La nuova vita di Edoardo a Copenhagen. Appena poco più di anno, sempre di maggio, e sono ancora a Copenhagen. Quante cose possono cambiare in un solo anno. Per mio nipote Edoardo il corso della vita è stato “stravolto” e si è ritrovato “travolto” da nuove belle sensazioni, dalla “sua” nuova casa nel piacevole colorato multiculturale quartiere di Nørrebro, dal nuovo lavoro nel cuore della città nell’ostello Copenhagen Downtown Hostel e dal vivere al presente la tormentata, ma quanto mai appassionatamente forte, storia con Alexandra. Si passa dai sogni, alle speranze, alle preoccupazioni ma anche alle certezze.
Nelle ore che abbiamo trascorso insieme prima dell’arrivo di Betty e Vito (io avevo preso l’aereo di mattina presto) abbiamo allegramente conversato spaziando tra i settori della vita comune, intervallandoli dall’accendere sigarette danesi e bere un caffè, e arrivando raffrontandoci a considerazioni simili nonostante la differenza di età. Ci siamo ritrovati a esaminare tematiche comuni dove la psicoanalisi può aiutare sicuramente nelle risoluzioni delle stesse. Tanto è che alla fine ci si sente un po’ professionisti del settore anche se in questo caso sembravamo entrambi pazienti in sala d’attesa a confrontarsi sulle dinamiche della mente e del carattere prima della seduta dal terapeuta. Tante cose ci accomunano nel carattere e tante altre ancora saranno le azioni da intraprendere per far fronte positivamente alle prove che la vita ogni tanto ci presenta sotto la forma del biglietto del conto salato del tavolo, in alcuni casi, … vicino al nostro.
Tre giorni di vacanza a Copenhagen vogliono dire diventare un tutt’uno con la tua bicicletta, parlando al sellino, al manubrio e ai freni quasi fosse il tuo destriero personale. La vita quotidiana della capitale danese è imprescindibile dalle sue piste ciclabili (si arriva ovunque) e i negozi di noleggio vendita riparazione delle biciclette si contano a ogni blocco di strada. Ecco il perché molti cittadini usano raramente l’auto di famiglia o addirittura non ce l’hanno nemmeno. Probabilmente lo faremmo tutti. Da casa di Edoardo in venti minuti puoi scegliere tra l’andare in centro o l’andare al mare. Stessa distanza, pista interamente ciclabile, dislivelli quasi piatti. Che meraviglia. E non ti devi stressare nemmeno nel trovare un parcheggio, basta la tua catena con il lucchetto a combinazione e naturalmente una bicicletta con l’aria “usata”. Dopo l’arrivo di Betty e Vito nel pomeriggio tutti insieme in fila indiana pedalando piacevolmente ci siamo diretti verso il Toldboden Restaurant, patrocinato dal Ministero dell’Ambiente, in una location da piccolo porticciolo sul fiume nei pressi di Kastellet.
Un posto incantevole dove si può mangiare all’aperto (tempo permettendo) scegliendo dal menù eco-sostenibile un ottimo fish & chips o un salmone alla griglia godendo della vista aperta sul fiume (vedi The Opera House); alla fine ci si può rilassare su una sdraio gratuita (insieme a una piccola copertina in caso di leggero venticello) scegliendo tra la penicchella pomeridiana o il degustare un caffè catturando i raggi del sole diretti al viso. La stanchezza aveva preso il sopravvento di tutti e il risveglio sulle sdraio ha regalato un colorito fucsia per Vito e il sottoscritto. Di nuovo bici alla mano passando davanti ai soldati della Guardia Reale della piazzetta del palazzo di Amalienborg, dirigendoci verso le casette colorate del vecchio porto Nyhavn, punto centrale del turismo cittadino, a cercare di intravedere nei fondali la bicicletta con la quale Vito si inabissò nel dicembre scorso per colpa del connubio freni/ghiaccio. A seguire la sorpresa di Edoardo nel farci visitare l’ostello presso il quale lavora con tanto di ispezione random di alcune camere.
