"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

mardi, mai 31, 2016

Edoardos nye liv i København

La nuova vita di Edoardo a Copenhagen. Appena poco più di anno, sempre di maggio, e sono ancora a Copenhagen. Quante cose possono cambiare in un solo anno. Per mio nipote Edoardo il corso della vita è stato “stravolto” e si è ritrovato “travolto” da nuove belle sensazioni, dalla “sua” nuova casa nel piacevole colorato multiculturale quartiere di  Nørrebro, dal nuovo lavoro nel cuore della città nell’ostello Copenhagen Downtown Hostel e dal vivere al presente la tormentata, ma quanto mai appassionatamente forte, storia con Alexandra. Si passa dai sogni, alle speranze, alle preoccupazioni ma anche alle certezze.
Nelle ore che abbiamo trascorso insieme prima dell’arrivo di Betty e Vito (io avevo preso l’aereo di mattina presto) abbiamo allegramente conversato spaziando tra i settori della vita comune, intervallandoli dall’accendere sigarette danesi e bere un caffè, e arrivando raffrontandoci a considerazioni simili nonostante la differenza di età. Ci siamo ritrovati a esaminare tematiche comuni dove la psicoanalisi può aiutare sicuramente nelle risoluzioni delle stesse. Tanto è che alla fine ci si sente un po’ professionisti del settore anche se in questo caso sembravamo entrambi pazienti in sala d’attesa a confrontarsi sulle dinamiche della mente e del carattere prima della seduta dal terapeuta. Tante cose ci accomunano nel carattere e tante altre ancora saranno le azioni da intraprendere per far fronte positivamente alle prove che la vita ogni tanto ci presenta sotto la forma del biglietto del conto salato del tavolo, in alcuni casi, … vicino al nostro.
Tre giorni di vacanza a Copenhagen vogliono dire diventare un tutt’uno con la tua bicicletta, parlando al sellino, al manubrio e ai freni quasi fosse il tuo destriero personale. La vita quotidiana della capitale danese è imprescindibile dalle sue piste ciclabili (si arriva ovunque) e i negozi di noleggio vendita riparazione delle biciclette si contano a ogni blocco di strada. Ecco il perché molti cittadini usano raramente l’auto di famiglia o addirittura non ce l’hanno nemmeno. Probabilmente lo faremmo tutti. Da casa di Edoardo in venti minuti puoi scegliere tra l’andare in centro o l’andare al mare. Stessa distanza, pista interamente ciclabile, dislivelli quasi piatti. Che meraviglia. E non ti devi stressare nemmeno nel trovare un parcheggio, basta la tua catena con il lucchetto a combinazione e naturalmente una bicicletta con l’aria “usata”. Dopo l’arrivo di Betty e Vito nel pomeriggio tutti insieme in fila indiana pedalando piacevolmente ci siamo diretti verso il Toldboden Restaurant, patrocinato dal Ministero dell’Ambiente, in una location da piccolo porticciolo sul fiume nei pressi di Kastellet.

