La prima volta che sono stato a Parigi non avevo ancora compiuto diciott’anni.
Con Vito (mio fratello), Giacomo (mio cugino), Biffi (Giampiero) e Codini (Dario) affittammo un camper avveniristico della Laverda color celeste e partimmo alla volta della capitale d‘Oltralpe : fu un avvenimento nella nostra zona per quei tempi. Era aprile proprio come quest’anno. Era il 1979. Da allora a Parigi ci vado con una discreta frequenza, con cadenza annuale negli ultimi anni e il prossimo anno festeggerò, salute permettendo, il “trentennale”.
Quell’anno (il ’79) ci ritornai anche a settembre con Vito (viaggio in treno e tenda canadese prestataci dal Biffi) per il Festival dell’Umanité dove il buon Edoardo Bennato avrebbe dovuto cantare con il suo gruppo. Poi passarono dieci anni e nel 1989 per ragioni di cuore e di amore ci tornai due volte (a febbraio e ad agosto) con Silvia. La svolta, nel bene e nel male, la feci nel 2002 ad agosto allorchè invitato da Flo e Steffe in uno dei periodi più infelici della mia vita non ci pensai due volte e piombai con il treno (cuccetta) alla volta degli Champs Elysèes. Da allora non mi faccio mancare una visita all’anno, talvolta anche due, in compagnia di parenti (Vito, Betty ed Edoardo a gennaio 2004) di amici (Lucio e Maurizio ad aprile del 2003, Anna a giugno del 2007) o da solo come nel luglio 2003, nel luglio 2004 , nel luglio 2005, nel luglio 2006 …
Quest’anno come primo viaggio del 2008 ho voluto andarci da solo. E’ stata una vacanza “forzata” dal mio stato non buono fisico e psicologico. Volevo staccare dalla routine, dai troppi pensieri, per capire come sto veramente. A Parigi ci vado perché ormai è la mia seconda città, il mio hotel a Montparnasse la mia seconda casa. Sollecitato questa volta non dal dottore e spinto con forza da amici (leggi Umberto) ho prenotato il tutto (aereo e hotel) a meno di 24 ore dalla partenza. Non avevo voglia di città nuove, avevo bisogno di stare a casa ma lontano da casa.
Certo ogni volta che vado a Parigi cerco di vedere lati nuovi della città, oppure di rivedere gli stessi sotto un’altra angolazione, controcorrente al turismo di massa.
Le novità di quest’anno sono state il Palais Royal con i suoi spazi e giardini all’aperto (vedi foto "double" a sinistra), il cimitero di Montmartre (i cimiteri a Parigi sono una visita culturale), la chiesa di Saint-Eustache a Les Halles (vedi foto sopra a destra),
Con Vito (mio fratello), Giacomo (mio cugino), Biffi (Giampiero) e Codini (Dario) affittammo un camper avveniristico della Laverda color celeste e partimmo alla volta della capitale d‘Oltralpe : fu un avvenimento nella nostra zona per quei tempi. Era aprile proprio come quest’anno. Era il 1979. Da allora a Parigi ci vado con una discreta frequenza, con cadenza annuale negli ultimi anni e il prossimo anno festeggerò, salute permettendo, il “trentennale”.
Quell’anno (il ’79) ci ritornai anche a settembre con Vito (viaggio in treno e tenda canadese prestataci dal Biffi) per il Festival dell’Umanité dove il buon Edoardo Bennato avrebbe dovuto cantare con il suo gruppo. Poi passarono dieci anni e nel 1989 per ragioni di cuore e di amore ci tornai due volte (a febbraio e ad agosto) con Silvia. La svolta, nel bene e nel male, la feci nel 2002 ad agosto allorchè invitato da Flo e Steffe in uno dei periodi più infelici della mia vita non ci pensai due volte e piombai con il treno (cuccetta) alla volta degli Champs Elysèes. Da allora non mi faccio mancare una visita all’anno, talvolta anche due, in compagnia di parenti (Vito, Betty ed Edoardo a gennaio 2004) di amici (Lucio e Maurizio ad aprile del 2003, Anna a giugno del 2007) o da solo come nel luglio 2003, nel luglio 2004 , nel luglio 2005, nel luglio 2006 …
Quest’anno come primo viaggio del 2008 ho voluto andarci da solo. E’ stata una vacanza “forzata” dal mio stato non buono fisico e psicologico. Volevo staccare dalla routine, dai troppi pensieri, per capire come sto veramente. A Parigi ci vado perché ormai è la mia seconda città, il mio hotel a Montparnasse la mia seconda casa. Sollecitato questa volta non dal dottore e spinto con forza da amici (leggi Umberto) ho prenotato il tutto (aereo e hotel) a meno di 24 ore dalla partenza. Non avevo voglia di città nuove, avevo bisogno di stare a casa ma lontano da casa.
