Nel tratto di strada che dall’aeroporto conduce al centro, guardo attraverso il finestrino del taxi e i miei occhi incrociano di sfuggita alcuni cartelli che evidenziano la storia di questa città. Johann Sebastian Bach … la rivoluzione pacifica del 1989 … la culla della letteratura tedesca … la Battaglia delle Nazioni vinta dagli alleati contro Napoleone. Siamo in Sassonia e la città è Lipsia, in tedesco Leipzig. Arrivo nel bellissimo Pentahotel e prenoto online un tavolo per la serata all’Auerbach’s Keller (la Taverna di Auerbach) il locale storico tra i più conosciuti al mondo (*). E’ il posto giusto per immergersi subito nell’atmosfera di Lipsia. Anche Goethe era affascinato dalla magia di questo luogo facendogli raggiungere fama eterna nel suo capolavoro “Faust”. E’ qui che Mefistofele porta Faust per fargli vedere “come prender la vita alla leggera”. Io come Goethe, io uomo universale. E così dopo il primo impatto e con in corpo la cotoletta impanata fritta nell’olio che galleggia sulla birra locale metto le mani in tasca e passeggio lungo la via pedonale. Faccio una piccola sosta davanti la Nicholaskirche (qui si riunivano a pregare i cittadini pacifici a invocare la Riunificazione della Germania) e poi raggiungo l’Augustus-Platz, Qui, circondato dall’azzurra struttura avveniristica dell’Università, da quella elegante classica dell’Opera in contrapposizione sul lato opposto con la Sala dei Concerti Gewandaus e dalla torre moderna Panorama Tower mi ritrovo contemplare lo skyline cartolina della città. La piazza fu teatro finale della manifestazione pacifica dei 70.000 il 9 ottobre del 1989, esattamente un mese prima della caduta del muro di Berlino. Leggo che dall’unificazione ai giorni d’oggi la città è in continua evoluzione. Il restauro dei palazzi del centro storico unito al rifiorire dell’università e all’allestimento annuale della fiera del libro ha portato un’atmosfera giovanile e accogliente. Proprio in Augustus-Platz, davanti l’Università, c’è un locale che esprime al meglio questa nuova aria di rinnovamento; un burgergrill ispiratosi alla fiaba di “Hans im Glück" con un arredamento di design dove si mangia circondati da canne di bambù. Una delle interpretazioni della favola è quella che “la libertà val più dei beni e del denaro” e i giovani che frequentano questo ristorante ne sono la prova. Il mattino seguente inizio a “documentare” il mio viaggio partendo dal primo cartello che avevo visto sfrecciando col taxi dall'aeroporto : la scoperta di Bach. Arrivo di fronte la Thomaskirche; nella piccola piazza adiacente c’è la grande statua di Johann Sebastian Bach il grande compositore e muscista tedesco del periodo barocco che trascorse a Lipsia gli ultimi venticinqueanni della sua vita influenzando la cultura della città. Qui morì e qui è sepolto proprio all’interno della chiesa di San Tommaso. Decido di visitare il museo a lui dedicato, dove con l’ausilio di strumenti multimediali si rivive il suo periodo “lipsiano”. Il cielo è grigio e allora continuo passeggiando in compagnia della storia recente. A due passi dalla Thomaskirche vado a vedere il memoriale dedicato agli ebrei deportati della città sassone. SI tratta di una installazione di centoquaranta sedie disposte secondo l’orientamento della sinagoga che qui sorgeva. Il numero delle sedie rappresenta in scala uno a cento la comunità ebraica della città di Lipsia, prima dell’ascesa dei nazisti (quattordicimila persone). Un memoriale silenzioso e immobile. Altri cinque minuti di cammino e sono davanti al palazzo del Museo della Stasi (Museum in der Runden Ecke “angolo rotondo”) che deve il suo nome tedesco alla forma arrotondata del suo ingresso principale. Per 40 anni è stato il quartier generale nel distretto di Lipsia e l’unico in tutta la Germania le cui stanze originali siano state conservate. Si percorrono i corridoi sul pavimento in linoleum fiancheggiati da carta da parati giallo scuro con canaline per cavi in vista, telecamere di sorveglianza e vecchi registratori a infondere realtà sui metodi degli ufficiali del Ministero per la Sicurezza di Stato (Stasi). Un altro luogo simbolo della memoria, per non dimenticare gli anni bui della Repubblica Democratica Tedesca (DDR). Il centro storico di Lipsia si sviluppa intorno alla Marktplatz, la piazza dell'antico mercato. Qui sorgono alcuni dei più importanti edifici, dal Vecchio Municipio all’Antica Borsa con davanti la statua di Goethe, dall’Antica Pesa al Madlerpassage la galleria che accoglie l'Auerbach's Keller, l’antico ristorante che ho testato e menzionato nella serata di arrivo. E poi ancora il Barthels Hof, una serie di palazzi barocchi dove ora si sono installati bar e ristoranti che offrono pietanze tradizionali della cucina sassone. Uno di questi locali della tradizione è il caffè Baum (Zum Arabischen Coffe Baum), accennato per la prima volta nel sedicesimo secolo insieme al Procope di Parigi; una