"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

dimanche, novembre 17, 2019

It's turkish time ! Izmir and Ephesus, wonder and history

Dal lungomare di Salonicco a quello di Smirne il passo é breve. Stesso mare, l’Egeo, ma due coste diverse, quella greca e quella turca. E’ il tempo della Turchia in questo viaggio autunnale. Ultimamente le mie scelte cerco assolutamente di farle coincidere col bel tempo e nel mio file dei viaggi futuri, nella colonna località, Smirne e il sito archeologico di Efeso erano quelle con la maggiore percentuale possibile di clima perfetto. Scelta azzeccata.
Nel giro di quarantotto ore mi sono ritrovato su due voli della Turkish Airlines con destinazione finale Smirne (Izmir in turco) via Istanbul. E’ stata la mia seconda volta in Turchia a dieci anni di distanza dai rossi tramonti spettacolari di Istanbul. L’impatto con Smirne è stato proprio sul lungomare dove avevo scelto la mia base. Il tempo di orientarmi, ma qui è facile, ho proseguito dirigendomi nel cuore della città puntando alla piazza Konak dove in grande stile e con una illuminazione brillante mi hanno accolto la Torre dell’Orologio simbolo di Izmir e la piccola moschea Yali adornata di maioliche. Dopo le classiche fotografie di Smirne by night sono ritornato sul Kordon, il lungomare fiancheggiato da alti palazzi e da palme meravigliose, alla ricerca di un primo ristoro in questa mia evasione turca. Senza saperlo mi sono imbattuto in un classico di Smirne il Meyhane Sisim, il primo ristorante di Kordon aperto nel 1966. dove tra le conversazioni dei tavoli e la musica tradizionale dal vivo ho assaggiato una piatto di
carne a base di polpette cotte sulla griglia (kofte) e uno di pesce con gamberetti all’aglio passati nel burro. Ho abbinato il pasto a una birra turca (Efes) concludendo poi la serata con l’immancabile tè locale (çay) servito nel classico piccolo bicchiere in vetro a forma di tulipano. In Turchia il fuso orario è avanti di due ore rispetto all’Italia e quindi ho affrontato con anticipo ma felicemente la prima notte a Smirne. Al risveglio ho dato inizio alla mia personale giornata libera nella città dirigendomi verso quell’area pullulante e affascinante del mercato storico, Kemeralti, il fantastico bazar di
Izmir. E’ facile perdersi in questo labirinto commerciale, raro esempio di architettura ottomana rimasto a Smirne e come tutti i caravanserragli turchi presenta un cortile e varie botteghe intorno. Scopro in seguito, leggendo in rete, che le botteghe sono intorno alle 15.000 alcune con soffitti ad arco e i tetti a tegole. Si resta ammaliati dai colori e dai profumi dei banchi di spezie, di lampade, di frutta secca, di tappeti (kilim) e chi più ne ha più ne metta. E’ una piccola città nella città e ci si può fermare anche per degustare il tradizionale tè o il caffè turco. Oppure potete ammirare alcune moschee che si incontrano in
sequenza, tra le quali la storica Hisar Cami, con una grande cupola principale al centro di fronte all'ingresso sostenuta da otto grandi pilastri insieme a tre altre grandi cupole su entrambi i lati. Una splendida istantanea della stessa la si può scattare all’interno del Kizlaragasi bazar. Ma Smirne non è solo bazar e moschee, c’è anche un gioiello come l’Agorà, l’antica Izmir con le sue magnifiche rovine archeologiche del periodo greco-romano, le più grandi e le meglio conservate in Turchia. Da non perdere l’esperienza di provare l’ascensore storico, l’Asansör, costruito nel XIX secolo per aiutare i residenti a salire in cima alla collina del quartiere. Grazie all’ascensore si