Il rientro a casa è all’ora del tramonto, non prima di aver comprato gli ultimi alimenti, per festeggiare la nuova dimora e la nuova vita di Edoardo, il nostro incontro, l’imminente anniversario di nozze di Betty e Vito (30 anni) e chi più ne ha più ne metta, con una bella spaghettata aglio olio e peperoncino preparata da Betty sorseggiando un ottimo Beaujolais d’annata. Non fanno a tempo a filtrare nel soggiorno di casa le luci del mattino che Edoardo fugge per recarsi al lavoro (aveva il turno dalle 7 alle 15). Betty Vito e io ci prendiamo un’oretta ancora di dormiveglia. Mentre Betty prepara il caffè per la colazione Vito e io ci dirigiamo verso il supermarket vicino a fare incetta di croissant, pane, burro salato, marmellata e latte. Serve energia a Copenhagen con tutte le piste ciclabili da percorrere. Decidiamo per un piccolo itinerario centrale prima di rincontrarci con Edoardo nel pomeriggio : dopo aver lasciato le biciclette nell’attiguo spazio di fronte all’ostello andiamo a piedi verso la piazza del Municipio (Rathaus) per percorrere almeno la metà dello Strøget la lunga via che collega le due maggiori piazze della città, quella del Municipio e quella del Kongens Nytorv; qui si affacciano un'infinità di negozi, boutiques e grandi magazzini e dove facciamo una sosta di ispirazione nel campo del design nel bellissimo store reale di Illums Bolighus.
Quando riprendiamo a pedalare è quasi l’ora di pranzo e la scelta comune sarà quella di “spenderla” negli spazi all’aperto del Diamante Nero (biblioteca). La foto di rito dall’altra sponda del fiume è l’esatta immagine del momento. La fredda insalata del self service della biblioteca non ci soddisfa e riprendiamo una dose di sole sulle sdraio post pranzo. Manca poco all’appuntamento con Edoardo e il caffè lo andremo a bere nel bar del suo ostello. Ora siamo di nuovo tutti insieme. Vista la bella giornata l’idea splendida, dopo aver comprato una bottiglia di sidro al sambuco e due cassette di fragole, era quella di gustare il tutto noleggiando una piccola imbarcazione dalla Go.Boat. Non avevamo però fatto i conti proprio con la bella giornata e con l’afflusso di gente : bisognava prenotare.
Non ci perdiamo di animo e ci sdraiamo sull’erba del piccolo spazio verde adiacente. Stendiamo la coperta e fiato alle trombe per sidro (ottimo) e fragole (dolcissime). Altra foto di rito eloquente. Per la serata Edoardo aveva prenotato un tavolo per permetterci la visione su schermo tv gigante della finale di Champions League tra le due squadre di Madrid (Real e Athletico) che si giocava a … Milano. Abbiamo ancora un po’ di tempo davanti ed Edoardo ci porta a vedere e ad assaggiare alcuni piatti del Copenhagen Street Food uno spazio dedicato al cibo, aperto un paio di anni fa, per riunire le varie culture gastronomiche del mondo. Una mecca del gusto per tutte le tasche.
Bancarelle e chioschi che servono diverse tipologie di cibo da strada racchiuse sotto il complesso industriale in passato dedicato allo stoccaggio della carta situato proprio sul porto di Copenhagen. La nostra piccola sosta ci ha permesso di assaggiare dividendoceli piatti di patatine fritte due volte nel grasso d’anatra, di carne brasiliana e tacos messicani. L’affluenza di giovani in questo spazio, nella giornata di sabato, con il sole ancora alto è incredibile. Un luogo di ritrovo veramente suggestivo. La partita ci aspetta e noi aspettiamo al tavolo anche Lorenzo e Brian (amici di Edoardo). Che il match abbia inizio (noi decidiamo di tifare per l’Atletico Madrid), si stappa una bottiglia di vino rosé australiano e si sgranocchia qualche patatina Pringles. Delusione alla fine. Ha vinto un fortunato e avvantaggiato Real Madrid ai rigori. Il calcio è stato ingiusto : meritavano i colchoneros di Simeone, peccato. Io, Betty e Vito rientriamo a casa in notturna in bicicletta, Edoardo continuerà la nottata con gli amici. E’ domenica, ancora sole e ancora caldo. In venti minuti di bicicletta siamo al mare a Charlottenlund.
