"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

jeudi, décembre 31, 2009

The International

A inizio anno sono andato al cinema incuriosito dal film d'azione "The International" con Clive Owen e Naomi Watts girato tra Berlino, Milano, New York, Istanbul e altre città ancora e alla fine della visione dello stesso mi sono detto che avrei voluto seguirne in parte le varie locations e così mi sono messo al lavoro. Nel conto finale mi sono ritrovato con 24 voli all'attivo (mio record personale), quattro continenti (Africa, Europa, America e confine Asia), 13 nazioni delle quali tre nuove (Marocco, Liechtenstein e Turchia), sei capitali europee (Londra, Bruxelles, Vaduz, Berlino, Parigi e Copenhagen), sei città nuove (Marrakech, Essaouira, Anversa, Vaduz, Istanbul e Bilbao) e soprattutto almeno tre kg. in più che sommati ai tre dell'anno passato e agli altri sei presi nei quattro precedenti fanno sì che devo prendere la drastica decisione di dimagrire per il bene del mio fisico. Mando un messaggio via post a tutti gli amici e/o parenti : nel 2010 dovrò rinunciare a molti dei vostri gentili inviti.

Ho riguardato le mie fotografie e i miei scritti, ho ascoltato le musiche e la mente è tornata in tutti quei posti; alle sere in piazza a Marrakech, ai tramonti sul battello a Istanbul, alla bontà delle patatine fritte di Anversa, al mare e alle spiagge di Mykonos, ai musicals e allo shopping di New York, alla caccia al tesoro musicale e alla "prima" del Chelsea a Londra, alle camminate e alla nouvelle cuisine di Parigi, alle "matte risa" di Monaco di Baviera con Umberto & son a bordo della mia Twingo, al fascino di Berlino, al sole di Siviglia, all'arte di Bilbao, al calore del Natale in Danimarca. Beh ... quest'anno me la sono cavata. Non solo Londra e Parigi come direbbe qualcuno. Un anno di viaggi contraddistinto dal sole in valigia come dice Umberto.

Il 2009 è stato un anno con tante emozioni una su tutte quella sorprendente relativa alla canzone del post. Un'emozione inaspettata, passionale, speciale, unica. Un anno dove Anna e Lucio mi sono stati sempre vicini giorno dopo giorno. Un anno dove con Umberto ogni mattina alle primissime ore via sms ci si augurava il meglio del giorno. Un anno dove l'amico Steffe ha cambiato casa e mi ha annunciato la prossima (nel 2010) nascita del/della suo/a erede. Un anno dove Cinzia è diventata una mia collega (dopo essere stata quella di Steffe e di Umberto in anni addietro). Un anno dove Donatella si è trasferita in un altro Poliambulatorio e mi ha lasciato orfano in ufficio. Un anno dove Patty ha dato il meglio di sè in tantissime ricette delle nostre cene regionali. Un anno dove Luca mi ha fatto apprezzare i gewurtzgurken e dove Daniele ha voluto testare la mia duttilità negli abiti di genitore. Un anno dove insieme a Betty e Vito ho condiviso il relax della Grecia, il "trentennale" di Parigi e con aggiunta del Nick e di Edoardo l'emozione del caldo Natale danese. Un anno dove il nuovo iMac da tavolo e il piccolo Vaio da viaggio sono entrati a far parte della mia dotazione informatica. Un anno dove ho acquistato (a New York) una nuova macchina fotografica digitale per i miei viaggi e che ahimè in quello di Bilbao è scomparsa prematuramente.

Nel 2010 auguro a tutti tanta salute e la serenità unita a gioie personali.

Anna andrà ad abitare nella nuova casa, io sistemerò, con l'aiuto di Lucio, a dovere la mia (nuovo muro, nuova lavastoviglie, nuove luci).