arriva ad una piattaforma a 51 metri di altezza dalla quale si gode di una bellissima vista panoramica su Izmir e sulla baia. Collegandomi alle splendide vedute sul golfo, devo assolutamente citare l’hotel in cui ho soggiornato, il Key. La mia grande stanza, con vista meravigliosa sul mare, è stata l’autentica ciliegina sulla torta di questo mio viaggio in territorio turco. Moderna, con quattro vetrate azionate elettricamente, con luci relax d’atmosfera, con un set lussuoso da bagno, con un ascensore in stile "Tale e quale show" e con un soffione doccia gigante come sotto la pioggia scrosciante. Smirne mi è piaciuta molto; viene definita come la perla dell’Egeo e come la città più occidentalizzata della Turchia anche per via del rapporto viscerale con il famoso
padre della Patria, eroe nazionale e primo presidente della repubblica Mustafa Kemal Atatürk onnipresente negli scorci regalati dal mio giro in città, con bandiere, quadri, e souvenir di tutti i tipi che raffigurano la sua immagine. Quella di Atatürk è stata una rivoluzione totale, negli usi e nei costumi portando un po’ di occidente in questa parte dell’oriente e Smirne ne è la testimonianza di esempio nell’efficienza in molti campi. Smirne è una grande città, la terza della Turchia dopo la capitale Ankara e Istanbul, e nonostante il suo spingersi verso l’occidente conserva ancora la propria forte autenticità  che si evidenzia quando si ascolta il canto
del muezzin che richiama alla preghiera islamica dal minareto delle moschee. Smirne si trova in un punto geograficamente cruciale per visitare le meraviglie circostanti a livello culturale (l’imponente sito archeologico di Efeso). Efeso, vicino a Selçuk, era il fiore all’occhiello del mio programma di viaggio in questa parte della Turchia affacciata sull’Egeo e sono rimasto assolutamente sbalordito davanti alla bellezza dei resti della Biblioteca di Celso (foto del post) una delle innumerevoli testimonianze archeologiche nella visita al sito. Qui aveva sede anche una delle sette meraviglie del mondo antico, il tempio di Artemide, del quale è rimasto solo un modesto reperto.
Da non perdere anche la facciata del piccolo tempio dedicato all’imperatore Adriano. Nella zona circostante Efeso si può visitare la casa dove la vergine Maria ha trascorso i suoi ultimi giorni di vita. Nell’attesa di prendere il treno per il rientro a Efeso, sulla banchina della stazione, per mantenermi in forma per le mie sporadiche apparizioni calcistiche domenicali, ho tirato qualche calcio a un pallone con un ragazzino turco in una gara di palleggi da me vinta senza colpo ferire.
In questo viaggio ho apprezzato, sia sull’aereo che sui tavoli all’aperto ad accompagnare i miei pasti, l’ayran una bevanda nazionale a base di yogurt dalle molte proprietà e benefici.
 Questa bibita, ha un gusto particolare: è leggermente salata e si ottiene proprio aggiungendo allo yogurt un pizzico di sale e una parte di acqua; è indicata in molte diete ipocaloriche ed è fonte di sali minerali e nutrienti derivati dal latte che aiutano l'organismo. E’ stata un’autentica sorpresa, naturalmente insieme all’insostituibile, ad ogni ora della giornata, bollente tè turco proveniente dalla costa orientale del Mar Nero. Il tè è un elemento importante della cultura turca; è la bevanda calda più comunemente consumata ed è una caratteristica dell'ospitalità turca. Ospitalità turca che ho positivamente riscontrato nei giorni che ho trascorso  tra Smirne Efeso e Selçuk, divisa equamente tra i commercianti, i tassisti, i ristoratori e il personale dell’hotel. La Turchia mi ha di nuovo conquistato e ci sono tante attrazioni turistiche e culturali che ancora non ho “tastato”, ma che ho già inserito nella lista dei mie viaggi futuri, tra le quali la Cappadocia, il sito naturale di Pamukkale, la capitale Ankara, quella dell’impero ottomano di Edirne, la località balneare di Ölüdeniz sulla costa turchese dell’Egeo e tante altre ancora. Güle Güle Türkiye (arrivederci Turchia) ordunque.


Post's song : "One man" performed by Mark King
11/19