Ci attende la piccola spiaggia di Bellevue. Relax per tutti, chi all’ombra (il sottoscritto) e chi al sole (gli altri). Il tempo nonostante l’ozio scorre veloce e ci ritroviamo già con le gambe sotto il tavolo all’aperto del Ristorante Mash per un brunch luculliano con tanto di bicchieri di champagne. La parte restante del pomeriggio è ancora a predominanza relax, chi sdraiato sotto gli alberi al riparo dal sole (sempre io), chi sotto i raggi del sole (Betty) e chi impavidamente a immergersi nelle acque del mare (Edoardo e Vito). Nel tardo pomeriggio inforcando nuovamente i pedali dei nostri “cavalli” cittadini rientriamo alla base di Norrebro. La piccola sosta a casa è stata imperniata sulla scelta per cosa mangiare all’ora della cena. Votazione unanime per la pizza e andiamo a gustarcela nel quartiere sui tavoli comuni all’aperto da Stefanos guardando in alto il cielo grigio e pregando affinché la pioggerellina non guastasse la bellezza della serata. Siamo stati ancora una volta fortunati e l’istantanea con l’autoscatto ne è la riprova. Ultime ore a Copenhagen, ultime ore insieme a Edoardo. Ancora in bicicletta nel piacevole quartiere con tanto di scorribanda nei vialetti del cimitero dove riposano le spoglie di grande Hans Christian Andersen, poeta e scrittore danese famose per le sue fiabe. Pranzo finale al Cafè 22 sui tavolini all’aperto in riva al laghetto del quartiere di Norrebrò vicino casa. Hamburger di classe e patatine fritte impeccabili nella preparazione e nel gusto. Perfetta conclusione a un lungo weekend che ha suggellato felicemente il nuovo corso di vita di Edoardo. Lunga vita al nipote e lunga vita anche a noi che potremo sempre andare a salutarlo in questa meravigliosa città del Nord Europa.Sarà un caso che il mio appartamento è arredato in stile danese e che dal 1991 custodisce gelosamente il Beosystem 2500 della Bang & Olufsen ? Direi proprio si no. La bellezza e la classe del design di questi posti è di altissima ispirazione e anche lo stile di vita è sulla stessa lunghezza d’onda. Mi immagino con il mio MacBook, seduto a un tavolino di una caffetteria con vista lago a scrivere di viaggi e di sentimenti, trascorrere parte della mia giornata. Prendere poi la mia bicicletta percorrendo senza fretta la pista ciclabile, sorridendo alla vita e alla gioia del momento. Non vedo l’ora di fotografarne l’evento.
Nelle ore che abbiamo trascorso insieme prima dell’arrivo di Betty e Vito (io avevo preso l’aereo di mattina presto) abbiamo allegramente conversato spaziando tra i settori della vita comune, intervallandoli dall’accendere sigarette danesi e bere un caffè, e arrivando raffrontandoci a considerazioni simili nonostante la differenza di età. Ci siamo ritrovati a esaminare tematiche comuni dove la psicoanalisi può aiutare sicuramente nelle risoluzioni delle stesse. Tanto è che alla fine ci si sente un po’ professionisti del settore anche se in questo caso sembravamo entrambi pazienti in sala d’attesa a confrontarsi sulle dinamiche della mente e del carattere prima della seduta dal terapeuta. Tante cose ci accomunano nel carattere e tante altre ancora saranno le azioni da intraprendere per far fronte positivamente alle prove che la vita ogni tanto ci presenta sotto la forma del biglietto del conto salato del tavolo, in alcuni casi, … vicino al nostro.
