Nel maggio del 1977, non ancora sedicenne, entrai nel mondo del lavoro collaborando con la società Publietas, concessionaria di pubblicità del settimanale L'Espresso. Cercavano un ragazzino sveglio (allora sicuramente lo ero) per piccoli lavori pomeridiani nell'ambito dei servizi generali, che spaziavano da consegne, ritiri, rese delle riviste, commissioni personali, ecc.ecc. Ero ben retribuito per quegli anni e per quei lavori e due anni dopo, lo scrivo solo ai fini pensionistici, non ci pensai due volte alla loro proposta di assunzione e mi “inviarono” direttamente, visti i miei studi, a far quadrare cassa e banche (allora erano quasi una ventina e tutte naturalmente gestite a mano con libretti). Negli anni successivi (nel Gruppo ho lavorato più o meno per vent'anni) il mio lavoro si è ampliato toccando quasi tutta la gamma amministrativa e/o informatica. Insomma il ragazzino “sveglio” si è poi rivelato molto versatile, eclettico, sicuramente modesto. Tra quei piccoli lavoretti d'ufficio, di cui sopra, ricordo un bel periodo nel quale aiutavo la figlia dell'allora Presidente Alessandrini nel “cercare” gli errori di battitura delle recensioni dei ristoranti dell'allora nascente (era il 1979) Guida de L'Espresso; questo lavoro ha portato negli anni a riconoscermi una certa dote in questo campo divertendomi con gli amici alla ricerca dei refusi tra le locandine, menù, fogli pubblicitari, riviste, ecc. ecc. sebbene i moderni controlli ortografici lasciano meno spazio a errori.
Tutto questo preambolo per dirvi che nel viaggio verso Lione mi sono sentito come un inviato di quel tipo di guide e per via del nome direi senza dubbio che quella della Michelin sia la più azzeccata e in Francia la più autorevole.. Avevo scelto le tre tipologie tipiche della gastronomia lionese : la grand table, la brasserie e il bouchon locale.
L'arte gastronomica di Lione è riconosciuta in tutto il mondo per le materie prime disponibili nel territorio circostante e sono così buone e varie che tutti sarebbero in grado di metterle in padella e trasformarle in formidabili piatti. E’ anche famosa per aver dato i natali al più grande chef di tutti i tempi : Paul Bocuse. Prima di recensire i ristoranti dove ho “assaggiato” il meglio della cucina lionese cerco di descrivere in piccola parte questa città (la terza di Francia) che ho trovato estremamente elegante con un bellissimo centro (la Presqu'ile) racchiuso tra due grandi fiumi che confluiscono, la Saone e le Rhone (Saona e Rodano) e con una parte vecchia (Vieux Lyon) molto caratteristica e d'atmosfera, con autentiche perle come i cortili rinascimentali (vedi la Tour Rose). La collina sopra le Vieux Lyon, la Fourviere, si raggiunge con una funicolare e l'imponente Basilica bianca sovrastante sembra quasi un faro. Ci sono due particolarità che rendono piacevole il visitare Lione : la ricerca dei trompe l'oeil giganteschi (murales d'autore su facciate di grossi edifici) e la scoperta dei percorsi magici delle “traboules” (passaggi tra un edificio e un altro senza mai uscire in strada).
I lungofiumi si prestano in orario di tramonto (ovviamente con le belle serate) a veri e propri happening del buon bere (con base sui grossi barconi fermi). La città è servita al meglio con quattro linee di metro, con tramway autobus velos e due funicolari senza mai dover aspettare più di qualche minuto. Meritano una visita obbligata anche il museo dei Fratelli Lumiere inventori del cinema proprio qui a Lione e il museo delle Belle Arti con tele di alto valore e prestigio (io come sempre prediligo quelle impressioniste e visto che siamo in Francia …). E poi ovunque ti trovi c’è sempre un bouchon che ti aspetta; i bouchons sono una parte importantissima della vita di Lione : sono le tradizionali vecchie locande dove il buon mangiare e il buon bere scandiscono il ritmo della giornata. E ora dunque ecco la mia piccola recensione dei tre ristoranti scelti per verificare la qualità della prestigiosa cucina lionese.
