Almeno un paio di volte l’anno (questa è stata la prima) è irresistibile cedere al fascino del dolce far nulla soprattutto se quello che ti circonda è di qualità. L’invito di Umberto e famiglia a trascorrere qualche giorno a Vence dove si erano stabiliti per le vacanze estive era allettante e con la mia Twingo dotata di navigatore con voce femminile francese mi sono diretto in questa zona deliziosa della Provenza proprio nel giorno della “Fete Nationale“ di Francia. Ad accogliermi oltre a Umberto Patrizia e Daniele c’erano i loro amici Gianni Daniela e il figlio Andrea. La villa dove avevano preso alloggio (di proprietà di monsieur Le Coq pilota Air France) era stupenda con tanto di piscina con acqua a temperatura perfetta e senza ma e senza se al mio arrivo ero già con il corpo a galla : che meraviglia che tranquillità che relax.
Ho trascorso due giorni all’insegna del dolce vivere. Due giorni scanditi da ritmi lenti ma piacevoli e dove Vence si presta felicemente a far da scenografia con le sue piazzette del centro storico, con i suoi profumi di erbe provenzali e con i suoi paesaggi che artisti come Matisse hanno cercato di catturare nelle loro opere.
Al mattino tra le sette e mezza e le otto il trio Umberto Gianni e il sottoscritto scendeva in paese per fare “le petit dejeuner” al Bar de la Victoire con buonissimi croissant tutto burro della Patisserie Palanque (ricordando felicemente un film dove Depardieu svelava i segreti della cucina francese “burro, burro e ancora burro”). Il tempo per Gianni di acquistare il “Corriere” e la “Gazza”, una piccola passeggiata nei viottoli medioevali e via di ritorno in villa dove nel frattempo il resto della truppa (con il buon Lele sempre a chiudere) si era già alzato e stava iniziando la colazione. Lettura dei quotidiani e dopo aver stilato la lista della spesa (sotto dettatura irriducibile di Patrizia e Daniela eccellenti donne di cucina) ritorno sempre dei “tre uomini” nel centro di Vence per il rito del caffè al Bar Le Vençois e per gli acquisti alimentari con tanto di tacchinaggio indiretto alla commessa della catena “Casinò”. Al nuovo rientro in villa l’immersione dolce e piacevole nella piscina per un completo relax.
Ho trascorso due giorni all’insegna del dolce vivere. Due giorni scanditi da ritmi lenti ma piacevoli e dove Vence si presta felicemente a far da scenografia con le sue piazzette del centro storico, con i suoi profumi di erbe provenzali e con i suoi paesaggi che artisti come Matisse hanno cercato di catturare nelle loro opere.
Al mattino tra le sette e mezza e le otto il trio Umberto Gianni e il sottoscritto scendeva in paese per fare “le petit dejeuner” al Bar de la Victoire con buonissimi croissant tutto burro della Patisserie Palanque (ricordando felicemente un film dove Depardieu svelava i segreti della cucina francese “burro, burro e ancora burro”). Il tempo per Gianni di acquistare il “Corriere” e la “Gazza”, una piccola passeggiata nei viottoli medioevali e via di ritorno in villa dove nel frattempo il resto della truppa (con il buon Lele sempre a chiudere) si era già alzato e stava iniziando la colazione. Lettura dei quotidiani e dopo aver stilato la lista della spesa (sotto dettatura irriducibile di Patrizia e Daniela eccellenti donne di cucina) ritorno sempre dei “tre uomini” nel centro di Vence per il rito del caffè al Bar Le Vençois e per gli acquisti alimentari con tanto di tacchinaggio indiretto alla commessa della catena “Casinò”. Al nuovo rientro in villa l’immersione dolce e piacevole nella piscina per un completo relax.
Il pranzo interrompeva questo bellissimo ritmo della giornata ma ne apriva un altro altrettanto sublime con tanto di gambe sotto il tavolo. Trionfo di paté, di terrine, di formaggi, di salumi, di salades, di frites tutto rigorosamente francese e prodigiosamente innaffiato da bottiglie a gradazione perfetta di champagnes eccelsi (Pommery e Taittinger). A seguire chi cadeva in seduzione di pennichella, chi in rifugio di libri e riviste, chi in ascolto di buona musica in cuffia e chi per non staccare completamente col ritmo lombardo lavorativo non poteva far a meno della tentazione di Internet. E poi la visita ai bellissimi limitrofi villaggi medioevali di St.Paul de Vence e Tourrettes sur Loup. A St.Paul de Vence l’arte e la cultura non si sprecano. Artisti del calibro di Chagall (la sua salma riposa al cimitero cittadino) e di Prevert e altri ancora avevano eletto St.Paul come luogo ideale per creare e per vivere; il susseguirsi di botteghe e gallerie per le stradine del villaggio fanno ben capire questa loro passione. Sempre qui la reputazione del gioco delle “petanque” (bocce) ha varcato le frontiere e le celebrità non esitano a venirci per affrontare le glorie locali. Una piccola scultura all’entrata del villaggio ne celebra la fama. Nel villaggio di Tourrettes sur Loup da più di un secolo le violette hanno scelto di viverci e la cultura di questo delicato fiore è una delle attività principali e si è guadagnata giustamente il nome di “città delle violette”. Questi piccoli angoli della Provenza sono incantevoli sia per i profumi (lavanda e violetta) che per i colori (pastello) ed è veramente rilassante e piacevole respirarne l’atmosfera soprattutto se fortunati di soggiornare in ville come la “nostra“.
Due giorni di vero “stacco” di qualità come citavo all’inizio : amicizia, relax, cultura, arte e gastronomia e dove il 16 luglio 2010 (chi mi conosce sa di quella data) insieme a Umberto abbiamo redatto il nostro nuovo motto “no more wasting time” per uno spirito nuovo di vita.
Due giorni di vero “stacco” di qualità come citavo all’inizio : amicizia, relax, cultura, arte e gastronomia e dove il 16 luglio 2010 (chi mi conosce sa di quella data) insieme a Umberto abbiamo redatto il nostro nuovo motto “no more wasting time” per uno spirito nuovo di vita.
Post's song : "Les yeux ouverts" performed by The Beautiful South
7/10
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