fetta di torta alle mele e crema di vaniglia sarà il giusto compenso alle camminate pomeridiane sui marciapiedi di Lipsia. Verso l’ora del tramonto, dovendo prenotare il biglietto del treno per il giorno del rientro destinazione aeroporto di Berlino, mi sono recato alla stazione ferroviaria di Lipsia. Credo sia una delle più grandi d’Europa e la ristrutturazione interna l’ha portata a essere una piccola cittadella. L’ultima giornata piena di questa mia vacanza a Lipsia si apre con un cielo limpido e un sole accecante. Mi alzo presto e dopo una abbondante colazione mi incammino verso la grande chiesa bianca Ortodossa con la cupola a bulbo dorata. Continua la passeggiata verso la filiale della Bundesbank dove cerco informazioni per trovare la moneta da 5 euro coniata solo per il territorio tedesco. Missione fallita. Non mi perdo d’animo e ritrovo l’entusiasmo e la forza per riprendere la camminata (alla fine della giornata saranno più di venti i km percorsi) sotto il sole della primavera di Lipsia. Mi fermo solo per una piccola sosta presso una concessionaria dell’Audi per fotografare la nuova coupé della TT. In lontananza, siamo appena fuori dal centro città, vedo l’imponenza del Monumento costruito per commemorare la Battaglia delle Nazioni (Völkerschlachtdenkmal) nella quale Napoleone venne sconfitto dagli alleati nel 1813. E’ uno dei più grandi monumenti europei e lo capisco quando sono proprio sotto il gigantesco bassorilievo (18 m.) dell’Arcangelo Michele sulla facciata principale. Nel ritorno verso il centro storico mi fermo davanti al Nuovo Municipio (Neues Rathaus). Fu costruito agli inizi del secolo scorso sul luogo dove sorgeva l’antica fortezza, per sostituire il vecchio municipio divenuto inadatto alle esigenze dei cittadini. Ha uno stile misto di elementi rinascimentali, barocchi con influssi quasi liberty ed è sormontato da una torre alta 115 metri. E’ sicuramente l’emblema di Lipsia e io non ho perso occasione per autofotografarmi per l’immagine del post. L’ora di pranzo è alle porte. Gli ultimi quattro passi mi portano al Bayerischer Banhof Restaurant costruito sull’ala della vecchia stazione dei treni. Avevo prenotato un tavolo incuriosito dalla loro produzione della birra Gose, una specialità di Lipsia a base di frumento che accompagnerà un piatto a base di bratwurst (salsiccia) a forma circolare con salsa alla birra, cipolle, crauti e patate. Le ultime ore della giornata le spendo visitando un piccola e insolita mostra di fotografie in un container blu in Augustus-Platz per ricordare come i tedeschi dell’Est furono accolti nella Germania Ovest nel 1989 e in contrapposizione sulla parete di fronte la similitudine con le persone del Medio Oriente e dell’Africa ai giorni nostri. A seguire ho visitato il DDR N’Ostalgie Museum. La parola Ostalgie era il perfetto neologismo per definire la nostalgia che accomuna una parte degli ex cittadini della DDR e il museo con oggetti della vita comune dell’epoca è già diventato una sorta di luogo di culto non solo per i turisti ma anche per i molti concittadini berlinesi tutti curiosi di vedere, o rivivere, la realtà quotidiana dall’altra parte del muro, di uno stato che ormai non c’è più. Lipsia è stata per me un’ennesima conferma alla mia voglia di viaggi, alla mia voglia di cultura sul campo, allo sfogo dei miei pensieri interiori. Personalità famose e artisti creativi come Johann Sebastian Bach, Felix Mendelssohn, Robert Schumann, Richard Wagner, Martin Lutero, Johann Wolfgang von Goethe e Lenin hanno legato la loro personale storia alla metropoli sassone. Anche io ho voluto dare il mio contributo intitolando il post (il mio “hof” segreto a Lipsia) in riferimento ai cortili, gallerie, passaggi che caratterizzano il centro storico di Lipsia. La loro particolarità consiste nell’architettura a labirinto che non facilitando l’orientamento tiene lontani da occhi indiscreti e ripara dall’eventuale tempo freddo. Nel mio cortile segreto si nascondono solo i bei pensieri e i buoni propositi. Transitando di cortile in cortile, attraverso la fitta rete di passaggi e piccoli corridoi, si possono scoprire veri e propri gioielli artistici e architettonici, che testimoniano anche l’orgoglio di epoche passate. Ogni anno in autunno Lipsia li celebra con la Passagenfest Leipzig, la festa delle antiche gallerie, dei cortili e dei luoghi del centro storico con eventi culturali e specialità gastronomiche di ogni genere. Un altro buon motivo per ritornarci.
(*) 1. Münchner Hofbräuhaus di Monaco di Baviera - 2. Caesar´s Palace di Las Vegas - 3. Café Sacher di Vienna - 4. Hard Rock Café di Los Angeles - 5. Auerbach's Keller di Lipsia. Di questi cinque locali più conosciuti al mondo ne ho già “testati” tre, quelli europei. Non mi resta di verificarne la credibilità andando a Las Vegas e a Los Angeles. L’idea non mi sembra da buttare.
Post’s song : “This old heart of mine” performed by Rod Stewart
3/17