Nel
2006 scrissi in apertura del post su questa città : “ogni
volta che rientro da … mi ritrovo carico di idee. Faccio
letteralmente man bassa di tutto per la mia mente, mi riempio la
memoria di mille novità, di incredibili nuovi colori, di profumi,
luci, suoni.”.
A queste righe aggiungerei la creatività e l'energia che ti restano dentro per molti giorni dopo il ritorno a casa. E pensare che in questa occasione avevo quasi deciso di rinunciare al viaggio in quanto la sera precedente la partenza avevo 38,4 di febbre e un mal di stomaco allucinante. Due pastiglie di Tachipirina, una notte di pensieri, il controllo al termometro quasi all'alba e la decisione di non rinunciarci. Ho avuto la fortuna che il virus che avevo in corpo era arrivato alla fase pre-finale e quindi ho dovuto solo stare attento al mangiare senza rinunciare alla tradizione e ai miei riti. Uno di questi, a detta di lei, il più importante per me, è quello della prima colazione.
Per premiarmi del digiuno del giorno precedente avevo prenotato il breakfast (non mi era mai capitato di dover riservare un tavolo per la prima colazione) presso il Maze Grill di proprietà di Gordon Ramsay. Dal menù ho scelto : toast and preserves, english breakfast e coffee. Il ristorante di affaccia sulla splendida Grosvenor Square e dalle finestre a quadroni bianchi si intravedono lo scorrere dei taxi e le camminate svelte dei cittadini.
Un bell'inizio di weekend così come è bello il sole (insisto nel dire che Umberto mi dice che me lo porto nel trolley) che si specchia sui marciapiedi ricoperti di foglie color autunno. Il tempo di parcheggiare il piccolo bagaglio nella ancor più piccola stanza dell'hotel scelto nella zona che da tempo è la mia sede preferita King's Cross (proprio come Montparnasse lo è per Parigi) ed eccomi immerso completamente nella vita quotidiana di questa metropoli mimetizzato con gli abitanti e gli altri turisti.
Decido di partire senza mappa della città da Oxford Street, di proseguire verso Regent Street e di seguire l'istinto che mi porta a Carnaby Street. L'ombelico del mondo dell'Eros di Piccadilly Circus è alla mie spalle e lo raggiungo per le prime istantanee da sistemare poi con l'iPhoto di Apple al rientro. Proseguo verso Leicester Square che ha un volto nuovo eredità delle recenti Olimpiadi.
Da qui a Covent Garden il passo è breve. Mi attende l'Apple Store con le novità di questa meravigliosa azienda ma soprattutto con la possibilità di accedere gratuitamente a Internet con la copertura wi-fi in tutta la minimalista struttura dove il parquet la fa da padrone.
Un salto veloce al negozio dei trasporti e ai due mercatini (interno ed esterno) e mi dirigo verso lo store che vanta una linea di abbigliamento innovativa (tra il vintage e il modern rivisitati) di proprietà dei Liam Gallegher (ex Oasis) : il Pretty Green.
Decido di regalarmi una polo blu scuro a righe e mi faccio fotografare da un commesso sul divano con alle spalle una gigantografia del cantante tifosissimo del City di Manchester (la foto diventerà quella del post). La prima giornata è quasi al termine e la concludo con una cena allo Steak & Co. vicino Leicester Square a base di filetto di manzo su piastra calda, jackpot potato e dolce soufflè gelato al Gran Marnier. Ottima cucina e arredamento all'altezza della stessa. Il mattino che si presenta fa filtrare la luce del sole dalle finestre della minuscola “suite” del mio hotel.
Scendo nel locale a pari del marciapiede per la prima colazione felice delle accoppiate burro salato/marmellata di arance per coprire il pane tostato, uova/pancetta e caffè americano colorato dal latte. Non avendo un programma particolare mi spingo verso il St.James Park passeggiando sul velluto delle foglie autunnali. Il piccolo laghetto mi regala una novità assoluta : la presenza di tre pellicani ! Vuoi dire che quello che non ho visto a Mykonos a settembre …
Gli scoiattoli scorrazzano sull'erba e sugli alberi e io cerco di fissarli sulla mia sd memory card della nuova Canon PowerShot 240 HS che ha sostituito la Lumix Panasonic compagna di tanti viaggi. Dopo questa escursione al parco prendo un autobus e vado da Harrods per vedere la food hall con i commessi in divisa con grembiule e cappello quasi fossimo nell'800. E' uno dei miei riti.
