"Voyager vous laisse d'abord sans voix, avant de vous transformer en conteur."

mardi, septembre 29, 2009

Last mango in Paris

Nemmeno il tempo di scendere dall’aereo arancione Easyjet che ci riportava a casa dalla vacanza in Grecia che Betty Vito e io salivamo su quello diretti per Parigi. Il titolo del post è un omaggio a un album e a una canzone dell’artista americano Jimmy Buffett (del quale Vito conosce bene il repertorio musicale) e cosa di meglio di un suo concerto per festeggiare i nostri (di Vito e miei) trentanni di Parigi ?
Assistere a un concerto di Jimmy Buffett e la sua The Coral Refeer Band significa star dentro e far parte di una vera e proprio festa, gioiosa, briosa, effervescente. Jimmy Buffett con il suo modo di vivere ha creato un mondo a sé, un mondo a parte, con Margaritaville capitale e con tanto di radio privata linea aerea negozi ristoranti cafès etc. etc. : una sorta di luogo incantato, solare, colorato, piacevole. http://www.margaritaville.com/
Si è immediatamente attratti (anche per chi non conosce la sua musica) perché ci si sente immersi nel suo mondo. Chiudi gli occhi e vedi mare cristallino, sole, spiagge bianche, palme, amache. Un posto dove molti vorrebbero vivere e in effetti per lui questo posto è reale, dato che vive a Key West in Florida un vero e proprio distaccamento dei Caraibi. La sua bravura e capacità è quella di trasportarci lì con la sua musica : influenze caraibiche, ritmi travolgenti, lenti d’atmosfera, country; il tutto con l‘inconfondibile suono delle steel drums. Noi ci eravamo preparati all’evento portandoci nella valigia camicie hawaiiane, ghirlande, cappellini, occhiali da sole. I suoi fans più sfegatati (la maggioranza americani) indossava una varietà di abiti con tutti gli accessori possibili del caso : cappellini con pinne di squalo o con pappagalli, gonnelline in paglia, veramente di tutto e di più. L’appuntamento era al teatro Le Cigale (zona Montmartre) per questo party internazionale in stile tropicale parigino. Il concerto è stato proprio come ci si aspettava e per più di due ore si è respirata l’aria dei Caraibi.
Tornando al nostro festeggiarci in Parigi, ancora con la crema solare di Mykonos addosso, avevamo deciso (prenotando in anticipo) di regalarci (anche il Nick ci ha messo del suo) una cena al ristorante L’Ecaille di proprietà di Gerard Depardieu, Ci aspettavano una coppa di champagne e piatti di pesce del giorno come da lista scritta su una lavagnetta all’entrata e all’interno del locale.
Cosa di può fare a Parigi in un weekend conoscendola veramente bene e con un sole meraviglioso ?
Un mix di bonheur grandeur touristique : foto a Champ de Mars con la Tour Eiffel a proteggerci, lunghissime passeggiate con lo sguardo sempre in alto per ammirare la meravigliosa architettura delle case parigine con mansarde superlative (il mio sogno come detto più volte), gironzolando per il nostro quartiere preferito Montparnasse-Saint Germain, poi un tour serale a Place Vendome di sera con intrusione al celebrato Ritz Hotel, un pranzo da Fauchon riferimento principe per il lusso alimentare, la vista panoramica sui tetti di Parigi dall’ultimo piano del Centre Pompidou e a chiudere la visita culturale del bellissimo Museo dell’Orangerie con le due superlative sale ovali delle ninfee di Monet e un’ottima collezione di tele di Renoir Picasso Gaughin, Utrillo, Matisse … Cos’altro ? Notre Dame, Champs Elyseès, Arc de Triomphe, Sacre Coeur, Quartier Latin, Les Halles, Rue Rivoli, Eliseo, Opera, Assembleè Nationale, Madeleine. Non vi racconto delle straordinarie proprietà culinarie francesi ma segnalo solo due perle fuori dai possibili classici menù : la truffade, piatto tradizionale della cucina del Cantal (zona dell’Auvergne) a base di patate formaggio fuso e tanto aglio gustata al ristorante Plomb du Cantal di Montparnasse e il vino bianco Anjou prodotto da Gerard Depardieu nella tenuta del suo Chateu de Tignè assaporato all’Ecaille di cui sopra.
Su Parigi in questi anni ho sempre scritto molto ma ogni volta mi sorprende per bellezza e modo di vivere.
Le stupende camminate sul suolo parigino (vi assicuro chilometri su chilometri), il concerto party di Jimmy Buffett e tutto quello che Parigi ogni volta ci offre ci hanno fatto festeggiare nel modo migliore questi trentanni omaggio a questa meravigliosa città. In questi 30 anni l’ho visitata in tutte le stagioni, arrivandoci con il camper, con la macchina, col treno, con l’aereo. Mi sento veramente a casa qui, sto proprio bene.
E chissà se davvero un giorno quella casa …
À bientôt Paris.
.
PS ogni volta che andiamo a Parigi incontriamo un artista (l‘anno scorso fu Stanley Tucci) … questa volta sull’autobus n. 68 che ci riportava all’hotel prima della partenza abbiamo fatto conoscenza con l’attrice Catherine Frot sconosciuta ai più ma non per noi che siamo innamorati delle commedie del cinema francese.
Post’s song : “Lage nom ai” performed by Jimmy Buffett

