Spiagge e calette, sabbia bianca e dorata, mare in tutte le sue meravigliose sfumature di blu, fondali bassi, formazioni rocciose modellate dal vento, viste mozzafiato, la bellezza della natura nell’entroterra verde e rigogliosa, questa è la Sardegna di maggio nel nostro (con Betty e Vito) viaggio tra la Gallura e la Baronia. Se a tutto ciò aggiungete un tempo meteo piacevole con sole caldo e leggera brezza, la magia è servita di nuovo. Terza stagione, quarta avventura sulla grande, immensa, isola sarda. Il periodo scelto è quello che da qualche anno contraddistingue la nostra discesa su questo paradiso. I mesi di aprile e maggio, e crediamo lo saranno anche di settembre e ottobre, sono sicuramente i momenti giusti per visitare la Sardegna. Tutto appare incantato. La possibilità di accedere a spiagge tranquille, di poter pranzare e cenare in riva al mare, di sentire il profumo dei gelsomini, della liquirizia e dell’oleandro rende il viaggio una vera esperienza sensoriale ed era proprio quello che cercavamo in questa nuova avventura in terra sarda. Quest’anno abbiamo scelto di respirarla per una settimana intera partendo da Alghero e proseguendo verso il nord-est. Il rito di benvenuto, replica fedele dello scorso anno, si è consumato sulla spiaggia di Mugoni ad appena quindici minuti di auto a noleggio (Ypsilon nera) dall’aeroporto di Alghero Fertilia. Tavolo apparecchiato fronte spiaggia-mare, dolce venticello, pietanze di fritto per abbinarle al fresco Vermentino; sardine, baccalà, seadas sono stati i vari passaggi del pranzo che abbiamo poi concluso col primo bicchierino di mirto per un brindisi di convivialità e di buon augurio per il nostro soggiorno. Percorrendo il litorale della Riviera dei Coralli verso la città di Alghero il tempo meteo, con un vortice di nuvole, ha cambiato i nostri piani in vista della serata, in genere votata allo splendido tramonto sui bastioni. Passeggiando nel pomeriggio ecco arrivare l’incontro con alcuni componenti del Coro Logudoro di Usini, con il loro costume tradizionale. Loro ci ha indirizzati verso l’inaspettata sorpresa di partecipare alla festa di Sant Joan de la Porta Llatina, celebrata in città per secoli in ricordo dell'epica vittoria degli algheresi contro le truppe del visconte di Narbona, la notte tra il 5 e il 6 di maggio del 1412. E così, puntuali alle ore 19 ci siamo presentati presso il chiostro del complesso di San Francesco, per assistere alla cerimonia che in successione ha portato alla lettura della Relació de la Conquista dels Francesos, e all’esecuzione del brano corale “Cobles de la Conquista dels Francesos” con gli elementi del Coro Logudoro di Usini affiancati dai bambini della Coral Mans Manetes e con le voci soliste accompagnate dalla chitarra liuto, dalle percussioni, dalle viole e dalla tromba. Davvero suggestiva l’intera rappresentazione. Il giorno seguente ci siamo diretti per l’ora di pranzo, verso Tempio Pausania, a L’Agnata di De André, nel cuore montuoso della Gallura. L’Agnata era un’antica casa padronale che divenne, previa ristrutturazione, la dimora negli anni settanta del cantautore Fabrizio De André e della moglie Dori Ghezzi e dove qui vennero rapiti dall’Anonima Sarda nel 1979. In gallurese Agnata significa “angolo nascosto, riparato dai venti” e l’essenza del luogo è proprio racchiusa nel suo nome. Immersi nel canto della natura e nell’atmosfera unica e rilassante dell’Agnata abbiamo pranzato abbandonandoci al menù (*) con sapori tipici sardi e ai racconti-aneddoti amabilmente decantati dal cameriere Salvatore. E’ stata una bellissima esperienza in una location dove tradizione, musica e poesia si respirano a ogni angolo. Difficile separarsi da un luogo simile ma il viaggio alla scoperta delle meraviglie di questa splendida isola, tra granitiche montagne, mari cristallini e antichi borghi, doveva riprendere il suo corso e così dopo il pranzo luculliano e dopo il bicchiere di mirto rigeneratore