Resto sempre affascinato da queste sale gastronomiche. Un altro autobus mi porta verso il luogo dell'evento pretesto del viaggio : lo Stamford Bridge. Lì mi aveva dato appuntamento un'ora prima di Chelsea-Norwich l'amico Gary Staker con il solito prezioso “regalo” : il biglietto della partita. Ennesima vittoria con tanti goals con firma anche del biondo Torres in onore del quale ho anche acquistato la maglietta originale col suo nome. Credo di portare fortuna ai miei Blues.
A fine match mischiato tra le migliaia di tifosi prendo la metropolitana e mi dirigo verso la Torre di Londra. Il cielo al tramonto ha dei colori incredibili quasi fosse un'aurora boreale di giorno. Uno sguardo dal bridge (Tower) con il nuovo skyline dovuto al grattacielo più alto d'Europa il “The Shard” appena terminato su disegno di Renzo Piano, una altissima piramide di cristallo. Betty e Vito erano stati di recente nella City e mi avevano suggerito un ristorante da provare nella zona del porto/docks : il Dicken's. Salgo al secondo piano, mi siedo al tavolo e ordino il tradizionale fish & chips con purea di piselli.
Merluzzo fritto in porzione gigante, uno dei miei piatti preferiti. La passeggiata notturna post cena è sorprendente. Lungo il Tamigi i posti sono tutti illuminati e colorati in modo diverso. Cammino fino alla St.Paul Cathedral attraversando il Millenium Bridge in legno. Siamo alla fine di questa lunga meravigliosa giornata. Riprendo l'autobus a due piani rosso che corre verso King's Cross. Qui mi ritrovo con l'ennesima novità : il restyling della stazione. Le stazioni ferroviarie di questa città sono bellissime.
E' vero, l'avevo già scritto, ma è mio dovere certificarlo ogni volta. Il weekend sta per terminare. Dopo il breakfast domenicale, con il mio piccolo trolley blu al seguito, intraprendo una nuova camminata verso il centro. Piccadilly Circus mi attende per le foto di rito. La Piccadilly Street mi porta verso il Ritz, che mi fa ricordare un film che amo molto “Notting Hill” con Hugh Grant e Julia Roberts. A fianco c'è il Green Park, entro, mi siedo il tempo di un autoscatto sulla sdraio immersa nel verde e ripercorro al contrario la street verso Fortnum & Mason, l'antico emporio della Regina. Fatevi catturare dalle bellissime vetrine che sono veramente quasi delle opere d'arte. Entrate e lasciate andare i sensi verso i raffinati scaffali di marmellate, miele e biscotti.
Tra i più celebri prodotti in vendita ci sono le famose ceste da picnic. Un luogo, questo, ottimo per portare a casa qualche regalino in stile british. Da qui al cuore della Chinatown solo il tempo di una piccola passeggiata. Percorro interamente Gerrard Street passando attraverso gli archi caratteristici.
Alla fine imbocco sulla destra un piccolo vicolo e mi trovo di fronte a una vetrina ad angolo dove una signora cinese sta preparando i ravioli (dim sum). Appiccico quasi il naso incuriosito, scatto qualche fotogramma e alla fine decido di entrare nel locale, ordinare ravioli di verdure al vapore perfetta accoppiata al un piatto di riso bianco e al tè al gelsomino.
Forse, per il mal di stomaco dei giorni precedenti il viaggio, avrei dovuto seguire questo regime alimentare : io l'ho scelto solo all'ultimo pranzo. Riprendo la metropolitana, cambio con la Dockland Light Railway (DLR) che mi porta fino all'aeroporto : il City Airport. Mi mancava nell'elenco dei cinque aeroporti di questa città dopo Heatrow, Gatwich, Stansted e Luton. Un altro record per me. Ah dimenticavo … visto che non l'ho mai nominata ma sono sicuro che l'avrete intuita … la città di questo viaggio è Londra.
Sempre così sorprendente, vivace, elettrizzante. E pensare che quasi non sarei riuscito a vederla. Grazie ad Anna per avermi accompagnato all'alba in partenza da Linate e a Vito che è venuto a prendermi la sera al ritorno sempre nell'aeroporto cittadino. E grazie anche a Gary per l'ennesimo invito a vedere la mia squadra del cuore. Ho trovato Londra decisamente in gran spolvero dopo le Olimpiadi estive. Bravi gli inglesi. C'è molto da imparare. Io vorrei tanto farlo con l'inglese.
Devo trovare lo stimolo giusto per farlo e le mie visite annuali in questa stupenda città sono il pretesto perfetto : good morning, breakfast, a cup of tea with milk, fish and chips, thanks, please, you are welcome, bye bye. London is beautiful.
