"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

mardi, janvier 25, 2011

La redécouverte de la rive droite parisienne

Tutti pazzi per Monet a Parigi, io compreso.
L’avvenimento che mi ha fatto ritornare a Parigi (la mia Parigi) nel primo mese dell’anno è stata la mostra evento mondiale, al Grand Palais, dedicata proprio al mio pittore preferito, Monet.
Questa mostra era davvero un’occasione unica per vedere insieme moltissimi capolavori del grande maestro dell’impressionismo che, dopo due secoli, continua ancora a stupire.
Il pubblico non si stanca mai di guardare le tele di Claude Monet, forse perché nei suoi tratti di colore c’è qualcosa di conosciuto, quasi familiare: che sia la vita ?
Il Grand Palais in via eccezionale è stato aperto senza interruzioni, 24 ore su 24, da venerdì a lunedì sera, negli ultimi quattro giorni della retrospettiva dedicata a Monet. L’esposizione presentava al pubblico oltre 200 tele delle quali più di una cinquantina provenienti da vari musei sparsi in tutto il mondo (*). Io ero riuscito su Internet ad accaparrarmi in tempo un biglietto per le ore 22 di domenica 23 gennaio 2011, penultimo giorno della mostra. All’entrata mi sono armato dell’audio-guida della mostra per seguire al meglio questo viaggio nel mondo di Monet.
Già … il viaggio. Il filo conduttore di questa esposizione era proprio il viaggio: i viaggi che il pittore ha compiuto durante la sua vita, alla ricerca dei soggetti da dipingere e il viaggio immaginario che ognuno di noi, suoi ammiratori, può fare guardando le sue tele catapultandoci nella natura, negli angoli delle città, durante tutto l’arco della giornata, dall’alba al tramonto.
Per me è stato un ennesimo meraviglioso pretesto per ritornare nella capitale francese.
E quindi eccomi ancora una volta … alla volta di Parigi. Dal 2002 ci vado ininterrottamente ogni anno, talvolta in più occasioni. E ogni volta la trovo così straordinariamente bella, così incredibilmente mia. La sogno, ci fantastico sopra, la vivo. In questa circostanza ho riscoperto e rivalutato anche la riva destra, io estimatore assoluto di quella sinistra.
Sto scrivendo della Senna che divide in due Parigi e delle sue due rive.
La “rive droite” è elegante, lussuosa, mondana, affascinante, ricca … anche di portici.
Tutti quelli che dal Louvre, inseguendo Rue de Rivoli, arrivano fino all’angolo di Place de la Concorde. Quelli che all’interno del Palais Royal circondano i giardini. Quelle delle eleganti gallerie commerciali che si aprono nelle grandi rues. Li ho percorsi tutti, con le mani in tasca, senza fretta. Ogni tanto cercavo con la mia macchina fotografica digitale di catturarne le sfumature, le diverse forme.
Cammino sempre tanto a Parigi ed è questo il segreto di come viverla. La mia fortuna è che la conosco bene e quindi ormai me la godo senza stress da turista, anche se in questi giorni per via dei saldi straordinari (quasi tutto al 50% di sconto) avrei voluto avere più tempo a disposizione.
Non mi sono fatto mancare nulla sia ben chiaro. Domenica prima di sottopormi al rito di Monet, mi sono “sciroppato” tutti gli Champs Elysèes in un verso e nell’altro. E tutto mi sembrava così normale, così familiare. Nel breve soggiorno ho fatto anche due soste memorabili in prossimità del Palais Royal, cercando di ricalcare le scene di due film. Nel primo, il recente The Tourist, mi sono seduto ai tavolini del Café Nemours in Place Colette come ha fatto Angiolina Jolie nelle scene iniziali della pellicola. Nel secondo, più affascinante e d’atmosfera, ho pranzato (ottimo “croustillant au chevre chaud” e perfetta “tartare de boeuf“) alla storica Brasserie “Le Grand Colbert” dove si incontrano nel finale del film “Tutto può succedere” Diane Keaton e Jack Nicholson. Non mi sono perso nemmeno le capatine da “Maille” per i nuovi accostamenti culinari a base di senape, da “Fauchon” per le incredibili invenzioni dolciarie, da “Lacoste” e “Adidas” per i saldi di abbigliamento. E naturalmente la mia crepe alla Nutella, qui a Parigi davvero speciale.
Nella mia passeggiata sotto i portici di domenica ho ammirato (e immortalato) anche l’elegante bellezza di Carole Bouquet … Ormai mi manca all’appello solo Gerard Depardieu. Dovrò a questo punto andare a conoscerlo personalmente con Betty e Vito nel suo Castello di Tigné nella Loira.
In questo viaggio ho fatto uso e abuso del nuovo iPod Touch regalatomi a Natale da mio fratello Roberto. Insostituibile o meglio ancora sostituibile solo dall’iPhone4. Arriverà il momento.
(*) ho sperato ci fosse alla mostra il quadro di Monet “San Giorgio Maggiore al tramonto”, variante di quello visto e recensito nel 2006 a Cardiff, di proprietà del museo Bridgestone di Tokyo. Urge visita nella capitale giapponese.PS grazie a Paola e Lucio che mi hanno accompagnato domenica all’aeroporto di Linate. Post’s song : “Cherry blossom girl” (è per te Cherie …) performed by Air
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samedi, janvier 01, 2011