abbiamo deciso di dirigerci sulla costa nord della Sardegna e di visitare il colorato borgo medievale a strapiombo sul mare di Castelsardo. Da qui si gode anche uno splendido panorama che entusiasma tutti gli amanti del mare. E sarà proprio l’adiacente località di Lu Bagnu, con la spiaggia culla per i surfisti a darci dimora per la notte. Il giorno seguente riprendiamo il nostro itinerario verso La Maddalena prendendo il traghetto da Palau. Il tempo di quindici minuti di traversata e del deposito dei piccolissimi zainetti (norme sul bagaglio Ryanair) in hotel e diamo inizio al giro dell’isola con la nostra Ypsilon. Prima fermata “Cala Nido d’Aquila" per una bellissima istantanea col mare chiazzato di splendide sfumature d’azzurro che ho subito messo come sfondo del mio cellulare. Dopo un pranzo allo Zeus Faber a base di baccalà fritto, riso venere zucchine gamberi e polpette di pesce nel pomeriggio, superando il ponte che collega La Maddalena all’Isola di Caprera abbiamo raggiunto la spiaggia “I due Mari”. Una breve sosta con tanto di sonnellino e poi il ritorno sull’Isola Maddalena girandola in lungo e in largo per approdare alla spiaggia di Tegge. La giornata l’abbiamo poi degnamente conclusa con una pizza “perfetta” al ristorante L’Aragosta sul lungomare davanti al porto de La Maddalena. Il tempo meteo inizia a fare il suo dovere e quindi l’indomani siamo rientrati sulla grande isola e abbiamo proseguito in direzione Costa Smeralda per il primo bagno dell’anno a Capriccioli. La piccola baia meravigliosamente colorata nelle sue sfumature gradienti dall’acquamarina al celeste, dal turchese all’azzurro è la location perfetta per il battesimo dell’acqua. Dopo un panino (prosciutto crudo e pecorino) e una birra fresca nel pomeriggio abbiamo prima fatto un salto a dare un’occhiata all’adiacente bianchissima spiaggia del Principe (stupendo panorama) e poi scendendo verso Olbia abbiamo cenato al ristorante “Il Tetto Rosso” di Pittulongu (spaghetti ‘a vongole, polipo croccante e piccola frittura di calamari). Nel dopocena siamo andati a Olbia per un caffè e una capatina alla Chiesa di San Simplicio prima di riposarci per la notte al residence GeoVillage di Olbia. Un’altra splendida giornata era terminata. Al risveglio il sole ha plasmato la temperatura perfetta e con il cielo terso ci siamo diretti alla bianca spiaggia (oasi) sabbiosa di Berchida. Il vento non ci ha permesso di stenderci per riposarci, ma ci ha regalato uno spettacolo unico per la visione delle mucche bianche sarde che prendono il sole sulla spiaggia. Un vero stupore vederle quasi in riva al mare a rilassarsi in branco. Le fotografie non si sprecano per immortalare l’evento e per suggellarlo cosa c’è di meglio di un pranzo in riva la mare a La Caletta (frazione di Siniscola) ? Tavolo vista mare al “El Barrio del Mar”, scelta di trancio di tonno di pinna gialla per tutti e un piatto di patatine fritte e una zappetta di cozze da condividere. L’atmosfera è davvero speciale e pensare di vivere certi momenti in tutta tranquillità per godere di cotanta bellezza visiva, e in questo caso anche di gusto, è davvero una fortuna. Nel dopo pranzo una salita in auto sui ripidi e stretti vicoli di Posada e una sosta relax alla spiaggia “La Cinta” di San Teodoro prima di prendere possesso dell’appartamento in centro per la notte. Notti che sarebbero diventate tre in quanto la base era davvero perfetta con la splendida vista su Tavolara dal terrazzo. La mattina seguente, sempre col sole caldo a farci compagnia, siamo risaliti verso la Costa Smeralda per raggiungere nuovamente l’incantevole caletta di Capriccioli per un nuovo tuffo nelle fredde acque marine; un altro bagno lo abbiamo bissato nel pomeriggio alla Spiaggia del Principe. Un déjà vu in grande stile. Una giornata così bella dovevamo incorniciarla con una cena altrettanto speciale. La scelta è caduta sul ristorante “Il Portolano” a Porto San Paolo già testato a