A queste righe aggiungerei la creatività e l'energia che ti restano dentro per molti giorni dopo il ritorno a casa. E pensare che in questa occasione avevo quasi deciso di rinunciare al viaggio in quanto la sera precedente la partenza avevo 38,4 di febbre e un mal di stomaco allucinante. Due pastiglie di Tachipirina, una notte di pensieri, il controllo al termometro quasi all'alba e la decisione di non rinunciarci. Ho avuto la fortuna che il virus che avevo in corpo era arrivato alla fase pre-finale e quindi ho dovuto solo stare attento al mangiare senza rinunciare alla tradizione e ai miei riti. Uno di questi, a detta di lei, il più importante per me, è quello della prima colazione.
Per premiarmi del digiuno del giorno precedente avevo prenotato il breakfast (non mi era mai capitato di dover riservare un tavolo per la prima colazione) presso il Maze Grill di proprietà di Gordon Ramsay. Dal menù ho scelto : toast and preserves, english breakfast e coffee. Il ristorante di affaccia sulla splendida Grosvenor Square e dalle finestre a quadroni bianchi si intravedono lo scorrere dei taxi e le camminate svelte dei cittadini.
Un bell'inizio di weekend così come è bello il sole (insisto nel dire che Umberto mi dice che me lo porto nel trolley) che si specchia sui marciapiedi ricoperti di foglie color autunno. Il tempo di parcheggiare il piccolo bagaglio nella ancor più piccola stanza dell'hotel scelto nella zona che da tempo è la mia sede preferita King's Cross (proprio come Montparnasse lo è per Parigi) ed eccomi immerso completamente nella vita quotidiana di questa metropoli mimetizzato con gli abitanti e gli altri turisti.
Decido di partire senza mappa della città da Oxford Street, di proseguire verso Regent Street e di seguire l'istinto che mi porta a Carnaby Street. L'ombelico del mondo dell'Eros di Piccadilly Circus è alla mie spalle e lo raggiungo per le prime istantanee da sistemare poi con l'iPhoto di Apple al rientro. Proseguo verso Leicester Square che ha un volto nuovo eredità delle recenti Olimpiadi.
Da qui a Covent Garden il passo è breve. Mi attende l'Apple Store con le novità di questa meravigliosa azienda ma soprattutto con la possibilità di accedere gratuitamente a Internet con la copertura wi-fi in tutta la minimalista struttura dove il parquet la fa da padrone.
Un salto veloce al negozio dei trasporti e ai due mercatini (interno ed esterno) e mi dirigo verso lo store che vanta una linea di abbigliamento innovativa (tra il vintage e il modern rivisitati) di proprietà dei Liam Gallegher (ex Oasis) : il Pretty Green.
Decido di regalarmi una polo blu scuro a righe e mi faccio fotografare da un commesso sul divano con alle spalle una gigantografia del cantante tifosissimo del City di Manchester (la foto diventerà quella del post). La prima giornata è quasi al termine e la concludo con una cena allo Steak & Co. vicino Leicester Square a base di filetto di manzo su piastra calda, jackpot potato e dolce soufflè gelato al Gran Marnier. Ottima cucina e arredamento all'altezza della stessa. Il mattino che si presenta fa filtrare la luce del sole dalle finestre della minuscola “suite” del mio hotel.
Scendo nel locale a pari del marciapiede per la prima colazione felice delle accoppiate burro salato/marmellata di arance per coprire il pane tostato, uova/pancetta e caffè americano colorato dal latte. Non avendo un programma particolare mi spingo verso il St.James Park passeggiando sul velluto delle foglie autunnali. Il piccolo laghetto mi regala una novità assoluta : la presenza di tre pellicani ! Vuoi dire che quello che non ho visto a Mykonos a settembre …
Gli scoiattoli scorrazzano sull'erba e sugli alberi e io cerco di fissarli sulla mia sd memory card della nuova Canon PowerShot 240 HS che ha sostituito la Lumix Panasonic compagna di tanti viaggi. Dopo questa escursione al parco prendo un autobus e vado da Harrods per vedere la food hall con i commessi in divisa con grembiule e cappello quasi fossimo nell'800. E' uno dei miei riti.
Resto sempre affascinato da queste sale gastronomiche. Un altro autobus mi porta verso il luogo dell'evento pretesto del viaggio : lo Stamford Bridge. Lì mi aveva dato appuntamento un'ora prima di Chelsea-Norwich l'amico Gary Staker con il solito prezioso “regalo” : il biglietto della partita. Ennesima vittoria con tanti goals con firma anche del biondo Torres in onore del quale ho anche acquistato la maglietta originale col suo nome. Credo di portare fortuna ai miei Blues.