Un posto incantevole dove si può mangiare all’aperto (tempo permettendo) scegliendo dal menù eco-sostenibile un ottimo fish & chips o un salmone alla griglia godendo della vista aperta sul fiume (vedi The Opera House); alla fine ci si può rilassare su una sdraio gratuita (insieme a una piccola copertina in caso di leggero venticello) scegliendo tra la penicchella pomeridiana o il degustare un caffè catturando i raggi del sole diretti al viso. La stanchezza aveva preso il sopravvento di tutti e il risveglio sulle sdraio ha regalato un colorito fucsia per Vito e il sottoscritto. Di nuovo bici alla mano passando davanti ai soldati della Guardia Reale della piazzetta del palazzo di Amalienborg, dirigendoci verso le casette colorate del vecchio porto Nyhavn, punto centrale del turismo cittadino, a cercare di intravedere nei fondali la bicicletta con la quale Vito si inabissò nel dicembre scorso per colpa del connubio freni/ghiaccio. A seguire la sorpresa di Edoardo nel farci visitare l’ostello presso il quale lavora con tanto di ispezione random di alcune camere.
Il rientro a casa è all’ora del tramonto, non prima di aver comprato gli ultimi alimenti, per festeggiare la nuova dimora e la nuova vita di Edoardo, il nostro incontro, l’imminente anniversario di nozze di Betty e Vito (30 anni) e chi più ne ha più ne metta, con una bella spaghettata aglio olio e peperoncino preparata da Betty sorseggiando un ottimo Beaujolais d’annata. Non fanno a tempo a filtrare nel soggiorno di casa le luci del mattino che Edoardo fugge per recarsi al lavoro (aveva il turno dalle 7 alle 15). Betty Vito e io ci prendiamo un’oretta ancora di dormiveglia. Mentre Betty prepara il caffè per la colazione Vito e io ci dirigiamo verso il supermarket vicino a fare incetta di croissant, pane, burro salato, marmellata e latte. Serve energia a Copenhagen con tutte le piste ciclabili da percorrere. Decidiamo per un piccolo itinerario centrale prima di rincontrarci  con Edoardo nel pomeriggio : dopo aver lasciato le biciclette nell’attiguo spazio di fronte all’ostello andiamo a piedi verso la piazza del Municipio (Rathaus) per percorrere almeno la metà dello Strøget la lunga via che collega le due maggiori piazze della città, quella del Municipio e quella del Kongens Nytorv; qui si affacciano un'infinità di negozi, boutiques e grandi magazzini e dove facciamo una sosta di ispirazione nel campo del design nel bellissimo store reale di Illums Bolighus.
Quando riprendiamo a pedalare è quasi l’ora di pranzo e la scelta comune sarà quella di “spenderla” negli spazi all’aperto del Diamante Nero (biblioteca). La foto di rito dall’altra sponda del fiume è l’esatta immagine del momento. La fredda insalata del self service della biblioteca non ci soddisfa e riprendiamo una dose di sole sulle sdraio post pranzo. Manca poco all’appuntamento con Edoardo e il caffè lo andremo a bere nel bar del suo ostello. Ora siamo di nuovo tutti insieme. Vista la bella giornata l’idea splendida, dopo aver comprato una bottiglia di sidro al sambuco e due cassette di fragole, era quella di gustare il tutto noleggiando una piccola imbarcazione dalla Go.Boat. Non avevamo però fatto i conti proprio con la bella giornata e con l’afflusso di gente : bisognava prenotare.
Non ci perdiamo di animo e ci sdraiamo sull’erba del piccolo spazio verde adiacente. Stendiamo la coperta e fiato alle trombe per sidro (ottimo) e fragole (dolcissime). Altra foto di rito eloquente. Per la serata Edoardo aveva prenotato un tavolo per permetterci la visione su schermo tv gigante della finale di Champions League tra le due squadre di Madrid (Real e Athletico) che si giocava a … Milano. Abbiamo ancora un po’ di tempo davanti ed Edoardo ci porta a vedere e ad assaggiare alcuni piatti del Copenhagen Street Food uno spazio dedicato al cibo, aperto un paio di anni fa, per riunire le varie culture gastronomiche del mondo. Una mecca del gusto per tutte le tasche.