Open for the holidays

Per me non esiste un solo Natale o un solo fine/inizio Anno.
Questo post è un piccolo resoconto di questo periodo dell’anno nel quale ho messo insieme le tavolate, le passeggiate, i brindisi con parenti e amici attraverso un itinerario italiano che si è srotolato da Cermenate fino ad Assisi, passando da Gubbio, Gorgonzola, Bologna e Modena.
Le mie “festività invernali” sono un perfetto amalgama “family-friendly“, talvolta con vera difficoltà a scinderlo. Voglio bene alla mia famiglia ma anche ai miei amici.
Riuscirò un giorno incredibilmente a unirli tutti attorno a una lunga tavolata ? L’unica soluzione sarebbe un secondo matrimonio …
Ho iniziato questo periodo di feste il 21 dicembre con la cena a casa del mio amico Lucio per il consueto scambio di regali “ a prezzo fisso convenuto” e con la nostra partita a “scala 40” che contraddistingue il dopo cena di tutti i nostri incontri (21 dicembre).
Il giorno dopo (22 dicembre) ho partecipato alla ormai tradizionale cena natalizia a casa di Patrizia e Umberto insieme al loro figlio Daniele e all’amico Luca.
Ed eccoci finalmente al Natale, quello tradizionale, che ho trascorso ad Assisi con il Nick, Vito, Betty ed Edoardo.

