconti) del mio blog (diario) ho sempre apprezzato la Milano d’agosto e quest’anno, anche grazie al sogno parigino mordendo il croissant mattutino, ne ho avuto conferma. Quando c’è poca gente per le strade Milano diventa quasi adorabile. Le giornate volano, il Ferragosto è alle porte e decido, grazie all’invito, di trascorrere qualche giorno a casa di Betty e Vito in montagna a Branzi. Dovrei rileggere i miei racconti e verificare di averla citata in qualche occasione, sicuramente non ne ho mai scritto direttamente. Se non l’ho fatto, chiedo venia, ed eccomi qua. Parto alla volta di Branzi. Branzi si trova nella Valle Brembana in provincia di Bergamo ed è un’ottima base per le escursioni in montagna. Un‘oretta e mezza e sono lì nella casa di Betty e Vito nel condominio Laghi Gemelli. Fa decisamente più fresco rispetto alla Milano rovente della settimana. Anche qui come nell’ultimo racconto di Koufonissi vige la regola del film “il giorno della marmotta”. L'espressione viene utilizzata ora per indicare quei ritmi quotidiani che si ripetono sempre uguali a sé stessi, o in generale le routine difficili da spezzare quando sono belle. Tempo ineccepibile (sole e brezza), prima colazione in pasticceria ai tavoli esterni con vista sulla vallata, camminata lungo le strade che affiancano il fiume Brembo (Gardata), pranzo all’Old Fox dell’Isola di Fondra vicino al campeggio e ritorno a casa per un pomeriggio relax sulle sdraio o sulla panchina in terrazza, visione di qualche film, partite a carte (scala 40) alle quali Vito dà sempre forfait, ecc.ecc. All’Old Fox i piatti sono di ottima qualità, con la cucina tipica bergamasca (casoncelli, polenta taragna, ecc.ecc.) a cui si aggiungono strepitosi risotti e piatti di pesce assolutamente da provare. Il pranzo sostanzioso ci evita di uscire per cena e un po’ di Branzi (formaggio tipico), una fetta d’anguria e un caffè sono una perfetta alternativa per la serata. Quattro giorni passati in compagnia, con buone camminate (media di 8/9 km), relax, enogastronomia decisamente di eccellente qualità anche nel rapporto prezzo. L’unico giorno d’eccezione alla regola della “marmotta” è stato quello di Ferragosto. Al trio consolidato (Betty, Vito e me) si è aggiunta Anna la sorella di Betty. Con la Micra di Vito abbiamo raggiunto San Simone e poi una lenta passeggiata di 900 m ci ha portato alla Baita del Camoscio (quota quasi 1800 m) dove il tavolo prenotato per l’occasione ci aspettava gioiosamente. Cucina gustosa, buon bere, atmosfera da rifugio. Che altro ? Il post pranzo sulle sdraio fuori dalla Baita. Relax in alta quota. Il mio cuore ha decisamente passato l’esame altitudine, grazie al non fare sforzi e alle piccole soste lungo il percorso. In serata, naturalmente senza cenare visto il luculliano pasto in Baita, abbiamo assistito al concerto di due ore di una cover band di Lucio Battisti terminata con i fuochi d’artificio ferragostani. Bravissimi musicisti con sound impeccabile, con canzoni che conoscevamo a memoria e cantate a squarciagola dal pubblico presente. Prima del concerto avevamo scommesso su quale fosse la prima canzone d’inizio concerto e ho vinto io puntando su “Una donna per amico”. L’aggancio con l’ultima gita fuori porta del mese di agosto era diretto. La località di Stresa sul Lago Maggiore sponda piemontese mi stava aspettando e ad attendermi ci saranno la mia amica da sempre Anna, ecco l’aggancio con la canzone di Lucio Battisti, e suo marito Paolo. Anna è la mia amica del cuore, un vero punto di riferimento quotidiano nella mia vita, un tesoro arricchito negli anni, fatto di confidenze, di consigli senza mai giudicare, di stimoli a farci forza quando, ahinoi, la salute non ci assiste. Quest’anno sono andato a trovare Anna e Paolo, con la Twingo per non avere problemi con gli orari e le attese dei treni e autobus. Dopo l’ennesima colazione da Égalité, sono partito alla volta di Stresa. Il tempo meteo è favorevolissimo e anche la mia salute che ha preceduto questo giorno è tornata in buone condizioni. Caffè vista lago per spezzare