Cinque anni di Rotterdam.
Con la città di Erasmo ho un feeling particolare e ogni tanto penso che nel titolo del suo famoso scritto “Elogio della follia” c’è dentro tutta la rinascita di Rotterdam del dopoguerra. Rotterdam, completamente distrutta a causa dei bombardamenti nella Seconda Guerra Mondiale, è stata interamente ricostruita e come un’araba fenice del ventesimo secolo, dalle rovine fumanti delle bombe naziste, ha trovato la sua innata capacità di risorgere dalle ceneri. A Rotterdam si sono rimboccati le maniche e hanno ricostituito una città partendo realmente da zero.
L’intervento, firmato da designer e architetti, anche di fama mondiale, è stato improntato alla riqualificazione degli edifici preesistenti, ma senza cancellare il passato. E così, vecchi stabilimenti dismessi, sono diventati food hall, hotel di tendenza e shopping center. Oggi Rotterdam è tutta un’altra città. Rotterdam si è reinventata con architetture futuristiche audaci e talvolta sperimentali, diventando una culla di arte contemporanea di cambiamento scegliendo di farla risorgere in chiave ultramoderna ed ecco spiegato quel pizzico di follia. Rotterdam è a meno di mezz’ora di treno veloce dall’aeroporto di Amsterdam ed è una città totalmente diversa dalla famosa capitale, che sovverte quell’idea di Olanda che la maggior parte dei visitatori ha in mente. È una città che piace molto o non piace affatto. Per me fu un colpo di fulmine positivo in quella estate del 2014.
E da allora di strada, o meglio di miglia aeree, ne ho fatta, ma Rotterdam fu una svolta, una rivoluzione radicale sul mio pensare in viaggio. Questo weekend ne è stata la piacevole conferma celebrativa. Ho trovato finalmente anche la mia base, come hotel, dopo le tre precedenti escursioni. La nuova postazione, come dice il loro slogan "A casa tua a Rotterdam ...", è perfetta negli spostamenti con tutte le attrazioni e locali a breve, o in qualche caso, a brevissima distanza. Borsa piccola, lo stretto necessario per questo fine settimana di inizio d’agosto.
Causa il ritardo del volo, arrivo a Rotterdam nell’ora del dopo cena e mi sarebbe spiaciuto andare a letto subito. Mi siedo nel bancone all’aperto del bar di fronte l’hotel e dal loro menù scelgo una fresca birra olandese (Hertog Jan) e le bitterball (polpette di carne sfilacciata in stile crocchetta). Splendido inizio in stile street food : le bitterballen hanno un sapore irresistibile e si sciolgono letteralmente in bocca. Mi rilasso e penso ai miei programmi dei giorni seguenti dove avrò due missioni “pretesto” da affrontare. Vado a letto, mi alzo presto ed è subito sabato. Parte il mio weekend olandese. La prima missione in realtà è un compito alla ricerca del mio piccolo contributo per una causa locale. Si tratta di un progetto di riqualificazione urbana : il Luchtsingel Bridge. Il ponte pedonale Luchtsingel a Rotterdam è la prima infrastruttura pubblica ad essere stata sovvenzionata attraverso micro-finanziamenti di privati. L’iniziativa è nata dalla necessità di riunire alcune zone apparentemente separate nelle zone limitrofe al centro ed è un nuovo modo di costruire la cittàIl ponte è stato “disegnato” totalmente in legno giallo e su ogni tavola vi sono i nomi dei donatori che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera.
Dovevo trovare la placca gialla in legno col mio nome, che insieme alle altre delimitano il ponte. Ho impiegato un’ora di ricerca per trovarla per colpa della fuorviante indicazione sul punto esatto di collocamento inviatami via email, ma alla fine ero felicissimo. La seconda missione l’ho vissuta nel pomeriggio di domenica allo Stadium Feyenoord (de kuip, la vasca) assistendo alla prima di campionato di calcio olandese 2019/2020 per il derby del “mio” Feyenoord contro lo Sparta Rotterdam con risultato finale 2 a 2 acciuffato in pieno recupero.