Mi auguro sempre che la signora Salute mi assista per potermi permettere con i signori Tempo e Denaro altri nuovi viaggi. Forse qualche viaggio in meno, ma sicuramente la ricerca di nuovi posti da visitare.
Ho già in mente qualche nuova città per l'inizio del nuovo decennio e qualche viaggio l'ho già prenotato ...
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Post's song : "Cherie" performed by Billy Idol
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P.S. spero di non essermi dimenticato di qualcosa o di qualcuno e nel dubbio mi scuso anticipatamente.
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A tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri di fine anno ... ricambio di cuore !

mardi, décembre 29, 2009

Julens ansigter (faces of a Danish Christmas)

Il giorno di Natale nel piccolo villaggio danese di Hjulebæk a nord di Næstved nonno Karsten, al termine del pranzo luculliano, invitava i commensali a immergersi nella tinozza d’acqua calda a 39 gradi preparata per l’occasione e posta nel giardino della splendida villa. La temperatura esterna era di circa 3 gradi e l’invito era alquanto “inconsueto” per chi come noi non aveva mai partecipato a una simile esperienza. I primi a tuffarsi, dopo il concitato cambio nello spogliatoio, sono stati Edoardo, Vito e il sottoscritto seguiti a ruota da Jens, Karsten, Betty, Ulla, Sofie, Olivia, Pernille e il piccolo Karl Ferdinand. La tinozza attrezzata con bibite fresche e il buio esterno illuminato dalla luce fioca proveniente dalla torcia inserita nel cappellino di Karsten davano la giusta coreografia all’evento. Dopo un breve ambientamento con il corpo riscaldato dall’acqua calda seguiva un tuffo veloce nella piscina d’acqua fredda e il relax finale con la nuova immersione nella tinozza che consentiva al sistema cardiovascolare di adattarsi. Mio fratello e io eravamo elettrizzati da questa esperienza e allo stesso tempo preoccupati della reazione del nostro corpo di fronte a una così singolare novità, ma alla fine il risultato è stato a dir poco entusiasmante. All’interno della casa era rimasti Niels e Grete mentre Nick coperto dal suo montone cittadino assisteva a bordo tinozza da spettatore divertito. Dopo il breve passaggio finale, con i piedi nudi che calpestavano la neve nel giardino, la sauna toccasana e la doccia calda completavano il rito di questo eccezionale bagno scandinavo. L’intera truppa danese-italiana, di nuovo negli abiti di Natale, si stanziava poi, lasciandosi letteralmente andare, sui divani del soggiorno di casa per intonare canti natalizi alternati a canzoni moderne o ad arie tribali africane. Jens vero mattatore trascinava il gruppo con il suo tamburo cajun coadiuvato dall’accompagnamento all’ukulele da Vito e dalla deliziosa voce di Ulla.
Il pranzo di Natale danese era stato davvero emozionante con Karsten padrone di casa che, attirando l’attenzione picchiettando sul piccolo bicchiere, descriveva nel dettaglio i vari piatti di portata e incitava gli invitati a bere la snaps (grappa) locale. I piccoli e suggestivi canti danesi intonati durante il pranzo regalavano al tutto un’atmosfera davvero indescrivibile. Alla fine per non essere da meno gli “italiani” intonavano una versione di “Roma nun fa la stupida stasera” in omaggio al viaggio di fine anno nella capitale di Sofie, Edoardo, Betty e Vito.
A termine pranzo Ulla ed Edoardo si alternavano al pianoforte invitando al canto la piccola platea e dando all’atmosfera, già calda per la stupenda accoglienza e per l’impeccabile arredamento natalizio, il giusto tocco di perfezione.
Questo è stato il mio piccolo racconto dell’incantevole giorno di Natale.
Ora torno indietro di solo qualche ora per narrare questa esclusiva vacanza iniziata a settembre con la felice adesione all’invito della famiglia di Sofie. Nei giorni precedenti la partenza verso Copenhagen la neve di Milano aveva messo tutto in discussione per via della cancellazione di molti voli e soltanto quando l’aereo della Easyjet è atterrato si è potuto finalmente tirare un felice sospiro di sollievo. Ad attenderci (Vito Betty Nick e io) all’aeroporto c’erano Edoardo e un pulmino a nove posti della Ford noleggiato per l’occasione.