Certo ogni volta che vado a Parigi cerco di vedere lati nuovi della città, oppure di rivedere gli stessi sotto un’altra angolazione, controcorrente al turismo di massa.
Le novità di quest’anno sono state il Palais Royal con i suoi spazi e giardini all’aperto (vedi foto "double" a sinistra), il cimitero di Montmartre (i cimiteri a Parigi sono una visita culturale), la chiesa di Saint-Eustache a Les Halles (vedi foto sopra a destra),
il ritorno a Eurodisney (vedi foto a sinistra), la Piramide al contrario del Louvre (vedi foto a destra), les Passages Couverts (sontuose gallerie vetrate dove i commercianti hanno mantenuto la viva tradizione del loro esercizio), un salto al “Georges” di Beaubourg (ultimo piano del Centre Pompidou) da dove si gode un’impareggiabile vista sulla città sorseggiando un caffè e .............. poi lo sfizio di mangiare nei due ristoranti di proprietà di Gerard Depardieu, il Fontaine Gaillon e l’Ecaille de la Fontaine (vedi foto in basso), entrambi situati uno di fronte all’altro in una piccolissima ma suggestiva piazzetta (Place Gaillon) adiacente l’Opera. Ho mangiato divinamente il giorno del mio arrivo e il giorno della mia partenza il tutto accompagnato da un‘ottima coppa di champagne. (vedi foto "collage" a sinistra).
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E poi le solite cose che adoro di Parigi, il camminare continuo, i monumenti prestigiosi sempre più familiari quasi ti appartenessero, le crepes alla Nutella (in francese è al maschile “au Nutella“), i tetti di Parigi dall’alto della Tour Montparnasse, i rilassanti giardini di Luxembourg, il mio tentativo di farmi capire in francese aiutato dalla mia “erre” arrotolata, il prendere la metropolitana della linea 6 che è sopraelevata come a Chicago ecc.ecc. A proposito di metropolitana hanno cambiato il look al nuovo biglietto, non è più lilla/viola ma bianco.
Le cose cambiano ma … i ricordi restano.
Non mi stanca mai Parigi, è adorabile. Ovviamente è il mio parere personale, che peraltro condivido (citazione già inserita in altri miei post, ma irresisitibile). Fosse per me mi trasferirei subito, certo andarci in vacanza è una cosa e viverci un’altra, ma perché non tentare un giorno ?
E poi avevo una missione come avrete letto dal titolo del post : riportare a casa Milou.
Milou è il cagnolino, amico fidato di Tintin personaggio dei fumetti creato dal belga Hergè.
Ultimamente mi sento un po’ Tintin.
Le cose cambiano ma … i ricordi restano.
Non mi stanca mai Parigi, è adorabile. Ovviamente è il mio parere personale, che peraltro condivido (citazione già inserita in altri miei post, ma irresisitibile). Fosse per me mi trasferirei subito, certo andarci in vacanza è una cosa e viverci un’altra, ma perché non tentare un giorno ?
E poi avevo una missione come avrete letto dal titolo del post : riportare a casa Milou.
Milou è il cagnolino, amico fidato di Tintin personaggio dei fumetti creato dal belga Hergè.
Ultimamente mi sento un po’ Tintin.
Da Wikipedia leggo : Tintin sembra avere illimitate risorse finanziarie, che gli permettono di prendere l’aereo all’ultimo momento e viaggiare per il mondo cercando di capire i suoi abitanti e dare loro un contributo a migliorare. Ecco la variante è che forse io vado a cercare me stesso per migliorarmi. Il Milou che ho riportato a casa è il peluche a riproduzione fedele quasi anche nelle proporzioni (vedi immagine a destra). Riportato perché il precedente era diventato celeste dopo il lavaggio ad acqua effettuato nonostante le istruzioni impartite alla tintoria nella quale mi servo.
Paris, Paris, alla prossima !
Paris, Paris, alla prossima !
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Post's song : "Love song" performed by Sara Bareilles
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