la mattinata, bellissima camminata lungo lago per fotografare l’albero “rifugio” di Anna e poi via verso il ristorante “Idrovolante” al Lido dove c’era la nostra prenotazione per il pranzo. Squisiti piatti (strepitosi i ravioli ripieni con pesce di lago e sbriciolata di pistacchi), location con vista mozzafiato sulle due isole di fronte, Isola Bella e Isola dei Pescatori, il perfetto relax in splendida compagnia. Dopo pranzo con un piccolo traghetto adiacente il Lido ci siamo diretti verso la piccola Isola dei Pescatori. Camminate, soste refrigeranti, conversazioni interessanti, un pomeriggio davvero splendido e tranquillo. Cercavo proprio questo e sapevo di trovarlo con Anna e Paolo. Abbiamo trascorso una bellissima giornata insieme all’insegna del buon umore, della tranquillità e naturalmente della deliziosa “pausa” pranzo. Nel tardo pomeriggio sono poi rientrato a Milano, casa. Avevo un po’ di appuntamenti (promesse) da soddisfare in questo agosto 2024. Il primo è stato di ritorno da Branzi per un pranzo “giapponese” con Cinzia che mi ha ricordato i tempi passati a raccontarci le nostre sensazioni, i nostri trascorsi, nel periodo successivo alle mie “disgrazie” di vita (2002-2003-2004). Il secondo è stato quello che ha anticipato il mordi e fuggi di Stresa, per andare a salutare Wanna e Stefania nel loro locale in zona Stazione Centrale. Champagne e croque-madame (sandwich grigliato al prosciutto e formaggio, con un uovo fritto adagiato sopra la fetta di pane superiore) con la variante Pata Negra sono stati il loro regalo di benvenuto. Il loro invito era datato da anni e sono stato felice di averlo colmato con una piacevole serata trascorsa con racconti e aneddoti anche per conoscersi meglio. Mi ha fatto davvero piacere. Il terzo è stato quello della della serata pizza al “Capolinea" di Cantù con Luca e Umberto (insieme siamo i Trafungia) all’insegna dell’ironia e della leggerezza che contraddistingue da sempre le nostre reunion. Ho chiuso il mese di agosto con la risoluzione delle “querelle” con la gelateria Grom e finalmente mi sono gustato gratuitamente il mio piccolo cono di panna montata del valore di un euro e cinquanta centesimi. Agosto è anche un buon mese per cercare di rendere la vita minimalista, sgombrando, mettendo in ordine. Leggo su Internet e cito testualmente : in inglese il termine giusto è decluttering (to declutter) è un vocabolo inglese che significa proprio sgombrare, mettere in ordine ma è molto più che fare spazio. Il minimalismo è un vero e proprio stile di vita nel quale si elimina il superfluo per vivere con ciò che è necessario, senza fronzoli e distrazioni, godendo ed essendo grati di ciò che si ha. Se il minimalismo è lo stile di vita, il decluttering è la pratica, ovvero il processo con il quale si elimina ciò che non è essenziale. “Vivere meglio con meno” è il motto dei minimalisti, ma fare letteralmente spazio (dentro e fuori) è tutta un’altra cosa. Quel “godendo ed essendo grati di ciò che si ha” dovrebbe essere il tema ricorrente della quotidianità e chissà che prima o poi i nostri pensieri si possano incanalare sulla strada della leggerezza e della tranquillità. E’ tutto ciò che vorrei, anche se la salute purtroppo condiziona stabilmente questo sogno di vita per gli anni che mi restano a venire puntando sempre e naturalmente all’eternità. Sogno di vita che mi porta immediatamente a Parigi, alla Francia (come dal titolo del racconto) e che il brand Égalité me lo ha riacceso in tutti e tre i punti vendita (Piazza San Simpliciano, Via Melzo e Corso Sempione) con l’inconfondibile bontà, profumo e fragranza del croissant tradition (au buerre, al burro). Il croissant francese sta diventando una vera droga, ma posso sempre trovare la mia “dose” ogni qual volta decido di fare la prima colazione da loro (ho cercato di conquistarli regalando le mie miniature di Nutella). Amo Milano, quando c’è poca gente in giro, quando le strade sono deserte e la si può tranquillamente respirare in tutte le sue sfumature. E se le sfumature portano a Parigi …