L'arte gastronomica di Lione è riconosciuta in tutto il mondo per le materie prime disponibili nel territorio circostante e sono così buone e varie che tutti sarebbero in grado di metterle in padella e trasformarle in formidabili piatti. E’ anche famosa per aver dato i natali al più grande chef di tutti i tempi : Paul Bocuse. Prima di recensire i ristoranti dove ho “assaggiato” il meglio della cucina lionese cerco di descrivere in piccola parte questa città (la terza di Francia) che ho trovato estremamente elegante con un bellissimo centro (la Presqu'ile) racchiuso tra due grandi fiumi che confluiscono, la Saone e le Rhone (Saona e Rodano) e con una parte vecchia (Vieux Lyon) molto caratteristica e d'atmosfera, con autentiche perle come i cortili rinascimentali (vedi la Tour Rose). La collina sopra le Vieux Lyon, la Fourviere, si raggiunge con una funicolare e l'imponente Basilica bianca sovrastante sembra quasi un faro. Ci sono due particolarità che rendono piacevole il visitare Lione : la ricerca dei trompe l'oeil giganteschi (murales d'autore su facciate di grossi edifici) e la scoperta dei percorsi magici delle “traboules” (passaggi tra un edificio e un altro senza mai uscire in strada).
I lungofiumi si prestano in orario di tramonto (ovviamente con le belle serate) a veri e propri happening del buon bere (con base sui grossi barconi fermi). La città è servita al meglio con quattro linee di metro, con tramway autobus velos e due funicolari senza mai dover aspettare più di qualche minuto. Meritano una visita obbligata anche il museo dei Fratelli Lumiere inventori del cinema proprio qui a Lione e il museo delle Belle Arti con tele di alto valore e prestigio (io come sempre prediligo quelle impressioniste e visto che siamo in Francia …). E poi ovunque ti trovi c’è sempre un bouchon che ti aspetta; i bouchons sono una parte importantissima della vita di Lione : sono le tradizionali vecchie locande dove il buon mangiare e il buon bere scandiscono il ritmo della giornata. E ora dunque ecco la mia piccola recensione dei tre ristoranti scelti per verificare la qualità della prestigiosa cucina lionese.
Per il settore “grand table” avevo prenotato con anticipo da “La Mere Brazier” autentico fiore all’occhiello della città. Tutte le radici della gastronomia lionese risiedono nella cucina delle famose «mères», le cuoche delle grandi case borghesi che un bel giorno decisero di aprire un proprio ristorante sfruttando i quaderni delle ricette che avevano deliziato le famiglie presso cui erano a servizio. La Mère Brazier (Eugenie) era una di loro e si dice sia stata la più grande : è stata proprio lei ad aver insegnato a cucinare a quel giovane di nome Paul Bocuse. Oggi, Mathieu Viannay uno degli chef francesi più in voga ha ripreso (dal 2008) le redini di questo mitico ristorante rivalutando e ripresentando tutte le ricette della tradizione culinaria con piatti da nouvelle cuisine. Ristorante elegante, ben guidato nelle varie salette, con piatti precisi ottimi da gustare e meravigliosi da vedere. La mia scelta è caduta sul menù di primavera ed è stata una scelta azzeccata. Ho iniziato con il “paté in crosta” di pollame di Bresse con aggiunta di foie gras e guarnizione di marmellata di ciliegia assolutamente incantevole per passare poi al “capretto” in due cotture incredibilmente tenero e gustoso e concludendo con il leggerissimo soufflè al Grand Marnier con granita all’arancia, anticipato da piccoli dolcetti. Ad accompagnare l’intero pasto l’ottima finemente effervescente Badoit e un bicchiere del profumato e intenso Saint-Joseph Les Larmes du Père del 2007 (rosso di alta qualità della regione).
Punteggio per me : 3 stelle il massimo.