Un posto incantevole dove si può mangiare all’aperto (tempo permettendo) scegliendo dal menù eco-sostenibile un ottimo fish & chips o un salmone alla griglia godendo della vista aperta sul fiume (vedi The Opera House); alla fine ci si può rilassare su una sdraio gratuita (insieme a una piccola copertina in caso di leggero venticello) scegliendo tra la penicchella pomeridiana o il degustare un caffè catturando i raggi del sole diretti al viso. La stanchezza aveva preso il sopravvento di tutti e il risveglio sulle sdraio ha regalato un colorito fucsia per Vito e il sottoscritto. Di nuovo bici alla mano passando davanti ai soldati della Guardia Reale della piazzetta del palazzo di Amalienborg, dirigendoci verso le casette colorate del vecchio porto Nyhavn, punto centrale del turismo cittadino, a cercare di intravedere nei fondali la bicicletta con la quale Vito si inabissò nel dicembre scorso per colpa del connubio freni/ghiaccio. A seguire la sorpresa di Edoardo nel farci visitare l’ostello presso il quale lavora con tanto di ispezione random di alcune camere.
Il rientro a casa è all’ora del tramonto, non prima di aver comprato gli ultimi alimenti, per festeggiare la nuova dimora e la nuova vita di Edoardo, il nostro incontro, l’imminente anniversario di nozze di Betty e Vito (30 anni) e chi più ne ha più ne metta, con una bella spaghettata aglio olio e peperoncino preparata da Betty sorseggiando un ottimo Beaujolais d’annata. Non fanno a tempo a filtrare nel soggiorno di casa le luci del mattino che Edoardo fugge per recarsi al lavoro (aveva il turno dalle 7 alle 15). Betty Vito e io ci prendiamo un’oretta ancora di dormiveglia. Mentre Betty prepara il caffè per la colazione Vito e io ci dirigiamo verso il supermarket vicino a fare incetta di croissant, pane, burro salato, marmellata e latte. Serve energia a Copenhagen con tutte le piste ciclabili da percorrere. Decidiamo per un piccolo itinerario centrale prima di rincontrarci con Edoardo nel pomeriggio : dopo aver lasciato le biciclette nell’attiguo spazio di fronte all’ostello andiamo a piedi verso la piazza del Municipio (Rathaus) per percorrere almeno la metà dello Strøget la lunga via che collega le due maggiori piazze della città, quella del Municipio e quella del Kongens Nytorv; qui si affacciano un'infinità di negozi, boutiques e grandi magazzini e dove facciamo una sosta di ispirazione nel campo del design nel bellissimo store reale di Illums Bolighus.
Quando riprendiamo a pedalare è quasi l’ora di pranzo e la scelta comune sarà quella di “spenderla” negli spazi all’aperto del Diamante Nero (biblioteca). La foto di rito dall’altra sponda del fiume è l’esatta immagine del momento. La fredda insalata del self service della biblioteca non ci soddisfa e riprendiamo una dose di sole sulle sdraio post pranzo. Manca poco all’appuntamento con Edoardo e il caffè lo andremo a bere nel bar del suo ostello. Ora siamo di nuovo tutti insieme. Vista la bella giornata l’idea splendida, dopo aver comprato una bottiglia di sidro al sambuco e due cassette di fragole, era quella di gustare il tutto noleggiando una piccola imbarcazione dalla Go.Boat. Non avevamo però fatto i conti proprio con la bella giornata e con l’afflusso di gente : bisognava prenotare.
Non ci perdiamo di animo e ci sdraiamo sull’erba del piccolo spazio verde adiacente. Stendiamo la coperta e fiato alle trombe per sidro (ottimo) e fragole (dolcissime). Altra foto di rito eloquente. Per la serata Edoardo aveva prenotato un tavolo per permetterci la visione su schermo tv gigante della finale di Champions League tra le due squadre di Madrid (Real e Athletico) che si giocava a … Milano. Abbiamo ancora un po’ di tempo davanti ed Edoardo ci porta a vedere e ad assaggiare alcuni piatti del Copenhagen Street Food uno spazio dedicato al cibo, aperto un paio di anni fa, per riunire le varie culture gastronomiche del mondo. Una mecca del gusto per tutte le tasche.