Sistemati i bagagli e i pacchetti di Natale nella stanza dell’agriturismo “Country House Il Roseto” che ci ha ospitato ad Assisi ci siamo diretti nel buio invernal-pomeridiano verso le porte del Convento di Rivotorto che è stato inserito dall’UNESCO nell’anno 2000 fra i Monumenti “Patrimonio dell’Umanità” e dove ad attenderci c’era Padre Mario che subito ci ha guidato nei segreti dell’ordine francescano.
Al rientro all’agriturismo ci aspettavano prima la cena della vigilia (24 dicembre) e a seguire, con il ritorno al Convento di Rivotorto, la Messa di Natale. Un Natale suggestivo soprattutto per l’incontro con Padre Mario Lionetti, cugino della mia mamma, che “opera” da quasi dieci anni al Convento di Rivotorto, alle pendici di Assisi. Il Natale ha assunto un significato davvero profondo, perché l’incontro con Padre Mario ha sempre un valore spirituale; le sue parole sono un continuo stimolo alla meditazione. La mattina di Natale (25 dicembre) Padre Mario ci ho portato alla volta della Basilica di San Francesco di Assisi (Superiore e Inferiore) aprendoci tutte quelle porte che il normale turista non può oltrepassare, quasi fossimo sul set del remake del film “In nome della rosa”.
Poi, come tutte le pause di lavorazione sul set, ci siamo seduti tutti insieme attorno al tavolo rotondo, magistralmente addobbato dal patron Massimo del “Roseto”, per il pranzo di Natale nella vera tradizione umbra. Menù superlativo con trionfo di tutta la materia prima della zona sia nel mangiare (tartufo e porcini) che nel bere (vino rosso da favola).
Dopo una breve pennichella susseguente il pranzo di Natale abbiamo effettuato una breve visita alla Basilica Papale di S.Maria degli Angeli costruita intorno la famosa Porziuncola dove San Francesco vi sostava per pregare e dove morì nel 1226.
Nel dopocena per smaltire le calorie guadagnate con i menù dei due giorni (vale anche la splendida sosta del pranzo della vigilia all’Osteria del Teatro di S.Piero in Bagno) insieme a Vito Betty ed Edoardo ci siamo cimentati in una passeggiata notturna ricca di fascino, non solo religioso, sull’asse della strada mattonata che collega la Basilica di S.Maria degli Angeli con quella di Assisi.
Questa strada è storicamente il percorso degli itinerari francescani e mette in relazione fra loro i due massimi luoghi di devozione del Santo (le due Basiliche), unendoli in un unico tragitto di pellegrinaggio.
La mattina di Santo Stefano (26 dicembre) dopo un breve saluto con i parenti romani della mia mamma (sua cugina Tina e famiglia) ci siamo diretti a Gubbio dove abbiamo tranquillamente passeggiato tra i monumenti della città.
Nei giorni seguenti il Natale eccomi prima a casa di Flo, Leo e Stefano insieme a Cinzia, Patrizia, Luca, Umberto e Daniele (29 dicembre) e poi di nuovo a casa di Patrizia, Daniele e Umberto insieme a Luca per il brindisi anticipato per noi “che siamo sempre avanti” (30 dicembre).
L’ultimo giorno dell’anno sono partito alla volta di Bologna con Betty e Vito a Bologna per vedere all’opera l’amico Stefano Bicocchi (in arte “Vito”) nella sua piece teatrale “Se perdo te 2“.
La visita pomeridiana antecedente lo spettacolo mi ha fatto apprezzare la bellissima Bologna che non vedevo da tempo. Bologna dalle sue molteplici definizioni : Bologna la Dotta, Bologna la Grassa, Bologna la Rossa. Appellativi con cui si suole definire la città che derivano dall'antico studio, dalla cucina e dal colore dei mattoni con cui sono costruiti i suoi palazzi. Aggiungerei senza ombra di dubbio quello che forse maggiormente la caratterizza: Bologna dei Portici.

Non sottovaluterei anche quella gastronomica e quindi ecco che non posso far mancare la Bologna dei tortellini (rigorosamente in brodo).
In merito ai portici, Bologna può vantare quello più lungo del mondo che ho percorso in qualche breve tratto il primo giorno di questo nuovo anno 2011 in compagnia di Betty e Vito; ben 3 chilometri e 796 metri che vanno da Porta Saragozza fino al santuario dedicato alla Madonna di San Luca eretto sul Colle della Guardia. Insieme a Vito ci siamo ripromessi di percorrerla tutta alla prima occasione (magari in concomitanza di altro spettacolo del grandissimo “Vito); primo giorno dell’anno nel quale ci siamo fermati per un pranzo ben augurante a base di zampone, lenticchie e Lambrusco, nella città di Modena simbolo per eccellenza di questo piatto. Piatto che dovrebbe portare, secondo tradizione, tanti bei soldini (prendendo così alla lettera anche l’sms di inizio anno del buon Andrea Fantonelli).

Post's song : "Angels from the realms of glory" performed by Annie Lennox

Periodo : dicembre 2010 - gennaio 2011