pranzo lo scorso anno. Il tavolo con vista mozzafiato sull’Isola di Tavolara e il menù con insalata carciofi, pere e pecorino, maccarones (gnocchetti) al ragù di agnello e tortelli di ricotta e limone canditi con gamberi e scalogno sono stati la ciliegina sulla torta di una giornata all’insegna della bella vita. Giriamo la ruota dell’itinerario per il giorno seguente, sempre contraddistinto dal bel tempo, e la scelta cadrà prima su Orosei, dove abbiamo assistito alla Processione dell’Ascensione e a seguire un bagno nelle acque tiepide della Cala Liberotto; qui abbiamo pranzato sulla spiaggia con un piatto di spaghetti con le vongole (con aggiunta di bottarga per me e Vito) e una condivisione di due seadas per tre. La seada è un disco di pasta sottile che racchiude al suo interno un ripieno di formaggio fresco, leggermente aromatizzato al limone, fritto e ricoperto di miele fuso ed è il dessert sardo per eccellenza. Il riposino pomeridiano lo effettueremo sulla spiaggia di Budoni. L’energia è ancora dalla nostra parte e alla ricerca di un ristorante speciale per l’ultima cena del nostro viaggio abbiamo fatto l’ennesimo su e giù dalla nostra base di San Teodoro. Prima verso nord fino a Capo Coda Cavallo con uno degli scenari costieri più suggestivi della Sardegna e poi verso sud per replicare il pranzo di due giorni prima al “El Barrio del Mar” di La Caletta e per vivere l’atmosfera di un pasto in attesa del tramonto direttamente sulla spiaggia. Trancio di tonno, trancio di orata, polipo fritto e patatine fritte sempre accompagnati dal fresco vino bianco locale. La giornata di lunedì, l’ultima del nostro soggiorno sardo, si è aperta con la discesa sulla spiaggia dell’Isuledda dove Vito ha fatto l’ultimo bagno mentre la Betty e io riposavamo sul lettino con tanto di ombrellone sulla battigia. Il pranzo finale per festeggiare la buona riuscita del viaggio lo abbiamo consumato al ristorante “L’esagono” di San Teodoro direttamente sul mare di Cala d’Ambra con un’altra vista spettacolare sull’isola di Tavolara e sul Golfo di Puntaladia. Dal menù abbiamo scelto una frittura di calamari, gamberi e polpo da condividere, spaghetti alle vongole, culurgiones (ravioloni) con patate, menta, pistacchi tostati, pecorino e timo, coppetta di fragole con purea di mango, una rivisitazione della seada con un raviolo fritto di ricotta, con zest di arancia e miele e una millefoglie alle fragole e panna. Con tante emozioni di viaggio nella mente si riprende la corsa verso l’aeroporto di Olbia per il volo di rientro. Anche per questo racconto ho cercato di elencare nel dettaglio ogni avvenimento per avere nel cuore e nella mente un ricordo sensoriale completo (vista, gola, olfatto in primis). Sono sensazioni uniche difficili da descrivere in forma romanzata. La Sardegna non ci delude mai e anche in questa terza stagione di fila abbiamo trovato quello che fortunatamente avevamo programmato, e riprogrammato in corso d’opera, e siamo andati in alcuni casi oltre le aspettative. La possibilità di visitarla in un periodo senza l’affluenza di massa è senz’altro un privilegio assoluto. Su e giù nel nord-est della grande isola, su e giù per la Gallura e la Baronia. La Sardegna sorprende sempre. To be continued …
PS nelle case dove abbiamo trovato dimora per la notte abbiamo assistito in tv alle partite di calcio di Coppa (PSG-Borussia Dortmund e Bayer Leverkusen-Roma) e a tre film, uno italiano (Marrakech Express) e due francesi (L’apparenza inganna e Samba).
(*) Menù del pranzo a L’Agnata di De André.
Si inizia con pecorino fresco e stagionato, salumi locali e una ricotta fresca al miele (autentica sorpresa),
poi si passa ai primi con i malloreddus (gnocchetti) al sugo e la zuppa gallurese (altra new entry goduriosa),
come secondo il “porceddu” (maialino) arrosto con patate
e si conclude con le seadas aromatizzate al limone come dessert.
Post's song: "While you see a change" performed by Steve Winwood