Bancarelle e chioschi che servono diverse tipologie di cibo da strada racchiuse sotto il complesso industriale in passato dedicato allo stoccaggio della carta situato proprio sul porto di Copenhagen. La nostra piccola sosta ci ha permesso di assaggiare dividendoceli piatti di patatine fritte due volte nel grasso d’anatra, di carne brasiliana e tacos messicani. L’affluenza di giovani in questo spazio, nella giornata di sabato, con il sole ancora alto è incredibile. Un luogo di ritrovo veramente suggestivo. La partita ci aspetta e noi aspettiamo al tavolo anche Lorenzo e Brian (amici di Edoardo). Che il match abbia inizio (noi decidiamo di tifare per l’Atletico Madrid), si stappa una bottiglia di vino rosé australiano e si sgranocchia qualche patatina Pringles. Delusione alla fine. Ha vinto un fortunato e avvantaggiato Real Madrid ai rigori. Il calcio è stato ingiusto : meritavano i colchoneros di Simeone, peccato. Io, Betty e Vito rientriamo a casa in notturna in bicicletta, Edoardo continuerà la nottata con gli amici. E’ domenica, ancora sole e ancora caldo. In venti minuti di bicicletta siamo al mare a Charlottenlund.
Ci attende la piccola spiaggia di Bellevue. Relax per tutti, chi all’ombra (il sottoscritto) e chi al sole (gli altri). Il tempo nonostante l’ozio scorre veloce e ci ritroviamo già con le gambe sotto il tavolo all’aperto del Ristorante Mash per un brunch luculliano con tanto di bicchieri di champagne. La parte restante del pomeriggio è ancora a predominanza relax, chi sdraiato sotto gli alberi al riparo dal sole (sempre io), chi sotto i raggi del sole (Betty) e chi impavidamente a immergersi nelle acque del mare (Edoardo e Vito). Nel tardo pomeriggio inforcando nuovamente i pedali dei nostri “cavalli” cittadini rientriamo alla base di Norrebro. La piccola sosta a casa è stata imperniata sulla scelta per cosa mangiare all’ora della cena.
Votazione unanime per la pizza e andiamo a gustarcela nel quartiere sui tavoli comuni all’aperto da Stefanos guardando in alto il cielo grigio e pregando affinché la pioggerellina non guastasse la bellezza della serata. Siamo stati ancora una volta fortunati e l’istantanea con l’autoscatto ne è la riprova. Ultime ore a Copenhagen, ultime ore insieme a Edoardo. Ancora in bicicletta nel piacevole quartiere con tanto di scorribanda nei vialetti del cimitero dove riposano le spoglie di grande Hans Christian Andersen, poeta e scrittore danese famose per le sue fiabe. Pranzo finale al Cafè 22 sui tavolini all’aperto in riva al laghetto del quartiere di Norrebrò vicino casa. Hamburger di classe e patatine fritte impeccabili nella preparazione e nel gusto.
Perfetta conclusione a un lungo weekend che ha suggellato felicemente il nuovo corso di vita di Edoardo. Lunga vita al nipote e lunga vita anche a noi che potremo sempre andare a salutarlo in questa meravigliosa città del Nord Europa.Sarà un caso che il mio appartamento è arredato in stile danese e che dal 1991 custodisce gelosamente il Beosystem 2500 della Bang & Olufsen ? Direi proprio si no. La bellezza e la classe del design di questi posti è di altissima ispirazione e anche lo stile di vita è sulla stessa lunghezza d’onda. Mi immagino con il mio MacBook, seduto a un tavolino di una caffetteria con vista lago a scrivere di viaggi e di sentimenti, trascorrere parte della mia giornata. Prendere poi la mia bicicletta percorrendo senza fretta la pista ciclabile, sorridendo alla vita e alla gioia del momento. Non vedo l’ora di fotografarne l’evento.
 