A fine match mischiato tra le migliaia di tifosi prendo la metropolitana e mi dirigo verso la Torre di Londra. Il cielo al tramonto ha dei colori incredibili quasi fosse un'aurora boreale di giorno. Uno sguardo dal bridge (Tower) con il nuovo skyline dovuto al grattacielo più alto d'Europa il “The Shard” appena terminato su disegno di Renzo Piano, una altissima piramide di cristallo. Betty e Vito erano stati di recente nella City e mi avevano suggerito un ristorante da provare nella zona del porto/docks : il Dicken's. Salgo al secondo piano, mi siedo al tavolo e ordino il tradizionale fish & chips con purea di piselli.
Merluzzo fritto in porzione gigante, uno dei miei piatti preferiti. La passeggiata notturna post cena è sorprendente. Lungo il Tamigi i posti sono tutti illuminati e colorati in modo diverso. Cammino fino alla St.Paul Cathedral attraversando il Millenium Bridge in legno. Siamo alla fine di questa lunga meravigliosa giornata. Riprendo l'autobus a due piani rosso che corre verso King's Cross. Qui mi ritrovo con l'ennesima novità : il restyling della stazione. Le stazioni ferroviarie di questa città sono bellissime.
E' vero, l'avevo già scritto, ma è mio dovere certificarlo ogni volta. Il weekend sta per terminare. Dopo il breakfast domenicale, con il mio piccolo trolley blu al seguito, intraprendo una nuova camminata verso il centro. Piccadilly Circus mi attende per le foto di rito. La Piccadilly Street mi porta verso il Ritz, che mi fa ricordare un film che amo molto “Notting Hill” con Hugh Grant e Julia Roberts. A fianco c'è il Green Park, entro, mi siedo il tempo di un autoscatto sulla sdraio immersa nel verde e ripercorro al contrario la street verso Fortnum & Mason, l'antico emporio della Regina. Fatevi catturare dalle bellissime vetrine che sono veramente quasi delle opere d'arte. Entrate e lasciate andare i sensi verso i raffinati scaffali di marmellate, miele e biscotti.
Tra i più celebri prodotti in vendita ci sono le famose ceste da picnic. Un luogo, questo, ottimo per portare a casa qualche regalino in stile british. Da qui al cuore della Chinatown solo il tempo di una piccola passeggiata. Percorro interamente Gerrard Street passando attraverso gli archi caratteristici.
Alla fine imbocco sulla destra un piccolo vicolo e mi trovo di fronte a una vetrina ad angolo dove una signora cinese sta preparando i ravioli (dim sum). Appiccico quasi il naso incuriosito, scatto qualche fotogramma e alla fine decido di entrare nel locale, ordinare ravioli di verdure al vapore perfetta accoppiata al un piatto di riso bianco e al tè al gelsomino.
Forse, per il mal di stomaco dei giorni precedenti il viaggio, avrei dovuto seguire questo regime alimentare : io l'ho scelto solo all'ultimo pranzo. Riprendo la metropolitana, cambio con la Dockland Light Railway (DLR) che mi porta fino all'aeroporto : il City Airport. Mi mancava nell'elenco dei cinque aeroporti di questa città dopo Heatrow, Gatwich, Stansted e Luton. Un altro record per me. Ah dimenticavo … visto che non l'ho mai nominata ma sono sicuro che l'avrete intuita … la città di questo viaggio è Londra.
Sempre così sorprendente, vivace, elettrizzante. E pensare che quasi non sarei riuscito a vederla. Grazie ad Anna per avermi accompagnato all'alba in partenza da Linate e a Vito che è venuto a prendermi la sera al ritorno sempre nell'aeroporto cittadino. E grazie anche a Gary per l'ennesimo invito a vedere la mia squadra del cuore. Ho trovato Londra decisamente in gran spolvero dopo le Olimpiadi estive. Bravi gli inglesi. C'è molto da imparare. Io vorrei tanto farlo con l'inglese.
Devo trovare lo stimolo giusto per farlo e le mie visite annuali in questa stupenda città sono il pretesto perfetto : good morning, breakfast, a cup of tea with milk, fish and chips, thanks, please, you are welcome, bye bye. London is beautiful.
Preparazione dei dim-sum (ravioli cinesi) |
Post.'s song : "The roller" performed by Beady Eye
10/12