9/9

dimanche, septembre 20, 2009

September in Mykonos

Durante l’anno i miei viaggi sono sempre “in movimento”.
Quando visito le città, ogni giorno devo organizzare bene gli spostamenti per stare nei tempi del soggiorno, fare delle scelte quotidiane per non perdermi le cose migliori, spulciare su Internet, sulle guide, sulle mappe tutte quelle informazioni e nozioni che mi possono aiutare nella buona riuscita del viaggio; a questa “fatica” mentale devo poi aggiungere quella fisica con i km. totali di camminate totali per raggiungere e scoprire i vari posti ritenuti da me interessanti.
Tutta questa premessa per dire che questa vacanza a Mykonos è stata l’esatto contrario e devo proprio dire alla fine che ne è valsa la pena e che soprattutto ogni tanto ci vuole.
Era la terza volta che tornavo a Mykonos mentre per Betty e Vito (i miei compagni di viaggi) era la loro prima volta in assoluto in terra greca.
E’ stata una vacanza semplicemente perfetta sotto tutti i punti di vista. Nel resoconto finale non sono riuscito a trovare il ben più piccolo difetto. Il clima insuperabile, i servizi e le strutture meravigliose, la cucina fantastica insomma ce la siamo goduta per tutto il soggiorno. Settembre è il mese ideale per visitare Mykonos, la regina delle Cicladi, una vera perla nel mare Egeo. Qui in maniera eccelsa si possono trovare tutti gli stereotipi ad alto livello delle isole greche : le bellissime case bianche (con le finestre e le porte nelle varianti di color azzurro), l’acqua cristallina del mare, le stupende spiagge, le innumerevoli chiesette sparse su tutta l’isola con le cupole rosse o blu, i tantissimi gatti (magri in genere) che spuntavano qua e là anche durante le cene sui ristoranti vicino al mare. Se si aggiungono poi i mulini a vento caratteristici e il pellicano rosa …
Il cielo è sempre stato di un azzurro intenso con il sole sempre forte che ci ha regalato dei meravigliosi tramonti e una abbronzatura invidiabile. L’incredibile benvenuto all’arrivo in hotel del Direttore (e proprietario) dell’albergo signor Panos con tanto di bicchiere di vino bianco bevuto ai bordi della piscina è stato semplicemente unico e ben augurante … e così è stato.
Panos per tutto il soggiorno ci ha sorpreso per la sua gentilezza, disponibilità, cordialità che non avevo mai riscontrato in nessuno dei miei viaggi precedenti e a sentire Betty e Vito anche nei loro.
Panos è un personaggio unico e autentico , che mette a proprio agio i suoi clienti e li segue amorevolmente dal mattino con il Kalimera (buongiorno) fino al Kalispera (buona sera) di fine giornata e li dispensa di qualsiasi informazione possa essere richiesta. Abbiamo trovato un nuovo amico e lo ringraziamo pubblicamente insieme allo staff del suo hotel con l’assistente bulgara Nina sempre presente.
Tornando alla nostra vacanza e in controtendenza con la premessa dei viaggi in movimento qui ci siamo veramente rilassati, riposati, dalla mattina fino alla sera. I nostri unici problemi erano di giorno la scelta dei lettini e degli ombrelloni (sempre in prima fila delle meravigliose spiagge) e la sera a cena il dilemma su quali piatti tradizionali greci far cadere il nostro gusto (ne scriverò più avanti nello specifico).
Il resto è stato totale ozio, chi a leggere libri (Betty e Vito) chi a completare ogni pagina della Settimana Enigmistica (io). Certo non farò bella figura ma era solo per far capire il dolce far niente; tra l’altro ho trovato anche il tempo di sistemare la rubrica e l’agenda del mio nuovo cellulare. Ogni giorno abbiamo cambiato spiaggia (le migliori e più attrezzate sono a sud dell’isola) : Platys Gialos, Super Paradise, Paradise, Elia su tutte e la protezione 15 prima e 10 poi della crema solare ci ha salvato da possibili scottature. Anche il rientro in hotel ci permetteva una nuotata nelle piscina o relax nella vasca Jacuzzi adiacente. La macchina presa a noleggio all’aeroporto (una Panda color ruggine) ci ha guidato nel visitare Mykonos facendoci ammirare un interno isola semplicemente sorprendente (quasi irlandese) e dei panorami spettacolari da cartolina. Tra l’altro abbiamo visitato ad Ano Mera l’interessante monastero del 18° secolo di Panagi Tourliani. All’ora del tramonto poi il perdersi nella Chora (il centro di Mykonos) con l’immenso labirinto bianco creato dalle viuzze interne costeggiate dalle case e dai negozi tipici era di una bellezza indescrivibile, quasi architettata ad arte. E anche il vero e proprio calar del sole nei locali affacciati alla Little Venice diventava uno spettacolo strabiliante con la voce della Callas a far da colonna sonora. Più romantico di così …
Lascio sempre nelle mie righe di racconto un piccolo spazio alla gastronomia dei luoghi. Qui c’è stato il trionfo della tzatziki (salsa a base di yogurt greco denso, aglio e cetrioli assaggiata quotidianamente accompagnata dalla fragrante pita) e della melanzana (nelle versione affumicata nella salsa tipica melitzanosalada, in quella come componente base della moussaka oppure semplicemente fritta). E poi ancora il gyros di agnello, la spanacopita e la tiropita (sfoglie con spinaci o formaggio), il soutzoukakia me rizi (polpette di carne al pomodoro con riso), il souvlaki (spiedini) , le dolmades (involtini di foglia di vite ripieni di riso), e altre salse ancora (all‘aglio, ai ceci, all‘uova di pesce), il pastitzio (pasta al forno) e naturalmente lo yogurt greco (eccezionale) con il miele, con la marmellata o nella travolgente tzatziki di cui sopra. E a seguire come dessert la baklava tipica delle aree mediterranee e arabe con la sua sfoglia intrisa di miele che si sposa delicatamente con il gelato alla crema. Il tutto annaffiato da buoni vini bianchi (profumati) e rossi (freschi). Sicuramente mi sarò dimenticato qualcosa, ma è stato tutto talmente meraviglioso che un po’ gelosamente lo tengo per me e per Betty e Vito così come anche i colori fantastici del cielo, del mare, dei tramonti, delle case che ho tentato di immortalare nelle mie fotografie …
Ora corro a preparare la piccola borsa per Parigi dove si va a festeggiare il “trentennale”.