Per quanto riguarda le “brasseries” la mia scelta è caduta su una di quelle aperte al grande pubblico da Paul Bocuse chiamata “Le Nord” anche qui con riscoperta della tradizione : ottima sia la zuppa gratinata di cipolle che il “filet mignon de cochon” (filetto di maialino al latte) accompagnato da un delizioso puré di patate. Qui ho scelto un bicchiere di Beaujolais (è questa la zona giusta) da non confondersi con quello nouveau di novembre (il novello francese). Punteggio 2 stelle.
E per finire “i bouchons” lionnesi (meglio di sera per via delle luci) tanti stupendi accoglienti caldi tradizionali e chi più ne ha più ne metta. Nei bouchons provati “Le gourmand de St.Jean” e le “Laurentin” nella Vecchia Lione ho scelto dal menù lionese una “salade lyonnaise” (insalata verde, crostini, pancetta e uovo “poché” (in camicia) a suggello) e a seguire un piatto tipico les “quenelles de brochet” (gnocchi di luccio) con salsa all’astice. A chiusura di pasto un piccolo assaggio di uno dei loro formaggi più quotati il Saint Marcellin (uno di quelli che “puzzano”). Punteggio 2 stelle. Credo alla fine che la qualità di quasi tutti i bouchons si equivalga proprio per via della materia prima di altissimo livello. Cinema, cucina, buon vivere, proprio non male la mia visita a Lione. Dovevo festeggiare in modo autorevole la dieta cominciata a inizio anno e ironia della sorte il mio bagaglio a mano pesava esattamente quanto i miei kg. persi (9), praticamente me li sono portati in vacanza. Altre curiosità inerenti il viaggio sono state : 1) il volo è durato meno sia del Malpensa Express sia della navetta che dall’aeroporto ti porta a Lione centro e 2) credo che Lione detenga il record mondiale di numero di farmacie. Dimenticavo … a Lione sono nati personaggi famosi come lo scrittore Saint-Exupéry, autore del Piccolo Principe (al quale hanno dedicato anche l’aeroporto) e il fisico inventore Ampère, oltre naturalmente allo chef Paul Bocuse citato più volte in questo post.
Punteggio per me : 3 stelle il massimo.
Per quanto riguarda le “brasseries” la mia scelta è caduta su una di quelle aperte al grande pubblico da Paul Bocuse chiamata “Le Nord” anche qui con riscoperta della tradizione : ottima sia la zuppa gratinata di cipolle che il “filet mignon de cochon” (filetto di maialino al latte) accompagnato da un delizioso puré di patate. Qui ho scelto un bicchiere di Beaujolais (è questa la zona giusta) da non confondersi con quello nouveau di novembre (il novello francese). Punteggio 2 stelle.
E per finire “i bouchons” lionnesi (meglio di sera per via delle luci) tanti stupendi accoglienti caldi tradizionali e chi più ne ha più ne metta. Nei bouchons provati “Le gourmand de St.Jean” e le “Laurentin” nella Vecchia Lione ho scelto dal menù lionese una “salade lyonnaise” (insalata verde, crostini, pancetta e uovo “poché” (in camicia) a suggello) e a seguire un piatto tipico les “quenelles de brochet” (gnocchi di luccio) con salsa all’astice. A chiusura di pasto un piccolo assaggio di uno dei loro formaggi più quotati il Saint Marcellin (uno di quelli che “puzzano”). Punteggio 2 stelle. Credo alla fine che la qualità di quasi tutti i bouchons si equivalga proprio per via della materia prima di altissimo livello. Cinema, cucina, buon vivere, proprio non male la mia visita a Lione. Dovevo festeggiare in modo autorevole la dieta cominciata a inizio anno e ironia della sorte il mio bagaglio a mano pesava esattamente quanto i miei kg. persi (9), praticamente me li sono portati in vacanza. Altre curiosità inerenti il viaggio sono state : 1) il volo è durato meno sia del Malpensa Express sia della navetta che dall’aeroporto ti porta a Lione centro e 2) credo che Lione detenga il record mondiale di numero di farmacie. Dimenticavo … a Lione sono nati personaggi famosi come lo scrittore Saint-Exupéry, autore del Piccolo Principe (al quale hanno dedicato anche l’aeroporto) e il fisico inventore Ampère, oltre naturalmente allo chef Paul Bocuse citato più volte in questo post.
4/10