Mio nipote Edoardo (figlio di Betty e Vito) è da un anno a studiare (italiano, danese e musica) a Copenaghen ed è fidanzato con Sofie, conosciuta ai tempi del viaggio nel Bohuslan del 2007. L’invito di Ulla e Jens (i suoi genitori) a trascorrere il Natale in Danimarca era stato accolto con un entusiasmo e curiosità incredibili, ma nemmeno minimamente avrei potuto immaginare come poi si sarebbe sviluppato e credo che difficilmente lo si potrà capire dal mio stesso racconto.
Copenaghen aveva appena smesso gli abiti di circostanza, per via della conferenza delle Nazioni Unite sul clima appena conclusa, per indossare quelli tradizionali del Natale. L’Admiral Hotel è stata un’ottima scelta (di Vito) sia per l’indiscussa qualità che per locazione nella zona del porto vecchio di Nyhavn. Il tempo rapido per la sistemazione dei bagagli nelle stanze e via di camminata verso il ristorante prenotatoci da Jens per la cena della vigilia. Per arrivarci abbiamo percorso l’intero Strøget, il caratteristico corso pedonale che attraversa il centro. Lo Stroget è la strada più “in” di Copenhagen dove piccoli negozi si alternano alle boutique più famose e dove il design danese (che adoro … lo stereo a muro che apre le sue antine di vetro con il semplice passaggio della mano della Bang & Olufsen del 1991 è ancora oggi pezzo forte del mio soggiorno di casa) trionfa nel suo stile tradizionale e moderno al tempo stesso evidenziato dall’indiscussa semplicità. La cena all’Heroford Village è stata ottima aperta con il glogg tipico (eccellente versione di vin brulè speziato) e con l’antipasto di morbido e abbondante salmone danese. A seguire poi il piatto forte composto da anatra arrosto e arrosto di maiale serviti con patate lesse, crauti rossi, prugne e mele. A chiudere il dolce danese tradizionale di Natale a base di riso, panna e vaniglia mescolati con mandorle tritate e salsa calda di ciliegia.
L’abbondante colazione a buffet del mattino in hotel e la breve sosta alla “Sirenetta” aprivano il nostro giorno di Natale. Con la leggera pioggia che batteva sul pulmino insieme alle musiche natalizie del cd preparato per Natale abbiamo raggiunto Næstved, la città della famiglia di Sofie. Ad attenderci c’erano Ulla, Jens, Olivia e il simpatico cagnolino Aya (batuffolo bianco quasi come fosse un peluche). La loro accoglienza è stata semplicemente fantastica e insieme, dopo il girotondo cantato attorno al bellissimo albero (vero), abbiamo scartato i pacchetti di Natale (talmente tanti che sembravano usciti da un pozzo senza fine) mentre assaggiavamo i dolci preparati dalla famiglia.
La casa di Ulla e Jens è veramente molto bella, esattamente vicina al mio gusto, con tanto di parquet di legno naturale, luci soffuse calde, imposte bianche, ampie vetrate e con un grande sotterraneo dove c’è addirittura uno studio di registrazione perché i due genitori oltre a insegnare a scuola musica (canto e percussioni) sono musicisti che fanno concerti tutto l’anno con il loro gruppo chiamato Ulla Abdullas Cocobongoband ( http://www.cocobongo.dk/ ).
Dopo l’apertura dei regali, via tutti insieme (che fortuna avere avuto il pulmino a nove posti … eravamo proprio in nove … oltre a Aya) verso la casa dei genitori di Ulla dove ad attenderci c’erano naturalmente loro Grete e Karsten, oltre a Pernile (sorella di Ulla), il marito Niels e il loro piccolo Karl Ferdinand. Anche qui l’accoglienza è stata sorprendente, sembrava quasi ci conoscessimo da sempre. Ci si trova subito a proprio agio a dispetto della lingua.
Per fortuna c’è sempre stato Edoardo ineccepibile traduttore trilingue. Trascorrere con loro il giorno di Natale, il giorno della famiglia, il giorno dello stare insieme è stata una cosa fantastica. Con il passare del tempo tutto sembrava così naturale. Il rientro di sera in hotel, percorrendo col “nostro” pulmino i 90 km. che ci separavano da Copenaghen, ha permesso a tutti noi di pensare, riparlare, ricantare tutto quello che avevamo provato in questo incredibile giorno di Natale.