Post's song : "This is how it feels" performed by Richard Ashcroft
5/16

mercredi, mai 11, 2016

Magical polish springtime in Poznań and Toruń

Aperta la stagione di "caccia" alla ricerca dei posti nuovi da inserire nel mio palmares dei viaggi. Il ricordo dell'ultima "frizzante" fuga di meno di due settimane fa mi alita ancora gioiosamente sul collo, ma io non ho intenzione di fermarmi. Dall’oblò dell'hotel galleggiante di Rotterdam a quello dell'aereo della Wizzair che mi porterà a Poznań in Polonia, il passo è veloce, quasi un teletrasporto. I colori fuori dal finestrino sono fantastici, un vero e proprio arcobaleno del cielo. Lo leggo come un buon auspicio per esprimere un desiderio. Questo nuovo viaggio mi permetterà di fare un bilancio di questi ultimi 15 anni e perché no ... anche della mia vita. Il momento è quello giusto, tempismo perfetto.
La casa, grazie all'aiuto di Lucio detto il Migliore, è a buon punto e può stare da sola per qualche giorno. E quindi mi regalo tre giorni tre, tutti per me e per il mio entusiasmo per la vita. Io non sono un turista, sono un viaggiatore, oltre che sognatore. Proprio nel giorno che ha preceduto al mia partenza leggevo che cadeva il 160° anno della nascita di Sigmund Freud padre della psicoanalisi. Così mi siedo fantasticando sul suo divano. Ricordo che durante il viaggio di coppia Vienna di cinque anni fa ci eravamo imbattuti nell'androne del suo museo dove sul muro compariva una frase sul rinnovamento della vita. Quanti posti nuovi ho visitato negli ultimi tredici anni, quanti incontri nuovi tra cui le splendide muse per ispirarmi. Scorro velocemente sulla parte sinistra del mio blog e mi accorgo che in effetti la lista è lunghissima e i ricordi indimendicabili.
Ogni viaggio mi ha regalato emozioni uniche. Quando si arriva in un posto nuovo, anche per pochi giorni, ci si deve abituare agli spazi, agli angoli, ai panorami. Si deve segnare il territorio, si diventa quasi gelosi delle scoperte. Rileggendo i post mi ritrovo a vivere quei momenti. Assoluta gioia. Poznań era una delle mete che mi ero prefissato alla fine dello scorso anno nel programmare i nuovi posti da visitare. La Polonia è sempre una sorpresa per me. Poznań e Toruń si riveleranno dei piccoli gioielli in questa magica primavera polacca. Arrivo in tarda serata, la corsa in taxi verso l'hotel prescelto e relax immediato. Non voglio vedere subito il vecchio centro storico da classica cartolina con le luci della sera, voglio godermi tutti i colori del giorno che verrà. E sarà così. Armato della mia Lumix al suo ultimo (credo) viaggio e dell'indispensabile compagno di avventure Treppiede mi incammino per i trecento metri che dividono il modernissimo Puro Hotel (la mia base di design negli ultimi due viaggi in Polonia) dalla meraviglia colorata della vecchia piazza del mercato (Rynek).
Mi posiziono proprio al centro e lentamente ruoto di 360 gradi intorno a un autentico incanto. Qualcuno direbbe adorabile ma in genere lo riferisce a me. Dettagli. Nessun programma in particolare, nessuna guida, solo la mappa della città "rubata" gratis in hotel. Ultimamente metto giù qualche piccola bozza presa qua e là in Internet che poi viene quasi sempre stravolta dalle sensazioni di pelle che vivo, che respiro, dalle sorprese che mi attendono. Apro la valigia, tiro fuori il sole e mi lancio sull’onda dell’entusiasmo alla scoperta dei colori, dei suoni, degli abitanti di questa città polacca. Lo Stare Miasto è davvero ammaliante. Le casette colorate dei commercianti di un tempo, sotto l'ala protettiva del maestoso municipio, sono come modelle sotto i riflettori in passerella.
Inizio a camminare svoltando a ogni lato della quadrata piazza imbattendomi in meraviglie architettoniche dei palazzi tutte in perfetta armonia. Scattare continue fotografie diventa quasi un'ossessione e rivederle a fine giornata sarà come sfogliare la pagina di un diario segreto. E' davvero piacevole passeggiare per Poznań e a fine giornata saranno oltre venti i chilometri percorsi. I miei passi mi hanno portato a mezzogiorno al Concordia Taste, un ristorante con una brigata di giovani che hanno il dono del perfetto connubio fra gusto e design. Ottimi piatti preparati in maniera perfetta per l'occhio e per il palato rivisitando la tradizione culinaria polacca. (stuzzicante carpaccio di cervo e superbo confit d’anatra abbinati a un vino spagnolo). Nel dopo pranzo vedute di splendidi scorci dipinto della città che vanno dal bianco del Teatro Grande al rosa del Castello Reale e al giallo ocra del Castello Imperiale.
La sosta al Museo Nazionale si rivelerà sorprendente per la quantità di opere pittoriche polacche (su tutti la grande collezione di Jacek Malczewski) e di quelle del resto d'Europa dei secoli appena passati sui quali emerge in una sala personale il quadro "La plage de Pourville" del mio amato Monet. La tela è famosa per essere stata rubata nel 2000 e recuperata nel 2010, ma anche quella esposta è una copia visto che l'originale è a casa mia nel Museo Bottalico (MB). Nel primo giorno di visita riesco anche a passare in rassegna la statua del vecchio Marych in piedi con la sua bicicletta (toccare le ruote porta fortuna), quella dell'acquaiola Bamberka, il palazzo costruito negli anni venti Rotonda (Okrąglak) simbolo del modernismo e soprattutto sono puntuale alle ore 12 davanti dal Ratus (Municipio) per assistere allo "spettacolo" offerto da un grande carillon posto sopra il grosso orologio dove, all'apertura dei battenti, due caprette bianche per dodici volte mimano di incornarsi).