Post’s song : “I gotta feeling” performed by Black Eyed Peas
Post’ song of Betty and Vito : “La danza di Zorba” by Mikis Theodorakis
PS visto che inevitabilmente il 18 di settembre ero a Mykonos ho pensato bene di festeggiarlo con una cena a base di moussaka (qui servita in modo impeccabile) in un delizioso ristorantino sul mare con Betty e Vito.
Ai loro auguri aggiungo e ringrazio tutti quelli che tramite e-mail, Skype, sms, mms, telefonate mi hanno raggiunto (anche qualche giorno dopo). In ordine rigorosamente alfabetico sono stati : Anna, Antonia, Cinzia, Cinzia (mia gemella), Clara, Claude, Cristina, Daniela, Daniele (Lele), Davide, Donatella, Edoardo, Florence, Francesca, Giacomo (Meme), Gigliola, Irenina, Irina, Ivano, Lilly, Luca, Luca Balan, Lucia, Luciano, Lucio, Melvin, Milva, Momon, Monica, Nick, Nina, Padre Mario, Paola, Panos, Patty, Patrizia, Riche, Roberta, Roberto, Rita, Rita Russo, Sara, Sara (mia gemella parrucchiera), Sarah, Sofie, Steffe, Tatiana, e Umberto (Bumby) .
Spero di non aver dimenticato qualcuno e nel caso farò ammenda.

9/9