Il mattino di Santo Stefano il meteo ci ha regalato un cielo bellissimo e scorci colorati di Copenhagen. Con Edoardo da Cicerone ci siamo avventurati nella visita del vecchio porto (Nyhavn) con le sue case coloratissime, del centro cittadino con la piazza del Municipio “Rathaus” addobbata con tanto di grande albero di Natale e con la statua di Hans Christian Andersen a fare quasi da “custode”. Via di nuovo verso Næstved dove Ulla, Jens, Sofie e Olivia ci aspettavano con altri ospiti. Ma prima ancora un salto per un saluto a casa di Helle, l’altra sorella di Ulla, a Rønnebæk che ci aspettava insieme al marito Peter, ai loro tre figli Freja, Villads e Lauge e al loro cagnolino Lucca. Un’altra bellissima casa con ampie vetrate e l’accoglienza sempre calda con tanto di pane fumante fatto in casa appena sfornato per l’occasione. Il tempo di andare a comprare il burro salato commissionato dalla famiglia di Sofie ed eccoci pronti per un altro magnifico pranzo questa volta a casa di Ulla e Jens. Gli altri commensali questa volta erano parenti dalla parte di Jens. C’erano sua figlia Katrine col fidanzato Teis, la sorella di Lotte col marito Bent, l’altra sorella Mette con i figli Kristian, Kristoffer e Claes, la moglie di quest’ultimo Patricia e la loro figlioletta tutto pepe Mila. Il pranzo abbondante e squisito, quasi una gustosa replica del giorno precedente, comprendeva tra gli altri antipasti di aringa in varie versioni, il salmone, il patè di fegato con funghi, le uova sode, il burro salato, il pane nero e bianco e i “nostri” salumi e formaggi portati per l’evento natalizio. Il “dopo pranzo”, a pomeriggio inoltrato, si è succeduto con canti e giochi di Natale con Jens che coinvolgeva tutti come solo lui sa fare. Verso sera gran parte della nuova truppa (a pranzo eravamo in 19) si è inoltrata nella foresta cittadina per raggiungere la piazza centrale di Næstved dove tutti insieme, in un lungo girotondo attorno al grande albero, abbiamo intonato il classico canto danese di Natale “Juletræet med sin pynt”. Sulla via del ritorno brevi soste dall’esterno ad alcuni vicini di casa di Ulla e Jens dove a richiesta abbiamo cantato il nostro pezzo forte di origine africana (insegnatoci da Jens).
Sembrava di far parte del cast di un film. Nel frattempo all’interno della casa il Nick conversava amabilmente (non riusciamo a capire come abbia fatto visto che sa solo l’italiano e il pugliese) con gli altri ospiti danesi che avevano preferito risposarsi. Prima del rientro nelle stanze all’Hotel Kirstine prenotato per la notte a Næstved, Vito Betty Edoardo e io ci siamo rifugiati in un pub per bere qualcosa di fresco e conversare ancora sulla giornata trascorsa. Purtroppo la vacanza era al termine e dopo la colazione del mattino seguente siamo andati con Ulla Jeans e Sofie ad assistere a una parte della messa cantata nella chiesa adiacente la scuola dove studia Olivia. La loro messa è più coinvolgente delle nostra (anche perché ci siamo persi il sermone) e la loro religione più aperta al mondo moderno.
Il rientro a casa di Ulla e Jens per i saluti finali, con qualche lacrima di commozione e la foto finale con autoscatto, ha sancito il Natale trascorso. Emozioni continue ne hanno decretato la bellezza. Nel viaggio di ritorno si sono aggiunti anche Sofie ed Edoardo che come detto passeranno con Betty e Vito l’ultimo giorno dell’anno a Roma.
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Un grazie particolare di cuore (mange tak) a Ulla Jeans Sofie e Olivia che con la loro adorabile gentilezza cortesia accoglienza hanno reso così unico e speciale questo Natale,ma anche un grazie enorme a Edoardo per i miracoli verbali compiuti nell’intero soggiorno con le traduzioni (danese, inglese, italiano) in simultanea dei vari commenti dei partecipanti.
E’ stato un Natale indimenticabile e una vacanza straordinaria.