Nel mezzo dei due “pretesti” ho fatto una ripassata, ripercorrendo senza stress, quei luoghi e quelle attrazioni già visti nella mia prima scoperta di Rotterdam, introducendo un nuovo modo di ammirare gli stessi cambiando il verso della visione, come mi è capitato a Katendrecht, una lingua di terra circondata dal fiume che oggi si è riscoperta meta turistica e gastronomica all’avanguardia. E così camminando camminando (a fine viaggio saranno 45 i chilometri consumati dalle mie scarpe) ho goduto delle bellezze moderne, vero must, di Rotterdam. Sono transitato davanti alle originali case cubiche gialle rovesciate, regolarmente abitate e mi sono nuovamente addentrato nella vicina struttura del Markhtal il futuristico mercato alimentare al coperto, entrambe due vere follie architettoniche. Ho fatto deviazioni qua e là sul piccolo vecchio porto, ho ammirato lo skyline del ponte iconico sulla Mosa, L’Erasmusbrug, con la sua torre asimmetrica chiamata “il cigno” e mi sono emozionato sostando davanti al fascino del passato della vecchia chiesa di San Lorenzo, rimasta in piedi durante i bombardamenti. Sempre attuale e doveroso è il “calarsi” nel quartiere trendy (Witte de Whitstraat) che si affaccia su quello dei musei con tanta originalità e creatività. La strada ospita ristoranti, caffè, gallerie d'arte negozi e murales. Rotterdam è una città particolare che in questi anni ho conosciuto meglio; mi riserva però sempre piacevoli sorprese. Non posso non parlare delle mie soste culinarie sempre seguendo la linea diretta della “via della birra” degli ultimi viaggi fra Francia, Germania e Belgio. Birre locali che hanno felicemente accompagnato le deliziose pietanze scelte, senza dimenticare mai quel tocco asiatico che è nel DNA olandese. Rotterdam ha un inconfondibile profumo di gioventù, è una città sveglia, sempre in movimento, sprint e ricca di gioia di vivere. Basta soffermarsi agli angoli delle strade e vedere i festosi tavoli all’aperto. Ci si muove in tanti modi a Rotterdam partendo dai comodi ed efficienti mezzi di trasporti pubblici (treni, metropolitana, tram, taxi d’acqua) oppure noleggiando una bicicletta per correre sulle decine di km di piste ciclabili, o semplicemente, come ho fatto io, girarla a piedi : le stazioni di taxi sono una eccezionalità. Rotterdam impressiona per il forte impatto architettonico moderno e contemporaneo, per l’energia che si sprigiona dai suoi edifici, talvolta arditi, per il decoro urbano e per l’ampiezza dei suoi spazi. E’ incredibilmente all’avanguardia dal punto di vista culturale ed è una delle città più a misura d’uomo e moderne d’Europa. Qui si parla principalmente la lingua inglese per via delle 176 nazionalità che Rotterdam ospita. Rotterdam, ho letto nelle mie ricerche, “è riuscita a mettersi il passato alle spalle e a creare un suo nuovo orizzonte”. Spero di realizzare anche il mio e chissà che Rotterdam sia la spinta giusta per la sua capacità di sorprendermi sempre.
L’intervento, firmato da designer e architetti, anche di fama mondiale, è stato improntato alla riqualificazione degli edifici preesistenti, ma senza cancellare il passato. E così, vecchi stabilimenti dismessi, sono diventati food hall, hotel di tendenza e shopping center. Oggi Rotterdam è tutta un’altra città. Rotterdam si è reinventata con architetture futuristiche audaci e talvolta sperimentali, diventando una culla di arte contemporanea di cambiamento scegliendo di farla risorgere in chiave ultramoderna ed ecco spiegato quel pizzico di follia. Rotterdam è a meno di mezz’ora di treno veloce dall’aeroporto di Amsterdam ed è una città totalmente diversa dalla famosa capitale, che sovverte quell’idea di Olanda che la maggior parte dei visitatori ha in mente. È una città che piace molto o non piace affatto. Per me fu un colpo di fulmine positivo in quella estate del 2014.
Causa il ritardo del volo, arrivo a Rotterdam nell’ora del dopo cena e mi sarebbe spiaciuto andare a letto subito. Mi siedo nel bancone all’aperto del bar di fronte l’hotel e dal loro menù scelgo una fresca birra olandese (Hertog Jan) e le bitterball (polpette di carne sfilacciata in stile crocchetta). Splendido inizio in stile street food : le bitterballen hanno un sapore irresistibile e si sciolgono letteralmente in bocca. Mi rilasso e penso ai miei programmi dei giorni seguenti dove avrò due missioni “pretesto” da affrontare. Vado a letto, mi alzo presto ed è subito sabato. Parte il mio weekend olandese. La prima missione in realtà è un compito alla ricerca del mio piccolo contributo per una causa locale. Si tratta di un progetto di riqualificazione urbana : il Luchtsingel Bridge. Il ponte pedonale Luchtsingel a Rotterdam è la prima infrastruttura pubblica ad essere stata sovvenzionata attraverso micro-finanziamenti di privati. L’iniziativa è nata dalla necessità di riunire alcune zone apparentemente separate nelle zone limitrofe al centro ed è un nuovo modo di costruire la cittàIl ponte è stato “disegnato” totalmente in legno giallo e su ogni tavola vi sono i nomi dei donatori che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera.