Post's song : "Una donna per amico" performer by Lucio Battisti

8/24

dimanche, août 04, 2024

Radio Jeannala et Seppala

Il titolo del racconto prende spunto da due piccoli personaggi Jeannala e Seppala (la piccola Jeanne e il piccolo Joseph in alsaziano) nati sotto l’ispirazione, e poi plasmati dalla sua matita, del designatore autodidatta francese David Grandmaire. Idealmente ci hanno dato il benvenuto nel loro mondo il giorno del nostro arrivo a Riquewihr, un incantevole borgo tra i più affascinanti dell’Alsazia, regione dell’est della Francia. Il grafico li ha disegnati con il costume tradizionale alsaziano che riflette il territorio, l’accoglienza e la generosità di questa grande regione. Attraverso la loro sorprendente semplicità invitano a far parte delle loro avventure infondendo la gioia di vivere e il buon umore. Questo viaggio condiviso con Anna e Umberto detto Bumby ha racchiuso proprio la gioia di vivere e il buon umore. Il pretesto del viaggio era il concerto dei Toto, storico gruppo musicale americano formatosi a Los Angeles alla fine degli anni settanta con uno stile apprezzato da un pubblico variegato. Anna e Umberto lavorano insieme a radio LatteMiele, lei come conduttrice e lui come regista. Sono passato nel giro di pochissimi giorni dalla regia televisiva della Grecia con Andrea a quella radiofonica della Francia con Umberto. Bumby è il mio grande amico di vecchia data (dal 1987) con il quale condivido lo storico scambio di sms mattutini con l'augurio di buona giornata. Con Anna, Umberto e Luca ci ritroviamo quasi mensilmente a quelle cene all’insegna del nostro universo di buon umore. Ridere fa bene e anche in questo viaggio ne abbiamo avuto conferma con tanti piccoli divertenti aneddoti. Prima tappa di questa “fuga musicale” di tre giorni è stata proprio Riquewihr di cui sopra. Il villaggio sembra uscito da un libro di favole con le sue viuzze strette e acciottolate, le pittoresche e colorate case a graticcio tonalità pastello, la torre e la fontana. Riquewihr ha ispirato gli illustratori Disney per disegnare il villaggio di Belle, la protagonista del lungometraggio animato “La Bella e la Bestia". Questo minuscolo villaggio è uno scrigno di meraviglia e bellezza, immerso in un incantevole paesaggio collinare ricoperto di vigneti. All’arrivo all’ora di pranzo, dalla lista del menù, abbiamo gustato, condividendola,  la immancabile “tarte flambée alsaziana" (Flammekueche) accompagnandola con la dissetante birra locale e nel caso di Anna con una fresca Coca-Cola. La Flammekueche non è nient’altro che una torta salata (spianata di pasta di pane leggerissima) a metà tra una pizza e una focaccia: molto gustosa e saporita e farcita, nella versione base, da formaggio, cipolle e pancetta. Nel dopo pasto, dopo che Anna ha cercato insistentemente un “ninnolo” nel negozio di Natale aperto tutto l’anno, ci siamo recati a Eguisheim, già da me visitata con sorpresa nel viaggio “Tour de France” con Vito e Betty (Edoardo ci aveva appena lasciati per partire per il Perù). Eguisheim è un altro borgo gioiello nominato tra “Le Plus Beaux Villages de France” (i villaggi più belli di Francia). È il tipico villaggio da fiaba, con le case color pastello a graticcio dette colombages, le botteghe tradizionali con le insegne pendenti in ferro battuto e le cicogne bianche appollaiate sui tetti (nonostante il caldo di questo periodo siamo riusciti ad avvistarne due). Al termine del giro concentrico del villaggio ci siamo imbattuti nel primo temporale con conseguente corsa all’auto in dotazione, la Mercedes nera del Cappe (il figlio di Umberto) per trovare rifugio. Da qui in poi, ogni giorno a venire, l’acqua ha fatto capolino sulle nostre teste e sui nostri indumenti. Il concerto dei Toto era previsto per le ore 21 preceduto dalla performance di Nena (cantante tedesca degli anni ottanta) e quindi abbiamo cenato velocemente a Colmar con un piatto di würstel e patatine e naturalmente tre boccali di birra (piccoli per Anna e per me e grande per Bumby). Ci siamo. Il concerto dei Toto è alle porte. Lo scenario del Theatre de Plein Air di Colmar diventa una vera e propria Scala della Musica. Ognuno di noi sceglie la sua canzone preferita e per un’ora e mezza assistiamo a un’esibizione straordinaria dove i Toto dimostrano la loro grandezza e professionalità che solo delle leggende della musica possono offrire. Nel cielo ci sono i lampi del temporale che non vuole smettere ma la musica li surclassa e non fa sentire il rumore dei tuoni. La mattina seguente il concerto, dopo una colazione alla boulangerie-patisserie Kouglopf & Cie di