Spunto la lista delle attrazioni da non perdere di Poznań ed essendo già a buon punto decido l'indomani di prendere un Intercity regionale per traghettarmi a Toruń a centocinquanta km di distanza. Ero incuriosito dalla frase inserita in un sito di riferimento ai viaggi dove si cita “tra le attrazioni polacche almeno una volta nella vita dovete vedere le Miniere di Sale di Wieliczka, il castello di Malbork e il centro storico di Toruń”. Visto che le prime due le avevo viste nei miei precedenti viaggi polacchi (Cracovia e Danzica) perché non fare l’en-plein ? Ed eccomi dentro la fiaba di questa cittadina famosa per aver dato i natali a Niccolò Copernico. Grandioso spettacolo d'insieme nel centro storico medioevale dove il colore rosso mattone delle grandi chiese e dei palazzi municipali è davvero spropositato e dove curiose statue di animali ricordano leggende cittadine insieme ovviamente a quella del famoso astronomo Copernico.
Città che vanta anche una superba università naturalmente intitolata al loro più celebre cittadino. La pausa pranzo la "riempio" mangiando pierogi (ravioli polacchi) ripieni di spinaci, formaggio e cipolle) per poi smaltirla con una passeggiata sul lungofiume (la Vistola). Il rientro a Poznań nel tardo pomeriggio mi permetterà di trovare un buon tavolo nella piazza vecchia nel ristorante Ratuszova, istituzione locale. Arredo romantico e di classe con una buona cucina (tartare di manzo, anatra arrosto e mousse al cioccolato). Ottima la mia scelta sul bicchiere di rosso francese Châteauneuf-du-Pape AOC (St.Cosme vintage). A fine cena con i colori del tramonto rientro in hotel giusto in tempo per gustarmi un buon macchiato in tazza grande (il caffè negli hotel Puro è sempre gratuito a qualsiasi ora), per indossare il mio leggero giubbotto di renna e poi di nuovo a rituffarmi nella magia dell'Old Town questa volta con le luci della sera.
Ho ancora quasi tutto un giorno per completare la mia visita a Poznań. Mi alzo in orario di poliambulatorio, mi rigenero sotto il grande soffione della tecnologica doccia, mi dò una pettinata alla chioma sempre più brizzolata e mi regalo una abbondante prima colazione pronta per essere bruciata dall'energia della lunga camminata in programmazione. Salto il fiume Warta e mi ritrovo prima nel quartiere isola della Cattedrale (Ostrów Tumski) dove sono sepolti i primi monachi polacchi, poi in quello dei grande murale colorato che copre l’intera facciata di una casa di Srodka fino ad arrivare ai margini del lago artificiale Malta che sorge su antichi possedimenti dei Cavalieri (di Malta appunto).
Di ritorno faccio una dovuta sosta nel parco Cittadella per ammirare una moderna originale scultura di Magdalena Abakanowicz raffigurante una schiera di uomini in bronzo senza testa e senza braccia. E’ tempo di assaggiare una specialità di Poznań il tradizionale cornetto di San Martino (croissant ripieno di semi di papavero bianco, vaniglia, datteri schiacciati e fichi secchi, zucchero, crema, uvetta, burro e buccia d’arancia). Vado ad acquistarlo nel museo dedicato me lo faccio mettere in un sacchetto per poi scartarlo dopo averlo fotografato per assaggiarlo in beata solitudine su una panchina in piazza del mercato. Buon sapore nonostante la consistenza stile mattone. Ne ho mangiato un quarto; i croissants delle due pasticcerie vicino casa mia sono di un'altra categoria in fatto di leggerezza. Ho ancora tempo per andare in un altro delizioso piccolo parco che ospita all'interno una gloriosa imponente birreria, ora diventata un centro commerciale con negozi di grandi marche.
L'occasione è buona per dare un'occhiata a quello della Samsung, curioso per l'arrivo del mio nuovo 48" curvo e in quello della Apple dove acquisto la tastiera del mio iMac rottasi durante i lavori i casa. Intanto nel parco dove molto giovani studiano e prendono il sole su sdraio dai disegni artistici mi giunge il messaggio di Lucio il Migliore che da tempo mi monitorizza sull'applicazione “Trova Amici” dell’IPhone e mi chiede cosa sarà mai lo Stary Browar. Dico io ... ma e' l'antica birreria, facile no ? Proprio come la scritta Mediolan/Bergan nei monitors dell'aeroporto per farmi capire che e' arrivata l'ora del rientro (Orio al Serio). Dalle suggestive cartoline in bianco e nero di Danzica (ultimo viaggio in una località nuova dello scorso anno) a quelle altrettanto coinvolgenti a colori di Poznań e Toruń (primi nuovi luoghi di quest’anno) il passo è breve. Per fortuna le mie istantanee e i miei scritti d’autore possono animarle. Devo lavorare ancora suoi profumi e sui gusti che per il momento, buon per me, rimangono personali. La Polonia ancora una volta mi ha felicemente sorpreso.

Post's song : "Message of love" performed by The Pretenders


4/16