Dovevo trovare la placca gialla in legno col mio nome, che insieme alle altre delimitano il ponte. Ho impiegato un’ora di ricerca per trovarla per colpa della fuorviante indicazione sul punto esatto di collocamento inviatami via email, ma alla fine ero felicissimo. La seconda missione l’ho vissuta nel pomeriggio di domenica allo Stadium Feyenoord (de kuip, la vasca) assistendo alla prima di campionato di calcio olandese 2019/2020 per il derby del “mio” Feyenoord contro lo Sparta Rotterdam con risultato finale 2 a 2 acciuffato in pieno recupero.
Nel mezzo dei due “pretesti” ho fatto una ripassata, ripercorrendo senza stress, quei luoghi e quelle attrazioni già visti nella mia prima scoperta di Rotterdam, introducendo un nuovo modo di ammirare gli stessi cambiando il verso della visione, come mi è capitato a Katendrecht, una lingua di terra circondata dal fiume che oggi si è riscoperta meta turistica e gastronomica all’avanguardia. E così camminando camminando (a fine viaggio saranno 45 i chilometri consumati dalle mie scarpe) ho goduto delle bellezze moderne, vero must, di Rotterdam. Sono transitato davanti alle originali case cubiche gialle rovesciate, regolarmente abitate e mi sono nuovamente addentrato nella vicina struttura del Markhtal il futuristico mercato alimentare al coperto, entrambe due vere follie architettoniche. Ho fatto deviazioni qua e là sul piccolo vecchio porto, ho ammirato lo skyline del ponte iconico sulla Mosa, L’Erasmusbrug, con la sua torre asimmetrica chiamata “il cigno” e mi sono emozionato sostando davanti al fascino del passato della vecchia chiesa di San Lorenzo, rimasta in piedi durante i bombardamenti. Sempre attuale e doveroso è il “calarsi” nel quartiere trendy (Witte de Whitstraat) che si affaccia su quello dei musei con tanta originalità e creatività. La strada ospita ristoranti, caffè, gallerie d'arte negozi e murales. Rotterdam è una città particolare che in questi anni ho conosciuto meglio; mi riserva però sempre piacevoli sorprese. Non posso non parlare delle mie soste culinarie sempre seguendo la linea diretta della “via della birra” degli ultimi viaggi fra Francia, Germania e Belgio. Birre locali che hanno felicemente accompagnato le deliziose pietanze scelte, senza dimenticare mai quel tocco asiatico che è nel DNA olandese. Rotterdam ha un inconfondibile profumo di gioventù, è una città sveglia, sempre in movimento, sprint e ricca di gioia di vivere. Basta soffermarsi agli angoli delle strade e vedere i festosi tavoli all’aperto. Ci si muove in tanti modi a Rotterdam partendo dai comodi ed efficienti mezzi di trasporti pubblici (treni, metropolitana, tram, taxi d’acqua) oppure noleggiando una bicicletta per correre sulle decine di km di piste ciclabili, o semplicemente, come ho fatto io, girarla a piedi : le stazioni di taxi sono una eccezionalità. Rotterdam impressiona per il forte impatto architettonico moderno e contemporaneo, per l’energia che si sprigiona dai suoi edifici, talvolta arditi, per il decoro urbano e per l’ampiezza dei suoi spazi. E’ incredibilmente all’avanguardia dal punto di vista culturale ed è una delle città più a misura d’uomo e moderne d’Europa. Qui si parla principalmente la lingua inglese per via delle 176 nazionalità che Rotterdam ospita. Rotterdam, ho letto nelle mie ricerche, “è riuscita a mettersi il passato alle spalle e a creare un suo nuovo orizzonte”. Spero di realizzare anche il mio e chissà che Rotterdam sia la spinta giusta per la sua capacità di sorprendermi sempre.
Post's song "The Way You Do the Things You Do" performed by UB40
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