Riquewihr dove abbiamo gustato un croissant al burro che ha rasentato la perfezione per freschezza e bontà, ci siamo diretti, attraversando distese di vigneti, verso Kaysersberg un altro villaggio tra i più caratteristici dell’Alsazia sulla strada dei vini. Purtroppo arrivati a destinazione, fermi al parcheggio, un forte temporale ci ha fatto desistere dal visitarlo. La decisione unanime, dopo aver aspettato una ventina di minuti giusto il tempo di vedere una cicogna sul tetto di una torre, è stata quella di proseguire il viaggio verso Strasburgo dove avevamo prenotato per la seconda notte alsaziana. Dall’hotel al centro storico la distanza è di soli quindici minuti che abbiamo coperto a piedi con i nostri zainetti con all’interno piccoli ombrelli e giacchette impermeabili. Il tempo meteo sembrava aver fatto giudizio e invece, arrivati sotto l’imponente cattedrale, ci siamo dovuti arrendere all’ennesimo acquazzone cercando di ripararci con quanto in nostro possesso. Nonostante avessimo accelerato il passo verso il ristorante adocchiato per il pranzo ci siamo naturalmente inzuppati a dovere i pantaloni e le scarpe. Pranzo con pietanze particolari come il rosti di patate e gli spatzle (gnocchetti) abbinandoli alla birra artigianale locale. Terminato il lungo temporale siamo ritornati nelle nostre stanze per una piccola sosta decisi a riprendere, da dove eravamo rimasti prima della grande ondata di pioggia, la visita di Strasburgo, questa volta con il sole a farci compagnia. Perfettamente asciutti eccoci finalmente di nuovo sotto la Cattedrale di Nostra Signora di Strasburgo. La cattedrale è un magnifico esempio di costruzione in pietra arenaria dei Vosgi (grès rouge des Vosges)Questa pietra, tipica delle zone renane, le conferisce il colore rossiccio che caratterizza anche altre costruzioni situate in città. Oggi si distingue da molte altre cattedrali gotiche data che è particolarmente evidente la mancanza di una delle due torri campanarie. L’effetto della sua imponenza, anche grazie all’altezza (142 m.), è dovuto all’effetto contrasto con le case a graticcio che la circondano. Continuiamo nella zona pedonale per dirigerci verso la Petite France il quartiere storico di Strasburgo. Petite France è un vivace polo turistico, noto per le strade lastricate, i canali, le case a graticcio ben conservate e i ristoranti tradizionali. Stanchi delle camminate della giornata (undici i km percorsi registrati con l’ausilio del mio iPhone) siamo ritornati, questa volta senza essere spinti dalla necessità di trovar rifugio dalla pioggia, nelle nostre stanze in hotel non prima però di “litigare” divertendoci con i totem dei parcheggi adiacenti le strade intorno all’hotel. Provare per credere avrebbe detto qualcuno. Il prezzo segnato sullo schermo ci segnalava un determinato orario che però non corrispondeva con la stampa della ricevuta da esporre in auto. Abbiamo fatto almeno una decina di tentativi, cambiando postazioni ma niente da fare. Tra una sosta e l’altra doveva passare almeno un’ora ma questo lo schermo non l’ha mai accennato. Premere il tasto verde per accedere al servizio, premere il tasto col numero uno per inserire la targa dell’auto (GS814SS), inserire le monete per il tempo necessario e via dicendo. Conclusione : ci hanno fregato un po’ di soldi e lo stesso avverrà il giorno dopo in Germania esattamente a Friburgo in Brisgovia. Strasburgo si trova in un punto strategico, al confine con la Germania e vicino alla Svizzera. La destinazione per le ultime ore del nostro piccolo ma intenso viaggio era quella di Friburgo in Brisgovia soprattutto per provare la schnitzel (cotoletta impanata) con accompagnamento di patatine fritte e annaffiando il tutto con la birra locale sempre nelle quantità ormai conosciute (piccolo boccale per Anna e per me e grande per Bumby). Gli ultimi km di un viaggio di rientro in auto sono sempre quelli più tristi e lunghi e percorrerli sul territorio svizzero ha reso il tutto ancora più scoraggiante. Ma non tutto è perduto si direbbe e la cena finale in territorio di Bregnano, al ristorante Il Maestrale, ci ha restituito quel buon umore e quella gioia di vivere che hanno contraddistinto il bellissimo viaggio. Il viaggio col pretesto di un concerto è sempre buona cosa, ma la condivisione dello stesso in buona compagnia vale più di qualsiasi biglietto di uno spettacolo. Alla fine, tornando all’incipit del racconto, i nostri nomi sono diventati Annala, Bumbala e Michala, piccola Anna, piccolo Umberto e piccolo Michele. Sul mio piccolo non c’erano dubbi.


Post's song : "Hold the line" performed by Toto

7-8/24