All’arrivo in aeroporto a Copenhagen una pubblicità luminosa della Carlsberg, birra danese, ci accoglie dandoci il benvenuto nella “nazione più felice del mondo”. Secondo un recente report di una università americana, Copenaghen è ufficialmente la città più felice del mondo. Sinceramente per me questa ufficialità è un solo un dettaglio; basta soltanto trascorrere qualche giorno nella capitale danese con la fortuna di avere come passe-partout un nipote che ci vive da più di cinque anni e la felicità diventa realtà. Non è la prima volta che “vedo” Copenhagen (since 1990), ma in ogni occasione che ci rimetto piede ho questa raggiante conferma. Questo ennesimo ritorno l’ho vissuto insieme a Vito e Betty, naturalmente assistiti da mio nipote Edoardo. Il taxi dall’aeroporto Kastrup ci porta direttamente davanti al portone della casa che abbiamo affittato per condividere tutti insieme l’esperienza Airbnb (condivisione di alloggi) per quattro giorni. Appartamento luminoso che si affaccia sulla Østerbrogade con pavimento in parquet di legno chiaro a un prezzo convenientissimo. Edoardo è lì che ci aspetta. Non ci resta altro che lasciarci andare e farci trasportare nel mondo gioioso di Copenhagen, senza l’assillo del turista classico. Copenhagen come la nostra tradizionale Parigi di settembre.
E’ il Primo maggio ed è il giusto pretesto per sentirsi piacevolmente coinvolti nel Concerto musicale organizzato dal Kommunistisk Parti nel parco Faelledparken adiacente lo stadio. Edoardo con il suo cellulare comunica con i suoi inseparabili compagni di avventure (ragazze e ragazzi di ogni parte del mondo che vivono, studiano e lavorano a Copenhagen) e in breve tempo ci ritroviamo tutti insieme appassionatamente a ballare a tempo di ska sulle musiche del gruppo “amico” Larica.
La capitale danese è sicuramente la città più vivibile del mondo sia per l’assoluto equilibrio vita-lavoro che per soddisfazione di vita. Sembra tutto perfetto percorrendo le strade di Copenaghen. A piedi o meglio ancora in bicicletta si gode una sensazione di spensieratezza, di una realtà in pace con se stessa. Perlustrandola ci si imbatte in un’alternanza di genitori a spasso con i piccoli figli, di ciclisti (i veri dominatori della città), di giovani coppie, di gruppi di amici. Sembra quasi non esista la vecchiaia. La mia impressione è quella di fiducia. Fiducia tra le persone, nei confronti delle regole, nel futuro. Qui tutto sembra funzionare benissimo. E’ una vera piccola oasi felice del vecchio continente. Città verde con i suoi parchi rilassanti, città ecologica, avveniristica, innovativa e a completa tutela dell’ambiente. Sicuramente non ci saranno solo pregi, ma girando per Copenaghen si ha la netta sensazione di godere delle piccole cose, dei piccoli piaceri quotidiani della vita.
Edoardo aveva organizzato per noi ogni minimo dettaglio. Due velocipedi di proprietà (Edoardo e Betty), altre due meravigliose biciclette prese a noleggio (Vito e il sottoscritto), piste ciclabili che arrivano in ogni angolo della città e dei dintorni e il godimento è servito. E poi ancora … Cosa c’è di meglio di deliziose cene in ristoranti trendy e di design ? Cosa c’è di meglio di rilassanti pennichelle sulle sdraio a bordo mare baciati dal sole dopo aver pranzato a base di fish & chips ? Cosa c’è di meglio di provare l’esperienza di un brunch all’aperto dopo aver pedalato nel parco dell’Hermitage Palace in mezzo a branchi di cervi ?
Per chi non è abituato a vivere questo tipo di realtà è una vera estasi. Estasi che diventa paradiso grazie alla visione delle “bionde” donne locali. Per me che ho un debole da sempre … Mi sono chiesto più volte durante il soggiorno : “ma non sarà troppo ?”. Nei giorni precedenti il viaggio Edoardo ci aveva anche precettato (Vito e il sottoscritto) per una partita a calcetto. “Portate scarpe, maglietta e pantaloncini“ … questo era il messaggio. Detto e fatto. Degna di nota è stata la nostra prestazione sul campo sintetico del Faelledparken. I commenti post partita dei compagni e degli avversari ci hanno ringiovanito. La classe non è acqua. Peccato per l’infortunio nel finale del match per Vito con una ricaduta, nel vero senso della parola, del suo ginocchio già lesionato.
Parchi, sport, eventi culturali, tanto divertimento e altissima qualità della vita. Vastissime anche le proposte gastronomiche con ottima birra ad accompagnare cozze o fish & chips o con magnifici vini rossi provati da Mash, il ristorante dove lavora Edoardo, da abbinare all’impeccabile foie gras scottato e alla gustosa Tomahawk steak australiana e infine l’assoluta goduria nel degustare l’apoteosi di dessert con miniature di cioccolato de Le Sommelier. Il fiore all’occhiello della capitale della Danimarca ? La ciliegina sulla torta della felicità ? Le biciclette e le piste ciclabili. A ogni blocco di strada c’è almeno un negozio che vende, ripara o noleggia biciclette. “Non sarà troppo ?” Un lungo weekend a Copenaghen è come un forziere ben custodito di sorprese. La nostra chiave per aprirlo è stata come sempre la piacevole compagnia di Edoardo, oltre alle “dritte” di esperienza vissuta in questi anni di Vito e Betty. Tante le foto di rito con l’autoscatto : da quella con lo sfondo della celebre Sirenetta, la statua rivolta verso il mare ispirata alla favola di Hans Christian Andersen a quella con la scenografia delle case colorate del Nyhavn seduti sulla chiatta di una nave, da quella di gruppo con gli amici di Edoardo al Faelledparken a quella con lo sfondo dell’Hermitage Palace con le biciclette. E che dire di quella sul piccolo pontile prima di immergere i piedi nelle rigeneranti acque gelide del mare del Nord ? Di tutto, di più. Cara Copenhagen … non vedo l’ora di poterti riabbracciare.
Post’s song : “One step beyond” performed by Madness
5/15