Post’s song : “Love is all” performed by Spandau Ballet
Post's Christmas song : "Juletræet med sin pynt"

12/9

jeudi, décembre 17, 2009

Luz de titanio brilla sobre Bilbao

Da quando è stato inaugurato (1997) il Guggenheim Museum, è imprescindibile da una visita a Bilbao.
La sua architettura (opera di Frank O. Gehry) così avveniristica, fatta di coperture ondulate esterne con lastre in titanio che avvolgono l'intera struttura, dà alla città una luce particolare che passa anche attraverso le grandi pareti di vetro e cristallo. Il titanio, ho letto, è stato estratto in Australia, fuso in Francia, laminato a Pittsburg, decappato in Gran Bretagna e leggete bene ... assemblato a Milano.
All'interno articolato su tre livelli ci sono opere moderne tra le quali, nel grande atrio appena superata l'entrata, quella insolita a forma di serpente gigantesco in ferro realizzata da Richard Serra; si possono ammirare anche opere tele di autori come Gauguin, Van Gogh, Manet, Delaunay, Picasso, Mirò, Klee, Kandisky, Mondrian ecc.ecc. Il Guggenheim Museo, questo grande museo di arte moderna e contemporanea internazionale, è in sostanza un contenitore di opere d'arte e opera d'arte al tempo stesso.
L'esterno come detto è veramente di grande impatto e anche le tre sculture moderne dislocate intorno a esso sono molto originali e ben inserite. Sono il Puppy ovverossia il cucciolo di cane West Highland White Terrier una simpatica scultura di 13 m. che fa la guardia al Museo e ci accoglie col suo pelo formato da centinaia di piccoli ciuffi di viola del pensiero in vasetti. Puppy suscita nel turista una sensazione positiva. Poi c'è l'inquietante gigantesco ragno Mamam in bronzo vicino al fiume Nervion prima della scalinata principale e infine nel piccolo cortile esterno la scultura a forma di tulipani colorati. Qua e là intorno alla struttura piccole fontane ritmate con getti d'acqua e vapori rallegrano la visita.
Non c'è naturalmente solo il Guggenheim Musem e Bilbao si distingue in tre parti: la città vecchia con le sue viettine e case particolari, il centro storico (con i bellissimi locali storici della Plaza Nueva) e la città moderna, dove il museo è parte integrante, che sta diventando sempre di più all'avanguardia convertendo le vecchie industrie a spazi pubblici.
Bilbao è la città più grande dei Paesi Baschi. Gli abitanti la chiamano Botxo per la sua posizione, inserita tra le montagne e verdi colline e il fiume Nerviòn. Il lungofiume è un'altra delle attrazioni della città con le sue panchine pefettamente disclocate lungo tutto il percorso e la pista ciclabile che permette vedute insolite. E' una città culturamente dinamica e in via di espansione.
Oltre all'incredibile design delle sue architetture merita una meravigliosa citazione la gastronomia locale.
Ci sono ottimi ristoranti di grande tradizione dove si possono gustare piatti a base di pesce. Mentre nei locali, bar e nelle sidrerie si possono assaggiare i Pintxos la versione basca delle classiche "tapas". I Pintxos non sono altro che bocconcini di alta cucina che variano da piccoli panini con salumi a tartine raffinatissime con pesce o foie gras. E con una cerveza (birra), un vino tinto (rosso) o blanco ecco il perfetto intermezzo dell'ora di pranzo.
Nella cucina Basca si trovano moltissimi piatti di baccalà. Io ho provato i due più conosciuti: il baccalà alla biscaglina (con sugo rosso vivo di pomodoro) nel ristorante dell'hotel e il baccalà al pil-pil (con salsa delicata fatta con olio d'olivo e una spruzzata d'aglio) in un moderno ma accogliente locale sulla riva destra del Nervion che propone piatti semplici rivisitati. Negli antipasti gustose sono le crocchette di jamon iberico (prosciutto crudo). Un'altra delizia soprattutto in inverno è la cioccolata calda con gli immancabili churros (frittelle dolci a forma allungata).

Ultima annotazione : nei paesi baschi ... il basco viene indossato da quasi tutti, me compreso.


Post's song : "A word in spanish" performed by sir Elton John
12/9