Bancarelle e chioschi che servono diverse tipologie di cibo da strada racchiuse sotto il complesso industriale in passato dedicato allo stoccaggio della carta situato proprio sul porto di Copenhagen. La nostra piccola sosta ci ha permesso di assaggiare dividendoceli piatti di patatine fritte due volte nel grasso d’anatra, di carne brasiliana e tacos messicani. L’affluenza di giovani in questo spazio, nella giornata di sabato, con il sole ancora alto è incredibile. Un luogo di ritrovo veramente suggestivo. La partita ci aspetta e noi aspettiamo al tavolo anche Lorenzo e Brian (amici di Edoardo). Che il match abbia inizio (noi decidiamo di tifare per l’Atletico Madrid), si stappa una bottiglia di vino rosé australiano e si sgranocchia qualche patatina Pringles. Delusione alla fine. Ha vinto un fortunato e avvantaggiato Real Madrid ai rigori. Il calcio è stato ingiusto : meritavano i colchoneros di Simeone, peccato. Io, Betty e Vito rientriamo a casa in notturna in bicicletta, Edoardo continuerà la nottata con gli amici. E’ domenica, ancora sole e ancora caldo. In venti minuti di bicicletta siamo al mare a Charlottenlund.
Ci attende la piccola spiaggia di Bellevue. Relax per tutti, chi all’ombra (il sottoscritto) e chi al sole (gli altri). Il tempo nonostante l’ozio scorre veloce e ci ritroviamo già con le gambe sotto il tavolo all’aperto del Ristorante Mash per un brunch luculliano con tanto di bicchieri di champagne. La parte restante del pomeriggio è ancora a predominanza relax, chi sdraiato sotto gli alberi al riparo dal sole (sempre io), chi sotto i raggi del sole (Betty) e chi impavidamente a immergersi nelle acque del mare (Edoardo e Vito). Nel tardo pomeriggio inforcando nuovamente i pedali dei nostri “cavalli” cittadini rientriamo alla base di Norrebro. La piccola sosta a casa è stata imperniata sulla scelta per cosa mangiare all’ora della cena. Votazione unanime per la pizza e andiamo a gustarcela nel quartiere sui tavoli comuni all’aperto da Stefanos guardando in alto il cielo grigio e pregando affinché la pioggerellina non guastasse la bellezza della serata. Siamo stati ancora una volta fortunati e l’istantanea con l’autoscatto ne è la riprova. Ultime ore a Copenhagen, ultime ore insieme a Edoardo. Ancora in bicicletta nel piacevole quartiere con tanto di scorribanda nei vialetti del cimitero dove riposano le spoglie di grande Hans Christian Andersen, poeta e scrittore danese famose per le sue fiabe. Pranzo finale al Cafè 22 sui tavolini all’aperto in riva al laghetto del quartiere di Norrebrò vicino casa. Hamburger di classe e patatine fritte impeccabili nella preparazione e nel gusto. Perfetta conclusione a un lungo weekend che ha suggellato felicemente il nuovo corso di vita di Edoardo. Lunga vita al nipote e lunga vita anche a noi che potremo sempre andare a salutarlo in questa meravigliosa città del Nord Europa.Sarà un caso che il mio appartamento è arredato in stile danese e che dal 1991 custodisce gelosamente il Beosystem 2500 della Bang & Olufsen ? Direi proprio si no. La bellezza e la classe del design di questi posti è di altissima ispirazione e anche lo stile di vita è sulla stessa lunghezza d’onda. Mi immagino con il mio MacBook, seduto a un tavolino di una caffetteria con vista lago a scrivere di viaggi e di sentimenti, trascorrere parte della mia giornata. Prendere poi la mia bicicletta percorrendo senza fretta la pista ciclabile, sorridendo alla vita e alla gioia del momento. Non vedo l’ora di fotografarne l’evento.